VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Borgosesia 5

Pont Donnaz 6

Marcatori: 17’ pt Giacona, 24’ st Nappi.

Sequenza rigori: Tobia gol, Nacci gol, Laucello gol, Doratiotto gol, Duguet parato, Santi gol, Iannacone gol, Orlando gol, Bertoni gol, G. Monteleone gol.

Borgosesia (4-2-3-1): Uva; Iannacone, Derbali, Rekkab, Duguet; Tunesi, De Angelis (29′ st Bertoni); L. Monteleone, Giacona, Lauciello; Del Barba (25′ st Tobia). A disp. Vittoni, Maselli, Bentivoglio, Faretta, Aladro, Giacopelli, Disisto. All.: Moretti.

Pont Donnaz (4-4-2): Gomis; Caserta (44′ Nappi), Graziano, Mazzola, Diallo (20′ st Orlando); Sassi, Nacci, Argento (39′ st Doratiotto), Serra; Colombo, G. Monteleone. A disp.: Alaia, Gallina, Challalcin, Bianchi, Villa. All.: Fresia.
Reti: 17′ Giacona, 24′ st Nappi

Arbitro: Nuzzo di Seregno.

Espulso: 44′ st Colombo per gioco falloso.

Ammoniti: Caserta, Tunesi, Gomis, Sassi, Argento, Giacona.
Spettatori: 150 circa.

Coppa Italia amara per il Borgosesia che viene fermato nel primo turno dal Pont Donnaz.

La gara è equilibrata e a vincere è l’equilibrio.

E’ il 17 del primo tempo quando Giacona in diagonale porta avanti il Borgosesia.

La gara aumenta di nervosismo e questo penalizza le giocate.

Nella ripresa al 24’ Nappi insacca un pallone vagante.

Nel finale Uva si oppone a Sassi.

Colombo viene espulso per una testata a gioco fermo a Derbali.

Si va così ai calci di rigore che vengono tutti trasformati tranne quello di Duguet, parato da Gomis.

Il Pont Donnaz passa il turno di Coppa Italia.

 

Redazione di Vercelli

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Regione Piemonte

Ger 20, 7-9

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto violenza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno;
ognuno si beffa di me.
Quando parlo, devo gridare,
devo urlare: “Violenza! Oppressione!”.
Così la parola del Signore è diventata per me
causa di vergogna e di scherno tutto il giorno.
Mi dicevo: “Non penserò più a lui,
non parlerò più nel suo nome!”.
Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente,
trattenuto nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.

Sal.62

O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia:
la tua destra mi sostiene.

Rm 12, 1-2

Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.
Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

Mt 16, 21-27

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: “Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai”. Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: “Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!”.
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Pietro aveva appena detto “Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente”, ed ora Gesù ancora sorprende.

Se qualcuno vuole venire dietro a me…

Se. Prima un ma (ma voi…?), adesso un se…

La “logica di Dio” non è quella dell’uomo.

“senza ma e senza se” dicono gli uomini, con i “ma” ed i “se”, dice Dio.

Ancora Pietro, aveva appena “riconosciuto” Gesù, non con le parole dell’uomo, ma con la sua fede, con la sua adesione alla chiamata, “contro” quello che pensava la gente, con un “ma” personale, ed adesso non “comprende” la croce.

Povero Pietro… non capisce: ma come, il Cristo, il Signore, il messia…

Povero Pietro… è “pietra”, è “roccia”, a lui saranno date le chiavi… eppure è ancora lì a “guardare” l’Amore e a non comprenderlo: amore è perdersi per l’amore, è “prendere la croce” per amore e attraverso la croce, con amore, dare amore.

Troppo Amore…

Pietro è ancora lì.

E Allora Gesù, con pazienza, con la sua tipica pedagogia dell’amore, spiega: “se qualcuno…”

Se…

Gesù è sincero, Pietro e gli apostoli hanno capito, ma forse non hanno compreso bene.

“Deve” andare a Gerusalemme.

Gesù cominciò (érxato) a mostrare (deiknýein) ai suoi discepoli…”.

Gesù maestro che non insegna, ma che “mostra”, che ha pazienza a accompagna a capire.

Pietro la roccia che si “sgretola” davanti alla prospettiva del dolore e della sofferenza: “Signore, non ti accadrà mai”.

Ma come, tu che sei il Cristo, a Te non può accadere questo!

No Pietro… non hai capito.

Attendeva forse un messia liberatore e guerriero… e il Messia Gesù è venuto a compiere fino in fondo la volontà del Padre suo, un messia verso Gerusalemme, verso il Golgota, ma un messia della pietra rotolata.

Pietro guarderà la pietra rotolata.

E allora comprenderà.

Ascoltate.

E Gesù lo “rimprovera”, lo fa con delicatezza, in disparte, ma il verbo “rimprovera” è quello che viene usato per le “liberazioni”, occorre liberarsi dalla presunzione di sapere che cosa accadrà a Gesù, ha l’ardire di dire a Gesù che si sbaglia, che non può accadere quello che lui ha appena detto.

Se…

Se si è disposti a “rinnegare” se stessi, con quel “ma” avversativo, non “annullarsi”, ma guardarsi intorno con amore, accogliere e vivere in pienezza, seguendo Gesù, fino a Gerusalemme, fino sotto a quei due pali che svettano sul “luogo del cranio” e porre Dio come primo riferimento nella vita.

Se qualcuno. Se…

Ma solo se vuoi.

“Se… prenda…”:

condizione – verbo – decisione – desiderio – azione – coraggio – sequela.

Prendi la “tua croce”, non la mia, la tua, e seguimi, vieni con me.

Coraggio, Novità.

Se… e non sarai solo.

Se… “prenda…” verbo di scelta e di responsabilità, verbo di futuro

Se… ma con la croce.

Seguire il maestro, andare a Gerusalemme.

Una croce da accettare con coraggio e vivere con la fede.

Solo la croce rivelerà il Signore, il Cristo, il Figlio di Dio.

Entriamo nella pedagogia di Dio, nel suo modo di pensare, facciamo “esperienza di Dio”, come Geremia (prima lettura) che più volte tentato di fuggire dall’annuncio, sperimenta la tentazione di fermare l’annuncio di una Parola “faticosa” e “fastidiosa”. Ma Geremia non riesce, sente di essere “sedotto” e di provare un “fuoco ardente”, un desiderio che non si può contenere. Un fuoco che è responsabilità e decisione, coraggio, testimonianza, annuncio di quella “luce” che rischiara, rassicura.

Come la ricerca del salmista (Sal 62), una ricerca che placa la “fame e la sete”, i bisogni “primari” dell’uomo, perché Dio è pienezza, totalità.

E l’uomo “cerca”, dall’alba al tramonto, cerca assetato di Verità, cerca con un anelito vitale, come la terra ha bisogno dell’acqua, così l’uomo ha bisogno di Dio. Quella terra sotto gli occhi degli ebrei, limitrofa al deserto, dura e secca, piena di crepe per l’assenza di acqua, così l’uomo e il suo bisogno, il suo desiderio, il suo anelito.

Verso L’ Assoluto, verso Dio, colui che placherà la sete con il suo Amore che salva.

“O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua”.

Dio che disseta, Dio che sfama, Dio che rischiara, Dio che è misericordioso per sostenerci ed aiutarci a comprendere il suo “pensiero”. Paolo nella lettera ai Romani (seconda lettura), ci esorta a questo: trasformare il nostro modo di pensare “per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”.

Paolo ci aiuta a comprendere: dobbiamo lasciarci trasformare dalla Grazia di Dio, dobbiamo diventare membra vive e vitali della comunità, della Chiesa, per servire Dio, per annunciare quella Parola che suscita lo stesso fuoco in Geremia.

Dio ci insegna a comprendere ed a guardare, come Pietro, il “Figlio dell’uomo”, il “Cristo il Figlio di Dio vivente”, a guardarlo ed a comprendere la sua croce, la nostra croce, la sua Risurrezione, la nostra risurrezione.

Comunione di Infinito e di Eterno.

 

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Sono al vaglio degli Inquirenti – sul posto, oltre ai Vigili del Fuoco, i Carabinieri – le cause che hanno determinato l’incendio dell’utilitaria condotta da Luciano Rossi, 74 anni, ex gioielliere di Borgosesia.

Nel pomeriggio di oggi la sua auto è stata rinvenuta a Roccapietra di Varallo Sesia, nei pressi del maneggio, in un’area abbastanza isolata.

Vistose le tracce lasciate dalle fiamme, soprattutto a carico dell’avantreno del mezzo.

All’interno il corpo senza vita del pensionato.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

 

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Lungosesia Est, Regione Piemonte

Anche se l’entità della tragedia è drammatica e drammaticamente evidente la violenza dell’impatto, la definizione di un quadro probatorio è ovviamente affidato alla sola competenza dell’Autorità Giudiziaria (indagano i Magistrati di Torino e Ivrea con la Polfer) che metterà in luce tutte le responsabilità del sinistro ferroviario costato la vita, nella notte appena trascorsa, a cinque operai che lavoravano per la Società Sigifer di Borgo Vercelli.

I titolari dell’Azienda, contattati questa mattina, non rilasciano dichiarazioni.

I fatti sono noti da questa notte – tra 30 e 31 agosto, poco prima della Mezzanotte – diffusi da tutte le Agenzie: gli operai stavano lavorando alla manutenzione di un tratto di strada ferrata quando su di loro è piombato un convoglio merci, ad altissima velocità.

Cinque le vittime, morte sul colpo, mentre altri due Colleghi sono in stato di shock, ricoverati all’Ospedale di Chivasso, ma fuori pericolo.

Gli Inquirenti confidano che, dall’esame dei reperti delle telecamere di sorveglianza, potranno essere acquisiti elementi determinanti per il definitivo accertamento dei fatti e delle responsabilità.

Questi i nomi delle vittime.

Kevin Laganà, Vercelli; Michael Zanera, Borgo Vercelli; Giuseppe Sorbillo, Brandizzo; Giuseppe Saverio Lombardo, Vercelli; Giuseppe Aversa, Chivasso (residente da tempo a Borgo d’Ale).

VercelliOggi.it si unisce al cordoglio delle famiglie.

Posted in Cronaca

La cronaca di oggi, 30 agosto, si apre con la notizia del sinistro stradale verificatosi attorno alle 10 all’incrocio tra Via Agordat e Via Rodi, in Vercelli.

Un problema di mancata precedenza ha causato la collisione tra le due utilitarie che si vedono nelle illustrazioni: per fortuna non si registrano danni alle persone.

Coinvolta una terza vettura, regolarmente parcheggiata, urtata da una delle due attive nel sinistro.

Sul posto la Polizia Locale del Comune di Vercelli, tempestivamente intervenuta, sta procedendo agli accertamenti di rito ed a regolare il flusso del traffico.

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(marilisa frison) – In questa ultima domenica di agosto Trino in festa per la Patronale.

Alle 11 il richiamo gioioso delle campane avvisa i cittadini che è giunta l’ora e San Bartolomeo aspetta tutti in chiesa per festeggiare con l’intera Comunità.

La banda musicale cittadina “G.Verdi”, ha accompagnato i ragazzi della Leva 2005 che, fischiando e ballando, hanno sfilato per le vie del centro per poi fare il loro ingresso in chiesa e prendere posto nei primi banchi.

La chiesa si presentava molto ben curata e pulita, alcuni volontari l’avevano davvero tirata a lucido.

L’altare era addobbato con raffinati fiori e candide tovaglie merlettate e in bella vista un tavolino con la reliquia del Santo Patrono, un frammento osseo.

Un bellissimo colpo d’occhio variopinto, di grande impatto, il ventaglio di bandiere, stendardi e vessilli appartenenti alle varie Confraternite e Associazioni trinesi, che campeggiava sul lato destro dell’altare, tutti hanno voluto essere presenti con i loro segni identitari in segno di devozione.

In prima fila il Comandante della Stazione dei Carabinieri, Maresciallo Emilio Farina e tutte le Autorità.

 

Molto soddisfatto e grato il parroco, don Patrizio Maggioni, che ha ringraziato tutti per la presenza e ha intrattenuto con un’omelia toccante e insolita, esordendo: “chi sono io per te chiede il Signore agli Apostoli, chissà cosa avranno risposto e noi in cuor nostro cosa risponderemo al Signore, cos’è per noi il Signore? Che ruolo ha nella nostra vita? È ancora importante celebrare il Signore?”

E per arrivare al cuore di tutti il sacerdote ha fatto ascoltare all’assemblea una commovente canzone di Fabrizio Moro “Ho bisogno di credere”.

Ho bisogno di te dice Fabrizio Moro in questa canzone dal testo bellissimo e anche noi dovremmo rivolgerci al Signore con umiltà e dire: “Ho bisogno di te”.

Don Maggioni, rivolto ai ragazzi della Leva:

“Il Signore crede in voi, mentre siete voi che non credete più in voi stessi, perché vi siete fatti portare di qua e di là, facendovi sballottare senza più capire chi siete, magari feriti perché qualcuno vi ha giudicato e vi ha giudicato male e non riuscite più a rialzarvi. Il Signore crede in voi. Ho fede in te e ho fede nell’amore dice ancora Fabrizio Moro, credere in Dio è credere nell’amore in qualcosa di alto che oggi ci vogliono portare via… Ragazzi voi siete i giovani del domani fatevi aiutare dal Signore e non fatevi buttare via dagli idoli, Dio Padre vi ama, San Bartolomeo vi aiuti a rimanere ancorati a Lui”.

All’inizio della solennità Giancarlo Tione ha tracciato la vita di Natanaele nome con cui è noto Bartolomeo.

La solenne benedizione e la foto di gruppo con i ragazzi della Leva 2005 ha terminato la bella festa, è stato festeggiato il Santo in casa sua e per una volta tutta la Comunità non si è dimenticata del festeggiato.

I diciottenni hanno continuato la loro festa con parenti e amici presso l’hotel “Il Convento” di Trino.

Da non perdere il video con l’omelia in cui don Pato parla ai ragazzi e a noi con il cuore.

Buona festa a tutti da VercelliOggi.it .

Posted in Pagine di Fede, Società e Costume

Pro Vercelli 2

Chieri 0

Marcatori: 25’ pt Parodi, 41’ pt Nepi

Pro Vercelli: Rizzo, Iezzi, Martiner, Emmanuello, Carosso, Parodi, Niang, Louati, Nepi, Bahlouli, Maggio. Subentrati: Vaccarezza, Ba, Macchioni, Forte, Condello, Gheza, Contaldo, Comi, Pesce. Da Pra, Sibilio, Fiumanò, Clemente, Iotti, Rutigliano. All.: Dossena.

Chieri: Romero, Ciociola, Egharevba, Moretti, Capra, Balan, Dumani, Alvitrez, Moreo, Vono, Rivi. Subentrati: Faccioli, Ferrando, Gallone, Palmiere, Gasparoni, Sussetto, Maniscalco, Jaures, Gozzerini, Zenuni, Biondo, Mammarella. All. Nistico.

Pro Vercelli 2

Bra 0

Marcatori: 2′ pt Nepi, 22′ st Niang

Pro Vercelli:Valentini; Iotti, Fiumanò, Clemente, Martiner; Rutigliano, Contaldo, Da Pra; Niang, Nepi, Condello. Subentrati: Nataloni, Ba, Macchioni, Forte, Carosso, Gheza, Parodi, Comi, Pesce, Louati, Bahlouli, Emmanuello, Maggio, Iezzi. All. Dossena.

AC Bra: Tchokokam; Magnaldi, Marchetti, Ropolo, Pautassi; Gerbino, Fogliarino; Gyimah, Daqoune, Marchisone; Musso. Subentrati: Costantino, Omorogbe, Matija, Tuzza, Stafa, Giorcelli, Linciano, Bosio, Vaiarelli, Mawete. All. Floris.

Buona conclusione di pre campionato per la Pro Vercelli che sbroglia le pratiche Bra e Chieri, entrambe vincendo per 2 a 0.

In ordine di tempo il primo test è stato con i giallorossi cuneesi.

Subito in vantaggio la Pro Vercelli con Nepi.

Poi le bianche casacche autrici di un’ottima prova raddoppiano a metà ripresa con Niang.

Buono anche il test con il Chieri.

Tutto si decide nel primo tempo quando vanno a segno prima Parodi e poi Nepi.

La stagione ufficiale prenderà il via lunedì 4 settembre con la partita casalinga contro il Lumezzane con calcio d’inizio alle ore 20.45.

 

Redazione di Vercelli

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Dal Libro del Profeta Isaia, Cap. 22, 19 – 23

Così dice il Signore a Sebna, maggiordomo del palazzo: “Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto. In quel giorno avverrà che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkìa; lo rivestirò con la tua tunica, lo cingerò della tua cintura e metterò il tuo potere nelle sue mani.
Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. Lo conficcherò come un piolo in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre”.

Dal Salmo 137

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, Cap. 11, 33 – 36

O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!
Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

Dal Vangelo secondo San Matteo, Cap. 16, 13 – 20

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Risposero: “Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti”.
Disse loro: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
E Gesù gli disse: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

La domanda profonda la pone Gesù.

Ma voi chi dite ?

Voi, non altri.

Soprattutto “Ma”.

Presuppone in modo avversativo che ci sia “diversità” contrapposizione , differenza.

Non gli altri, il mondo, “ma voi”.

Ma… l’alterità che il cristiano è chiamato a narrare nella sua vita, non come il mondo, ma nel mondo.

Una domanda che “Interpella”, che presuppone una fede “personale”, non per “sentito dire”.

Una domanda pronunciata in Galilea, alla sorgente del Giordano, a Cesarea, residenza del tetrarca Filippo, ma una domanda a noi.

E’ ancora Pietro il protagonista: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”(Mt 16,16); Pietro quello che voleva fare delle capanne sul monte; Pietro che sulle acque dimostra una fede “dubbiosa”; Pietro  del Getzemani e Pietro del rinnegamento; Pietro che  piange “amaramente” e Pietro che corre al mattino del primo giorno dopo il sabato.

Pietro, citato 154 volte nel Nuovo Testamento con l’ebraico  Shim’ôn, con l’aramaico Kêfa (“pietra – Pietro”), come “figlio di Giona” (bar Jona).

“ Tu sei…”

Il “Cristo” sarx (“carne”) e Lógos trascendente (1 Gv).

Pietro che dichiara la sua fede e che Gesù proclamerà “beato” ed a lui darà il “potere” che  delineerà  la sua missione nella chiesa: ‘pietra’ , “roccia”,  immagine biblica di stabilità, sicurezza e fiducia, fondazione primaria e divina,  ‘chiavi’ simbolo del potere su una casa, su un regno,  un’autorità non solo giuridica, ma di insegnamento nella comunità e  “legare e sciogliere” per rimettere i peccati nel nome del Signore, ma anche esortare, ammonire, formare i fedeli, missione propria dell’autorità nella Chiesa.

Ecco ciò che scaturisce dalla risposta di fede di Pietro.

Ma voi …

Esperienza di in-contro di ciascuno con Cristo, un incontro personale.

Un incontro che è preceduto da una “Epifania”, una manifestazione e allora ognuno può dire chi è Cristo.

Rivelazione di Cristo e risposta dell’uomo.

Risposta di Pietro e risposta di ogni credente: “tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”.

Il Cristo: l’unto, l’eletto da Dio.

“Voi chi dite…”

La domanda alla quale si risponde dopo aver percorso una strada, dopo aver camminato seguendo Gesù.

La strada della risposta è la strada del discepolo.

Gesù a Pietro e ai suoi apostoli non ha detto: “conoscimi” ha detto: seguimi!

Seguire  Gesù è conoscerLo.

Una Parola viva, carne, che interpella, che domanda, che interroga, che penetra, che scuote…

Una Parola …

Il Cristo che mostra la sua vittoria sulla tomba vuota, il suo volto luminoso.

Cristo che ci interpella, che chiede anche a noi di provare a balbettare una risposta, che con convinzione diciamo come Pietro, che proviamo  ad esplorare le “vie”  più convincenti, perché “Cristo non è tale in quanto Cristo-per sé, ma nel suo riferimento a me.

Il suo esser-Cristo è il suo esser-per me”. (Dietrich Bonhoeffer).

Lasciamoci interrogare da Cristo.

Abituati a “interrogare”, non siamo più capaci di ascoltare.

Ascoltare le domande che ci fanno riflettere, che ci mettono in “crisi” (parola bella dal greco: krisis, scelta, da krino, cioè distinguere).

Una “opportunità” che, interpellandoci, ci chiede discernimento per una scelta.

Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente” e “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa”: profezia , “dono dello Spirito Santo” .

Come nella Prima lettura: una “consegna” che preannuncia.

Un “lascito di chiavi” al “servo fedele”.

Un ministro della corte arrogante e superbo, che il Signore sostituirà con un “uomo giusto”.

Un ministro della corte arrogante e superbo, che il Signore sostituirà con un uomo che saprà guidare, con un uomo umile, che saprà con onestà riconoscere i meriti di Dio.

Come nel salmo, per lodare azione di Dio “Benevola”:

“Ti rendo grazie signore per i tuoi benefici” ( Sal. 137).

Canto a Dio e alla sua amorevole sollecitudine per l’uomo.

Un Dio che ha risposte di amore (Rm 11, 33-36, Seconda lettura).
Il mistero di Dio Amore, capace di trarre il bene dal male, di trasformare il peccato in perdono, in Grazia.

Riconosciamo allora la “pietra”: la fede di Pietro è la roccia, per l’aver riconosciuto Gesù come il Signore, Cristo …per questa professione di fede.

“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” .

Preghiamo perché questa fede non venga mai meno.

Chi è Dio per noi?

Meditiamo le parole di Francesco d’ Assisi

Tu sei santo, Signore solo Dio, che compi meraviglie. / Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo, / Tu sei onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra. / Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dèi, / Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, / Signore Dio vivo e vero. / Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza, / Tu sei umiltà, Tu sei pazienza, / Tu sei bellezza, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete. / Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza, / Tu sei giustizia e temperanza, / Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza. / Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine. / Tu sei protettore, Tu sei custode e nostro difensore, / Tu sei fortezza, Tu sei rifugio. / Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, / Tu sei la nostra carità, Tu sei tutta la nostra dolcezza, / Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, / Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

(Lodi di Dio altissimo, FF 261)

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Borgosesia 1

Biellese 2

Marcatori: 10’ pt Facchetti, 39’ pt Tunesi, 41′ st S. Gila.

Borgosesia (4-2-3-1): Uva; Monteleone, Derbali, Rekkab, Iannacone; Lauciello, Tunesi; Bertoni, Giacona, Duguet; Del Barba.

Subentrati: Vittoni, Maselli, El Achkaoui, Faretta, Battaglia, D’Ambrosio, Disisto, Aladro, De Angelis, Giacopelli, Varallo.

All.: Moretti.

Biellese (4-2-3-1): Rusli, Tomasino, Franchino, Liberali, Facchetti; Franchino, Papa; Naamad, Gila, Marra; Romano.

Subentrati: Boraso, Chianese, Di Francesco, Pavan, S. Gila, Gregori, Sekka, Oberto, Andreotti, Mazzoni, Brizzi, Mello Rella.

All.: Montanarelli.

Note: giornata soleggiata. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 200 circa. Angoli: 2-4. Recupero: 1’ pt-2’ st.

Sapore di derby classico nell’allenamento congiunto che vede contrapposte Borgosesia e Biellese.

Nelle file dei lanieri ci sono anche due ex capitani valsesiani; si tratta di: Emanuele Marra e Nicolò Pavan.

L’orario di inizio del test (18:30) dovrebbe garantire un clima meno torrido ma l’obiettivo non viene raggiunto visto la colonnina di mercurio e il caldo asfissiante.

Pronti via e Duguet dal vertice dell’area impegna Rusli.

Sull’altro fronte, termina centralmente la conclusione di Papa.

Al 6’, Del Barba recupera palla e manda alto.

Quattro giri di lancette e la Biellese mette la freccia.

La conclusione di Facchetti, complice una deviazione, batte Uva.

Minuto 18, Naamad conquista e difende la sfera ma conclude fuori.

E’ il 22’ quando Duguet, servito da Monteleone, viene chiuso dalla difesa ospite.

Al 32’ Bertoni da fuori calcia a lato.

Sei minuti dopo e Del Barba inzucca di poco fuori.

Al 39’ Tunesi approfitta di un errore di impostazione avversario e pareggia.

Prima dell’intervallo, Rusli respinge la conclusione di Duguet.

La ripresa si apre con il colpo di testa alto di Sekka.

Poi ci prova senza precisione Oberto su punizione.

Alla mezzora, Boraso si oppone alla conclusione al volo di Disisto.

Nel finale, sugli sviluppi di un corner, S. Gila regala il successo alla Biellese.

 

Redazione di Vercelli

 

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Borgosesia 1

Accademia Borgomanero 0

Marcatore: 23’ pt Duguet.

Borgosesia (4-2-3-1): Uva; Colombo, Derbali, Rekkab, Monteleone; Lauciello, Tunesi; Duguet, Giacona, Disisto; Del Barba.

Subentrati: Vittoni, Maselli, El Achkaoui, D’Ambrosio, Bertoni, Aladro, Giacopelli, Battaglia.

All.: Moretti.

Accademia Borgomanero (4-4-2): Salina; Perinetto, Giovane, Fortis, Alfarano; Gheller, Barbui, Corona, Gjini; Zani, Kouadio.

Subentrati: Cranna, Gioria, Bacchetta, Inzaghi, Ranzani, Lischetti, D’Elia, Modena, Garnica, Mori, Sacco, Aurora, Gazzetta.

All.: Fiorito.

Note: giornata soleggiata. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 150 circa. Ammoniti:. Angoli: 3-6. Recupero: 2’ pt – 2’ st.

La gara stenta a decollare.

La prima fase è contraddistinta perlopiù da un gioco che si sviluppa a centrocampo, senza trovare sbocchi offensivi.

Al primo vero affondo, il Borgosesia passa in vantaggio.

E’ il 23’ quando Giacona lancia Duguet, l’esterno si accentra e dal limite batte Salina.

Duguet si mette in mostra anche al 31’ ma il suo diagonale è respinto dall’estremo difensore agognino.

Il Borgosesia raddoppia con un preziosismo di Del Barba che si gira in area e manda nell’angolino.

Con l’ausilio di un ipotetico VAR, su segnalazione del guardalinee, l’arbitro annulla la rete per un presunto fallo a centrocampo, avvenuto parecchio tempo prima.

Dopo Del Barba serve di prima Giacona che non inquadra lo specchio della porta.

Nel finale di tempo, Giacona mette di poco alto.

La ripresa si apre con Kouadio, chiuso in angolo da Uva.

Il Borgosesia risponde con il diagonale di Duguet, parato a terra da Cranna.

Al 9’, Giacona alza troppo la mira.

Poi ci prova Rekkab; Cranna c’è.

Al 40’ Ranzani colpisce l’esterno della rete.

La gara non riserva altre emozioni e la contesa finisce con la vittoria del Borgosesia.

 

Redazione di Vercelli

 

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