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Resta altissima la tensione nelle carceri del Piemonte, oggi affollate da oltre 4.000 detenuti, e continua inesorabilmente a salire il numero di eventi critici tra le sbarre.
Ultimo grave episodio quello avvenuto nella struttura detentiva di Vercelli, come denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE per voce del vice Segretario regionale per il Piemonte Mario Corvino: “Un detenuto, con problematiche psichiatriche e non nuovo a questi gesti violenti, è stato tradotto dal carcere di Torino a quello di Vercelli, caratterizzandosi per un atteggiamento palesemente aggressivo e violento. Mentre i poliziotti lo stavano accompagnando presso l’Infermeria per l’abituale visita di primo ingresso ha, proditoriamente e senza ragione alcuna, colpito un vice Ispettore con calci e pugni. Parliamo di un soggetto complicato, che ha compiuto diversi eventi critici. Ogni giorno nelle carceri piemontesi succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, conclude Somma.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato, ricorda che “il SAPPE denuncia da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione, serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam”.
Redazione di Vercelli
“Ancora poliziotti feriti per il servizio e una città violentata e devastata dalla furia di criminali senza scrupoli che operano programmando le proprie scorrerie. Terroristi di piazza contro i quali si opera ad armi spuntate, con servitori dello Stato costretti a subire violenze di ogni genere, nel silenzio assordante di chi si autoproclama paladino dei diritti di tutti i lavoratori”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, dopo i gravissimi disordini registrati ieri a Torino in occasione dell’ennesima manifestazione per Alfredo Cospito e contro il 41bis e che ha portato al momento a 34 persone fermate e 5 arrestate.
“Una collega della scientifica ferita e poliziotto del Reparto mobile di Milano preso in pieno da una bomba carta che ha dovuto essere ricoverato – aggiunge Mazzetti – sono l’ennesima infamia di delinquenti che si accaniscono contro chi svolge il proprio lavoro rappresentando lo Stato che odiano, che vogliono contrastare, sovvertire. Criminali che non esitano a vomitare la propria violenza su cittadini e città, bersagliate da bombe e guerriglia cui i tutori dell’ordine rispondono con i lacrimogeni. Nessun commento ulteriore serve. Commenti la politica che predica l’antiviolenza, la sicurezza, la legalità. Parli e soprattutto agisca chi può”.
Redazione di Vercelli
(Stefano Di Tano, per Vercelli Oggi) – Ancora pochi giorni per ritornare in Piazzetta P. Levi e addentrarsi nel circospetto territorio occupato dall’artista milanese Ruggero Maggi, in mostra a Vercelli per iniziativa del Direttivo di Studio 10.
L’Associazione Culturale presieduta da Carla Crosio è giunta al suo 50° anniversario di attività in un susseguirsi di manifestazioni che hanno segnato per mezzo secolo un cammino importante nel mondo dell’Arte Figurativa; un percorso ricco di messaggi tracciati da pittori, scultori, grafici che sono in lotta oppure in tacito accordo con il mondo che li circonda, o la cruda società che mette in discussione a volte la sua stessa vita, i suoi valori, il futuro.
Maggi cerca sulla sua strada quotidiana gli oggetti su cui trasportare i sentimenti che a volte lo sconvolgono, e a volte lo aiutano ad aggrapparsi alla speranza: siano essi dei boccioli di rose, che le pagine di una vecchia Bibbia, od un gruppo di sagome silenziose nell’ombra.
Le “identità cancellate” che gli si propongono, vengono inserite confusamente in una vecchia scheda elettronica: sono storie estreme che quasi sempre risultano la causa e l’esito di catastrofi e di abbandoni, di fughe dalla realtà.
Non mancano riferimenti alla religione, quella tradizionale nostrana, talvolta cieca, sì ma molte volte intaccata da mani ignote che vorrebbero stravolgerne la storia, il significato, e infine la morale.
Ruggero Maggi è tutto ciò che noi ci domandiamo ogni giorno: è il dubbio, è il nostro destino, il dolore, la ricerca di quella pace che si nasconde nell’ombra e si concede all’umanità infelice ma solo a piccole dosi, mostrandosi con qualche sottile lampo al neon, una lama visibile, fredda, sempre al centro della tempesta.
I nostri pensieri scorrono lentamente davanti alle sue opere.
Si aspetta sempre di vedere fin dove, e soprattutto quando, arriverà la luce e quando avremo le risposte ai nostri dubbi.
Ma, attenzione; il caos è in agguato.
Non sottovalutatelo.
(sd)
Redazione di Vercelli
Le conclusioni del Convegno sulla siccità che si è svolto alla inaugurazione della 44° Fiera in campo sono confluite in una serie di promesse e di impegni riguardanti non il domani ma un distante futuro.
Impegni finanziari modesti e distribuiti in un arco di tempo poliennale.
Si tratta di creare invasi e modificare una rete irrigua secolare di migliaia di km, creatasi per successivi interventi e gestita con perizia ed efficienza.
A corollario di queste promesse vi è stato auspicato un forte richiamo alla collaborazione di tutte le categorie agricole del Piemonte per gestire al meglio le attuali, scarse disponibilità idriche.
Tutti concordano sulla opportunità di affrontare la situazione con un’azione comune e concorde.
La risposta del ministro dell’ambiente Pichetto è di nominare un Commissario, con pieni poteri, alla gestione delle risorse idriche,
Con la sola eccezione della relazione introduttiva del presidente Carrà (ENR) dedicata alla analisi della situazione produttiva e commerciale della risicoltura italiana e delle ricadute delle iniziative e dei vincoli europei, non si sono ascoltate proposte operative su cosa fare oggi in vista di una stagione preoccupante per la siccità incombente, pur essendo nota la scarsità dell’innevamento delle Alpi, delle dighe semivote, delle sorgenti silenti, del lago Maggiore al livello di guardia.
Scarse risorse da affidare un Commissario, di nomina politica, forse privo di una qualsiasi, provata, esperienza gestionale specifica.
Di conseguenza l’Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali di Vercelli e Biella propone alcune iniziative che possono essere adottate subito, senza interferire sulla gestione aziendale, ma possono migliore la situazione.
Si tratta di operare sulla base del “buon senso”, utilizzando l’esperienza di chi ci ha preceduto nel secolo scorso.
I due principi basilari sono: trattenere l’acqua quando piove ed evitare di seminare il riso nei terrei sabbiosi con semina in asciutto e senza pesta in acqua.
I nostri padri hanno vissuto molte crisi di acqua, pertanto non solo hanno istituito le valbe (terreni in cui la risicoltura era turnata) ma avevano anche introdotto la pesta dei terreni sabbiosi per limitare il consumo idrico.
L‘effetto della pesta nei terreni leggeri è stato rilevato con la sperimentazione eseguita nel 1966 con dati pubblicati da Tournon al 6° Convegno internazionale della risicoltura.
Nel rapporto sono riportati i consumi idrici specifici con la pesta meccanica in acqua eseguita con diversi attrezzi e modalità.
Dalla tabella riassuntiva risulta che, in assenza di pesta il consumo idrico era di 16,6 l/s/ha mentre con la pesta in acqua, con ruote a gabbia scendeva a 2,5 l/s/ha.
Quindi prossima allo standard del vercellese (3/s/ha) ed i 2 l/s/ha della Baraggia.
Pertanto è una questione di buon senso evitare di coltivare il riso con semina in asciutto nei terreni sciolti specie in situazione di scarsa disponibilità idrica senza eseguire la pesta in acqua.
Iniziative operative possibili a breve
Innalzamento delle ripe ed arginature delle camere così da trattenere l’acqua della pioggia. (5cm = 100 milioni di mc)
apertura di solchi per la distribuzione dell’acqua nei terreni sabbiosi e per facilitare la gestione in quelli normali (asciutte di radicamento e trattamenti)
prepararsi alla gestione di corpi d’acqua limitati e con turnazioni più lunghe
rinunciare al riso nei terreni bibuli non sottoposti a pesta in acqua (tabella Tournon VI° Convegno Internazionale sul Riso)
Sperando che questi suggerimenti sortiscano un qualche positivo effetto ed in attesa di un andamento climatico più benevolo l’Associazione spera di aver richiamato l’attenzione dei risicoltori e fornire suggerimenti per gestire al meglio le risorse idriche del territorio.
Antonio Finassi – Presidente
Redazione di Vercelli
Il guardalinee prende un abbaglio e la sua decisione costa il pareggio al Borgosesia.
Tutto avviene al 90’ di Borgosesia-Vado quando i liguri sono in vantaggio di una rete.
Daniel Fossati raccoglie palla e allarga per Monteleone che scatta in profondità ed entrato in area deposita in rete.
Tra lo stupore del pubblico, la rete viene annullata per un fuorigioco che non c’è e vi spiegheremo, documentandolo, perché.
A poco valgono le proteste granata che anzi costano il cartellino rosso a Manuel Lunardon; così al danno si aggiunge la beffa.
Quanto segue è il fermo immagine del momento in cui Fossati lancia Monteleone.
Monteleone; largo a destra è tenuto in gioco dal suo diretto avversario.
Ancor più clamorosa è la posizione del numero 6, Tinti che sulla sinistra marca Donadio ed è visibilmente avanti a Monteleone.
Lo stesso Bane, al contrasto con Fossati, pare in linea con l’esterno granata.
Detto questo, sono quindi ben due i giocatori che tengono in gioco Lorenzo Monteleone, scattato in posizione regolare.
Le immagini danno ragione al Borgosesia, però il punto tolto ingiustamente, nessuno lo ridarà ai granata.
Nella giornata di sabato 18 febbraio si è tenuto a Roppolo il Congresso Lega Giovani Provincia di Vercelli, insieme alla Provincia di Biella, dove sono stati nominati Alessio Pasqualini per il biellese e Mario Musso per la Provincia di Vercelli.
Divisione giovanile del Partito della Lega per Salvini Premier, la Lega Giovani è il movimento politico giovanile maggiormente strutturato nel nostro paese.
Il nuovo Coordinatore Provinciale -equivalente del Segretario Provinciale della Lega “senior”- subentra a Carlo Stragiotti, ormai al termine del mandato.
“Sono molto felice – commenta Stragiotti – di aver potuto cedere il passo a Mario Musso, giovane capace e volenteroso che crede fermamente nelle idee autonomiste e federaliste della Lega. Con 34 anni e sei anni di mandato causa Covid, contro i tre previsti, è giunto il momento di rinnovare la compagine giovanile. Alla mia nomina al Coordinamento cittadino di Borgosesia, quasi 10 anni fa, ero praticamente da solo. Ora lascio un gruppo ridimensionato dopo la pandemia ma che comunque conta su alcuni elementi che hanno potenzialità per crescere”.
Musso, classe 1993, Assessore del Comune di Pezzana, è da molti anni politicamente impegnato con il partito del Carroccio. “Per me è un grande onore diventare coordinatore della Lega Giovani, desidero ringraziare per la fiducia Carlo Stragiotti e il nostro coordinatore nazionale del Piemonte Flavio Gastaldi. Il mio primo obiettivo, con il prezioso supporto dei ragazzi già impegnati nel Movimento, sarà rendere più presente Lega Giovani sul territorio soprattutto in vista degli importanti appuntamenti politici che ci attendono. Fondamentale sarà sviluppare un ambiente unito e costruttivo, per permettere lo sviluppo di un gruppo affiatato e attivo”.
“Il mio impegno nella Lega – conclude Stragiotti – continua come Segretario della sezione Borgosesia Valsesia come e più di prima. Auguro al buon Mario i miei più sinceri auguri di buon mandato e buon lavoro”.
Lega Giovani Provincia di Vercelli-Valsesia
Redazione di Vercelli
Si aprono le candidature per il Premio Vivaio Eternot 2023, organizzato dal Comune di Casale Monferrato in occasione della Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto del 28 aprile prossimo.
Il riconoscimento sarà assegnato a un massimo di dieci tra Enti, Amministrazioni o singoli cittadini che si siano distinti per l’impegno profuso nella cura, la ricerca, la diffusione dell’informazione, in importanti e significative azioni di bonifica, nelle battaglie sociali e legali legate ai danni causati dall’amianto.
Sarà possibile inviare la propria candidatura, o suggerirne una, dal 1° al 31 marzo scrivendo a premioeternot@comune.casalemonferrato.al.it, indicando nome e cognome del candidato in caso di persona fisica – ragione sociale in caso di ente o associazione, un contatto telefonico e allegando una lettera motivazionale (massimo 3000 battute).
Il premio Vivaio Eternot è una pianta di Davidia Involucrata, anche detta “albero dei fazzoletti”, prodotta all’interno del monumento vivo realizzato all’interno del Parco Eternot e sarà consegnato ufficialmente durante una cerimonia inserita nel palinsesto di eventi per celebrare la Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto di giovedì 28 aprile.
Compongono il comitato organizzatore del premio, incaricato di valutare le candidature, il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi, il presidente di Afeva Giuliana Busto, Gea Casolaro, artista che ha creato il Vivaio Eternot, e sette componenti invitati annualmente scelti tra i rappresentanti di istituzioni, operatori culturali, giornalisti, scrittori, ricercatori, medici e associazioni impegnati nella tutela dell’ambiente.
Redazione di Vercelli
Mercoledì 8 marzo 2023, festa della donna, torna l’appuntamento con “Essenze di donna. Una sera in rosa al Museo Leone” per festeggiare tutte le amiche del Museo.
Per l’occasione sarà presentato dopo il restauro uno specchio etrusco in bronzo, che sarà poi ricollocato al suo posto nelle vetrine della sezione archeologica.
Gli antichi Etruschi arrivarono ad essere abilissimi artigiani nella produzione di specchi in bronzo decorati, di cui quello del Museo Leone ne è un esempio.
Ma lo specchio sia esso inteso solamente come strumento da toeletta, sia come suppellettile d’arredo piuttosto che oggetto simbolico dall’antichità ad oggi ha sempre riflesso e restituito volti e anime, sguardi ed emozioni.
Attraverso una visita guidata condotta dallo staff femminile, Federica Bertoni e Francesca Rebajoli, si andrà alla scoperta dei mondi riflessi negli specchi antichi.
Ovviamente mariti, fidanzati, compagni e figli sono ben accetti.
Sono previsti turni di visita alle ore 18, 19, 20 e 21.
Prenotazione obbligatoria al 3483272584
Per le donne la tariffa d’ingresso sarà ridotta (euro 7,00), per tutti gli altri euro 9,00.
Anche al Museo Archeologico non si dimenticano le donne e nei giorni 7, 8 e 9 marzo alle ore 16, la volontaria del SCU, Alice Tridico, condurrà una speciale visita guidata ispirata alla sua rubrica “Passeggiando per Vercellae con Aelia Quinta”.
La matrona Aelia Quinta porterà le partecipanti indietro nel tempo, a spasso per l’antica città romana.
Visita compresa nel biglietto d’ingresso (ridotto per tutte le donne).
Prenotazione non necessaria.
Redazione di Vercelli
La Regione ai piedi delle più alte montagne d’Europa, che con i loro ghiacciai alimentavano i nostri grandi fiumi (“Scendono pieni, rapidi, gagliardi…” poetava Carducci), sta diventando sempre più arida e, stando a quanto riportano ormai quasi ogni giorno i giornali, la peggiore per siccità in Europa..
Probabilmente nessuno avrebbe immaginato di vivere tale situazione, con le conseguenze che già si stanno verificando e che sempre più impatteranno sulla nostra quotidianità.
Ma tutto questo non è occasionale o frutto di circostanze sfortunate.
Anni di incuria e sprechi, del prevalere di interessi economici e speculativi nella gestione del territorio stanno presentando il conto.
Non vale solo per il Piemonte, ovviamente.
La crisi idrica è un enorme problema per l’Italia e per l’Europa.
Da parecchi anni la comunità scientifica ha lanciato l’allarme: il riscaldamento del pianeta prodotto delle attività umane è la principale causa dello scioglimento dei ghiacciai, dell’alterazione del ciclo delle piogge, dell’inaridimento di aree sempre più vaste di territorio. E, ammoniscono gli scienziati, il cambiamento del clima e il deterioramento delle condizioni ambientali sono ormai irreversibili, fattori strutturali e non emergenziali, da affrontare con urgenza e in modo prioritario.
Eppure, da parte delle nostre classi dirigenti non è venuta meno la sconsiderata concezione dell’acqua come risorsa inesauribile.
Non è stata programmato un piano organico per il rifacimento degli acquedotti, nonostante le perdite ingenti e la vetustà complessiva delle condutture
Né, da parte delle autorità competenti, ARERA in primis, sono stati posti ai gestori del servizio obbiettivi adeguati per una urgente riduzione delle perdite.
Basti pensare che l’obbiettivo di efficienza fissato da ARERA è pari al 25%1 delle perdite totali, cioè se un acquedotto perde un quarto dell’acqua immessa è ritenuto “virtuoso” e non vengono richieste azioni di miglioramento!
Per gli acquedotti con perdite superiori, gli obiettivi di efficientamento sono tali da richiedere decenni per essere raggiunti!
La nostra SMAT spa, che perde il 34%2, se si attenesse a queste prescrizioni, raggiungerebbe il target del 25% delle perdite totali nel 2043! Ottenuto quest’obbiettivo, ben un quarto dell’acqua verrebbe persa (3 lagni di Avigliana messi insieme), quando la media europea si attesta attorno al 15%3.
A dispetto delle tante dichiarazioni di cui spesso i nostri amministratori si riempiono la bocca, la cementificazione dei suoli ha proceduto inarrestabile ed è persino aumentata negli ultimi due anni.
Oltre a devastare il territorio favorendo dissesti e calamità, a distruggere terreni fertili e specie animali e vegetali, innalzare le temperature, deturpare la bellezza del paesaggio, il cemento impermeabilizza il suolo e impedisce l’assorbimento delle acque piovane, impedendo il naturale ciclo idrico e la normale ricarica delle falde.
Ignorando la volontà popolare espressa con i referendum del 2011 per la ripubblicizzazione del servizio idrico, tutti i governi da allora succedutisi si sono pervicacemente impegnati nella direzione opposta, cercando in tutti i modi di favorirne la privatizzazione. Proprio quando la scarsità della risorsa richiede una gestione pubblica e partecipativa dei cittadini, volta alla tutela dell’acqua nell’interesse collettivo, si sceglie di favorire chi sull’acqua intende speculare e fare profitti.
In un tale stato di cose, non stupisce che poco o nulla sia stato fatto per creare una cultura del rispetto per l’acqua che è una risorsa limitata, e come tale va utilizzata. Mancano quindi interventi strutturali per sensibilizzare in questo senso l’intera popolazione, a partire dalle scuole.
E, forse, ciò si spiega anche con il timore che una diffusa consapevolezza possa turbare lo status quo.
Una forte pressione dell’opinione pubblica su questi temi renderebbe più difficile proseguire con le politiche che provocano l’attuale crisi ecologica, dominate da una micidiale miscela di ignoranza, sottovalutazione dei rischi e cieca determinazione a fare affari.
Insomma, con tali presupposti anche i provvedimenti che in tempi brevi dovranno inevitabilmente essere adottati rischiano di seguire logiche miopi, prive di un’indispensabile visione di lungo periodo.
Si parla insistentemente di realizzare nuovi invasi ma, a parte il loro pesante impatto ambientale, per riempirli occorrono le piogge, che scarseggiano, senza contare il problema dell’evaporazione nei mesi caldi.
È invece indispensabile investire subito nella riduzione delle perdite e degli sprechi, determinate da una trascurata manutenzione e dalla mancata sostituzione dei tubi negli anni.
Sempre più impellente è la necessità di politiche lungimiranti, che sappiano riorientare il nostro modo di produrre e consumare, non più limitate da una concezione puramente economicista della realtà, volta ad estrarre valore finanziario da ogni risorsa naturale.
Dovremo attendere che i rubinetti restino a secco prima che questo accada?
Quanti anni sono necessari per ridurre le perdite di un acquedotto?
Prova il simulatore: www.acquabenecomunetorino.org/index.php/campagne/crisi-idrica/1718-quanti-anni-sono-necessari-per-ridurre-le-perdite-di-un-acquedotto
(1) Delibera ARERA 917 del 2017
(2) Dati al 2021 dichiarati da Smat SpA: acqua immessa in rete (Smat la definisce acqua prelevata dall’ambiente) : mc 305.152.259, acqua erogata mc 201.454.818,
(3) Eunews del 12/01/2023, fonte ARERA Commissione Ue
Redazione di Vercelli
Ettore Leporati è vicecampione Europeo Cadetti a squadre di spada maschile.
L’atleta della Pro Vercelli è stato protagonista della gara che ha visto l’Italia arrestarsi a un passo dal titolo continentale, sconfitta solamente in finale dall’Ungheria, col punteggio di 45-32.
Il quartetto composto da Leporati, Leonardo Cortini, Dario Benetti e Cristiano Senna aveva iniziato la gara battendo per 45-24 la Repubblica Ceca agli ottavi di finale.
Quindi, ai quarti, aveva superato la Francia per 45-34.
In semifinale era arrivata la vittoria per 45-40 sulla Gran Bretagna, quindi la sconfitta in finale col punteggio di 45-32.
Ad accompagnare gli Azzurri, nello staff tecnico, anche il maestro della Pro Vercelli Adalberto Tassinari.
Campionati Europei Cadetti e Giovani Tallinn 2023 – Il Calendario dei piemontesi in Gara
Martedì 21 febbraio (fasi finali ore 17-19)
Ore 9 – Spada maschile individuale Cadetti (Jacopo Poggio)
Mercoledì 22 febbraio (fasi finali ore 17-19)
Ore 9 – Spada femminile individuale Cadette (Federica Zogno)
Ore 11 – Fioretto maschile individuale Cadetti (Ettore Leporati)
Sabato 25 febbraio (fasi finali ore 17-19)
Ore 9 – Spada maschile individuale Giovani (Simone Mencarelli, Marco Paganelli)
Domenica 26 febbraio (fasi finali ore 17-19)
Ore 9 – Spada femminile individuale Giovani (Gaia Caforio, Vittoria Siletti)
Lunedì 27 febbraio (fasi finali ore 14-17.40)
Ore 9 – Spada maschile a squadre Giovani (Simone Mencarelli, Marco Paganelli)
Martedì 28 febbraio (fasi finali ore 14-17.40)
Ore 9 – Spada femminile a squadre Giovani (Gaia Caforio, Vittoria Siletti)
Redazione di Vercelli