VercelliOggi
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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Ap 7,2-4.9-14

Dall’Apocalisse di San Giovanni Apostolo.

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

Sal 23

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

1 Gv 3, 1-3

Dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo.

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

Mt 5, 1-12

Dal Vangelo secondo San Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Parole per gente coraggiosa, pronunciate su un monte, da “seduto”, con autorità.

Non può passare inosservata questa azione di Gesù: prima di pronunciare il discorso si “mise a sedere”.

Gesto banale? Assolutamente no!

Gesù sta insegnando, un gesto di chi insegna con “autorità”.

Autorità che è “mandato divino”.

Una ricchezza inesauribile di parole, pronunciate con autorevolezza: Gesù “insegna”, lascia il “segno” in ogni uomo e lo fa con le Parole, quelle parole pronunciate per l’uomo, ma che “raccontano” Lui stesso.

Identikit di un Dio.

Parole ed insegnamenti per una vita in Dio.

Ma andiamo con ordine…

Quale grande anelito la felicità, grande desiderio ed aspirazione dell’uomo, di ogni persona.

Gesù “vede” le folle e sale sul monte.

Sale per un messaggio che “invita a salire”: il messaggio di Gesù è volto alla progressiva “elevazione spirituale”, è un messaggio importante, è la “via” sulla quale camminare, ecco perché lo pronuncia “da seduto”.

Una sintesi del messaggio di salvezza: un itinerario interiore e di concreto stile di vita che, pur nel dramma dell’esistenza, anzi proprio perché in situazione penosa, conduce alla felicità di chi vede Dio con occhi di figlio.

In alto, su una terrazza, su un balcone, dove si vede e si è visti… un affaccio sull’umanità ed una parola per l’umanità.

Un affaccio sul mondo, su quel lago dove aveva predicato, chiamato, accolto, navigato, dove era stato seguito, interrogato, dove aveva sfamato e dove aveva pregato.

Un monte, un’altura che ricorda un altro monte, altre Parole.

Da quell’altura, guardando quella folla.

Un discorso per la “folla”, non solo per gli apostoli, non solo per i discepoli, non solo per i curiosi, non solo per quelli che lo seguivano… per tutti.

Ma la folla è lì con Lui: non “lontana”, ascolta quelle  parole, quella nuova “legge” che parla di un cammino, di una “felicità”, che parte dall’amore.

Su quel “monte” tutti sono “elevati”, tutti sono “chiamati”, Gesù “sale” e porta con sé le “folle”.

Makarios: beato, meglio in cammino, in avanti ( traduzione dal greco, ma con riferimento al contesto semitico).

Gesù “‘seduto” non vuole “seduti” “sdraiati” “tranquilli poltronari”, si alza e cammina con noi, Gesù vuole persone “in piedi”, libere, persone che “sentono, odono, ascoltano, pensano, scelgono…e poi si mettono in cammino.

In cammino per avanzare…

Tutti poveri in spirito, afflitti, miti, perseguitati… persone che non si “arrotolano” su se stessi, ma si alzano in piedi.
Persone della via “in piedi “.

Come quella “beatitudine” del salmo 84:

”Beato chi trova in te la sua forza
e decide nel suo cuore il santo viaggio”

beato quell’ uomo che ha i sentieri di cammino nel cuore, li ha uditi da quel monte, e si è messo “in cammino”, ha seguito …

Avanzare, camminare, verso la felicità.

Mi “siedo”, ma cammino con te.

L’ insegnamento nell’esperienza biblica ebraica, ed anche di Gesù, è compagnia, è “stare con”, è tempo passato insieme, è sequela.

“Insegno” come maestro a discepoli, con coinvolgimento vitale, non “passo” una informazione o istruzione.

Insegno affinché tu possa accogliere, ripensare, approfondire.

Maestro di vita e di fede.

Insegno affinché tu possa essere “felice”.

Annuncio di felicità. Di una felicità completa.

Un discorso di felicità che rivela il vero volto del Padre.

Di un Padre che è anche madre, che consola, che sazia, che usa misericordia.

Parole di un padre che invita al coraggio e chiede di “guardare in alto”, verso l’infinito.

Ascoltare e guardare e imparare a “rovesciare” con coraggio la logica del mondo.

Poveri in spirito, afflitti, miti, affamati e assetati di giustizia, misericordiosi, puri, operatori di pace, perseguitati per la giustizia…questi sono “beati”, chiamati alla felicità.

“Chiamati”, in-camminati alla felicità, alla beatitudine.

In “salita” su quell’altura, non da soli, in-camminati alla gioia, all’amore, con chi dell’amore e della gioia ha fatto la vita.

“Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.”
(Salmo 23)

Salire al monte, salire e stare con il Signore… la “ricetta” della felicità è questa: il cuore puro.

Una “ricetta” con le “dosi giuste”, la “traduzione pratica” del Vangelo, l’effetto sicuro di quelle persone coraggiose che sono alla sequela di Cristo.

Una strada da seguire, un modello, Cristo, da imitare, una “via di perfezione” verso la felicità.

Verso la santità.

Modello impossibile? Supereroi? Superpoteri?

Tutti chiamati, da Gesù in modo semplice e chiaro: seguire la strada delle Beatitudini.

Impresa impossibile?

Santi sono i “poveri in spirito”, gli umili, quelli che riconoscono la volontà di Dio, come Maria, a cui Dio “ha guardato l’umiltà” , come Gesù “umile di cuore” (Mt 11,29).

Santi sono “miti”: quelli con occhi attenti al prossimo, che  hanno cura e rispetto delle persone, che non ricambiano con il male ricevuto.

Santi sono gli “afflitti”: quelli che soffrono davanti a Dio, ma che confidano e parlano a Dio della loro angoscia e la sanno trasformare in preghiera, in affidamento a Lui.

Santi sono gli “affamati e assetati di giustizia”, non di vendetta, di quella giustizia che ha nel cuore la generosità che genera amore, che rivela pienamente il volto di Dio.

Santi sono “misericordiosi”, quelli che compiono gesti concreti di generoso perdono, quelli che si fanno “prossimi” come Gesù, quelli che sanno chinarsi sugli altri con accoglienza.

Santi sono i “puri di cuore”: coloro il cui cuore è sempre rivolto a Dio. Coloro nel cui cuore c’è fede, non c’è malizia, i “giusti”.

Santi sono gli “operatori di pace”: quelli che “fanno” la pace, quelli che “portano” la pace di Cristo.

Santi sono i “perseguitati”: coloro che, sono coraggiosi, coloro che “scelgono cristo”, scelgono con gioia il Vangelo e rimangono fedeli.

E allora santità è questo: chiamata.

Chiamata accettare ogni giorno la via del Vangelo: questo è santità.

Riconoscere negli uomini delle beatitudini il volto di Cristo e farsi volto di Cristo nella logica delle Beatitudini per chiunque sarà “prossimo”.

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Pont Donnaz 1

Borgosesia 0

Marcatori: 6’ pt Doratiotto

Pont Donnaz (3-5-2): Gomis; Orlando, Mazzola, Graziano; Sassi, Doratiotto (29’ st Nacci), Nappi, Monteleone, Serra; Torromino, Colombo. A disp: Siamatas, Alaia, Argento, Bianchi, Cosentini, RRapaj, Villa, Diallo. All.: Fresia

Borgosesia (3-5-2): Uva; Gilli, Derbali, Rekkab; Iannacone (34’ st Tobia), Tunesi (43’ st Disisto), De Angelis, Lauciello (25’ st Gonella), Duguet (43’ st Maselli); Giacona, Del Barba A disp.: Autoriello, Achkaoui, Peritore, Colombo. All.: Moretti

Arbitro: Garbo di Monza

Guardalinee: Vora di Como e Cossovich di Varese

Note: cielo coperto, terreno buone condizione, spetttori 150 circa.  Calci d’angolo 4-4. Ammoniti: Doratiotto, Orlando, Mazzola, Rekkab, Lauciello, De Angelis. Recupero: 1’ pt – 4’ st

Vuole continuare la propria marcia il Borgosesia che ha una striscia utile di 3 partite.

Il Pont Donnaz (4 punti nelle ultime due gare interne) vuole lasciare l’ultimo posto in classifica.

La gara inizia con il vantaggio dei padroni di casa.

E’ il 6’ quando Doratiotto si incunea sulla destra e insacca.

Al 22’ Torromino su punizione colpisce l’incrocio dei pali.

Con il passare del tempo cresce il Borgosesia.

Prima Iannacone incorna senza fortuna, poi Lauciello controlla bene ma non inquadra lo specchio della porta.

La ripresa è molto spezzettata con molte perdite di tempo.

Duguet ha una grossa occasione quando, pescato da Giacona, si trova danti a Gomis ma non riesce a trovare la via del gol.

Dopo non succede altro e festeggiano i valdostani

 

Redazione di Vercelli

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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Es 22, 20-26

Dal libro dell’Èsodo

Così dice il Signore:
«Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto.
Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido, la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani.
Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse.
Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l’ascolterò, perché io sono pietoso».

Salmo 17

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.

1 Ts 1, 5-10

Dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.
E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedònia e dell’Acàia.
Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne.
Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene.

Mt 22, 34-40

Dal Vangelo secondo San Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO “MATER CARMELI” DI BIELLA

L’amore più grande

(Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5-10; Mt 22,34-40)

Oggi con questo vangelo vediamo Gesù che ci parla dei due tipi di amori: amore di Dio e del prossimo.

Ci rivela così in modo solenne le via potenti del suo messaggio di salvezza e lo fa non improvvisando, ma ricollegandoci alle parole che Dio aveva già dato al popolo di lsraele come statuto di vita. Dice infatti: “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Non maltratterai la vedova o l’orfano”. Prosegue ancora e dice: “Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta” (Es 22, 20,21,25).

L’amore, dunque, abbraccia ogni aspetto della nostra vita e della nostra esistenza. E’ come l’aria che respiriamo che entra dal nostro naso o dalla bocca e si distribuisce in tutto l’organismo e quando questo non avviene siamo morti. L’ amore è la base della nostra vita.

Dio partecipa concretamente alle nostre sofferenze, dice: “Non maltratterai la vedova e l’orfano”. Non avendo un aiuto concreto di qualcuno vicino, la vedova è considerata una persona debole. Così anche Dio prende parte al disaggio dello straniero maltrattato, del povero lasciato senza la sua sola coperta con la quale coprirsi.

Ma Dio veramente si occupa di chi è senza coperta nel freddo della sua casa?! Dello straniero che rischia lo sbarco nel mare? Sì, Dio anche di queste cose ha cura, perché è nostro Padre, lui che ci ha tessuto nel grembo di nostra madre. Gesù per farci capire che non siamo creati a caso dice: “perfino i capelli del vostro capo sono contati”.

I farisei che vogliono mettere Gesù alla prova con le domande trabocchetto, chiedono: “Maestro, nella legge, quale è il grande comandamento?”. Gesù non si scompone, ma rimane sull’onda dell’amore e risponde: “Amare il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande comandamento. Il secondo è simile al primo amare il prossimo come te stesso”.

Ecco il nostro compito: vivere nell’amore e donare amore, seminare l’amore in mezzo a noi fino ai confini del mondo, perché noi siamo impastati con amore e nell’amore.

Amare Dio ci permette di essere noi stessi perché in lui ritroviamo la nostra vera identità di figli di Dio. Ed è questo amore che ci insegna a trattare tutti come nostri fratelli, come Gesù ci ha insegnato. E’ lui che  ha portato l’amore concreto di Dio fino a noi morendo sulla croce, perché possiamo avere la vita. Amore, dunque, è dare la vita per i nostri fratelli, condividere le loro sofferenze e le gioie. Amore è condividere con chi non ha nulla. Amore è portare il vangelo di Cristo a ogni uomo come ci tramette oggi San Paolo nella seconda lettura. Amore è perdonare quelli che ci hanno offeso, amore è pregare per tutta l’umanità, perché venga il regno di Dio in mezzo a noi, amore è riconoscerci tutti fratelli dello stesso Padre!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza    

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Mantova 1

Pro Vercelli 0

Marcatore: 12’ st Muroni

 

Mantova (4-3-3): Festa; Suagher, Brignani, Cavalli, Celesia; Muroni (45′ st Galuppini), Burrai, Wieser (26’ st Trimboli); Bragantini (45’ st Fedel), Mensah (35’ st Monachello), Giacomelli (35’ st Fiori).

A disp.: Sonzogni, Redolfi, Bani, Radaelli, Napoli, Panizzi, Argint, Castellani.

All.: Massolini (Possanzini squalificato).

Pro Vercelli (4-3-3): Sassi; Iezzi, Fiumanò (13’ st Parodi), Camigliano, Rodio; Iotti, Santoro, Spavone (19’ st Sarzi Puttini); Condello, Comi (19’ st Nepi), Mustacchio.

A disp.: Valentini, Rizzo, Emmanuello, Carosso, Contaldo, Gheza, Rutigliano, Sibilio, Niang, Forte, Seck, Pesce.

All.: Dossena.

 

Arbitro: Ramondino di Palermo.

Guardalinee: Paggiola di Legnago e Tomasi di Schio.

Quarto Uomo: Rinaldi di Novi Ligure.

Ammoniti: Mensah, Iotti, Camigliano, Rodio, Santoro, Burrai, Celesia.

Espulso: 16′ st Camigliano per doppia ammonizione

Recupero: + 1′ / + 5′

 

Dopo 4 vittorie di fila, la Pro Vercelli si arrende al Mantova.

Una sconfitta nella quale i leoni hanno comunque combattuto e sfiorato anche il pareggio in inferiorità numerica.

Parte forte il Mantova che dopo una decina di minuti colpisce la traversa con Burrai.

Al minuto 18, Camigliano si vede sventolare il giallo, cartellino che peserà molto nel contesto della gara.

Superata la mezzora Giacomelli alza troppo la mira.

Nel finale di tempo il Mantova ci prova con Bragantini e Wieser senza fortuna.

La ripresa si apre con il rigore per i locali, causato da una trattenuta su Bragantini.

Sul dischetto si presenta Burrai; Sassi para.

Il Mantova cresce e passa in vantaggio al 12’ quando sugli sviluppi di un corner Muroni insacca dal limite.

E’ il 16’ quando Camigliano viene espulso a causa della seconda ammonizione.

Dopo Sassi dice di no a Bragantini.

A 6 minuti dal 90’, la Pro Vercelli ha la palla del pareggio.

Mustacchio si presenta davanti a Festa ma non riesce a trovare il colpo vincente.

Alla fine la festa è mantovana.

Redazione di Vercelli

 

 

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Provincia di Vercelli

Is 45, 1. 4-6

Dal libro del profeta Isaìa
Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
“Io l’ho preso per la destra, per abbattere davanti a lui le nazioni, per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte e nessun portone rimarrà chiuso.
Per amore di Giacobbe, mio servo, e d’Israele, mio eletto,
io ti ho chiamato per nome, ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.
Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è dio; ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci, perché sappiano dall’oriente e dall’occidente
che non c’è nulla fuori di me.
Io sono il Signore, non ce n’è altri”.

Salmo 95

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: “Il Signore regna!”.
Egli giudica i popoli con rettitudine.

1 Ts 1, 1-5

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.
Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.

Mt 22, 15-21

Dal Vangelo secondo San Matteo

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiàni, a dirgli: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?”.
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: “Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo”. Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: “Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?”. Gli risposero: “Di Cesare”.
Allora disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO “MATER CARMELI” DI BIELLA

Onestà nel dare a ciascuno il suo

(Is 45,1.4-6; Sal 95; 1Ts 1,1-5; Mt 22,15-21)

“Dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”. Questo richiede discernimento per saper cogliere in ogni situazione della vita il giusto che dobbiamo a Dio, ma anche il giusto che dobbiamo ai fratelli, inteso anche come società in cui viviamo, in cui lavoriamo, in cui socializziamo.

E’ facile a volte rinchiudere gli obblighi dell’amore nell’ambiente custodito della Chiesa, della parrocchia, del movimento. Ma il cristiano pur non essendo del mondo, vive nel mondo, e proprio nel mondo porta la sua testimonianza di coerenza evangelica.

Se il Vangelo non riesce a tradursi come “buona novella” per il tempo in cui viviamo, come per ogni tempo, la colpa non è del Vangelo, ma semmai ciò che scricchiola è la modalità e il contenuto dell’annuncio e la testimonianza più o meno coerente.

La dottrina sociale della Chiesa prende forma con l’avvento della rivoluzione industriale. Papa Leone XIII con la sua enciclica “Rerum novarum”, entra nel mondo del lavoro, dando indicazioni per illuminare anche questo ambiente con la luce del Vangelo.

Nel corso dei secoli il pensiero cristiano si è evoluto, non perché il Vangelo sia cambiato, piuttosto perché l’approfondimento del pensiero sociale, del rispetto reciproco, della dignità della persona, della stima del lavoro, sono entrati a far parte della sensibilità comune.

Noi siamo inseriti nel contesto in cui viviamo, la nostra fede non ci isola, ma ci mette in relazione e questa relazione è anche con le autorità civili: riconoscere che l’onestà è un valore è un passo importante in mezzo a una cultura della sopraffazione, del bullismo, dell’inganno e dell’apparenza.

Il cuore aperto del cristiano raggiunge tutti, perché ogni esercizio di autorità sia esercitato con rispetto e per il bene della persona e di tutti, ma la preghiera di questo cuore aperto parte anche dalla responsabilità di dare a “Cesare quello che è di Cesare” in una onestà di rispetto delle grandi o piccole leggi…stradali, fiscali, scolastiche…

L’uomo buono custodisce nel suo cuore le parole del Maestro e sono queste che lo aiutano nel discernimento spicciolo di come comportarsi momento per momento.

Che lo Spirito guidi i nostri passi su vie di pace, più riconosciamo che Dio è Dio della nostra vita, più riusciremo a dare anche a Cesare ciò che gli appartiene. Dio non verrà usato come scappatoia. La coscienza retta non ci ingannerà.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

Posted in Pagine di Fede

Se l’è vista brutta il ciclista sportivo che, nel pomeriggio di oggi, 18 ottobre, attorno alle 16, stava transitando in Via Ara, nell’Area industriale di Vercelli, quando è stato investito da un’auto.

L’impatto è stato rilevante, ma pare che – da prime sommarie informazioni – l’uomo non abbia riportato gravi traumi: è stato comunque ricoverato in Ospedale dal Servizio 118.

Sul posto è intervenuta tempestivamente la Polizia Locale del Comune di Vercelli, che ha provveduto al primo soccorso dell’infortunato e quindi all’accertamento dell’esatta dinamica del sinistro.

L’andatura a velocità moderata è stata fattore idoneo a scongiurare che si verificassero conseguenze peggiori.

Posted in Cronaca
Vercelli Città

Brutto episodio quello del pomeriggio di oggi, 17 ottobre, attorno alle 15, quando un’automobile ha investito una giovane 32enne che transitava regolarmente sulle strisce pedonali per attraversare Via Tasso a Vercelli.

La vettura (così nel referto di persone presenti sul posto), una Lancia di colore blu, non si è fermata ed ha proseguito la sua corsa, lasciando la ragazza, per fortuna assistita da un amico che era con lei, a terra: le sue condizioni non sembrano gravi ed era cosciente quando il Servizio 118 ha provveduto al ricovero all’Ospedale S.Andrea. Sul posto è intervenuta tempestivamente la Polizia Locale del Comune di Vercelli, che sta procedendo ai rilievi, attivando altresì, in pari tempo, le ricerche del responsabile del sinistro, per le contestazioni del caso.

Posted in Cronaca

Il Comando Stazione Carabinieri di Vercelli, al termine di articolata e complessa indagine di polizia giudiziaria coordinata dal P.M. della Locale Procura della Repubblica, Dott.ssa Rosamaria Iera, in data 13 ottobre 2023 ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Vercelli su richiesta del predetto magistrato nei confronti di una coppia convivente: l’uomo di origine romena, A.M. di 36 anni, residente in Vercelli, e la donna di origine moldava T.M. di 35 anni, residente in Romania, entrambi senza fissa dimora, poiché ritenuti gravemente indiziati in ordine ai reati p. e p. dagli artt. 110 c.p. e 628, 624 bis comma 2 c.p., 648, 648 bis e 61 comma 5, 81, 582 comma 1, 612 c.p. (rapina, furto con strappo, ricettazione, riciclaggio, lesioni aggravate e minaccia aggravata), in quanto, in concorso fra loro, al fine di trarre un ingiusto profitto, si rendevano responsabili, tra l’altro, della commissione di nr.7 rapine/furti con strappo perpetrate/i in Vercelli dall’agosto 2023 all’ottobre 2023 ai danni di altrettante persone.

In particolare:

  1. in data 4 agosto u.s., in Vercelli, via 26° Reggimento Cavalleria Lancieri, veniva aggredita una donna 66enne alla quale veniva strappata con violenza una collana in oro giallo con ciondolo portafoto. Si è accertato che la refurtiva è stata venduta da A.M., con la complicità di T.M., presso un negozio specializzato in compravendite di oggetti preziosi di Vercelli per poche centinaia di euro;
  2. in data 21 agosto u.s., in Vercelli, via Baracca, veniva aggredito un uomo 73enne al quale veniva strappata una collana in oro giallo. Si è accertato che una porzione della collana è stata venduta da A.M., con la complicità di T.M., presso un negozio specializzato in compravendite di oggetti preziosi di Vercelli per 470,00 euro;
  3. in data 7 settembre u.s., in Vercelli, Viale della Rimembranze veniva aggredita e percossa donna 87enne alla quale veniva strappato con violenza un girocollo in oro. Si è accertato che A.M. e T.M. vendevano porzione del girocollo presso un negozio specializzato in compravendite di oggetti preziosi di Vercelli per un valore di 480,00 euro. L’attività investigativa permetteva di recuperare il monile, successivamente riconosciuto dalla p.o. e sottoposto a sequestro penale;
  4. in data 16 settembre u.s., in Vercelli, Piazza Monte Grappa, veniva aggredito un 58enne al quale veniva strappata una colla in oro giallo e bianco. Si è accertato che A.M. e T.M. vendevano porzione del girocollo presso un negozio specializzato in compravendite di oggetti preziosi di Vercelli per un valore di 495,00 euro. L’attività investigativa permetteva di recuperare il monile, successivamente riconosciuto dalla p.o. e sottoposto a sequestro penale;
  5. in data 26 settembre u.s., in Vercelli, via Cavalcanti, veniva aggredita una donna 44enne alla quale venivano asportate due collane in oro giallo ed un ciondolo in oro giallo. Si è accertato che A.M. e T.M. tentavano di porre in vendita la refurtiva asportata ma venivano bloccati dai militari della Stazione di Vercelli all’interno di un negozio specializzato in compravendite di oggetti preziosi di questo centro. Gli oggetti in oro venivano riconosciuti dalla p.o. alla quale venivano restituiti.
  6. in data 6 ottobre u.s., in Vercelli, via Prati, A.M. strappava dal collo di una donna 63enne una collana in oro giallo con crocifisso in oro giallo. Gli accertamenti esperiti permettevano di deferire alla locale A.G. A.M. anche per questo episodio quale esecutore materiale.
  7. in data 9 ottobre u.s., in Vercelli, via Canton Billiemme, A.M. e T.M. strappavano dal collo di una donna 74enne una collana in oro giallo con ciondolo in oro e tentavano di allontanarsi dal luogo venendo fermati dai militari della Stazione di Vercelli che stavano effettuando sui due soggetti un servizio di osservazione, controllo e pedinamento. A.M. e T.M. venivano quindi tratti in arresto e tradotti presso la Casa Circondariale di Vercelli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

La misura cautelare è stata eseguita direttamente presso la locale Casa Circondariale ove i due cittadini stranieri si trovavano già ristretti sin dal loro arresto in flagranza di reato.

 

Redazione di Vercelli

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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Is 25, 6-10

Dal libro del Profeta Isaìa

Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati.
Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni.
Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato.
E si dirà in quel giorno: “Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza, poiché la mano del Signore si poserà su questo monte”.

Salmo 22

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.

Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male,
perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

Fil 4, 12-14. 19-20

Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Filippési

Fratelli, so vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni.
Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù.
Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Mt 22, 1-14

Dal Vangelo secondo San Matteo

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
“Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONSASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

A quale speranza sei chiamato?

(Is 25,6-10; Sal 22; Fil 4,12-14.19-20; Mt 22,1-14)

Il vangelo di questa domenica fa riflettere sulla speranza alla quale tutti sono stati chiamati.

Dio chiama tutti perché conosce tutti. Usando la parabola del banchetto nuziale, Gesù vuole aprire gli occhi del nostro cuore alla verità.

A cosa invita Gesù parlando a nome di Dio? Ad una festa di nozze, un banchetto eccellente che li supera tutti. Perché questo invito? È il Re innanzitutto ad averlo voluto per suo figlio. Si può dire che per lui, con lui e in lui, l’ha allestito e ora tutto è già pronto.

Il figlio è dunque lo sposo, ma la sposa chi è? Il vangelo non la nomina, ma lascia intendere che tutti gli invitati, così come il singolo, sono la sposa amata. Per farlo sapere a tutti, il Re ha molti fedeli servitori che fanno solo il suo volere: quello di portare le partecipazioni a tutti quelli che incontrano, cattivi e buoni che siano. Quando però iniziano a rivolgersi ai più vicini, trovano ingratitudine, indisposizione e indifferenza. Per una speranza terrena e per l’interesse del momento, questa gente arriva a disprezzare l’invito e uccide i servi del Re.

In tutte le letture di questa domenica riecheggia l’invito a partecipare al banchetto, che non è uno dei tanti: è il banchetto della vita! Quello dal quale anche gli altri banchetti, semmai, possono trarre il loro senso. Dio ci ha chiamati per essere suoi figli adottivi e l’ha fatto con il battesimo. È per la giustizia operata da Gesù, fino al punto di dare la sua vita sulla croce, che siamo stati perdonati e resi degni di partecipare a questa festa senza fine. Ci ha riscattati dal male e dalla morte, perciò possiamo rispondere all’invito. Possiamo gioire per la pace ritrovata con Dio e ringraziarlo per questo dono immeritato e che Lui ha voluto farci.

Questa è la speranza che ci viene dalla sua grazia: il dono di una vita nuova! La speranza è in questa eredità custodita in cielo e preparata da Dio stesso per ogni battezzato. È nella speranza che siamo salvati. Infatti, Dio ci custodisce nella fede attraverso la sua potenza d’amore. Chi resta fedele alla grazia battesimale, che è un tesoro da scoprire nel tempo, è colui che nel corso dell’intera esistenza ne fa memoria ogni giorno, e in questa speranza cerca di crescere. Si allena a tutto e per tutto.

Paolo afferma che ormai gli basta questa sola grazia e che può tutto in Colui che gli dona tale speranza di vita nuova. Questa diventa una forza vitale ogni volta che la si riceve con fede. Si rafforza meditando di continuo le parole e gli esempi dei testimoni della fede. Ci si allena a sperare contro tutte le speranze fasulle finché nel cuore s’accende la luce, la sola che può aprire alla comprensione dell’invito ricevuto per grazia di Dio. Fortificare il cuore con la grazia significa ricordarsene per rimanere consapevoli e fuggire l’ignoranza. Questo ci strappa dalla vanità della vita terrena. Durante le prove che ci investono, alimenta in noi la gioia e la speranza nell’attesa di sedersi al banchetto. Il traguardo della fede è la nostra salvezza, che è già iniziata nella fede e sarà manifesta nella visione celeste.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza    

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Vercelli Città

Non ha riportato gravi conseguenze – ricoverato in Codice giallo – il pedone investito questa mattina, 11 ottobre, attorno alle ore 11, a Vercelli in Corso Prestinari, all’altezza dell’Eurospin.

Mentre il malcapitato – un Signore, non ancora 60enne – attraversava la strada, a pochissima distanza dalle strisce pedonali, è transitato un furgone bianco di una Cooperativa di assistenza che non è riuscito ad evitarlo.

Sul posto la Polizia Locale di Vercelli, arrivata tempestivamente, sta procedendo ai rilievi ed accertamenti, mentre, come anticipato, il pedone è stato ricoverato dal Servizio 118

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