VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli
Santhiatese e Cavaglià

Grave sinistro stradale a San Germano Vercellese dove, attorno alle 11 di oggi, 9 ottobre, un autoarticolato ed un furgone sono entrati in collisione frontale, in pieno centro, in area prossima al parco dove solitamente si tengono le manifestazioni del paese.

L’autista del furgone ha riportato lesioni giudicate gravi ed è stato ricoverato, cosciente, in Ospedale a Vercelli dal Servizio 118.

Sul posto i Carabinieri ed i Vigili del Fuoco stanno procedendo ai rilievi idonei ad accertare l’esatta dinamica dei fatti ed a mettere in sicurezza l’area, dirigendo il traffico verso percorsi alternativi: questi ultimi sono consigliabili fino alle 14.

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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Is 5, 1-7

Dal libro del profeta Isaìa

Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle.
Egli l’aveva dissodata e sgomberata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiate; in mezzo vi aveva costruito una torre e scavato anche un tino.
Egli aspettò che producesse uva; essa produsse, invece, acini acerbi.
E ora, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna.
Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi?
Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo;
demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata.
La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non andarvi la pioggia.
Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele; gli abitanti di Giuda sono la sua piantagione preferita.
Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue,
attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi.

Sal.79

Hai sradicato una vite dall’Egitto,
hai scacciato le genti e l’hai trapiantata.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare,
arrivavano al fiume i suoi germogli.

Perché hai aperto brecce nella sua cinta
e ne fa vendemmia ogni passante?
La devasta il cinghiale del bosco
e vi pascolano le bestie della campagna.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo,
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Hai divelto una vite dall’Egitto,
per trapiantarla hai espulso i popoli.
Ha esteso i suoi tralci fino al mare
e arrivavano al fiume i suoi germogli.

Perché hai abbattuto la sua cinta
e ogni viandante ne fa vendemmia?
La devasta il cinghiale del bosco
e se ne pasce l’animale selvatico.

Dio degli eserciti, volgiti,
guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato,
il germoglio che ti sei coltivato.

Da te più non ci allontaneremo,
ci farai vivere e invocheremo il tuo nome.
Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti,
fà splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Fil 4, 6-9

Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli, non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.
Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!

Mt 21, 33-43

Dal Vangelo secondo San Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
“Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?”.
Gli risposero: “Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo”.
E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO “MATER CARMELI” DI BIELLA

Figlio tutto quello che è mio, è tuo!

(Is 5,1-7; Sl 79; Fil 4,6-9; Mt 21, 33-43)

Il Signore invita all’ascolto i capi dei sacerdoti e i farisei proponendo questa settimana un’altra parabola, con un messaggio certamente non facile da accogliere, ma che tuttavia essi riconosceranno come indirizzato proprio a loro.

Nella parabola viene descritto l’agire di Dio e la possibile risposta dell’uomo. Dio è presentato come il padrone di un terreno, nel quale decide di piantare una vigna: la circonda con una siepe, poi vi scava una buca per il torchio e vi costruisce una torre.

Come assonanza possiamo richiamare alla mente il Salmo 138,5: “Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano”, come anche chiaramente il cantico della vigna che abbiamo ascoltato nella prima lettura del profeta Isaia, dove Dio non lascia nulla di incompiuto di quanto possa fare a favore della sua vigna.

Dopo aver preparato tutto quello che può servire per custodire e far fruttificare la vigna, Dio chiama dei contadini e la dà in affitto per poi andarsene lontano. Possiamo fare alcune considerazioni: il padrone fa tutta la sua parte a nostro vantaggio, pur facendo molto però sceglie di non fare tutto e cerca la nostra collaborazione.

Il suo agire facilita quanto ci chiede e dopo averci messo in grado di subentrare al suo lavoro non resta come capo-controllore, ma se ne va lontano lasciando tempo, spazio e piena fiducia. Anche nella parabola dei talenti ritroviamo questo tratto della personalità di Dio che sa attendere con pazienza lasciando piena fiducia. I talenti, come la vigna, vengono affidati a ciascuno perché possano fruttificare.

Dio ci chiama e ci sceglie perché possiamo portare molto frutto e il nostro frutto rimanga (cf Gv 15,16), chi vorrebbe vivere una vita sterile e inutile? Il Signore ci chiama a vivere una vita ricca di senso e di buoni frutti, ci chiama ad essere protagonisti, ma senza farci padroni, perché se tutto è nostro, non dobbiamo dimenticare che noi siamo di Cristo e Cristo è di Dio.

Fondamentalmente il peccato dei vignaioli è quello di volersi mettere al posto di Dio, è un peccato di superbia e di avarizia che non vuole riconoscere o dimentica quanto ha ricevuto, cercando di sbarazzarsi del padrone e di tutto quello che a lui si riferisce: i servi che il padrone manda numerosi e infine il Figlio visto come colui che toglie a loro l’eredità.

Il desiderio di possesso acceca e rende violenti e omicidi. Di fatto capi dei sacerdoti e farisei, agiranno proprio come descritto nella parabola dimostrando di non conoscere Dio proprio come il figlio maggiore nella parabola del Padre misericordioso (Lc 15,11ss) che non comprende questa meravigliosa parola: “Figlio tutto quello che è mio è tuo”.

Dio non è geloso di quanto possiede, ma è felice di condividerlo e donarlo continuamente a noi chiamati a essere figli nel Figlio e coeredi di Cristo.

Facendo un’applicazione molto attuale di questo vangelo possiamo dire che il Signore ci chiama a vivere in stile sinodale di partecipazione e condivisione il nostro essere figli di un unico Padre, servi di un padrone singolare che ci ama e sempre scommette su di noi!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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Fezzanese 2

Borgosesia 0

Marcatori: 28’ st Stradini, 44’ st Bruccini.

Fezzanese (3-5-2): Salvalaggio; Del Bello, Santeramo, Selimi; Banti (43’ st Giampieri), Bruccini, Nicolini, Beccarelli (16’ st Cantatore), Stradini (33’ st Guelfi); Verona (10’ st Lunghi), Baudi (39’ st Gabelli). A disp.: Angeletti, Fiori, Scarlino, Mariotti. All.: Rolla.

Borgosesia (3-5-2): Uva; Gilli, Derbali, Rekkab (37’ st Monteleone); Iannacone, Tunesi, De Angelis, Lauciello (37’ st Disisto), Duguet (22’ st Tobia).; Giacona (22’ st Peritore), Del Barba. A disp.: Vittoni, Maselli, El Achkaoui, Aladro, Bertoni, Disisto. All.: Moretti

Arbitro: Paccagenlla di Bologna.

Guardalinee: Santoni e Fecheta di Faenza.

Note: cielo coperto. Terreno buone condizioni. Spettatori: 150 circa. Espulso: 32’ st Santeramo per doppia ammonizione. Ammoniti: Nicolini, Iannacone. Angoli: 2-2. Recupero: 1’ pt-6’ st.

Dopo il Ligorna, c’è un’altra ligure sul percorso del Borgosesia.

I valsesiani, reduci dal successo interno contro l’ex Lunardon, ora si trovano ad affrontare in trasferta la Fezzanese.

Il Borgo cerca i primi punti lontano dal Comunale, i padroni di casa sono reduci da tre ko di fila.

La gara entra nel vivo al 15’ quando Verona incorna di poco a lato un cross giunto dalla destra.

Quattro giri di lancette e Lauciello manda alto il suggerimento di Iannacone.

Giunti al 32’ Lauciello calcia una punizione dal limite; la palla colpisce la barriera e la difesa libera.

Sette minuti più tardi, Baudi si coordina ma calcia alto.

Si torna in campo dopo l’intervallo e Giacona dalla distanza manda alto.

Dall’altra parte; Baudi non inquadra lo specchio della porta.

Stesso esito per il tiro di Del Bello.

Liguri pericolosi al 20’; Cantatore incorna a lato da ottima posizione.

Dopo è Nicolini a impegnare Uva.

E’ il 28’ quando Stradini raccoglie la sfera calciata sul palo da Bruccini e insacca il vantaggio ligure.

Quattro minuti dopo, la Fezzanese resta in dieci uomini per l’espulsione per doppia ammonizione a Santeramo.

Il Borgosesia spinge ma Salvalaggio chiude bene su Del Barba.

La parola fine la mette al 44’ Bruccini con il raddoppio.

Il risultato non cambia più.

 

Redazione di Vercelli

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Lungosesia Ovest e Baraggia

Ordinato Sacerdote solo due anni fa (giusti giusti, il 26 settembre 2021), Don Salvatore Giangreco, 35 anni, dopo una prima esperienza pastorale, è stato nominato Parroco dall’Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo.

Avrà la cura pastorale delle Parrocchie di Albano, Arborio, Greggio e Oldenico.

Un compito certo impegnativo, ma – come ha ricordato la “memoria storica” della Chiesa locale, Signora Maria Bosso, il giovane Sacerdote si è già fatto apprezzare molto dalla comunità di Gattinara, dove ha servito nei mesi precedenti e certamente non sarà da meno in questa zona.

Una zona – ha ricordato il Sindaco, Marco Roncarolo – dove la fede è viva e la gente molto affezionata alla Chiesa ed ai valori che trasmette.

La Liturgia si è celebrata questo pomeriggio, domenica 1 ottobre, nella Chiesa parrocchiale, un vero gioiello incastonato nella ubertosa campagna del Vercellese, ricco di opere che testimoniano l’amicizia tra Arte e Fede.

Don Salvatore ha dettato una sapiente e bella omelia, che ha illustrato pensieri profondi, ma con parole semplici.

Le Letture del giorno, del resto (Ez 18, 25-28; Sal.23; Fil 2, 1-11; Mt 21, 28-32.), sono ben note per come sanno parlare al cuore: dicono di una grande risorsa, che il Padre, nella sua misericordia infinita, ha pensato per noi.

Questa risorsa è la capacità di pentirci.

Così, dapprima il brano tratto dal Libro di Ezechiele, apre la porta all’idea che la conversione sincera possa portare alla salvezza anche il “malvagio”.

E la pagina di Vangelo di San Matteo entra nel cuore della verità, muovendo da un interrogativo “che ve ne pare?” rivolto da Gesù all’uomo ed alla donna di ogni tempo.

Dunque, che ce ne pare di questa icona ove è raffigurato “un” padre, ma sappiamo che sia “Il Padre”?

Il Padre alle prese con i suoi due figli.

Al primo chiede di andare a lavorare la vigna: la risposta è svogliata, negativa.

Ma poi quel figlio si pente e va, fa la volontà del Padre, lavora la Sua vigna.

Allora quel padre ripiega sull’altro figlio, ponendo la stessa richiesta e questi, subito scatta sull’attenti: sì, padre, andrò.

Ma poi ci ripensa, rinnega l’impegno, si sottrae al compito, in modo surrettizio, non dice nulla: semplicemente, si defila.

Chi, dunque, avrà fatto la volontà del Padre?

Una pagina di Vangelo che ci fissa negli occhi. Magari perché, lungo il corso della nostra vita, può capitare che ciascuno di noi sia – a tratti – come il primo e poi come il secondo dei due figli, o viceversa.

***

Don Salvatore ha, al termine della Liturgia, illustrato anche i primi appunti di un programma pastorale per le quattro comunità, condiviso sia con l’Arcivescovo, sia con il Vicario Generale, Mons. Stefano Bedello.

Lo attende tanto lavoro, ma può essere certo che tutta la comunità sarà con lui.

***

La Liturgia è stata animata dal Coro di Quinto Vercellese, diretto dalla Prof. Alessandra Ticozzi.

Avevamo già conosciuto questa Corale qualche settimana fa ad Albano Vercellese, in occasione della Processione del Guado.

Infine, dopo le fotografie di prammatica, un momento di condivisione preparato presso l’accogliente cortile del Palazzo comunale, davvero molto ben tenuto e funzionale.

Un’accoglienza che si deve ad un gruppo di Signore volontarie, per l’occasione coadiuvate dal Signor Sergio, ottimo organizzatore ed anche enologo capace di offrire una barbera d’Asti davvero “convincente”.

Ora vi lasciamo con il filmato e la gallery.

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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Ez 18, 25-28

Dal libro del profeta Ezechièle

Così dice il Signore:
“Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra?
Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.
E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà”.

Sal.23

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua verità e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza,
in te ho sempre sperato.

Ricordati della tua fedeltà che è da sempre.
Non ricordare i peccati della mia giovinezza:
ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
la via giusta addita ai peccatori;
guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri le sue vie.

Fil 2, 1-11

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: “Gesù Cristo è Signore!”, a gloria di Dio Padre.

Mt 21, 28-32

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”. Risposero: “Il primo”.
E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO “MATER CARMELI” DI BIELLA

Diciamo sì e agiamo per il sì!

(Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32)

Gesù entra in dialogo con i sacerdoti e gli anziani del popolo di Israele con questa domanda e questo breve discorso: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”.  Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”.  Ma poi si pentì e vi andò.  Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, Signore”. Ma non vi andò”. Partecipiamo attivamente anche noi all’ invito che quest’uomo rivolge ai suoi due figli. Vuole che ci impegniamo responsabilmente per collaborare con lui nella sua vigna, nella sua fabbrica, nel suo ufficio, nella sua scuola, nella sua Chiesa, in tutti i campi dove il Signore ci ha assegnato un lavoro da svolgere nella nostra giornata quotidiana e nella storia dell’umanità, perché abbiamo anche noi parte alla sua ricchezza, perché la nostra gioia sia piena!

Il padre vuole non solo che abbiamo parte a tutto il patrimonio che possiede, ma che diventiamo coeredi dei suoi tesori. Sì, perché nel lavorare la vigna scopriamo i tesori nascosti in essa, in noi, come la parabola del tesoro nascosto.

Proseguendo nella lettura vediamo come si comportano i due figli: il primo non aveva voglia, ma poi si pentì e vi andò. Mentre il secondo aveva detto sì e poi non vi andò. Possiamo dire che portiamo in noi la figura dei due figli, che portano in sé il sì e il no. Ma la parola del vangelo è un sì, che ci guida alla conversione quotidiana di ogni momento, il discepolato di Gesù ci orienta a un sì totale e pieno in lui come Maria. La prima e la seconda lettura di questa domenica ci vengono in aiuto: il tema della conversione e dell’obbedienza. Due parole che si sono realizzate nel primo figlio che prima aveva detto no e poi ha riflettuto, cioè si è convertito dal suo pensiero che non rifletteva la volontà del padre e ha obbedito. Sembra che abbia sentito lo Spirito che comunicava queste parole a San Paolo: “Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto, cioè quella gioia e godimento del padre nel sapere che il proprio figlio obbedisce alla sua voce, i suoi desideri. Se c’è qualche comunione di spirito e sentimenti di compassione e di carità! Se c’è quell’amore che unisce nella carità in Cristo che ci fa portare i pesi gli uni degli altri, allora possiamo intuire che abbiamo in noi gli stessi sentimenti di Cristo. Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Ci potrebbe sorgere la domanda: perché il padre invece di andare a lavorare manda i suoi figli nella vigna che potrebbero godere la vita in un altro modo? Non dimentichiamo che il padre, come dice la scrittura è il padrone della vigna. Egli aveva già fatto un grosso lavoro nel preparare il terreno e piantare la vigna e non è detto che è lì senza lavoro, perché c’è anche la parte amministrativa della vigna che il padre fa ogni giorno per fare sì che tutto proceda bene. Una ragione più impellente potrebbe essere che il padre da cuore buono vuole provvedere il lavoro sicuro ai suoi figli perché non siano in balia della disoccupazione e dell’oziosità. Ci sentiamo tutti responsabili e grati verso un padre cosi buono che prepara un presente e un futuro nobile ai suoi figli. Andiamo tutti insieme, dunque, fratelli e sorelle, piccoli e grandi, pubblicani e peccatori, a lavorare con frutto in questa vigna benedetta dove i frutti e la paga sono gratuiti per tutti!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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Valsesia e Valsessera

Si sta rapidamente diffondendo a Borgosesia la notizia della tragica scomparsa di Jani Gjoni, 60 anni, nato in Albania, ma da tempo residente in città, ad Aranco, dove era benvoluto da tutti.

Jani era uscito dalla propria abitazione questa mattina, per concedersi un’escursione in montagna.

Giunto in località Molino, nel Comune di Alto Sermenza, per motivi che sono al vaglio di Carabinieri, Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza, perdeva accidentalmente l’equilibrio, scivolando per circa 50 metri lungo un canalone molto ripido.

Del grave sinistro dà notizia il Servizio 118.

La salma del povero escursionista è stata composta presso le Camere mortuarie del Cimitero di Varallo Sesia.

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Vercelli Città

Hanno scelto, per dargli l’addio, la conzone “Guerriero” di Marco Mengoni.

I compagni di lavoro di Giuseppe Saverio Lombardo che oggi sono qui, alla Parrocchia di Sant’Antonio da Padova all’Isola di Vercelli, hanno capito tutto.

Giuseppe Saverio, un guerriero nel senso tradizionale del termine, come siamo abituati ad immaginarli, forse no, con quello sguardo mite e buono.

Ma un lottatore, certamente sì, un combattente, che tutti i giorni affronta la battaglia della vita sobbarcandosi un lavoro faticoso, rischioso, ma onesto.

Del resto, il senso più appropriato di quelle parole è nel testo della stessa canzone: “Lotto per amore, lotterò per questo / Io sono un guerriero, veglio quando è notte”.

Lottava, vegliava di notte, per amore della sua famiglia, che oggi lo piange, quando – e sembra un paradosso – si possono celebrare le esequie, sue e dei suoi compagni, anche se è quasi il momento della Trigesima.

Il motivo di questo tempo trascorso prima che le spoglie mortali dei Lavoratori travolti dal treno a Brandizzo, in quella tragica notte, tra il 30 ed il 31 agosto potessero essere consegnate alle famiglie è duro: tanto da pensare, quanto da dire. Non è stato facile ricomporne i poveri resti.

Ma oggi – lo ricorda Don Massimo Bracchi nell’omelia – loro sono nella gloria, hanno lasciato la prigionia della materia per contemplare il volto di Dio.

Don Massimo coglie la sintonia – non sembri un paradosso, perché il vero lottatore, il vero combattente, è colui che tutti i giorni affronta la vita per fare un lavoro onesto e così mandare avanti la propria famiglia – tra la bella canzone di Marco Mengoni ed il combattimento quotidiano di Giuseppe Saverio e dei suoi compagni.

E – ne abbiamo colto il commento, che presentiamo anch’esso nel nostro video – è il Segretario della Camera del Lavoro, Valter Bossoni, a ribadire un impegno: non dovrà essere più possibile che una persona esca di casa per andare a fare un lavoro onesto e non vi faccia più ritorno.

E’ un impegno che dev’essere di tutti, di tutta la società nel suo complesso, ma anche di ciascuno: ciascuno con i propri mezzi, nel proprio ambito, con il proprio contributo.

Se no non vale davvero la pena di pensarci persone civili.

***

In giornata altri servizi sulle esequie di Chivasso e Borgo d’Ale, celebrate per Giuseppe Aversa e poi in Duomo di Vercelli, alle 15, per Michael Zanera.

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Aggiornamento ore 16,30 –

Sulla disgrazia di Arborio, dove stamane ha perso la vita un lavoratore

che viaggiava sulla propria auto (si intende: l’auto di servizio aziendale della Fidelitas, per cui lavorava la vittima), rimasta schiacciata da un’autocisterna che si è rovesciata ai bordi della carreggiata, emergono ulteriori particolari.

La vittima, Giuseppe Nigro, di 38 anni, era un agente della Fidelitas, la società di privata di sicurezza, presso la quale aveva un contratto a termine.

Nella prima mattina di oggi l’Agente aveva terminato il proprio turno di lavoro e stava rientrando alla base.

La zona a lui assegnata era più a Nord in provincia, sorvegliava un gruppo di Aziende lungo il corso della notte, secondo le modalità proprie di quest’attività.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

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Lungosesia Ovest e Baraggia

Ancora un sinistro mortale che può collegarsi a luoghi di lavoro quello verificatosi stamane in prima mattina in territorio comunale di Arborio, nei pressi dei magazzini Penny.

Un Lavoratore 38enne che aveva terminato il turno di servizio (da qui la nozione di “infortunio in itinere”) è stato travolto con la sua auto da un’autocisterna in transito lungo la strada provinciale e che trasportava migliaia di litri di ipoclorito di sodio.

Di per sé non si tratta di principio attivo particolarmente pericoloso, ma è indubbio che il problema sia rappresentato dall’enorme quantità di liquido trasportato e versato nell’ambiente.

Come si vede dalle illustrazioni, la situazione è tale che ha richiesto l’intervento sia dell’Arpa, sia dei Nuclei specializzati NBC (nucleare, batteriologico, chimico, radioattivià) dei Vigili del Fuoco.

Mentre si deve prendere atto dell’ennesima morte di una persona “colpevole” soltanto di essere andata a lavorare onestamente, non resta che attendere i referti delle Autorità per avere maggiore contezza circa la dinamica dei fatti.

La strada da e per la Valsesia resterà probabilmente ancora bloccata per alcune ore; si consiglia, per chi è diretto a Nord, di cambiare direzione: arrivati a Greggio, tenersi a sinistra e prendere la strada che percorre la periferia del paese.

Per chi è diretto, invece, da Nord verso Vercelli, si può arrivare fino ad Arborio e, una volta giunti in prossimità dell’Officina meccanica Saviolo, tenersi sulla strada, sempre periferica al paese, ma sulla destra dell’abitato.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

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Atalanta Under23 2

Pro Vercelli 0

Marcatori: 4′ pt Bernasconi, 41′ pt Mallamo.

ATALANTA U23 (3-4-1-2): Vismara; Solcia, Bonfanti, Bernasconi; Palestra (35′ st Mora), Sidibe (11′ st Chiwisa), Awua, Ceresoli; Mallamo (43′ st Pagani); Di Serio (43′ st Italeng), De Nipoti (11′ st Cortinovis).

A disp.: Gelmi, Avogadri, Berto, Mendicino, Capone, Roaldsoy, Colombo.

All.: Modesto.

PRO VERCELLI (4-3-3): Sassi; Iezzi, Parodi, Camigliano, Sarzi Puttini (12′ st Rodio); Iotti (22′ st Comi), Santoro, Contaldo (12′ st Emmanuello); Condello (12′ st Niang), Nepi, Maggio.

A disp.: Valentini, Rizzo, Carosso, Haoudi, Gheza, Fiumanò, Rutigliano, Sibilio, Forte, Seck, Pesce

All.: Dossena.

Ammoniti: Sibide, Mallamo, Santoro, Vismara. Recupero: 1′ pt – 5′ st.

Arbitro: Cristiano Ursini di Pescara.

Guardalinee: Chillemi di Barcellona Pozzo di Gotto e Storgato di Castelfranco Venero.

Quarto uomo: Matteo di Sala Consilina.

Nuovo inciampo in trasferta per la Pro Vercelli che cade in casa dell’Atalanta Under23.

Tutto si decide nella prima frazione di gioco quando all’alba e al tramonto della stessa arrivano i gol lombardi.

I leoni provano a reagire ma il risultato non cambia più.

Pronti via e i bergamaschi passano in vantaggio.

E’ il 4’ quando Bernasconi riceve palla e in area e porta avanti i suoi.

Al 13’ Sidibe non inquadra lo specchio della porta.

Due minuti dopo, Vismara dice di no a Maggio.

Superata la mezzora Di Serio conclude a lato di poco.

Risponde Nepi con un’incornata centrale.

Prima del riposo arriva il raddoppio.

Mallamo da posizione defilata lascia partire un cross che non trova deviazioni e termina in rete.

La ripresa si apre con il colpo di testa debole di Contaldo.

La Pro alza il baricentro alla ricerca del gol ma sono i padroni di casa a sfiorare il tris con Solcia che colpisce il palo.

Scampato il pericolo i leoni provano a reagire ma non ci sono altre emozioni.

Redazione di Vercelli

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