VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Is 40, 1-5.9-11

Dal libro del profeta Isaìa

«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio –.
Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».

Sal.84

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

2 Pt 3, 8-14

Dalla seconda lettera di San Pietro apostolo

Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.
Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta.
Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia.
Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia.

Mc 1, 1-8

Dal Vangelo secondo San Marco

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Nel tuo battesimo sta la promessa di Dio

(Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8)

«Io mando il mio messaggero davanti a te a prepararti la strada».

Questo messaggero del cielo è una voce che grida nei deserti dell’umana esistenza: «Tutti voi, rendete accessibili i sentieri del Signore!».

Il vangelo di questa seconda domenica d’avvento cita le parole profetiche di Isaia dicendo “preparate la strada del Signore”.

Spesso pensiamo che i sentieri che percorriamo in vita siano nostri.

Ciascuno di noi però è un collaboratore abilitato dal Creatore a edificargli la propria casa ogni giorno, cioè a fare della propria esistenza un dono, un capolavoro e un messaggio di pace e d’amore per Dio e per l’uomo.

Come ci ricorda l’apostolo Pietro nella lettera proclamata prima di questo vangelo, prepararsi a celebrare il Natale del Signore è non perdere mai di vista che il tempo a noi donato è in funzione dell’adempimento della promessa di Dio.

Essa ha un termine preciso e da Lui stabilito perché si possa compiere.

Questo termine è anche il suo scopo: a tutti è concesso tempo per predisporsi a scegliere il bene.

Il vero cambiamento riguarda il cuore, dove abitano pensieri e volontà.

Un’inversione di tendenza. Anzi, un’inversione a U!

Entrare nella volontà di Dio è imparare a fare miei tutti gli atti di bene che Gesù ha compiuto per beneficarci.

Ripetere ogni più piccolo atto della sua volontà d’amore è la porta per ricevere la potenza della sua salvezza.

Per questo l’Avvento è una scuola di ascolto e speranza. Nascendo per noi, Gesù ci introduce e ci ristabilisce nella vita di comunione con Dio, fornendoci le sue aspirazioni, le sue gioie, il suo amore.

Dio, Creatore del cosmo e Signore del tempo, ci ha aperto il suo forziere, quel tesoro di bellezza e amore che ha depositato in tutta la creazione, noi compresi!

Nel deserto, la coscienza è sentinella che chiama a riscuotere tutti i benefici divini e ad indossarli come un abito.

Dio nella sua infinita bontà per l’uomo, ha voluto metterci a disposizione tutta la ricchezza delle buone azioni fatte da Gesù.

Il dono più grande è proprio Lui: Dio che si è fatto uomo per stare tra noi e ridonarci ciò che abbiamo perso, rovinato, sprecato, rotto, svenduto o anche frainteso.

Ciascuno però è libero di attingere al tesoro divino, che è Gesù, il Messia. Dio non ci tratta secondo i nostri meriti ma secondo i suoi, per questo ce li offre di continuo nell’attimo presente.

Tutto ciò che opero e vivo, gioia e sofferenza, posso portarlo dentro la sua volontà di amarmi senza sosta. In questo consiste la conversione del cuore.

Mi decido di continuo ad aprirmi a questa pazzesca gratuità che Dio mi dona oggi e negli anni, per fare di me un santo, perché la sua santità è il tesoro dello Spirito divino che il battesimo ha riposto nell’anima.

Prima o poi verrà alla luce se permettiamo a Gesù di rivestirci della sua divinità, perché questa è volontà di Dio. Volontà d’amore che forma la nostra stessa vita per la vita.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza  

Posted in Pagine di Fede
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Gn 3,9-15.20

Dal libro della Gènesi

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

Sal. 97

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Ef 1, 3-6.11-12

Dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesìni

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

Lc 1, 26-38

Dal Vangelo secondo San Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

“Inizio del Vangelo…” esordio della storia nella storia…

Storia di un dialogo bellissimo, una proposta, una domanda, una promessa, un annuncio… un Sì.

Dialogo che è “dichiarazione di Amore”.

“Rallegrati piena di Grazia…” e nel mondo irrompe la gioia, la maternità, dono, mistero…

Maria è pronta… Dio irrompe nella sua carne, nella vita, nel mondo…

Senza resistenza, chiede solo “come avverrà…”, Maria è pronta all’azione di Dio, è “docile” al suo Disegno…

Nulla… farà tutto lo Spirito Santo…

“ti coprirà con la sua ombra”

Su di lei adombra lo Spirito…

Si… Si… sono la “serva del Signore…”

Assenso. Consenso.

La volontà di Dio intercettata dal desiderio di Lui.

Dono totale ed assoluto a Dio.

“lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo”…

Concepirà un figlio “Emmanuele”: Dio con noi.

Dio con l’uomo, Dio nel mondo.

“Inizio del Vangelo”… una Persona, Dio nella nostra storia. Ecco il Vangelo, la notizia: Dio viene.

Accoglienza totale.

Sì: In Maria, è viva e operante la relazione con Dio. Relazione che il peccato spezza, in lei non c’è opposizione tra Dio e il suo essere: c’è piena comunione, piena intesa. Maria è l’immagine del sì reciproco di Dio e lei, lei e Dio.

Libera dal peccato perché totalmente “piena” della sua Grazia.

Dio mantiene le promesse, rinnova l’alleanza, è un Dio che promette e mantiene, che suscita risposte e rinnova fedeltà.

Donna, Figlia, Sposa, Madre.

Donna tra donne, umile e benedetta: “Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio” (Par.: XXXIII, 1-3) donna la cui anima “magnifica il Signore…perché ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1,46-48)

Maria immacolata ed incamminata.

Ha saputo, con sollecitudine, corre, si reca dalla cugina che sta condividendo anche lei il compimento dell’amore: Elisabetta e Maria. I “grembi” che raccontano Dio: voce che annuncia e Persona.

Libertà incarnata.

Grembi per il futuro. Grembi di speranza. Grembi di attesa.

Grembo di Dio nel mondo per il mondo.

Promessa di salvezza.

Verità in pienezza.

Salvezza, gioia, speranza, salmo 97: cantiamo al Signore “Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia”.

La sua salvezza.

San Paolo nella lettera agli Efesini (seconda lettura) riassume tutto ciò che il Padre ha fatto per noi mediante il Cristo e che si realizza nello Spirito: Egli ci ha prescelti e predestinati fino dall’eternità alla figliolanza per la santità e l’amore; ci ha fatti partecipi della redenzione, della conoscenza e dell’eredità di figli.

Per tutti, avendo tutti ricevuto quale pegno dell’eredità lo Spirito. Eredi predestinati dal progetto di Dio.

Eredità che non si merita, che è dono d’Amore.

Posted in Pagine di Fede
Vercelli Città

Aggiornamento ore 18,30 –

Questo 4 dicembre non è giornata per le auto parcheggiate in Via Paggi.

Attorno alle 18 di oggi, infatti, è arrivato il carro attrezzi per rimuovere la prima auto danneggiata, quella urtata dall’Alfa Romeo che ha originato il sinistro: si tratta della Clio parcheggiata a ridosso dei cassonetti.

Mentre il mezzo faceva manovra, ha inavvertitamente “fatto” la fiancata ad un’altra auto ancora, a sua volta regolarmente parcheggiata lungo il ciglio della strada.

Speriamo che per oggi sia finita.

***

Momenti di apprensione e di tanta confusione oggi, 4 dicembre, in Via Paggi a Vercelli dove, per cause che sono al vaglio della Polizia Locale del Comune, coadiuvata dai Carabinieri, l’auto Alfa Romeo nera che si vede nell’illustrazione ne ha urtata violentemente un’altra, regolarmente parcheggiata lungo la strada.

E’ quella che si vede a ridosso dei contenitori per i rifiuti.

Su questo secondo veicolo non c’era nessun occupante.

All’arrivo delle Forze dell’Ordina il conducente (unico passeggero) dell’Alfa Romeo nera ha intrattenuto colloqui assai animati con gli Operanti che – da prime sommarie informazioni – proponevano l’effettuazione del test sull’indica alcolemico del sangue.

La discussione si è protratta ed il traffico si è fatto sempre più congestionato: sicchè, sul teatro di questo primo sinistro, se n’è prodotto un secondo.

Il furgone chiaro che si vede anch’esso parcheggiato praticamente di fronte alla Banca Sella, ha centrato una seconda utilitaria, la Mazda grigia: anche in questo caso, come si vede dalle fotografie, danni soltanto materiali.

Dopo oltre un’ora si è riusciti a liberare la strada, mentre le Forze dell’Ordine stanno procedendo alla relative verbalizzazioni.

Posted in Cronaca

Principio di incendio oggi, domenica 3 dicembre, nello stabile del Bar La Voglia in Via Lagrangia a Vercelli.

L’allarme attorno alle 16 ed i Vigili del Fuoco sono giunti tempestivamente insieme alla Polizia Locale di Vercelli ed alla Polizia di Stato.

 

Gli Operanti di Viale Aeronautica hanno in breve tempo avuto ragione delle fiamme che non hanno procurato danni alle persone.

Si sta procedendo alle verifiche idonee a stabilire la cause del sinistro.

Posted in Cronaca
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Is 63, 16-17.19; 64, 1-7

Dal libro del profeta Isaìa

Tu, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti.
Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti. Mai si udì parlare da tempi lontani, orecchio non ha sentito, occhio non ha visto che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui.
Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie.
Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo divenuti tutti come una cosa impura, e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia;
tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento.
Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si risvegliava per stringersi a te; perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani.

Salmo 79

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

1 Cor 1, 3-9

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza.
La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

Mc 13, 33-37

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Avvento … tempo di attesa… tempo di speranza… cammino … ricerca ed accoglienza… vigilanza…

Avvento è cammino, viaggio di speranza,

Dio viene e si fa vicino…

Dio viene e verrà… Dio ritornerà…

Avvicinamento e incamminamento… Dio e uomo, uomo e Dio, uomo e uomo…

Cammini di incontro…

Dio viene ed “è” nella vita, ogni giorno, in ogni momento.

Dio è Padre, ma il popolo sperimenta ancora l’oppressione e la violenza dei nemici, (prima lettura, profeta Isaia), la memoria della nostalgia del bene ricevuto, ma nel contempo, la consapevolezza del “tradimento”, il lamento per l’attuale situazione e l’invocazione: “Dio vieni!” una invocazione di “ritorno”, “se squarciassi i cieli…”.

Dio Padre, come allora, un Padre invocato, un Padre che non ha fatto dimenticare il suo amore.

Dio “Padre”: dichiarazione di fede del popolo, il profeta sottolinea l’essenza di Dio: non è condizionata dal “comportamento” del popolo, Dio è come un ceramista – vasaio, costruisce opere d’arte, e l’uomo è la sua “opera d’arte”.

“Squarcia i cieli…” e Dio non si “allontana”, Dio si “fa vicino”, invocazione accorata di preghiera, che Dio non ignora.

“Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci” (salmo 79-80) si invoca la salvezza, come quel Pastore (salmo 23) che è vicino al suo popolo, che guida, che conduce, che percorre le strade con il suo gregge.

Come non ricordare il passo di Numeri 6,24-26, il riconoscimento di essere peccatori e bisognosi della salvezza: “Il Signore ti benedica e ti protegga.Il Signore faccia risplendere su te il suo volto e ti accordi la sua grazia. I

l Signore rivolga a te il suo sguardo e ti doni la pace “.

Sguardo di Dio, pace di Dio, benedizione e “volto”: presenza tra noi.

“Visita questa vigna…”: un Dio che guarda, che cura,che porta liberazione, con attenzione per portare  salvezza.

Dio “guarda” e “visita”.

Attendere ma vegliare, con fiducia, vegliare è attendere con amore.

Con la coscienza di essere figli, liberi, fratelli.

Figli che hanno ricevuto tutto da Dio, con la dignità di figli, Grazia come dono. (Seconda lettura).

Nella prima parte della prima lettera alla comunità di Corinto, leggiamo la “ricetta” che dovrebbe accompagnare ogni nostra “veglia”: se si ha il dono della fede, la fede deve rimanere salda; i doni dello Spirito sono l’“equipaggiamento” necessario per saper attendere il ritorno di Cristo, il tempo tra la sua venuta storica e la venuta finale definitiva.

Una attesa che non sarà delusa se rafforzata dalla piena comunione con Cristo.

Riflettiamo, dunque, su questo vademecum che ci fornisce san Paolo nella lettera ai Corinti valido per le comunità cristiane di tutti i tempi.

Corinto era una grande città portuale della Grecia, qui, si trovavano persone di varia provenienza e di diverse correnti di pensiero e religioni e Paolo arriva ed annuncia il Vangelo: “Rendo grazie” (eucharìstéō), a Dio per il dono dell’annuncio e   lo Spirito Santo supporta con tutti i doni necessari al suo sviluppo la comunità cristiana che ha il compito di testimoniare come Gesù rifletta la potenza e la sapienza di Dio. Per Paolo ognuna delle sue comunità era una meraviglia, non perché fossero perfette, ma semplicemente perché esistevano e il suo cuore era colmo di gratitudine per ciò che Dio aveva compiuto grazie a lui.

Ciò che questo passaggio ci trasmette è “consolante”:  siamo chiamati, nella nostra vita, a vivere in modo che la grazia del Signore sia davvero presente e ben testimoniata affinché coloro che incontriamo, magari confusi e angosciati, possano vedere in noi, attraverso i nostri carismi, Cristo in terra.

Vegliare è “guardare” verso la luce, per nascere nella luce.

Vegliare è verbo “notturno”, perché vegliare è “illuminare la notte”, è “essere sentinelle”, è vigilare e non addormentarsi, come quei servi che sanno aspettare il padrone che torna anche se non sanno a quale ora potrà arrivare.

I servi che devono “accogliere” devono essere pronti, vigili, attenti, scorgere l’orizzonte, tenere le lampade accese e guardare verso…

Nel Vangelo, il monito che sottolinea la pagina di Marco, è “Vegliare”, non farsi sopraffare dal sonno, vigilare e vegliare…

4 volte compare nel testo l’invito: vegliate.

“non sapete…” e vengono indicate anche le “ore del giorno”: sera, mezzanotte, canto del gallo, mattino… “orari” indicati non “a caso”: sera come in quella cena, quella cena dove Gesù sedeva con gli apostoli; mezzanotte, come quella preghiera nell’orto del Getzemani e quell’improvviso “sonno” che ha colto gli apostoli; come quel “canto del gallo” che ha colto Pietro, risvegliandolo dalla sua “negazione”, dalla sua “vigilanza”; come quel mattino, quello del primo giorno dopo il sabato, dove sfiduciati si recavano al sepolcro … e neppure tutti… erano “assenti”.

Vegliare è essere “attenti” alle cose, alle persone.

Vegliare è essere presenti.

Vegliare…perché c’è futuro, un futuro di salvezza, un futuro di speranza, un futuro che parte dalla promessa…

Vegliare ed attendere, con vigilanza

Come Maria, donna dell’attesa e dell’accoglienza, donna della preghiera e della vigilanza…

Vegliare è imparare ad “abitare le tenebre” per scorgere la luce.

Vegliare è “abitare con amore”.

Vegliare è andare verso la luce, con atteggiamento di attesa, andare, con vigilanza ed attesa, verso la salvezza, incamminarsi verso il Signore che irrompe nel nostro quotidiano, destare e accendere lo sguardo per camminare con disponibilità e “fare spazio” nella propria vita a Cristo, speranza e salvezza.

 

Posted in Pagine di Fede

Oggi, 2 dicembre, sono venuti ad allietare questo periodo di attesa per il Natale, qui a Vercelli, in Via Foscolo, i simpatici musicisti della A.ti.pic ensemble (la tua orchestra portatile!), una formazione di strumentisti in gamba ed anche spiritosi, che volentieri ha accettato di fare gli auguri ai nostri Lettori, ma certo anche a tutti i vercellesi.

Li abbiamo “intercettati” qui,  in Via Foscolo, “cuore” di quella che, ormai da più di 60 anni, è conosciuta come “zona Ospedale”, perché sorta (a proposito di “boomers”) nei primi Anni Sessanta a fare da corona al grande Nosocomio e diventata, con il passare dei decenni, uno dei punti più vivi, anche dal punto di vista commerciale, della città.

Allora, per tutti, ecco questa bella esibizione degli A.ti.pic ensemble: per chi vuole conoscerli meglio, ecco il numero di telefono: 329 9271586.

Ancora Buon Natale, anche se non mancheranno tante altre occasioni per farci gli auguri.

Posted in Società e Costume
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Ez 34,11-12.15-17

Dal libro del profeta Ezechièle

Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

Sal.22

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

1 Cor 15, 20-26.28

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

Mt 25, 31-46

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Preziosità di gesti semplici

(Ez 34,11-12.15-17; Sal 22; 1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46)

Nella domenica di Cristo Gesù, Re dell’universo, la Chiesa ci propone le parole di Gesù che indicano l’atmosfera che ci sarà quando egli verrà, questo non certo per spaventarci, ma per preparare il nostro cuore ad accogliere in pienezza la grazia della sua venuta. Infatti egli dice: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria e tutti i suoi angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria”. Dunque egli è il Re, il nostro Re.  Il Re che si è abbassato assumendo la nostra carne mortale per amore nostro. Si è compromesso con noi assumendo la nostra debolezza per comunicarci la sua divinità, la sua ricchezza. Per noi Gesù, pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza delle cose che patì, perché possiamo avere la vita in lui. Ed è questa la vita che lui ci ha donato in pienezza secondo quanto egli ci ha insegnato! Ma cosa ci ha insegato? Che ci amiamo gli uni gli altri come lui ci ha amato! E l’amore sappiamo è avere cura gli uni degli altri.

Gesù per primo ha avuto cura di noi, ci ha tracciato la via dell’amore e su questa base verrà a giudicare le nostre opere. Infatti alla sua venuta la verifica sarà sull’amore. Sentiamo quello che egli ci dice: “Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fine dalla fondazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Tutte queste azioni semplici e quotidiane ci aiutano a essere umani, fratelli e sorelle di un solo Padre. Non vuole che trascuriamo l’amore fraterno, ci chiede di associare queste parole preziose alla nostra preghiera e alla nostra regola di vita: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare”. Gesù avendo assunto la nostra umanità sa che le cose semplici sono quelle che ci portano ad entrare nel regno di Dio. Dio chiede a noi una cosa semplice per entrare nel regno, perché egli stesso è semplicità! Gesù ci ha consegnato queste sei necessità della nostra condizione umana perché vivendole nell’amore arriviamo a ricevere le parole più belle che desideriamo sentire nell’ incontro con lui. “Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo!”.  Questa frase indica che noi non siamo figli e figlie della improvvisazione, ma di un progetto di Dio ben preciso per la nostra salvezza, pensato fin dalla fondazione del mondo. Tuttavia per una piena partecipazione al suo regno, Gesù ci chiede di vivere nell’amore queste parole: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi ha dato da bere, malato, straniero malato, in carcere”. Non cessiamo di invocare lo Spirito Santo di Dio perché venga ad abitare in noi e ci trasformi in operatori di amore e di pace, per un umanità nuova dove ogni uomo possa avere il necessario in ogni cosa. Il Dio dell’amore e della pace ci custodisca nel suo amore e nella sua pace in Cristo Gesù fino al giorno della sua venuta! Amen!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

Posted in Pagine di Fede

In Occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne si è svolto, questa mattina venerdì 24 novembre a partire dalle ore 8,45 nell’Aula Magna dell’IIS Ferraris di Vercelli, l’evento “La forza delle donne” curato dai prof. Alberto TrevesAnna PaolaMaria Cristina Cossu e Valentina Nicosia.

Il programma, suddiviso in due parti, ha visto nella prima parte, la partecipazione della Prof.ssa Valentina Nicosia con gli studenti del biennio.

Nella seconda parte sono intervenuti la Dirigente Ufficio Scolastico Territoriale dott.ssa Concetta Parafioriti, il Procuratore della Repubblica dott. Pier Luigi Pianta, il Questore di Vercelli dott. Giuseppe Mariani e il Commissario Marialba Giangregorio.

Durante la mattinata si è parlato delle lotte di Lidia Poet per poter diventare il primo avvocato donna in Italia e dell’Avv. Lucia Annibali che sfregiata dall’acido ha saputo combattere e dimostrare quanta forza abbiano le donne.

Lo scopo dell’incontro è quello di spostare il focus dell’attenzione sulla forza delle donne e sulla loro capacità di reagire ed essere resilienti  come “rose di rame”.

L’evento è stato allietato da un intermezzo musicale proposto Laura Zinno (voce) e Veronica Perego (contrabbasso) che hanno eseguito canzoni di De Andrè.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Scuola e Università
Vercelli Città

Aggiornamento 23 novembre –

E’ stato ritrovato ieri sera, attorno alle 21,20, nei campi vicini al Palace Hotel, Adone, il golden retriver che viaggiava in auto con il Signor Pastore e la passeggera rimasta ferita, al momento del tragico sinistro.

La bestiola sta bene.

***

Aggiornamento ora 18,30

Sono proseguiti tutto il giorno i lavori per lo sgombero della massicciata stradale lungo la tangenziale Ovest di Vercelli, dove stamane attorno alle 9 si è prodotto il tragico sinistro stradale.

Il filmato, che mostra i lavori di rimozione dei mezzi pesanti coinvolti nell’incidente, è stato realizzato pochi minuti fa.

Aggiornamenti nelle prossime ore

***

Aggiornamento ore 12,30

Entra nel dramma di questa mattina, quando ha perso la vita il fondatore della Ditta Pastore Autoveicoli, anche il cane che viaggiava con la coppia (da prime sommarie informazioni; tuttavia, altre fonti sostengono si trovasse nel cortile della Ditta e sia scappato dopo che il Tir ne ha sfondato la recinzione)  sull’auto investita proprio di fronte all’ingresso dell’Azienda.

Si chiama Adone ed è il golden retriver della coppia di anziani, con loro sull’auto.

Si è salvato.

Ma è scappato terrorizzato: ora sono in corso le ricerche.

Intanto le Forze dell’Ordine stanno mettendo in sicurezza il luogo del sinistro, anche con la combustione controllata di liquidi infiammabili; una parte consistente dell’area commerciale è interdetta.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

***

Incidente stradale mortale attorno alle 9 di questa mattina, 22 novembre, lungo la Tangenziale di Vercelli, nei pressi del Centro commerciale Carrefour e praticamente di fronte al distributore Tamoil.

Per cause che sono al vaglio della Polizia Locale di Vercelli, tempestivamente intervenuta sul posto insieme ai Vigili del Fuoco, la vettura grigia che si vede nelle illustrazioni è entrata in collisione con i due mezzi pesanti, un autoarticolato ed un mezzo d’opera.

L’impatto è stato fatale per uno degli occupanti dell’utilitaria, il conducente, mentre la passeggera 76enne risulta gravemente ferito.

Si consigliano percorsi alternativi.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

***

Posted in Cronaca

Quando è troppo è troppo.

La sequenza di errori arbitrali a sfavore, metterebbe a dura prova anche la biblica pazienza di Giobbe.

Il Borgosesia Calcio infatti è martoriato da una serie di decisioni errate che ne condizionano risultati e classifica.

La “svista” può capitare e fa parte del gioco ma quando in 14 giornate si contano ben 6 macroerrori la cosa si fa seria.

Domenica è andata in scena una gara, completamente “condizionata” dalle decisioni arbitrali.

Siamo al 10’ della ripresa quando Capellupo calcia una punizione dal limite.

La palla colpisce la traversa e (come si vede dal video di seguito) rimbalza sulla linea bianca.

Va ricordato che per convalidare la rete la palla deve completamente superare la riga di porta.

Non è questo il caso ma il guardalinee sicuro indica il centro del campo.

Questo il danno.

Ma come se non bastasse arriva anche la beffa.

Nel recupero, sugli sviluppi di una rimessa laterale, Pereira allarga colpevolmente il braccio in area.

Anche in questo caso non è un’accusa campata in area ma ben testimoniata dalle immagini.

Quindi ricapitolando.

Il derby lo ha vinto il Gozzano 1-0.

La rete cusiana non era da convalidare e c’era un netto rigore a favore dei valsesiani.

Fate voi le vostre considerazioni…

A questo si devono aggiungere:

  • 2 rigori generosi concessi all’RG Ticino che in quella gara beneficiò di 3 massime punizioni.
  • 1 espulsione inesistente in Borgosesia-Pinerolo che costrinse i granata all’inferiorità numerica per quasi un intero tempo.
  • Gol convalidato in fuorigioco al Chisola che al 39’ pareggiò a Borgosesia per poi andare a vincere il match.

Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport