VercelliOggi
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Provincia di Vercelli

Taglio del nastro, questa mattina, 31 maggio, di questa diciassettesima edizione della Fattoria in Città.

Sotto lo sguardo vigile dei due dinosauri di Parco Kennedy, la novità del 2023, ha preso il via la kermesse più amata dai bambini, ma che sa sempre studiarsi spunti di interesse anche per i grandi.

Cliccando qui il programma completo, fino al 4 giugno, di questi giorni di economia, intrattenimento, enograstronomia, cultura.

E, a proposito di momenti di riflessione che parlino del domani ai protagonisti dell’economia di oggi, ha sicuramente rappresentato un passo nella direzione giusta il convegno che si è svolto, subito dopo l’inaugurazione, al vicino Salone Dugentesco, moderato da Andrea Giambruno.

Ne parliamo tra poche righe: certamente per un giorno Vercelli è stata al centro delle attenzioni di personalità di primo piano nel panorama nazionale ed europeo.

Se nei prossimi giorni non mancheranno le occasioni per un tour tra i padiglioni e stand, ascoltando anche le esibizioni dei gruppi musicali ospiti della rassegna, la gallery che ora, insieme al breve video, offriamo ai Lettori, raccoglie qualche immagine della mattinata.

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VERCELLI SPALANCA LE PORTE ALLA SOSTENIBILITÀ CON:

“ROAD TO ESG, STRATEGIE E POLITICHE PER UN FUTURO SOSTENIBILE

Cliccando qui rivedi tutto il convegno nel repertorio di oltre due ore della diretta streaming –

Si è da poco concluso “ROAD TO ESG, strategie e politiche per un futuro sostenibile”.

L’iniziativa voluta da ASCOM Confcommercio Vercelli, Biver Banca, COMTUR, in collaborazione con ASACERT Assessment & Certification, con il patrocinio di Green Building Council Italia, Città di Vercelli e Provincia di Vercelli. Hanno partecipato all’evento relatori di primo piano istituzionale nazionale ed europeo, del mondo delle Associazioni e delle Imprese, dell’Università e della cultura.

Agire, per rendere i princìpi di sostenibilità efficaci in tutti gli ambiti di vita è stato il focus dell’evento.

La complessità e l’urgenza dei temi trattati, sono stati inseriti in un contesto di consapevolezza del territorio, nell’ambito dell’inaugurazione di “Fattoria in Cittá”.

La manifestazione da 17 anni rappresenta il più importante e partecipato momento di animazione economica dell’intera provincia.

La salvaguardia dell’ecosistema, il benessere dei cittadini, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e di tutela del Pianeta, sono stati i temi che hanno coinvolto una platea gremita nel Salone Dugentesco del capoluogo piemontese.

Più di 1200 i collegamenti in diretta streaming sulla pagina Facebook di Asacert e sulle altre in cross-posting collegate.

Angelo Santarella, Presidente Ascom Confcommercio Vercelli ha espresso grande soddisfazione per l’evento: “Abbiamo pensato, insieme alla banca del territorio, di organizzare proprio nel contesto de La Fattoria in Città questo evento, che vuole essere un primo appuntamento di approfondimento e riflessione per supportare le nostre imprese in questo cambio culturale che dovrà aver luogo negli anni a venire, ma che è già di stringente attualità“.

“Come banca abbiamo il compito di sensibilizzare le imprese verso un cambiamento culturale che possa facilitare la transizione in chiave green e consentire loro di progredire nella propria attività. È necessario che le aziende abbiamo un approccio consapevole per poter cogliere tutte le opportunità che questo percorso di sostenibilità farà emergere”. Le parole di Carlo Demartini, Direttore Generale e AD Banca di Asti.

Un evento in cui ASACERT ha potuto esprimere a pieno la sua vocazione nei confronti di temi che quotidianamente accompagnano le nostre attività di risk management della sostenibilità. Sappiamo che dal 2008 il sistema bancario ha deciso di incrementare dei nuovi sistemi utili che sono a garanzia degli utenti, per i cittadini e per le imprese stesse” – il commento di Fabrizio Capaccioli AD di ASACERT e Vicepresidente del Green Building Council Italia –

Il tema ESG è un tema di assoluta attualità, un tema di cui le imprese purtroppo ancora sanno poco, un tema su cui bisogna lavorare per trasferire conoscenze e competenze, proprio per eludere il fenomeno di greenwashing. Anche il tema del sociale è ancora poco trattato, dove le fonti rinnovabili, per esempio, impattano positivamente sulle comunità locali e sui cittadini e il focus per noi è riuscire a diffonderlo nelle città italiane in modo estremamente positivo”.

Un incontro concreto e, allo stesso tempo di alto profilo, che ha visto l’intervento con un video-messaggio del Ministro dell’Agricoltura della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha posto l’accento sul ruolo strategico del mondo agroalimentare nel percorso verso la Sostenibilità:

“Il Governo è vicino agli imprenditori e al futuro della Nazione, che passa anche per la Sostenibilità. La sensibilità verso l’ambiente deve essere coniugata con una prospettiva economica solida ed è per questo motivo che abbiamo assunto il concetto di Sovranità Alimentare a sostegno dell’intera filiera agroalimentare e delle eccellenze nazionali. Il mondo agricolo italiano è un modello virtuoso di sostenibilità ambientale. Nell’ultima legge di bilancio abbiamo dedicato 225 milioni di euro alla innovazione tecnologica in agricoltura – continua – Contrastiamo le produzioni e la distribuzione di prodotti alimentari sintetici, perché crediamo nella qualità dei prodotti e nel nostro modello agricolo – conclude – abbiamo il dovere di garantire cibo di qualità per tutti”.

La Sottosegretaria al Ministero delle Finanze, Lucia Albano, è intervenuta sottolineando il lavoro che il Ministero sta facendo sui temi della sostenibilità:

“Grazie alla delega conferitami dal Ministro Giorgetti sulla valorizzazione del patrimonio pubblico e sciolti i vincoli dettati dalla pandemia, c’è un bisogno di socialità che richiama la necessità di ripensare gli spazi e modalità di gestione per garantire un nuovo benessere. Stiamo lavorando al MEF con una serie di attori che possono valorizzare il patrimonio pubblico, per rilanciare l’economia ma soprattutto per creare valore aggiunto per l’ambiente. Lavoriamo per rendere gli immobili pubblici green e per razionalizzare le funzioni dei cespiti. Ci sta a cuore la parte Social, ritengo in questo contesto sia imperante agire secondo criteri ESG per fornire possibilità abitative diverse, creando la possibilità che benessere e qualità di vita possano coesistere per un numero sempre maggiore di persone. Sono certa che i risultati di questo importante convegno saranno in passo avanti su questa strada”.

Il tema della sostenibilità, in merito agli interventi del Governo è stato oggetto della riflessione di Alessandro Morelli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri:

“Dobbiamo ripartire dal nostro territorio. Tuttavia, per portare avanti il tema della transizione dobbiamo essere all’interno di un grande gioco globale, in cui dobbiamo far valere i nostri valori: il tema della sovranità alimentare e della tutela e delle nostre aziende. Questo è uno dei territori colpiti dalla crisi siccitosa, oggi il Governo si occupa concretamente di sostenibilità, attraverso la cabina di regia per il controllo prima della siccità e poi delle acque, visti gli ultimi tragici eventi climatici”.

L’Europa è particolarmente vicina ai temi della Sostenibilità, come ha avuto modo di confermare Angelo Ciocca, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale della Comunità Europea:

“Applicare le politiche ESG può trasformarsi in una grande leva di sviluppo, una vera forza. Sappiamo tutti che se l’Italia non sarà in grado di trasformare le proprie produzioni secondo le direttive europee, rischieremo di perdere le produzioni che saranno geolocalizzate in continenti dove si inquina di più. Mi rivolgo soprattutto ai giovani presenti: dobbiamo trasformare quello che può essere una minaccia per il nostro territorio in opportunità per una ripartenza nella salvaguardia di un territorio che ha tutte le conoscenze per integrare i temi ESG nelle politiche produttive e sociali locali e di una Governance al passo coi tempi”.

Anche il Presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, Marco Osnato, ha portato la sua testimonianza sulla necessità che i temi economici siano permeati dal concetto di innovazione e sostenibilità:

“Il tema che oggi si affronta è un tema molto presente nel dibattito politico-economico e sociale di questi ultimi tempi. Addirittura, con la modifica dell’articolo 9 della costituzione, si inserisce l’ambiente nella legge più importante che il nostro ordinamento prevede. Si parla di sostenibilità ambientale, ma anche economica: le banche considerano lo sviluppo sostenibile come prerogativa per erogare finanziamenti. Credo che tutto debba essere fatto in un’ottica di transizione, come sostenere le aziende innovative che abbracciano questi temi: ci sono molte realtà italiane che su questi temi stanno lavorando bene ed è giusto che il credito venga erogato nel modo più mirato possibile. Attività formative e informative come queste sono molto importanti per far conoscere le opportunità che le ESG offrono a imprese e artigiani”.

La Commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici e innovazione tecnologica del Senato della Repubblica, è stata rappresentata da Nicola Irto, secondo il quale:

“Siamo tutti convinti che dobbiamo puntare sulla sostenibilità ambientale. Serve da parte del Paese una programmazione attenta. Approveremo il Decreto siccità, anche se superato a causa del disastro climatico avvenuto in Emilia-Romagna, e attraverso questo decreto programmeremo e svilupperemo una strategia per un futuro sostenibile”.

L’ex Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha ricordato che:

“I Goals delle Nazioni Unite sono essenziali per evitare che il cambiamento climatico porti con sé conseguenze catastrofiche. Alluvioni e siccità sono temi della crisi climatica che ho lanciato con la conferenza sul clima già dal 2007. Ora è il momento di coinvolgere imprenditori, istituzioni locali e cittadini ai quali va data una sana informazione”.

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Una vittoria per rendere meno amara la partecipazione ai playoff promozione di serie B.

Era questo l’obiettivo dell’Amatori nel match conclusivo della due giorni a Mirandola, dove si è disputata la poule finale per salire in A2.

I gialloverdi sono riusciti, alla fine, a conquistare tre punti, sconfiggendo nettamente, 10-3, i padroni di casa del Pico.

Una vittoria che – come scritto in precedenza – rende meno amaro il viaggio in Emilia ma che – al tempo stesso – accresce i rimpianti.

Tarsia e compagni hanno infatti dimostrato negli ultimi 50’ della stagione che si poteva davvero lottare fino alla fine per la promozione nella categoria superiore.

Purtroppo pesano come macigni gli errori sui tiri diretti e sui rigori delle partite precedenti.

Un report finale – sotto questo aspetto – che si chiude in negativo: 4 tiri diretti, 3 rigori, 0 goal.

Con metà realizzazioni l’Amatori stasera avrebbe festeggiato, probabilmente, il salto di categoria.

Resta, comunque, una stagione positiva per quanto riguarda i dati: girone di Coppa Italia vinto, girone di campionato vinto, miglior attacco assoluto della serie B, due giocatori sul podio della classifica generale dei marcatori (Ortiz al primo posto; Gallotta al terzo), finale di Coppa Italia, playoff promozione di campionato.

E’ mancata, purtroppo, la ciliegina sulla torta.

Ovvero, o la Coppa Italia, o la promozione in A2. Da questi dati positivi occorrerà ripartire.

Così come si potrà ripartire dai giovani valorizzati nell’arco della stagione (Chiavaro, Simone e Mattia Vercellotti, Kavara).

Bisognerà, invece, valutare il futuro di alcune pedine fondamentali, quali Ortiz, Bernabè, Gallotta.

Praticamente certa la permanenza in casacca gialloverde degli altri elementi della rosa gialloverde.

I programmi futuri – come ha anche dichiarato l’allenatore Andrea Ortogni – saranno comunque discussi nelle prossime settimane, dopo aver smaltito la delusione di questa poule promozione.

Nell’ultimo match in programma, i vercellesi non hanno avuto particolari problemi nel superare i padroni di casa.

Marcatori gialloverdi sono stati Ortiz (5 reti), Gallotta (4) e Bernabè.

Per il Pico sono invece andati in rete Gioele De Stefano (doppietta) e Mirto.

Nella partita che ha preceduto lo scontro tra Amatori e Pico, Breganze e Sandrigo si sono divisi la posta in palio.

E’ finita 4-4. Un pareggio che ha consegnato al Breganze la promozione in A2.

A parziale consolazione, due giocatori dell’Amatori sono ai primi due posti della “mini” classifica marcatori della finale playoff: Ortiz, con 7 reti, e Gallotta, autore di 6 goal.

Hockey Amatori Vercelli – Hockey Pico: 10-3 (5-0; 5-3)

Hockey Amatori Vercelli: Errico (P), Tarsia, Bernabè, Gallotta, Ortiz, Cremaschi, Maffè, Lucido, Vercellotti S., Chiavaro (P). All.: Ortogni.

Hockey Pico: Luppi (P), Malagoli, Canossa, Moschetti, Mirto, De Stefano A., De Stefano G., Paltrinieri, Balbi, Potenza (P) All.: Ialacci

Arbitri: Brambilla e Rago

Marcatori: 0’47” Ortiz (A); 1’35” e 10’39” Gallotta (A); 11’43” Ortiz (A); 22’10” Bernabè (A); 26’11” Gallotta (A); 31’13” e 32’17” De Stefano G. (P); 35’23”, 37’52”, 39’29” Ortiz (A); 39’50” Gallotta (A); 40’11” Mirto (P)

Falli di squadra: Amatori Vercelli – 7; Pico – 4

Tiri diretti: Amatori Vercelli – 0 (0); Pico – 1 (0)

Espulsioni temporannee: Maffè (A)

Risultati secondi incontri 2ª giornata

Breganze – Sandrigo: 3-3

Hockey Pico – Amatori Vercelli: 3-10

Classifica

Breganze – punti 7 (Promosso in serie A2)

Sandrigo – punti 5

Amatori Vercelli – punti 3

Hockey Pico – punti 1

Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport

I gialloverdi perdono anche la seconda partita, disputatasi oggi, domenica 28 maggio, alle 13, contro il Breganze ed escono aritmeticamente dalla lotta promozione.

Un ko che brucia – i vercellesi erano in vantaggio 2-0 a pochi minuti dal termine del primo tempo – e che segue di poche ore quello contro il Sandrigo, subito ieri (sabato 27 maggio) nella giornata di apertura della poule promozione di serie B.

Oggi l’Amatori ha cercato in tutti i modi di conquistare quella vittoria che avrebbe – alla luce del pareggio tra Sandrigo e Pico, poco prima – tenuta accesa la fiammella della speranza. Invece le cose sono andate diversamente.

Tarsia e compagni hanno iniziato bene, andando in doppio vantaggio grazie alle reti di Ortiz, dopo 1’30”, e di Maffè, al 20’29”, ma sbagliando anche tanto, troppo.

Come già accaduto contro Sandrigo, la percentuale dei tiri diretti e dei rigori è stata pari a zero.

Nella prima frazione di gioco sono stati gettati alle ortiche due tiri diretti e un rigore.

Errori che hanno, di fatto, segnato il destino del match.

Breganze che è poi riuscito ad accorciare, con Volpe, al 24’, rientrando negli spogliatoi con un solo goal di svantaggio.

Nella ripresa il copione non è mutato granché: Amatori che prova ad allungare, Breganze che approfitta in ripartenza.

Il risultato cambia nel giro di due minuti. Al 30’43” Agostini sigla il pareggio e al 32’55” è Tagliapietra a mettere la freccia del sorpasso definitivo.

Gialloverdi che provano a recuperare ma senza alcun risultato.

Anzi, si allunga la serie degli errori con un rigore sbagliato.

Anche Breganze ci mette del suo per rendere “vivo” il match, vanificando due tiri diretti e altrettanti rigori.

Si chiude con la comprensibile delusione del clan gialloverde.

La partita contro i padroni di casa del Pico, che alle 20,45 chiuderà la poule promozione, diventa a questo punto del tutto ininfluente ai fini della classifica.

«C’è tanta amarezza ma anche la consapevolezza di aver fatto tutto quello che si poteva – afferma al termine del match perso contro Breganze, l’allenatore dell’Amatori, Andrea Ortogni -. Sono state due partite diverse ma in entrambe i ragazzi hanno dato tutto, fino all’ultimo secondo. Ci tengo, dunque, a ringraziarli per l’attaccamento dimostrato a questi colori e per il lavoro fatto nell’arco della stagione. Oggi siamo andati in vantaggio ma non siamo riusciti a gestire al meglio il match. Sapevamo che, per le nostre caratteristiche, non potevamo fare una partita perfetta in fase difensiva. Purtroppo abbiamo pagato alcuni errori e in partite come queste, che contano il doppio, i particolari fanno la differenza. L’amarezza e la delusione ci sono, è inevitabile, ma siamo a posto con noi stessi. Non è detto che se domini il tuo girone poi lo devi fare anche alle finali. Certo è un peccato essere caduti sul più bello».

Ortogni continua, affermando che «adesso non è il momento per pensare al futuro. Dobbiamo finire bene queste finali anche perché magari qualche società potrebbe rinunciare e ci potrebbero essere dei ripescaggi. Vincere il match con il Pico servirebbe anche a questo. Ci prenderemo qualche giorno di riflessione e poi valuteremo il futuro. E’ presto per fare programmi. Vedremo nelle prossime settimane».

Hockey Amatori Vercelli – Hockey Breganze: 2-3 (2-1; 0-2)

Hockey Amatori Vercelli: Errico (P), Tarsia, Bernabè, Gallotta, Ortiz, Cremaschi, Maffè, Lucido, Tarchetti, Chiavaro (P). All.: Ortogni.

Hockey Breganze: Zanfi (P), Barbieri, Tagliapietra G., Agostini, Battaglin, Tagliapietra A., Volpe, Scortegagna, Costenaro, Tagliapietra G. (P) All.:: Perea.

Arbitri:: Davoli e Uguzzoni

Marcatori: 1’30” Ortiz (A); 20’29” Maffè (A); 24’00” Volpe (B); 30’43” Agostini (B); 32’55” Tagliapietra G. (B)

Falli di squadra: Amatori Vercelli – 15; Breganze – 9

Tiri diretti: Amatori Vercelli – 3 (0); Breganze – 2 (0)

Rigori: Amatori Vercelli – 1 (0); Breganze – 2 (0)

Espulsioni temporanee: Agostini (B); Battaglin (B); Ortiz (A)

Risultati Primi incontri 2ª giornata

Sandrigo – Pico Mirandola: 3-3

Breganze – Amatori Vercelli: 3-2

Classifica

Breganze – punti 6 Sandrigo – punti 4

Pico Mirandola – punti 1

Amatori Vercelli – punti 0

Programma secondi incontri 2ª giornata – Domenica 28 maggio 2023

Ore 18: Breganze – Sandrigo

Ore 20,45: Pico Mirandola – Amatori Vercelli

Redazione di Vercelli

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Dagli Atti degli Apostoli, Cap. 2, 1 – 11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Dal Salmo 103

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

Dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, Cap.12, 3b – 7. 12 – 13

Fratelli, nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo.
Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune.
Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.

***

Sequenza

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

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Dal Vangelo secondo San Giovanni, Cap. 20, 19 – 23

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

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UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Pentecoste

Raggiunti dal Dono di Dio

(At 2, 1-11; Sl 32; 1 Cor 12, 3b-7. 12-13; Gv 20, 19-23)

Gli Atti degli apostoli e il vangelo ci presentano l’immagine della comunità dei discepoli tutti riuniti in uno stesso luogo, a Gerusalemme, dove il Signore prima di ascendere al cielo li aveva invitati a rimanere in attesa della venuta dello Spirito promesso. Secondo gli Atti la venuta dello Spirito si compie in una casa; la tradizione vede Maria e i credenti uniti e concordi nella preghiera mentre attendono e implorano la venuta del Paraclito. All’improvviso, il Dono di Dio scende dal cielo, come un vento impetuoso che riempie tutta la casa e, posandosi sopra ciascuno lo colma di Sé, comunicando la capacità di parlare in lingue diverse.

Una teofania (manifestazione) che fa convergere verso quella casa tutta la folla degli abitanti di Gerusalemme, turbati e stupiti si domandano come mai quegli uomini, che riconoscono come Galilei, stanno parlando in modo che ognuno possa comprendere nella propria lingua nativa l’annuncio delle grandi opere di Dio. Dio dona se stesso e il suo dono chiede di essere annunciato, condiviso. T

Tutti possiamo entrare nella casa della preghiera e ricevere lo Spirito che si posa su di noi come fuoco che illumina e riscalda, che fa ardere il cuore e la vita, non più vuota, ma colma e piena del Dono che ci unisce nella diversità. Nessuno nasce come il clone di qualcun altro, la fantasia di Dio è infinita e tutti siamo chiamati con una vocazione-missione particolare. Ogni dono è anche responsabilità: non si riceve per nasconderlo sotto terra, ma per farlo fruttificare. Riconoscendo e rispondendo alla nostra chiamata personale, realizziamo ciò che possiamo essere, contribuendo all’armonia dell’universo.

Nel vangelo i discepoli si trovano insieme, uniti dalla paura di fare la stessa fine di Gesù. Gesù entra nel chiuso dove si sono nascosti e ponendosi nel mezzo, dona la pace, mentre si fa riconoscere mostrando loro i segni della passione nella sua carne a testimonianza perenne, non del male ricevuto, ma dell’amore offerto fino al culmine. I credenti gioiscono al vedere il Signore, che per la seconda volta dona la pace e soffiando su di loro comunica lo Spirito Santo. Il soffio di Dio, che richiama il soffio della prima creazione (Gen 2,7) trasforma i discepoli impauriti, paralizzati e spenti, in annunciatori coraggiosi e franchi; liberandoli dalla paura apre le porte della casa e del cuore, mandandoli fino agli estremi confini della terra con la capacità ricevuta di entrare in sintonia con ogni popolo e nazione, attraverso la lingua universale dell’amore da tutti compresa e riconosciuta. Saranno ambasciatori di pace e di perdono, quale notizia più bella? Tutti abbiamo pesi più o meno grandi che vorremmo lasciar andare, dimenticare, per ricominciare leggeri, liberi, nuovi, riconciliati e sospinti dallo Spirito che anima dal di dentro le vele del nostro viaggio verso l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo e il Vivente che non si stanca di attirarci, di radunarci per fare di noi una cosa sola. E’ il miracolo della Pentecoste che vince e lascia alle spalle la dispersione e la confusione di Babele per immergerci nella comunione e nella carità dello Spirito Santo!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

Posted in Pagine di Fede

Paura, ma solo lievi danni alle persone (un ferito non grave) oggi 25 maggio, nel tardo pomeriggio a Vercelli, all’incrocio tra le Vie Ariosto e Parini.

Da prime sommarie informazioni, una probabile incertezza sul diritto di precedenza ha determinato la collisione tra le vetture che si vedono nella fotografia.

La moderata velocità con la quale entrambi i veicoli procedevano ha evitato conseguenze peggiori.

La Polizia Locale di Vercelli, giunta tempestivamente sul posto, sta procedendo ai rilievi.

Posted in Cronaca

(marilisa frison) – In questa domenica 21 Maggio 2023, ricorre la Solennità dell’Ascensione, si conclude la vita terrena di Dio fra gli uomini, che è preludio della Pentecoste e segna l’inizio della storia della Chiesa.

Difronte a un’assemblea gremita il parroco di Trino ha dettato un’ omelia alquanto singolare: facendo ascoltare alcune note di una canzone di Zucchero Fornaciari, in cui l’Artista si pone una ‘domanda su Dio’: “Tutti mi chiedono se credo in Dio, ma lui crede a me?”.

Ecco l’omelia in audiovideo, integrale.

“Nell’Ascensione Gesù ci affida tutta la sua opera di salvezza – sottolinea don Maggioni – nell’Ascensione Gesù ci dà un’immensa fiducia. Dio crede in noi! Ecco caro Zucchero, Dio crede anche in te! Come crede in ciascuno di noi, anche se noi fatichiamo a credere in lui. Noi non dobbiamo salvare il mondo ma dobbiamo vivere da salvati. Cioè siamo chiamati a vivere la nostra vita accanto a Dio, perché lui è sempre con noi. – Ha proseguito parlando del cambiamento climatico e della tragedia che stanno vivendo nelle zone alluvionate dell’Emilia e d’intorni – e ti domandi perché tutto ciò? Perchè Dio sta a guardare e non ci evita tutto ciò!?

Ma non è Dio che ci manda tutto ciò! Dio viene a salvarci dal male, il male è l’assenza di Dio, che è sommo bene, Dio ci invita a vincere il male impegnandoci nel bene, guardiamo quei ragazzi sporchi nel fango, ma impegnati nel portare aiuto. Il vivere da salvati non è una passeggiata, non è un piangersi addosso, ma è vivere da coscienti che il bene vince sempre…”

La Santa messa è stata animata con splendidi canti dalla corale San Bartolomeo.

Don Patrizio, prima della benedizione finale, ha ricordato tutti gli appuntamenti della settimana, in particolare la processione di mercoledì 24 Maggio, in onore di Maria Ausiliatrice, con partenza alle 21 dall’oratorio e un Rosario Speciale venerdì 26 Maggio, alle 21, dove si pregherà per mettere termine a questa guerra, siamo invitati tutti a partecipare, più siamo e più forza avrà la nostra preghiera.

Al termine della Santa Messa, tutti i bambini si sono ritrovati nel cortile della parrocchia a festeggiare il termine del Catechismo.

Grande festa di chiusura animata dagli Animatori dell’oratorio, che hanno coinvolto i ragazzi in svariati giochi all’aperto, dopo il canto di benvenuto.

E dopo i giochi e tanta allegria e divertimento, un buffet offerto dalle Catechiste.

Posted in Pagine di Fede
Provincia di Vercelli

Dagli Atti degli Apostoli, Cap. 1, 1 – 11

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Dal Salmo 46

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini, Cap. 1, 17 – 23

Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore.
Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro.
Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi
e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose:
essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.

Dal Vangelo secondo San Matteo, Cap. 28, 16 – 20

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

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UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

ASCENSIONE DEL SIGNORE

Futuro pieno di speranza

(At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20)

Oggi celebriamo una festa solenne, l’Ascensione di Gesù al cielo. Il suo rientro nel regno del Padre portando in lui un cambiamento notevole, dopo aver compiuto su di sé la volontà del Padre per noi, con la nostra carne che egli ha assunto per poterci liberare dalle mani del nemico. Come dice la Scrittura: “Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita” (Eb 2,14-15).

Nella pienezza dei tempi Dio riporta alla nostra attenzione questa sua promessa, e questa promessa diventa una realtà di salvezza nella nostra stessa carne, nella nostra vita: l’incarnazione del Figlio.

Ecco le parole di Dio dette per noi: “Io, dice, conosco il progetto che ho fatto a vostro riguardo – oracolo del Signore -, progetto di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza” (Ger29,11).  Possiamo chiederci: qual è questo progetto? Si tratta di una cosa che noi non avremmo mai potuto pensare, perché era al di sopra di ogni nostra aspettativa. Il Verbo del Padre, la sua Parola con la quale è stata fatta ogni cosa, discende nel seno della Vergine per assumere la nostra carne, con la quale riconsegna al Padre tutti noi, attraverso la sua passione, morte, risurrezione e ascensione al cielo.

Dio parla a noi di pace, quella pace che Gesù è venuto a donarci separandoci dal male, per poter aver la vita di Dio! Tutto questo attraverso il battesimo che ci purifica da ogni peccato e ci restituisce alla comunione con Dio. Progetto di pace e un futuro pieno di speranza. E’ quella pace che Gesù ci ha donato dopo la sua risurrezione e che precedentemente ci aveva lasciato nell’ultima Cena. “Vi lascio la mia pace vi do la mia pace, non come la dà il mondo io lo do a voi”. Gesù è davvero la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo eliminando il muro di separazione che era frammezzo facendo la pace.

Gesù nelle letture di oggi ci parla proprio della sua pace: “A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19). Ecco la fonte della nostra pace, in Dio stesso, nelle tre persone della Trinità!

Dio ci concede un futuro pieno di speranza, quella santa speranza che si trova solo in lui che ha preparato per noi beni invisibili nel suo regno. Quei beni di cui San Paolo dice: “Se siete risorti con Cristo cercate le cose di lassù dove è Cristo, seduto alla destra di Dio, rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3,1-2). Concedi a tutti noi di poter venire ad abitare con te per sempre dopo questa vita terrena, infondici i tuoi doni di sapienza e rivelazione, di conoscenza e di illuminazione! Amen!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza      

 

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Provincia di Vercelli

Dagli Atti degli Apostoli, Cap. 8, 5 – 8. 14 – 17

In quei giorni, Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città.
Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samarìa aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.

Dal Salmo 65

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!

A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.

Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

Dalla Prima Lettera di San Pietro Apostolo, Cap. 3, 15 – 18

Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.
Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.
Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.

Dal Vangelo secondo San Giovanni, Cap. 14, 15 – 21

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

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UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Osservare: guardare con amore

(At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21)

La Pasqua ha aperto i nostri occhi sul mistero della morte e risurrezione di Gesù. La luce della Risurrezione ha fatto brillare la nostra comprensione e forse per un attimo ci siamo detti: “Sì, Dio ha vinto la morte, la luce splende sulle tenebre, l’amore di Dio supera ogni sconfitta!”.

Poi ecco tornare il quotidiano della vita e il quotidiano della liturgia, sempre bello, sempre vario, ma a volte monotono e grigio. Le parole ascoltate sembrano non risuonare più musicali ai nostri orecchi, la cappa di pesantezza dei problemi da affrontare ci blocca. Sembra che la pietra sepolcrale sia stata posta nuovamente davanti alla tomba di Cristo, così che il dubbio serpeggia nel cuore: “Ma la Risurrezione è avvenuta veramente oppure è stata tutta una illusione?”.

In queste domeniche la parola della liturgia ci sta catechizzando, ci fa rivivere il fervore frizzantino delle prime Comunità cristiane. L’annuncio risuonava allegro: “Evviva, il Maestro è risorto, non siamo più soli, lui è con noi!”.

La Comunità, piccola Chiesa radunata nelle case, intorno ad una semplice tavola, viveva di questa gioia: Gesù è risorto e tutto il resto passa in secondo ordine. Le Comunità ecclesiali – familiari diventano specchio di Cristo, luogo di incontro con lui, diventano specchio di Risurrezione.

Negli Atti degli Apostoli questa domenica abbiamo Filippo che predica il Cristo in una città della Samaria – ricordate la donna samaritana seduta al pozzo con Gesù?! – Si dice che “le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva”.

I discepoli e le discepole di Gesù annunciano la Parola, compiono segni. E’ la Chiesa dello Spirito non “incasellato”.

Gesù stesso lo aveva promesso: “Vi manderò un altro Consolatore che starà con voi per sempre, lo Spirito della verità”. Un altro Consolatore. Lui ci ha consolati e ci ha promesso che non saremo mai soli, manda allora un altro Consolatore. Lui, Gesù, ci precede, segna il passo con la luce della Risurrezione, Lo Spirito ci sostiene dal di dentro, perché il nostro cuore non sia turbato.

Come facciamo però a capire tutto questo? Il segreto delle prime Comunità era quello di avere una capacità di osservazione evangelica: “osservate i miei comandamenti”, dice Gesù. Osserviamo, cioè guardiamo con attenzione, esaminiamo, scrutiamo. Ma chi? Cosa? Osserviamo con amore Gesù, la sua vita, i suoi gesti, se lo amiamo il desiderio di guardarlo sarà intenso, se lo amiamo il Padre ci amerà e questo amore, in una danza circolare ci riporterà al Figlio, che ci amerà e si manifesterà a noi attraverso lo Spirito.

Chiudiamo con l’invito di Pietro: “Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza”.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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E’ andata bene anche oggi, 11 maggio, al parcheggio dell’ex Caserma Garrone di Vercelli.

Un altro albero è rovinato al suolo, ma senza causare danni a persone o cose.

Erano circa le 14 quando è stato dato l’allarme.

L’area è stata messa in sicurezza dalla Polizia Locale di Vercelli ed è sufficiente una perlustrazione di tutto il compendio per comprendere come fenomeni di questo genere possano ripetersi: il rischio è, in questo caso, rispetto ad altre aree della città, aggravato dal fatto che, come illustra la foto, i fusti sono aggrediti da infestanti vegetali rampicanti che ne indeboliscono la struttura.

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Ancora un albero che schianta al suolo, lungo le alberate cittadine di Vercelli.

Questa volta il sinistro in Corso Rigola, all’inizio del viale, di fronte all’autofficina.

Si tratta di un esemplare di Acer Negundo (o Acero americano) che, come si vede dalla foto, non mostra particolari lesioni del tronco.

Ma l’esame del sito permette di verificare che l’apparato radicale sia ridotto ai minimi termini.

Problema non nuovo e, peraltro irrisolto.

Oggi pomeriggio la pianta (di età approssimativa stimata in circa 40 anni) è caduta, proprio nei pressi di tre autovetture parcheggiate vicino.

Nessuna è stata lesionata e a bordo delle stesse non c’erano persone.

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