VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Per i bambini le bambine e le loro famiglie, l’anno nuovo comincia con il musical Malefici – il 4 gennaio al Teatro Civico di Tortona, il 5 gennaio al Teatro Civico di Vercelli e il 6 gennaio al Teatro Milanollo di Savigliano.

Dario Vergassola si cimenta nella scrittura teatrale per ragazze e ragazzi, portando in scena le vicende dei “cattivi”  delle fiabe.

Protagonisti sono la Regina cattiva, il Gran visir, la Strega del Mare e il Lupo.

Peter Stein riporta in teatro Il compleanno di Harold Pinter.

Sono trascorsi 66 anni dalla data di prima messinscena, ma il testo – interpretato tra gli altri da Maddalena Crippa e Alessandro Averone – mantiene il proprio carattere enigmatico e inquietante.

In scena l’11 gennaio al Teatro Civico di Tortona, il 12 gennaio al Teatro Alfieri di Asti e il 13 gennaio al Teatro Sociale di Pinerolo. . 

Il 13 gennaio comincia dal Teatro Baretti di Mondovì la tournée di Remo Girone nei panni di Simon Wiesenthal, sopravvissuto ai lager che dedicò il resto della propria vita dare la caccia ai responsabili della Shoah.

Il cacciatore di Nazisti – a metà fra il thriller e la rigorosa indagine storica – replica il 16 gennaio al Teatro Civico di Oleggio e il 17 gennaio al Teatro Concordia di Venaria.

Il tour si chiude a fine febbraio con due date tra Carignano e Cirié.

Il 19 gennaio al Teatro San Carlo di Casalborgone, il 20 gennaio al Teatro Comunale di Monastero Bormida e il 25 gennaio al Teatro Dino Crocco di Ovada, Andrea Cosentino porta in scena Rimbambimenti, un mix incosciente tra musica tecnologica, teatro di figura, divulgazione scientifica e parole in libertà, un TED Talk senescente in salsa punk.

La performance comincia a mo’ di conferenza sul tempo, tenuta da un presunto scienziato trasformandosi poi in un concerto-spettacolo.

Chiude la carrellata di appuntamenti da non perdere a gennaio Costellazioni di Nick Payne, interpretato da Pietro Micci ed Elena Lietti, insignita nel 2022 del Premio Nazionale Franco Enriquez come miglior attrice proprio per questo spettacolo.

Il 18 gennaio al Teatro Marenco di Novi Ligure e il 21 gennaio al Teatro Toselli di Cuneo i due protagonisti, diretti da Raphael Tobia Vogel, portano sul palco tutte le alterne fasi di una relazione di coppia: conoscenza, seduzione, matrimonio, tradimento e malattia.

 

Redazione di Vercelli

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Si pregherà domani, giovedì 28 dicembre, ad ore 17, presso la Chiesa parrocchiale di Carisio, il S.Rosario in suffragio di Angelo Orecchia, l’artigiano 52enne che, alla Vigilia di Natale, è morto per le conseguenze dell’impatto della moto su cui viaggiava, con una delle sbarre del passaggio a livello lungo la strada che da Santhià conduce a Carisio, ancora in territorio del comune di Santhià.

Angelo è da tutti ricordato per le sue qualità umane e professionali; artigiano di valore nel campo della falegnameria, conduceva l’attività insieme al fratello Antonello, nell’Azienda di Via Buronzo che ha una vasta clientela anche nel campo del restauro di dimore storiche.

Le Esequie saranno celebrate il giorno successivo, venerdì 29, ad ore 15, sempre nella Parrocchiale del paese.

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Dal libro del profeta Isaia

Is 52,7-10

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 97

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!  R.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo agli Ebrei

Eb 1,1-6

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.

Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.

Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

Dal Vangelo secondo San Giovanni

Gv 1,1-18

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Come sono belli i piedi…” (prima lettura) i piedi che camminano, i piedi del messaggero, i piedi degli annunciatori, i piedi dei missionari… i piedi del Vangelo.

Piedi che annunciano pace e salvezza. Nella prima lettura quei piedi tracciano il “cammino di ritorno” dall’esilio di Babilonia a Gerusalemme.

Piedi che camminano con gioia, perché “vedono con gli occhi il ritorno del Signore”.

Perché la consolazione è Dio tra il suo popolo.

Notiamo nel testo non si dice che “Dio è re”, ma “Dio regna”:

la sua è “azione” bella, buona positiva nella storia; Dio non si “dimentica” le promesse, Dio è fedele.

L’azione di annunziare un lieto messaggio viene espressa con il verbo lebasser, tradotto in greco euangelizomai, che dà origine al termine “Vangelo”.

Annuncio di salvezza che è pace, prosperità, gioia.

La fedeltà portata a compimento nel cammino della storia.

E le “sentinelle” a guardia della città, quando vedono gli esuli tornare, prorompono in canti di gioia, in esultanza, come non vedere i  “salti” gioiosi delle sentinelle; i piedi “esultano”: non importa se intorno c’è rovina e devastazione, la gioia è “contagiosa”, perché il “ritorno” è quello di Dio tra il suo popolo: Dio “abita” presso il suo popolo.

Dio che salva.

I piedi “umani” di Gesù, che prende “forma” nell’ Incarnazione.

Incarnazione: Dio abita. Dio partecipe della vita dell’uomo.

Incarnazione di Dio è Incarnazione del Figlio.

Verbo di Dio che agisce in libertà.

“Gesù” in ebraico “Dio salva”: nome che è già invocazione, preghiera e ringraziamento.

Nome che reca la salvezza.

“Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?” (Gv 7,15) Gesù conosce le scritture e conosce bene il libro del profeta Isaia: un bambino “nato per noi, il cui nome sarà Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace“(Is 9, 5 -6 I lettura)

Voce di Gesù, l’ebreo che queste parole le aveva imparate, le conosceva bene e le ripeteva nella liturgia ebraica e nella preghiera personale.

Voce e Parola.

Gesù Volto di Dio.

Volto di Dio spiegato e rivelato.

“Dio nessuno lo ha mai visto 
ma il Figlio unigenito ce lo ha raccontato”

Il Figlio: Gesù.

Epifania di Dio per tutta l’umanità dell’uomo nella sua autenticità, come Dio l’aveva creato. “Facciamo l’uomo…” (Genesi 1).

E Giovanni l’evangelista, un pescatore, da una famiglia di pescatori, un uomo che ha accolto un invito, che ha visto e vissuto. Ed inizia da un “prologo”.

Prologo: “funzione introduttiva e interpretativa” (dizionario Oxford Language)

Prologo: In principio…“Il verbo si fece carne…”

Prologo: punto di partenza, percorso di fede, cammino alla sequela di Cristo.

Il prologo del Vangelo di Giovanni, probabilmente aggiunto successivamente, è la “sintesi”, “chiave di lettura” del Vangelo.

“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (1, 14) : mistero della pre-esistenza di Gesù.

Non ci stanchiamo di leggere e rileggere questo brano che ci parla della Parola incarnata, del Dio nella storia.

Con quell’ “In principio” bereshit (ebraico)en arché (greco): tutto ha origine.

Dio nella storia: la Parola irrompe e crea. “Dio disse…”  in un crescendo di cose mirabili e lì c’è Cristo.

Dal silenzio profondo, dal buio e tenebra totale… Dio irrompe e crea.

Parola creatrice e Sapienza ordinatrice.

In principio è il Logos e il Logos è Creatore.

In Dio Parola e Azione.

In Cristo Parola e Azione.

Il Logos è Luce.

Il Logos è Vita.

Ragion d’essere d’ogni realtà.

La luce entra nelle tenebre e “illumina ogni uomo”.

“Noi abbiamo contemplato la sua Gloria”: Gloria, in ebraico kabod, “sostanza di ogni cosa”.

“Il Logos diventa carne”

Il Verbo ci parla del Padre.

Il Vangelo.

La Parola che cambia il mondo.

La lettera agli Ebrei (seconda lettura) ricorda i fondamenti della fede cristiana, soprattutto la centralità di Cristo e lo fa con un esordio che è già “particolare”: non è previsto un “destinatario” diretto, non un saluto, non un “indirizzo”, eppure l’incipit è già il “contenuto” “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti”: parla di Dio.

Dio e l’uomo. Una lunga storia di amore attraverso i secoli, attraverso Parola e persone.

“(…) ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.”

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2 Sam 7, 1-5.8-12.14.16

Dal secondo libro di Samuèle

Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa.
Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».

Sal. 88

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».

Rm 16, 25-27

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, a colui che ha il potere di confermarvi nel mio vangelo, che annuncia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni, ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell’eterno Dio, annunciato a tutte le genti perché giungano all’obbedienza della fede, a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli. Amen.

Lc 1, 26-38

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Una bayit (casa), ci propone la prima Lettura:

“Tu mi avresti dedicato una semplice casa, ma io ho promesso a te un intero casato”.

Bayt è il fabbricato in legno o in pietra in cui abitano stabilmente un uomo e la sua famiglia, ma è anche “discendenza” una unità sociale indivisibile.

In modo chiaro il profeta Natan risponde con un gioco di parole: non sarà lui a costruire tale bajit (Davide desiderava costruire una “casa per il Signore”, ma lo farà la sua bajit, cioè la sua discendenza.

Trovare un posto per l’arca? Trovare un “posto” per Dio?

Non un “tempio” per celebrare, come i grandi sovrani del tempo, non una “casa” semplicemente per “dimorare”, Dio non si “imprigiona”, non si lascia “imbrigliare”, non si lascia “strumentalizzare”: non un “luogo” dove “chiudere”, ma una “relazione” nella quale entrare.

Come un “legame” familiare: genuino ed autentico amore, un’esistenza da compenetrare.

Ecco che l’amore deve essere “cantato”: (Salmo 88)

“Cantiamo in eterno l’amore che deve essere cantato, di generazione in generazione”

E Paolo ai romani (seconda lettura) scrive del grande mistero di Gesù Cristo, della sua attesa, del dono di riceverlo.

Dio ci dona una redenzione aperta.

Siamo davanti a una buonissima notizia.

Il Vangelo.

“In quel tempo…” la ricerca di una “casa”.

Quanto avrà “cercato” Gabriele in quel microscopico villaggio della Galilea, una “manciata” di case, una “ragazza promessa sposa…”.

Casa tra le case.

Dio “cerca casa”.

Dio “si interessa” all’umano.

Una “casa umile”, la disponibilità contro quel desiderio “arido” e presuntuoso di “ingabbiare Dio” in una costruzione.

Gabriele, il messaggero, porta l’annuncio, un annuncio di gioia e riceve un “eccomi!” (Vangelo)

Un Eccomi che apre la storia.

Rallegrati: è un imperativo esortativo, Xaire, prova gioia, sii felice.

Rallegrati: apriti alla gioia.

Rallegrati: fai entrare in te la gioia.

Un grembo che diventa “casa”.

Rallegrati, tu che sei Kecharitomene, piena di grazia, e riceverai un dono.

Avvenga: verbo ottativo greco, ghenoito.

Mirabile risposta.

Avvenga: desiderio vivo e totale di partecipare al disegno di Dio.

Avvenga: riconoscimento di Amore.

Avvenga per me la tua Parola: “E il Verbo si è fatto carne…”

Avvenga: carne nella carne, Dio con l’uomo.

Avvenga: e sono inondata da quell’Amore.

Avvenga: in una “casa”.

Avvenga: non solo per “abitare” ma per dimorare con l’uomo.

Avvenga: e questa gioia si traduce in “servizio”, mi dispongo ad essere disponibile al tuo disegno, avvenga mi metto con sollecitudine, “in fretta” nella strada verso te e verso gli altri.

La fretta del servire e del condividere quell’Amore che non può essere trattenuto solo per sé.

Avvenga: perché nulla è impossibile. Non all’uomo.

“Nulla è impossibile a Dio”

Perché dall’impossibile nascerà il possibile:

Poiché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il segno della sovranità
ed è chiamato:
Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace;
grande sarà il suo dominio
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e sempre;
questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.”

(Isaia 9,5-6)

Dio con noi.

Di casa in casa.

Non solo per “dimorare”, per diventare la nostra “dimora”.

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Ancora un sinistro in tangenziale sud a Vercelli, in corrispondenza dell’area commerciale e di fronte al distributore Tamoil.

Nella tarda mattinata di oggi, 22 dicembre, la collisione tra un furgone e l’utilitaria che si vedono nella foto.

La dinamica dell’incidente è al vaglio della Polizia Locale di Vercelli, giunta tempestivamente sul posto e che sta regolando il traffico (ora possibile solo in senso alternato) a quest’ora particolarmente intenso.

Non si registrano danni di rilievo alle persone coinvolte.

Si consigliano percorsi alternativi almeno fino alle 14.

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Chieri 3

Borgosesia 1

Marcatori: 26’ pt Vono, 33’ st Balan, 14’ st Moreo

Chieri (4-3-3): Virano, Capra, Moretti, Da Silva, Gasparoni 6 (45’ st Ciociola); Balan, Mammarella 6 (41’ st Sussetto), Marianeschi; Vono, Zenuni (41’ st Juares), Moreo (28’ st Simic).

A disp.: Faccioli, Massaro, Simic, Palmiere, Croce, Maiscalco.

All.: Nisitcò.

Borgosesia (3-5-2): Uva , Iannacone, Derbali, Rekkab; Monteleone (19’ Soldi), Bertoni, Duse (19’ st Colombo), Tunesi, , Peritore (28’ st Giacona ); Tobia (7’ st Del Barba), Manara (41’ st Henin ).

A disp.: Vittoni, Maselli, El Achkaoui, Disisto, Giacona.

All. Moretti

Arbitro: Selvatici di Rovigo.

Guardalinee: Grosso di Acireale e Riccobene di Enna.

Note: cielo sereno. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 100 circa. Ammoniti: Da Silva. Angoli: 2-4. Recupero: 2’ pt – 4’ st

Trasferta amara per il Borgosesia che contro il Chieri chiude l’anno solare con una sconfitta.

I padroni di casa segnano due reti nel primo tempo e gettano le basi per la vittoria. Nella ripresa arriva il tris di Moreo e in pieno recupero il Borgo accorcia le distanze con Henin.

La gara entra nel vivo dopo 11 minuti con la conclusione centrale di Zenuni.

3 minuti dopo esce a lato il tiro di Manara.

Al 26’ Zenuni viene chiuso in corner al momento del tiro.

Dagli sviluppi dell’angolo, Vono con tiro cross manda la palla a colpire il palo e poi a finire in rete.

E’ la mezzora quando Uva con un super intervento dice di no a Zenuni liberato al tiro da Vono.

Il raddoppio torinese arriva al 33’.

Cross dalla sinistra e colpo di testa vincente di Balan.

Il ritorno in campo dopo l’intervallo con un Borgosesia determinato a mantenere il pallino del gioco per riaprire la gara.

A rendersi pericolosi in contropiede però sono i padroni di casa che prima concludono alto con Vono e poi al 14’ calano il tris con il diagonale di Moreo.

Il Borgosesia prova a reagire con il colpo di testa di Del Barba che però alza troppo la mira.

In pieno recupero i granata accorciano le distanze con una caparbia azione di Henin.

La partita si chiude così con la vittoria dei torinesi.

Redazione di Vercelli

 

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Allarme a Sali Vercellese dove, nella tarda mattinata di oggi, 20 dicembre, in Via Salasco, due giovani sono rimasti intossicati da esalazioni che le Autorità attribuiscono (per il momento solo presuntivamente) a monossido di carbonio.

Entrambi sono in Codice rosso.

Sul posto, oltre al Servizio 118, sono intervenuti tempestivamente i Vigili del Fuoco ed i Carabinieri.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

Posted in Cronaca

E’ stato ricoverato d’urgenza all’Ospedale di Alessandria, in Elisoccorso, il pensionato 80enne di Pezzana che attorno alle 15 di questo pomeriggio, 17 dicembre è stato vittima di un sinistro nel cortile della propria abitazione in Via Roma, nei pressi del campo sportivo: ed è proprio in una piazzola situata nelle immediate vicinanze della struttura sportiva che il mezzo aereo (nella foto di apertura) è atterrato.

L’Anziano era a bordo della propria trattrice agricola quando il mezzo – per cause che sono al vaglio degli Inquirenti – si è ribaltato.

I soccorsi sono giunti con grande tempestività: sul posto, oltre al servizio 118, Carabinieri e Vigili del Fuoco.

Posted in Cronaca
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Is 61, 1-2. 10-11

Dal libro del Profeta Isaìa

Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore.
Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza,
mi ha avvolto con il mantello della giustizia, come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli e come un giardino fa germogliare i suoi semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutte le genti.

Lc 1,46-50.53-55

Magnificat

L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia.

1 Ts 5, 16-24

Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male.
Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!

Gv 1, 6-8. 19-28

Dal Vangelo secondo San Giovanni

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Rallegriamoci nel Signore!

(Is 61,1-2.10-11; Lc 1; 1Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28)

Eccoci arrivati alla terza domenica di Avvento. Questa tradizionalmente viene chiamata “domenica gaudete”,  a motivo dell’antifona di ingresso della messa che riporta un passo della lettera ai Filippesi in cui Paolo invita alla gioia: «Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino.».

Si avvicina il tempo della nostra rinascita, si avvicina la notte della nostra salvezza, si avvicina l’alba in cui la Vita farà nuovamente splendere la luce piena. C’è allora da rallegrarsi, possiamo vivere con serenità anche in mezzo alle prove del tempo e della storia perché il Signore è vicino!

Ma dove è vicino il Signore se tutto sembra andare male?

Dove è vicino il Signore se c’è tanto disagio emotivo, spirituale e morale in giro?

Da quando nel Natale di duemila anni fa Dio si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, da quel Natale tutto è cambiato, Dio è entrato nella storia e non ne è più uscito, anzi ha introdotto la storia nell’eternità, valicando la dimensione del tempo e dello spazio.

Il Dio Bambino che tra pochi giorni contempleremo piccolo nella mangiatoia, è il Dio Uomo risorto, che ora è tornato al Padre, portando con Sé tutta l’umanità.

Il prossimo Natale è la festa del Dio incarnato, quindi è la festa di tutti noi che in Lui formiamo un solo corpo. E’ la festa dei credenti che hanno consapevolezza di essere “inabitati” da Dio. Potremmo dire che ognuno di noi è quella mangiatoia che accoglie il Dio Bambino, ma ancora di più: ognuno di noi è quel grembo che si apre alla promessa di Dio. Dio si è fatto carne in Maria, ma spiritualmente Dio nasce in ognuno di noi.

Animati da questa realtà di fede così forte e profonda possiamo dare ragione a Paolo che nella sua lettera ci sprona ad essere sempre lieti, a pregare ininterrottamente, a rendere grazie in ogni cosa.

L’Avvento è questo tempo prezioso per lasciare entrare Dio dentro di noi, per scoprire Dio presente dentro di noi. “Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!”.

Sì, fratelli e sorelle, abbiamo fiducia perché Dio è fedele e se ci promette pace, pace ci donerà!

Noi insieme a Giovanni Battista riconosciamo di non essere il “Cristo”, ma di essere voce di uno che grida nel deserto: “Rendete diritta la via del Signore”. Più daremo spazio a Dio in noi, più la nostra voce annuncerà lui, più Colui che deve venire verrà, non tarderà e compirà opere meravigliose!

Buon cammino di Avvento rallegrandoci nel Signore sempre!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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Viva apprensione in tutto il quartiere (siamo tra le Vie Bezzecca e Curtatone di Vercelli, nelle immediate adiacenze del Supermercato Famila) per il sinistro verificatosi in tarda serata di ieri.

Tre autocarri attrezzati ed uno scooter sono stati gravemente danneggiati dalle fiamme.

Da prime sommarie informazioni pare che lo scooter non sia da porsi in relazione con i tre mezzi d’opera.

Anche questo, come gli altri particolari, è tuttavia rimesso alle comunicazioni che sul punto vorranno eventualmente dare le Forze dell’Ordine.

Tutto lascia credere, infatti, che l’incendio sia stato di origine dolosa.

Nelle immagini che pubblichiamo abbiamo oscurato, per ragioni persino ovvie, le targhe.

 

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