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(marilisa frison) – Alle 9,30 di questa domenica 24 marzo 2024, moltissimi fedeli si sono radunati nel piazzale della chiesa San Francesco, di Trino.

Tanti i bambini presenti con i loro genitori e i Catechisti, tutti con il loro ramoscello d’ulivo tenuto in mano ben alto, pronti a rievocare l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme accolto dalla folla che lo acclama come re agitando fronde e rami presi dai campi.

Una tradizione legata alla ricorrenza ebraica di Sukkot durante la quale i fedeli salivano in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme portando un mazzetto intrecciato di palme, mirto e salice.

Dopo la benedizione dei ramoscelli d’ulivo e la lettura di un brano del Vangelo, ha avuto il via la breve ma sentita processione fino alla parrocchiale al canto di  “Osanna  al figlio di David”.

Con la domenica delle Palme inizia la Settimana Santa durante la quale si rievocano gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo e vengono celebrate la sua Passione, Morte e Risurrezione.

Al termine della lunga lettura del Vangelo della Passione di Gesù, il parroco don Maggioni, si rivolge ai presenti pronunciando un’omelia su ciò che Gesù disse sulla croce, soffermandosi sulle parole “ho sete”.

Ma di cosa ha sete Gesù? Ha sete del nostro amore, della nostra passione.

Ci chiama per mettere in campo il meglio di noi.

Ha bisogno di Cristiani autentici che non hanno paura a mettersi in gioco come ha fatto lui.

Le persone si salvano a colpi d’amore.

Dobbiamo vivere con passione e fare il nostro lavoro con passione e non solo per lo stipendio …

Erano presenti i ragazzi in ritiro per la Prima Comunione e il sacerdote ha detto loro: “Sapete quanti Amen diciamo durante la messa? Ma l’Amen più importante è quello che diciamo subito dopo: con Cristo, per Cristo e in Cristo; che vuol dire: io voglio fare tutto con amore, per amore e nell’amore; con passione, per passione, nella passione mettendo tutto quello che sono – e prosegue – se il mondo fosse fatto così vivremmo in un mondo fantastico”.

Prima di dare gli avvisi per la Settimana Santa, ha ringraziato l’Amministrazione Comunale per la presenza: l’Assessore Roberto Gualino con fascia e l’Assessore Alberto Mocca.

Un grazie al seminarista Giuseppe Partinico per aver curato la Liturgia.

Per l’occasione l’altare era addobbato con rami d’ulivo.

Buona Settimana Santa a tutti.

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Redazione di Vercelli

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(marilisa frison) – Mercoledì 20 marzo, alle 21, a Trino, ha avuto luogo il terzo incontro “Alla scuola dell’Amore”, secondo con don Luciano Condina, che come è stato evidenziato nello scorso articolo, ė parroco della parrocchiale di San Giuseppe in Vercelli (CP21), direttore dell’Ufficio di pastorale familiare ed è anche responsabile della “Corale giovanile diocesana”.

Nella Cappella di Lourdes a far gli onori di casa e dar la parola al sacerdote ringraziandolo per la sua disponibilità il parroco locale, don Patrizio Maggioni.

Dopo i convenevoli di rito, don Condina, sotto lo sguardo della Madonna e con alla sua destra Gesù crocefisso, per farci riflettere sulla Parola di Dio, essendo in prossimità della settimana Santa, ha scelto un argomento accattivante e attinente: le sette parole che Gesù disse sulla Croce prima di giungere al Padre.

La devozione delle sette parole esiste e nasce nel dodicesimo secolo insieme ai francescani.

Sono state anche musicate, le più famose quelle di Joseph Haydn.

Non tutti i 4 Vangeli riportano le parole con la stessa sequenza e non in tutti ci sono tutte le parole.

Don Luciano ha scelto la sequenza che piano piano ci porta all’abbandono completo al Padre, che poi in fondo è il paradigma della nostra vita.

Che cosa andiamo a meditare questa sera? – Rivoltosi al crocefisso, disse – “oltre a un uomo in croce vediamo uno spettacolo, perché questo era: la morte vista come spettacolo. Il Colosseo cos’era, se non l’anfiteatro in cui lo spettacolo era veder morire o i Gladiatori o i Cristiani? Quanti hanno perso la vita? L’uomo ama vedere la morte. Pensate al successo degli horror, perché nel cuore degli uomini c’è il sadismo, è annidato. E Gesù crocefisso è la manifestazione dell’effetto di quel buio che abbiamo nel nostro cuore, lì vediamo tutto il buio che c’è nel cuore dell’uomo che si scatena verso un uomo. L’uomo più innocente dell’Universo, del Creato. E vediamo l’esteriorità di tutto il male che c’è nell’uomo, ma se vediamo da un lato tutto il male, vediamo anche la risposta di Dio al nostro sadismo. Vediamo, se tutto questo sacrificio totale può far uscire l’uomo da questo sadismo. Dio ci ama così come siamo per non lasciarci così come siamo”.

A Dio non interessa punire, ma fare di noi dei figli di Dio.

Le ultime parole di Gesù sono il suo testamento, parole luminose, ed ognuna di esse ha un peso enorme, sono la porta per la resurrezione:

Padre perdonali perché non sanno quello che fanno,

oggi sarai con me in Paradiso,

donna ecco tuo figlio,

Dio mio perché mi hai abbandonato,

ho sete,

tutto è compiuto,

Padre nelle tue mani consegno il mio spirito.

Se Gesù avesse bevuto la bevanda che gli avevano offerto per alleviare i dolori, per intontire, non avremmo avuto queste sette parole, ma perché la rifiuta quando capisce cos’è?

Per non perdere consapevolezza, per vivere la croce, per questo era venuto, se avesse bevuto il Vangelo sarebbe incompleto e non avremo queste sette perle.

Attraverso queste sette parole scrisse Giovanni, volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

E anche noi abbiamo volto lo sguardo a colui che ha risposto al male dell’uomo con tutto l’amore che solo Dio poteva tirar fuori.

Tutte le persone si salvano a colpi d’amore, non facendogli pagare ciò che hanno commesso.

Il sacerdote che è anche un ottimo musicista, ha messo in pratica l’ermeneutica, cioè ha interpretato alla perfezione ciò che Gesù intendeva dire con quelle parole.

Ognuno di noi da questo incontro si è portato a casa qualcosa di nuovo si è arricchito.

A me ha colpito in modo particolare che un figlio nel momento in cui ha più bisogno della propria madre, nel momento in cui sta per morire non la tiene per se, ma la regala a un altro: “donna ecco tuo figlio” e al discepolo: “ecco tua madre”.

Nell’allegato video troverete le riflessioni su ogni parola.

Il prossimo incontro con don Condina sarà mercoledì 17 aprile sempre alle 21 nella Cappella di Lourdes.

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Redazione di Vercelli

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(marilisa frison) – Questa V Domenica di Quaresima, 17 marzo 2024, San Patrizio, è giorno di grande festa per la famiglia Maggioni e per la Comunità parrocchiale di Trino, ricorre l’onomastico del parroco Don Patrizio e alle 18 il fratello Emanuele Maggioni in una parrocchiale gremita di fedeli ha detto il suo “eccomi” a Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli, per il dono del Ministero del Lettorato.

Alle 18 precise, hanno fatto il loro ingresso dal grande portone ligneo mons. Arnolfo, accompagnato dal Vicario Generale Stefano Bedello, dal parroco don Patrizio Maggioni, dal co parroco don Riccardo Leone e dal seminarista Giuseppe Partinico, per una solenne e toccante cerimonia, che ha commosso tutta l’Assemblea, quando Emanuele, meglio conosciuto come Lito, insegnante elementare e capo animatore dell’oratorio, candidato al diaconato permanente, chiamato dal Vicario Generale, ha detto il suo “eccomi”.

Mons. Arnolfo, dal pulpito allargando le braccia: “Eccomi, è una bella parola, diventando lettore ricevi questo dono, questa grazia di poter proclamare la Parola, che innanzitutto è la Parola di Dio. Questa parola è una parola che viene proclamata perché deve raggiungere il cuore, per farci stringere un’alleanza, un’amicizia forte con Dio. Solo quando si parla cuore a cuore si raggiunge un’amicizia con Dio. Un’alleanza nuova dove lui mette la sua legge, la sua parola nel nostro cuore perché noi lo possiamo intendere bene lo possiamo osservare ed essere pieni gioia. Quando usciamo dalla solitudine e riceviamo una parola che illumina il nostro cuore, quando sentiamo di essere in questa intesa profonda, allora noi non siamo più abbandonati, soli, ma viviamo in una comunione, in un’alleanza forte, quella che Dio vuol vivere con ciascuno di noi ed è quella che poi noi dobbiamo diffondere nella nostra vita, nella nostra famiglia innanzitutto. Quindi, questa parola di alleanza la devi vivere in primis con: Valeria, Miriam, Chiara, Giorgia e Letizia. Però questo ti abiliterà a proclamare questa Parola perché tutta la Comunità, tutta indistintamente riceva questa parola di Dio indispensabile per ciascuno di noi per ritrovare luce, gioia nel cuore per capire dove orientarci nella vita. – e poi continua – La risposta a Dio che ci parla è la nostra preghiera”.

Al termine dell’omelia la benedizione a Emanuele, la consegna del libro delle Sacre Scritture e l’abbraccio paterno del Vescovo.

Don Patrizio ha ringraziato l’Arcivescovo per tutti gli impegni  che onora e per essere qui questa sera per la consegna di questo Ministero e questo Ministero sia una spinta per far nascere in altre persone il desiderio di mettersi a sevizio della Comunità, perché un Ministero è proprio questo.

La solenne benedizione dell’Arcivescovo ha chiuso la significativa celebrazione.

I migliori auguri di tutta la Comunità a Emanuele per questo dono ricevuto che lo porterà al Diaconato.

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Redazione di Vercelli

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo

***

E’ di pochi giorni fa la notizia che fa cadere ancora una volta nel nulla le accuse in capo alla mia persona, quale Sindaco di Olcenengo, nel procedimento penale in cui,  rappresentata e difesa dall’Avv. Massimo Mussato, sono stata assolta dal Tribunale di Vercelli  “perchè il fatto non sussiste”.

La vicenda risale al 24 ottobre 2022 quando mi venne notificato un decreto di citazione a giudizio  “perché in concorso con l’assessore Menino Moreno eseguivamo lavori di modifica e restauro di beni culturali in assenza dell’autorizzazione della Sovrintendenza.

In particolare i lavori riguardavano la riqualificazione della Piazza Pajetta consistenti nel rifacimento della pavimentazione, nel taglio delle siepi, abbattimento di un albero, messa in posa di lastre di pietra, rimozione panchine, modifica della fontana monumentale”.

In esito al dibattimento e a tutta l’istruttoria che abbiamo affrontato, lo stesso P.M. ha chiesto l’assoluzione sia per me che per l’assessore Menino.

La difesa é stata molto chiara ed inequivocabile: il Codice dei Beni Culturali prevede che le opere la cui esecuzione risalga ad oltre 70 anni sono sottoposte a vincoli di legge.

Ne consegue che la Piazza Pajetta di Olcenengo, essendo stata realizzata negli anni ’70, non ha più di 70 anni e quindi non è soggetta a parere della Sovrintendenza.

Nella realtà i lavori oggetto di intervento hanno interessato l’arredo urbano posto sulla piazza negli anni 1970/1980, senza alterare la conformazione della piazza stessa, la cui pavimentazione era stata rimossa perché sconnessa a causa delle radici degli alberi che avevano alzato i blocchetti di porfido (poi riposizionato), rendendo pericolosa e di difficile fruizione la piazza stessa.

Ad accusare è stata ancora una volta l’esponente di minoranza Monica Parigi, la quale, evidentemente, invece di portare le sue doglianze nella sede del Consiglio Comunale, ha preferito sporgere denuncia.

I lavori non erano ancora terminati quando la Parigi ha ritenuto di attivarsi, con ogni evidenza in maniera infondata, visto l’esito del processo, anche per il fatto che l’attuale amministrazione, non potendo ripristinare lo zampillo d’acqua della rana sulla “sgorgia” (rappresentazione della fontana di Olcenengo), aveva creato il gioco d’acqua sottostante, andando a realizzare una bella fontana illuminata con i pesciolini dove i bimbi andavano a giocare.

La minoranza, nel suo agire, non ha nemmeno considerato che si era operato per salvaguardare i cittadini (ricordo che gli interventi erano necessari anche per la situazione in cui versavano l’albero, che aveva alzato le radici e pendeva pericolosamente verso la via pubblica, e la siepe, ormai un rovo pieno di spine e calabroni, (pericoloso soprattutto per i bambini) e per ragioni di restauro e risanamento conservativo.

In tutti questi anni la minoranza non ha presentato una proposta costruttiva.

Anzi, è da mesi che non si presenta più alle sedute del Consiglio comunale, dimostrando scarso interesse per il bene del Paese e per le persone che rappresentano.

Del resto, non e’ la prima volta che mi trovo a dover affrontare, come ormai è noto vicende giudiziarie proprio per le accuse infondate anche della Parigi.

E tutte le volte, dopo anni di processi, vengo assolta perché il fatto non sussiste o il procedimento archiviato per la stessa ragione.

Come sempre, anche in questa vicenda, mi sono messa da subito a disposizione della giustizia, confidando nell’efficienza della stessa, e la notizia dell’assoluzione perché il fatto non sussiste, è il riconoscimento della correttezza personale e professionale che da sempre contraddistingue il mio operato.

Ringrazio il mio Avvocato, Massimo Mussato, per l’opera professionale svolta in mia difesa.

Anna Maria Ranghino

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Redazione di Vercelli

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Successone per la colossale fagiolata del Carnevale di Santhià.

Lunedì 12 febbraio sono stati distribuiti 20 quintali di fagioli e 10 quintali di salami, per un totale di 20mila razioni.

I cuochi si sono messi all’opera in mattinata per dare vita a quella che è una tradizione del periodo carnevalesco.

Dopo è stata la volta per il divertimento dei più piccoli.

E’ andato infatti in scena il ballo dei bambini.

Momento di grande divertimento condito da molti colori derivanti dagli allegri costumi.

In serata spazio al corso mascherato in notturna.

La fotogallery degli eventi targata Gian Franco Gozzi.

Redazione di Vercelli

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Trinese

(marilisa frison) – Sabato 10 febbraio 2024, a Trino, nella chiesa parrocchiale San Bartolomeo, con un giorno di anticipo sulla data della Memoria liturgica che è oggi, 11 febbraio, è stato ricordato il 166esimo anniversario (11 febbraio 1858) dalla prima delle 18 apparizioni della Vergine Maria, alla 14enne Bernadette Subirous, nella grotta di Massabielle, tra i Pirenei francesi.

L’incontro di preghiera si è tenuto alle 11, durante l’esposizione del Santissimo, da don Riccardo Leone, che ha così esordito:

“Spiritualmente ci portiamo a Lourdes, ci uniamo con la nostra preghiera a tutti coloro che sono giunti a Lourdes in questi giorni, a pregare la Vergine Santa. Noi la preghiamo quì, nella nostra comunità. Abbiamo la Cappella, la Grotta di Lourdes, ci sono le spoglie del fondatore dell’Oftal, ci sentiamo veramente a casa nostra.”

E davanti al Santissimo Sacramento abbiamo accolto l’invito della Vergine Santa, che ci esorta alla preghiera del Santo Rosario, così come un giorno invitò Santa Bernadette.

Insieme a don Riccardo sono stati meditati i “Misteri della gioia”.

La recita delle decine è stata guidata, a turno, dalle dame Oftal.

Si è pregato per la nostra comunità, per tutti coloro che sono impegnati a portare il Vangelo nel mondo, per le famiglie affinché sia accolta la vita, per consolidare le famiglie al Signore e affinché Maria continui a parlarci di Gesù.

È stata invocata la preghiera del malato, in occasione della XXXII Giornata Mondiale del Malato, istituita da San Giovanni Paolo II nel 1992, proprio nel giorno della prima apparizione della Madonna alla grotta di Massabielle.

Al termine, la numerosa assemblea si è trasferita nella attigua Cappella di Lourdes per la supplica alla Vergine.

Nonostante il tempo infausto tante le persone intervenute a portare il saluto filiale alla Bella Signora.

Le Dame dell’Oftal hanno offerto mentine e immagini della Madonna di Lourdes benedette.

Trino è sede generale dell’Oftal (che si occupa del trasporto degli ammalati a Lourdes), fondata nel 1932 da Mons. Alessandro Rastelli.

Altro co-fondatore fu Giannino Ferrario, il quale investì per tale causa gran parte del suo cospicuo patrimonio.

Lo stesso Rastelli fece costruire nella chiesa parrocchiale San Bartolomeo la splendida cappella con all’interno riprodotta la grotta di Lourdes con la splendida e radiosa Signora.

Mons. Paolo Angelino Presidente dell’Oftal, prima di recarsi a Lourdes per accogliere i fedeli, provenienti da ogni dove, ha fatto finemente addobbare la grotta con splendide rose in omaggio a Maria.

All’interno della cappella di Lourdes, a Trino, come ha ricordato don Leone, riposa don Rastelli.

Buona conversione e buona preghiera a noi tutti, anche nell’imminenza della orami prossima Quaresima; questo è quanto la Vergine chiedeva e chiede, pregando altresì per la guarigione a tutti i malati.

Posted in Pagine di Fede

Rocambolesco, ma privo di conseguenze per le persone coinvolte, il sinistro stradale verificatosi attorno alle 18 di oggi, 6 febbraio, in Via Rocciamelone (zona Regina Pacis) a Vercelli.

Proveniente da Via Ivrea, l’utilitaria grigia condotta da una giovane alle prime armi (sul parabrezza della vettura ben visibile il cartello che segnala un principiante alla guida), ha tentato (risulterebbe così da prime sommarie informazioni) una curva a gomito, finita con un ribaltamento del mezzo.

Nessun’ altra auto coinvolta in collisioni di sorta, la Polizia Locale di Vercelli sta procedendo ai rilievi ed all’accertamento dell’esatta dinamica dei fatti.

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Grande successo per l’appuntamento clou del Carnevale di Valduggia.

Oggi, sabato 27 gennaio, è andata in scena la sfilata per le vie del paese.

Il corteo ha accolto maschere ed è stato animato da divertenti coreografie.

Un paese in festa che ha dato ristoro ai numerosi partecipanti con soste golose, offerte dagli esercizi commerciali e da privati.

Sei i gruppi presenti: Majorettes, Invozio, Scuole elementari, Aigule, Arci Simone e I Tiratardi.

La kermesse si è conclusa con i balli e gli spettacoli dei gruppi partecipanti.

Redazione di Vercelli

 

 

 

 

Posted in Società e Costume

(marilisa frison) – Anche nell’appena trascorso mercoledì 17 gennaio 2024, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, la fede, le tradizioni e l’amore per gli animali si incontrano a Trino nel cortile della parrocchia.

Dopo la Santa messa delle 18, numerosi gli amici a quattro zampe che si sono radunati e hanno fatto sentire la loro voce, la loro presenza, in attesa della benedizione per intercessione di Sant’Antonio Abate del parroco, don Patrizio Maggioni, che non si è fatta attendere ed è scesa sugli animali e sui loro padroni, a cui è stata donata un’immaginetta del Santo, con sul retro una preghiera, che è stata recitata dai presenti.

Ma perché si festeggia e chi è Sant’Antonio Abate?

Antonio era di origine Egiziana, al tempo una delle nazioni più ricche e potenti al mondo, figlio di una famiglia benestante cristiana, nacque nel 251 d.c.

A 19 anni rimase orfano e per amore del precetto evangelico “vendi tutto e dona ai poveri”, si spogliò di tutti i suoi averi e andò a vivere come eremita in un fortino nel deserto della Tebaide, pregando e lavorando, in solitudine, con la sola compagnia di uccelli e altri animali.

Dedicò la sua vita alla preghiera e all’aiuto verso i bisognosi e rifugiato nelle preghiere, osservando digiuni e privazioni superò le “tentazioni”, prove diaboliche che lo tormentavano.

Fu chiamato il padre e fondatore del monachesimo perché molti altri vollero seguire il suo esempio e si venne a formare una numerosa comunità di eremiti.

Visse fino a 105 anni e morì il 17 gennaio del 357d.C., solo, tra i suoi animali e il suo orto, per questo è noto per essere il protettore degli animali domestici, patrono dei maiali e della stalla, dei salumai e dei macellai, inoltre è legato a festività del mondo contadino.

C’è anche una leggenda che narra che nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, quando il Santo era in vita, gli animali attorno a lui acquisirono la capacità di parlare.

Tante le storie sul Santo, che viene raffigurato con un maiale e altre con il fuoco.

L’Anacoreta, così venivano chiamati gli eremiti al tempo, fu anche taumaturgo, molti uomini si rivolgevano a lui per chiedere il miracolo della guarigione da malattie e possessioni demoniache.

È invocato anche contro l’herpes.

Un Santo che si è consumato nella preghiera, ha donato molto amore e ci invita alla preghiera e a donare amore.

Un buon rientro a casa agli animali che ormai sono parte della famiglia e ai loro proprietari.

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(marilisa frison) – In questa gelida seconda domenica del Tempo Ordinario, 14 Gennaio 2024, riprende anche il Catechismo e alle 10 la parrocchiale San Bartolomeo, di Trino, è gremita.

Tanti i bambini che hanno portato la loro gioia in chiesa e hanno animato la Santa messa intonando i canti con il coro, diretti dalla brava e paziente Elisabetta Palazzi.

Una grande gioia ed emozione per tutti i presenti e, certamente, cosa molto apprezzato da Gesù, che è gioia e amore.

Nell’omelia, don Patrizio Maggioni si è rivolto ai ragazzi dicendo loro:

Cari ragazzi, nel Vangelo di oggi, Andrea fratello di Pietro, prende per mano voi ragazzi del catechismo, vi dovete sentire presi per mano. Andrea prende per mano ciascuno di voi, per accompagnarvi a capire cosa vuol dire essere cristiani. L’altro Apostolo di cui parla il Vangelo è senza nome, perché sulla figura di quell’apostolo anonimo, ognuno ci deve mettere il suo nome. E insieme ad Andrea si inizia a camminare dietro a Gesù, indicato da Giovanni Battista “Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”.  – prosegue il sacerdote – La prima cosa da fare per essere Cristiani, è desiderare di esserlo, e desiderare di essere Cristiani è dire quell’eccomi ribadito tre volte dal profeta Samuele nella prima lettura. E il vostro essere qui, spontaneamente, ragazzi, con la vostra presenza è proprio dire quell’eccomi. Ragazzi per essere buoni Cristiani dovete vivere contro corrente, quindi, non dovrebbero fare breccia su di voi gli influencer, che fanno massa, quella massa di pecoroni che vanno tutti dalla stessa parte. Essere Cristiani significa sapere che l’unica guerra che noi dobbiamo sostenere, è quella contro il peccato, darsi da fare per rendere migliore il mondo, decidere di impegnarsi per una vita nuova, essere pronti a ripartire, se son Cristiano devo coinvolgere, contagiare, se ho incontrato qualcosa di bello non posso tenerlo solo per me e capire che tutti abbiamo una vocazione a cui corrisponde. – poi don Pato spiega questi punti ai ragazzi – In un mondo di belve, qual è il nostro, Dio non viene come la belva più feroce di tutte, per far star zitti tutti, come noi ci aspetteremo, ma come Agnello con destino segnato da una strada altra, completamente diversa, più forte più eterna più valida…”

Bello vedere tanti giovani apprestarsi a ricevere Gesù Eucarestia, mentre la corale intonava: “Eccomi Gesù”.

Al termine il parroco ha messo al corrente l’assemblea di tutti gli appuntamenti prossimi venturi: mercoledì 17 gennaio, in occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, alle 18,40 dopo la Santa messa delle 18 avrà luogo la benedizione degli animali, ognuno è invitato a portare i propri animali d’affezione nel cortile della parrocchia, mentre alle 21 nelle Cappella di Lourdes, si terrà il primo incontro del Cammino Comunitario Preghiera e Formazione “Alla scuola dell’Amore”; sabato 27 gennaio, a Trino, sotto l’atrio comunale, verranno vendute le arance della salute Airc, per sostenere la ricerca sul cancro; domenica 4 febbraio, si festeggerà alla grande don Bosco, una super festa con messa, parata, pranzo condiviso, arti oratoriane, giochi e tanto, tanto divertimento. Il tutto organizzato dagli Animatori con la partecipazione e l’aiuto di tutti gli amici dell’oratorio. Per il pranzo condiviso prenotare presso Valeria 371 1901095; mentre nel pomeriggio di questa domenica alle 16, ha avuto luogo l’Adunanza Terz’ordine O.P. con la partecipazione Fra Pio Marcato e l’estrazione a sorte del Santo protettore.

Dopo la benedizione, i bambini del Catechismo si sono recati nelle loro aule di catechismo ben calde, accompagnati e seguiti dalle loro Catechiste.

Dio chiama sempre, chiama alla vita, alla fede, ogni chiamata è una chiamata individuale perché Dio non fa le cose in serie. Dio chiama sempre in modo diverso per i suoi progetti in ciascuno di noi, che è sempre un disegno d’amore, la gioia più grande per ogni credente è rispondere a questa chiamata, offrire tutto se stesso al servizio di Dio e dei fratelli.

Posted in Pagine di Fede