VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli
Provincia di Vercelli

“Papa Francesco mi ha mandato come Pastore”.

Si intitola così il video che riprende integralmente, con tre ore di trasmissione, l’arrivo a Vercelli e la Consacrazione episcopale di Mons. Marco Arnolfo, 10 anni, fa, l’11 maggio 2014: lo rivediamo in apertura di questo articolo, insieme a qualche altro scampolo di quei giorni.

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Momenti di grande emozione che siamo lieti di rivivere di nuovo oggi, rendendo grazie al Signore per il dono che ha voluto fare alla Diocesi ed al popolo di Dio che è in Vercelli.

Molti auguri, naturalmente, al protagonista, il nostro Arcivescovo, annunciato, nel febbraio precedente (è sempre il nostro archivio a ricordarcelo) dal compianto Mons. Padre Enrico Masseroni, suo predecessore e 129.mo successore di S.Eusebio.

Buona visione e buona lettura a tutti (ci auguriamo, compreso… il diretto Interessato).

Posted in Pagine di Fede

Una partecipazione significativa, nonostante il maltempo oggi, a Vercelli, in Piazza Municipio, per la celebrazione del Primo Maggio, Festa dei Lavoratori.

In tanti hanno risposto all’invito dei Sindacati unitari Cgil, Cisl, Uil, che hanno affidato al Segretario generale della Cisl Piemonte, Luca Caretti, il compito di tenere la prolusione ufficiale.

L’intervento di Caretti, che ha spaziato per i vari “territori” oggi protagonisti dei vari aspetti di una crisi di sistema che non accenna ad affievolirsi, è ripreso integralmente nel nostro video e proposto anche in versione scritta, al termine di queste righe.

Con lui il Segretario della Cisl del Piemonte Orientale, Elena Ugazio.

 

Sono intervenuti anche, per la Uil territoriale, Mauro Orsan ed alcuni lavoratori in rappresentanza delle realtà sindacali aziendali della provincia.

Anche quest’anno ha accompagnato la manifestazione l’esibizione musicale della Banda Luigi Arditi di Crescentino, unanimemente apprezzata.

Ha introdotto la mattinata il Segretario Generale della Camera del Lavoro, Cgil di Vercelli e Valsesia, Valter Bossoni, che ha posto in particolare l’accento (il tema è stato ampiamente sviluppato anche dagli altri intervenuti, tra questi il Sindaco Andrea Corsaro, a nome del Comune Capoluogo) sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Si impongono più impegno ed azioni concrete per fare rispettare una legislazione, quella italiana, sulla prevenzione e sicurezza, di contrasto ai rischi sui luoghi di lavoro che – è vero – è la più avanzata d’Europa, ma è altresì tuttora troppo spesso disapplicata o ignorata.

In tema di partecipazione, diritti gestione della Cosa Pubblica, Bossoni non ha mancato di richiamare uno dei temi centrali oggi all’attenzione delle forze politiche, soprattutto in provincia di Vercelli: la necessità che la gestione degli acquedotti resti sempre e senza eccezioni nella disponibilità di Enti pubblici (i gestori come ad esempio, Amc, Cordar Valsesia, Cordar Biella, Sii) e sia scongiurata la loro privatizzazione.

***

Come è noto, si tratta di un rischio tutt’altro che remoto, ma, al contrario, incombente e che fino ad oggi ha visto gli attori principali del sistema, da Ato2 fino al Comune di Vercelli, in una zona d’ombra che può far pensare ad una docilità rispetto alle mire dei grandi players privati come ad esempio Iren, A2A, Hera, Acea.

Si tratta, peraltro, di un tema che dovrà essere affrontato con chiarezza nella ormai iniziata campagna elettorale amministrativa.

***

Vercelli, 1 Maggio 2024 – Festa dei Lavoratori –

Intervento del Segretario Generale della Cisl Piemonte, Luca Caretti, in rappresentanza delle

Organizzazioni Sindacali Cgil – Cisl – Uil.

Un saluto a tutti i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati e le pensionati, i giovani, gli anziani, i migranti presenti in questa e in tutte le piazze del 1 Maggio.

Una festa del 1 maggio che purtroppo cade ancora in un contesto generale di grande criticità.

Una situazione internazionale, che in aggiunta al conflitto Russo/ucraino ha visto l’innescarsi di un altro conflitto in medio Oriente tra Israele e Hamas.

Situazioni drammatiche, dove sono evidenti le responsabilità che hanno generato il conflitto,  chi è l’aggredito e chi l’aggressore, dove è giusto aiutare chi è stato violato,ma dove oggi, a fronte di decine di migliaia di morti e del rischio di un allargamento ulteriore dei conflitti, è prioritario il riavvio di un dialogo che permetta di tornare a parlare di pace.

Va rimessa al centro la diplomazia tornando a valorizzare parole come “mediazione” “compromesso”, vera ricetta che ha permesso di fare passi avanti “assieme” e non “contro” qualcuno o qualcosa.

L’arte della mediazione e del compromesso che sono ben presenti nella storia e nell’azione contrattuale svolta da sempre dal sindacato.

Quest’anno sarà determinante per comprendere il futuro che ci aspetterà, le elezioni americane ed europee segneranno profondamente scelte e priorità dei prossimi tempi.

Mai come oggi nello scenario globale sono stati messi in discussione i valori e i sistemi democratici alla base delle nostre società.

Un indebolimento del processo democratico in America e in Europa può significare un ulteriore rafforzamento dei modelli autoritari o delle cosiddette “democrature”, aprendo a un nuovo schema di riferimento mondiale dove alla base non sta la libertà ma viceversa la “discriminazione e la condanna” verso religioni, rapporti di genere, informazione e comunicazione non omologata al regime!

E’ stato terribile assistere a quanto accaduto a Capitol Hill, quei fatti sono la conferma che la democrazia non è conquistata una volta per sempre ma va rinverdita giorno per giorno con le scelte che ognuno di noi ha il dovere di fare, partecipando e non solo assegnando deleghe in bianco a chi pensiamo ci rappresenti.

Le elezioni europee saranno un importante passaggio, che non possono e non devono segnare un indebolimento del processo verso gli stati uniti d’Europa.

Un’ Europa che si deve irrobustire, facendo crescere ulteriormente la collaborazione tra i paesi comunitari, rinforzando il mercato comune, la difesa comune, un welfare comune.

Rilanciando il tema delle transizioni (sia digitale che energetica/green).

Viceversa sarebbe un grande problema, non solo per gli equilibri mondiali ma anche per il venire meno dell’unico modello che tra le priorità ha messo la creazione di uno “stato sociale” in grado di aiutare i propri cittadini nei momenti di difficoltà e nei percorsi di crescita individuale, dal lavoro, alla sanità, alle pensioni e alla scuola!

Non possiamo e non dobbiamo dimenticare il grande aiuto ricevuto durante il covid per riavviare i sistemi dei Paesi europei fermi per 2 anni! (..piano shure, pnrr, il vaccino,gli ammortizzatori sociali per i lavoratori che non ne avevano diritto)

Non è così ovunque, non è così in Cina, non è cosi in India o in Brasile e non è così neanche in America!

Questa nostra caratteristica sociale, va difesa e proposta come modello al resto del mondo, ma per fare questo bisogna rilanciare e rinforzare un modello europeo dei popoli con al centro la persona!

I suoi diritti ma anche i suoi doveri (mai dimenticare!!!)

È questo è anche l’unico modo per riuscire a realizzare le transizioni (verde e digitale), cambiamenti indispensabili per preservare il pianeta pensando alle future generazioni.

Per non fallire le transizioni devono avere 2 caratteristiche, una equa redistribuzione dei costi (prevedendo che chi più ha più deve contribuire nel mettere risorse per accompagnare il cambiamento) e che le nuove frontiere del digitale e dell’intelligenza artificiale generino benefici per tutto il sistema e non solo per chi gode di posizioni di privilegio! In alternativa il conflitto sociale e il collasso del pianeta rischiano di essere inevitabili!

Temi cruciali che pesano significativamente anche sulla situazione del nostro paese.

Uno scenario complesso, dove a causa della costante diminuzione delle nascite e di un ventennio di attacchi scellerati contro gli immigrati, oggi siamo nella condizione di una cronica mancanza di mano d’opera professionalizzata che rischia di rallentare un sistema già in difficoltà (a causa del complesso scenario internazionale prima citato.)

Un positivo andamento occupazionale sia numerico che qualitativo con l’aumento dei contratti a tempo indet. ,da salutare positivamente, è più il risultato della mancanza di lavoratori e del fatto che le aziende stabilizzano subito per evitare di perdere sempre più rare  professionalità, che di un aumento della crescita e della ricchezza generale.

In attesa di invertire l’inverno demografico con scelte a favore di famiglie e genitorialità serve da subito potenziare la dotazione formativa per i nostri lavoratori e favorire un giusto processo di integrazione di lavoratori stranieri o il sistema rischia di collassare.

Oggi passati i tempi della Favola della “decrescita felice”, siamo tutti coscienti che la ricetta è la crescita;

sostenibile ambientalmente, con una redistribuzione della produttività ottenuta anche con l’intelligenza artificiale, ma il cui obiettivo sia lo sviluppo collettivo!

O si prende questa strada o il rischio sarà il tracollo del sistema produttivo e l ‘entrata in crisi dello stato sociale per come è stato fino ad oggi!

Pensioni, sanità,casa,scuola, già pesantemente in affanno, senza la generazione di nuova ricchezza dal sistema produttivo rischiano di essere ulteriormente ridimensionate!(..altro che la promessa di eliminare la Fornero!!!)

In tal senso preoccupa la situazione dei conti pubblici, una preoccupazione confermata dal DEF presentato dal governo in previsione della prossima manovra di bilancio, mancante completamente di indicazioni sulle future scelte economiche in un quadro finanziariamente complicato, con impossibilita di fare ulteriore deficit e il debito pubblico a 2872 miliardi (al febbraio 2024)

Il governo sappia che non accetteremo che per fare cassa si vada a tagliare ulteriormente lo stato sociale!

Dovevamo parlare di riforma delle pensioni ma intanto i lavoratori continuano a morire nei cantieri a 70 anni!!!!!

La sanità pubblica è al collasso, perfino le regioni hanno denunciato che in mancanza di ulteriori risorse governative il sistema rischia di saltare!

Le liste d’attesa si allungano, ci sono persone che rinunciano a curarsi mentre il privato prende sempre più spazio!

Nel lontano 1978 quando Tina Anselmi promosse l’idea del servizio sanitario nazionale, la scommessa era più ardua di oggi, il paese era più arretrato di oggi, le risorse a disposizione erano infinitamente minori,         la differenza era che lei aveva una visione chiara che la sanità era un tema centrale per le persone!

Una visione che oggi manca a gran parte della politica, una visione che giorno per giorno sta perdendo la consapevolezza che i diritti sociali sono una priorità assoluta per la gente comune e un elemento essenziale per contraddistinguere un paese civile!

Per questo, oggi, ribadiamo con forza che nessuno pensi di tagliare sanità, scuola, welfare in generale!

Che nessuno pensi di tagliare il “cuneo contributivo” o cancellare l’assorbimento delle prime 2 aliquote irpef!

Servono invece più risorse per difendere la sanità pubblica, la scuola, per finanziare la legge sulla non-autosufficienza ,per migliorare il sistema formativo,per rinnovare i contratti pubblici e per portare i salari italiani al livello dei salari medi europei(molto più alti dei salari italiani!).

Dire questo non è fare demagogia! Tutti sanno dove andare a prendere le risorse per sostenere un’idea di paese giusto! A partire dal recupero dell’evasione fiscale che ancora l’anno passato ha raggiunto il livello indecente di 100mld l’anno, (..basta condoni per premiare i furbi e soprattutto che l’evasione recuperata serva per abbattere le tasse a chi le paga!),  o,  aumentando la tassazione alle multinazionali che in anni difficili hanno guadagnato in modo sproporzionato nei settori dell’energia, del credito, il farmaceutico o l@ commerce ,solo per citarne alcuni.! Oppure ancora,chiedendo una tassa di solidarietà per i grandi patrimoni finanziari e immobiliari! Dovrebbe essere normale in un paese normale pensare che in anni difficili la solidarietà va ricercate in primis tra chi è ricco, non tra i poveri o tagliando lo stato sociale!

Non è demagogia ricordare che Valletta guadagnava 12 volte di più di un operaio Fiat, oggi Tavares guadagna 518 volte di più di un operaio Stellantis, ancor di più se l’operaio è in cassa integrazione come in Piemonte!

Le risorse per sanare il bilancio dello stato vanno trovate in questi capitoli! Attenti a chi dice che i risparmi vanno fatti rivedendo la spesa pubblica, perchè li sono contenute gran parte delle poste che servono per finanziare lo stato sociale! Che noi difenderemo!

L’italia ha vissuto altri momenti difficili da dove ne siamo usciti “assieme”, dal covid(recente), all’accordo di SanValentino (1984) all’accordo sulla politica dei redditi del luglio 1993,

se non vogliamo  fermare il paese torniamo a praticare quel modello che negli anni passati ci ha permesso ASSIEME di guardare avanti ,  restando agganciati al progetto europeo.

Anche oggi, la strada per evitare un conflitto sociale che può fermare il paese danneggiando tutti, ma in particolare chi è più in difficoltà, è un patto tra governo, imprese e sindacato dove condividere in modo equo, crescita o risanamento, nell’interesse generale del paese!

 

E oggi qua dal Palco di Vercelli non è possibile non ricordare quanto accaduto a Brandizzo e quanto purtroppo quasi quotidianamente accade nei posti di lavoro!

Dopo Brandizzo, Firenze, la Romagna una scia di sangue che quotidianamente coinvolge lavoratori sul posto di lavoro! una situazione intollerabile che genera lutti e drammi familiari!

Le scelte fatte dal governo, sulla scia dell’emergenza, della pressione sindacale, dalla spinta del presidente della repubblica sono primi passi in avanti che vanno valorizzati perche soprattutto frutto dell’azione del sindacato!

La patente a punti, l’assunzione di 766 nuovi ispettori, il potenziamento del nucleo dei carabinieri, la pubblicazione di una lista di imprese virtuose,da premiare,dove potere mandare con tranquillità i nostri ragazzi a svolgere alternanza scuola –lavoro sono, assieme ad altro, passi nella direzione giusta!

Ma va fatto di più, l’attenzione non può mai essere abbassata se è vero che ancora può capitare, come nei giorni passati, che un importante marchio del made in Italy tessile (Armani), avesse nella sua filiera produttiva aziende che non rispettavano regole basilari, non solo contrattuali ma di civiltà! è difficile immaginare che quei lavoratori mal pagati e stipati in condizioni insostenibili avessero garantito la sicurezza adeguata! E se questo può succedere in una realtà agganciata a un Brand mondiale pensate cosa può ancora accadere in realtà meno sotto i riflettori!

Bisogna vigilare per fare si che l’inserimento di nuovi ispettori, concretamente ed in tempi brevi venga realizzato nei territori per potenziare una urgente opera di prevenzione, vera strategia per evitare drammi sul quale piangere in ritardo!

Va potenziata la bilateralità, datori di lavoro seri e sindacato devono essere alleati nella ricerca di soluzioni per salvaguardare la vita dei lavoratori migliorando i sistemi produttivi! Chi è contrario a questa logica è un delinquente e in quanto tale va perseguito!

A fianco del potenziamento del personale ispettivo, va migliorato il coinvolgimento dei “delegati alla sicurezza” sia nei posti di lavoro che territoriali. Una rete capillare di lavoratori dedicata alla sicurezza fino ad oggi sotto utilizzata.

Sono loro che operano a fianco dei lavoratori le prime antenne che possono segnalare problemi e suggerire soluzioni. Va trovato il modo di coinvolgerli più capillarmente garantendogli una copertura per metterli al riparo da ricadute negative.

Anche in questo caso la vera novità può essere la definizione di un “modello partecipativo” che attraverso il coinvolgimento delle parti lavori per il miglioramento della sicurezza rendendo più efficaci i modelli organizzativi.

Niente di nuovo, di più o di diverso di quanto abbiamo fatto durante il covid con i protocolli sicurezza, permettendo ad aziende di non chiudere, di non fermare il paese,g arantendo la tutela dei lavoratori!

Registriamo positivamente il percorso che sotto la regia della prefettura è partito in quattro scuole della provincia di Vercelli in cui parleremo a più voci, sindacato, enti ispettivi, parti datoriali di salute e sicurezza. Anche con azioni come queste si prova a facilitare quel cambiamento culturale essenziale per invertire la scia di sangue.

Anche per la nostra Regione, è arrivato il momento di dare gambe e concretizzare il contenuto degli importanti accordi unitari fatti su sanità, salute sicurezza ma anche di sciogliere alcuni nodi che pesano in modo importante sul futuro del Piemonte.

Va al più presto dato corso all’accordo sottoscritto per il contenimento delle liste d’attesa, prevedendo in occasione della revisione del CUP regionale una nuova organizzazione capace di tracciare tutte le richieste, soprattutto quelle non evase, che molto spesso si traducono in visite non fatte o trasferimenti al privato. È essenziale traguardare ad un maggiore coinvolgimento del privato convenzionato, aumentando l’offerta su tutte le prestazioni non solo su quelle appetibili, va reso più strutturale il coinvolgimento dei medici di medicina generale o il rischio è il tracollo della medicina territoriale.

Bisogna completare quanto definito nell’accordo regionale, completando l’assunzione delle 2000 figure professionali indispensabili per non peggiorare ulteriormente la situazione della sanità pubblica piemontese. (primo passo … ne mancano 6/7000)

In merito a salute e sicurezza bisogna lavorare per trasferire quanto definito, nel piano triennale regionale 24/26, agli Spresal territoriali, potenziando personale, aggiungendo nuove professionalità, rendendo più efficace l’opera di prevenzione in un mondo del lavoro in profondo cambiamento.                                           Oggi la palla è sopratutto nelle mani delle asl e dei loro direttori che li devono fare arrivare le risorse…..

Stesso impegno deve essere messo sul tema dello sviluppo, servono risposte certe su aziende che hanno segnato e segnano la situazione sociale e occupazionale della nostra regione.  Abbiamo il diritto di saper il futuro di Stellantis, di ilva per le ricadute sia dirette, che sull’indotto e sull’economia generale.

Attendiamo con impazienza il termine dei tavoli ministeriali per capire il nostro futuro ed avere finalmente un piano industriale con obiettivi e investimenti, dove fare una valutazione oggettiva più attendibile delle tante dichiarazioni fatte da Tavares poi sempre smentite (….500 elettrica in polonia…)

Anche ILVA non può essere abbandonata, la produzione di acciaio è il vero filo rosso che collega gran parte dei settori di prospettiva per la nostra regione, sia che si parli di infrastrutture, di auto o aerospaziale.

Sarebbe rischioso abbandonare questa filiera segneremmo pesantemente le prospettive per il futuro della regione!

Chiediamo alla regione di spendersi con più impegno sullo sviluppo di una adeguata rete infrastrutturale per collegare in modo più efficace il Piemonte all’Europa, all’est europeo, al mare e all’africa.

L’essere attraversati da 2 corridoi europei (to-kiev , ge-rotterdam)  è una grande opportunità,per renderci attrattivi efficientando tutte le filiere presenti, dall’industria ,al turismo alla logistica e creando un sistema più competitivo per attrarre aziende di qualità,

creare occupazione , ricchezza per i salari , lo stato sociale e collegare le aree periferiche della nostra regione.

 

Le sfide e le opportunità che abbiamo davanti sono molte e le potremo affrontare solo se insieme, con una partecipazione responsabile, rimetteremo al centro la persona come soggetto e non oggetto di ogni agenda sindacale, politica, istituzionale, perché solo insieme costruiremo un futuro migliore.

Buon 1 maggio !

 

Posted in Economia
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

(elisabetta acide) – Erano gli anni Ottanta, giovane studente universitaria non ho esitato a preparare la tesi di laurea sulla catechesi del mercoledì del “mio Papa”, quello che in occasione di una udienza mi ha abbracciato e di cui conservo gelosamente la fotografia, proprio quel momento, in camera.

“ Comportati sempre bene”. Le sue parole, il suo sorriso, sono rimaste nella mia mente di quindicenne in viaggio a Roma.

Il Papa “dei giovani” e del sorriso, del coraggio e dei viaggi.

Il Papa di quelle “giornate mondiali della gioventù” fatte di futuro, di speranza per quelle “sentinelle del mattino”.

Il Papa del dialogo, delle preghiere per la Pace, di quel monito: “Mai più la guerra, spirale senza ritorno”.

Quella “catechesi del mercoledì” che parlava di amore e matrimonio: “L’amore umano nel piano divino”.

Acuto antropologo, ci ha fatto riflettere sulla dimensione della alleanza, della grazia e del segno, grazie all’ analisi dell’ ambito biblico-teologico, per comprendere la redenzione del corpo e la sacramentalità del matrimonio.

Il Papa delle parole pronunciate senza mezzi termini, di cui conservo fotocopia e che ogni anno, da allora,  faccio leggere ai miei studenti: le parole pronunciate nella piana di Agrigento quel 9 maggio 1993, quando, appoggiato a quel Crocifisso ha condannato la cultura della morte con quel “convertitevi!”

Rivolto agli uomini di mafia, disse:

“Questi che portano sulle loro coscienze tante vittime umane, devono capire, devono capire che non si permette di uccidere innocenti!

Dio ha detto una volta: “Non uccidere”; non può un uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio!  Qui ci vuole civiltà della vita!

Nel nome di questo Cristo, crocifisso e risorto, di questo Cristo che è vita, via verità e vita, lo dico ai responsabili, lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!”

Il Papa delle parole chiare: “se sbaglio mi corrigerete” … le parole pronunciate il giorno della sua elezione al soglio pontificio … non abbiamo dovuto correggere nulla.

Dovremmo ancora leggere e rileggere e magari “correggere” ciò che non siamo stati capaci noi di comprendere.

***

Sono, questi, giorni in cui il cuore è rosso di ricordi.

Il 2 aprile 2005 nasceva al Cielo San Giovanni Paolo II; il successivo 8 l’ultimo saluto del Mondo al Papa venuto “da un Paese lontano”, con quella S. Messa esequiale, anch’essa destinata a restare nella Storia anche per l’omelia dettata dall’allora Card. Joseph Ratzinger.

L’ allora card. Ratzinger si affidò a parole di speranza, tristezza e gratitudine.

Un “seguimi” che ha caratterizzato tutta la vita di Karol Wojtyla.

“Seguimi” dice il Signore risorto a Pietro, come sua ultima parola a questo discepolo, scelto per pascere le sue pecore.

Un seguimi fatto senza riserve , fino a quel 2 aprile, quando stremato dalla malattia  ma sempre con dignità, ha reso la sua vita nelle mani di Dio.

“Egli ha interpretato per noi il mistero pasquale come mistero della divina misericordia.”

Ricorda il card. Ratzinger , e la meravigliosa enciclica Dives in Misericordia.

Quelle parole di Gesù: “Chi vede me vede il Padre”, che ci ha mostrato il Volto misericordioso di Dio, quelle parole che sono state interpretate da Karol e ci hanno fatto capire il suo abbraccio a quel “Seguimi!”.

Quella misericordia raccontata nella parabola del  figlio che “torna”, con la  consapevolezza della sua  dignità perduta che si perde in quell’ abbraccio preparato “da lontano” da quel padre che scruta dalla terrazza.

La misericordia che ha come protagonista Maria “Madre di Misericordia”.

Se la domenica dopo Pasqua ricordiamo la “Domenica della Misericordia” lo dobbiamo a Papa Wojtyla, a lui che nella misericordia ci ha insegnato a sperare, in  quella giustizia che va oltre “ il dare a ciascuno il suo” perché è di più, è “dare misericordia a tutti”.

E continua il futuro pontefice Benedetto XVI nell’ omelia della Messa esequiale, parlando di lui:

”Alzatevi, andiamo!”, è il titolo del suo penultimo libro. “Alzatevi, andiamo!” – con queste parole ci ha risvegliato da una fede stanca, dal sonno dei discepoli di ieri e di oggi.

“Alzatevi, andiamo!” dice anche oggi a noi.”

A noi oggi, come allora ripete: “Alzatevi, andiamo”, a noi che stiamo andando in questo cammino sinodale ma che forse abbiamo “perso la meta”, a noi che a volte pretendiamo di camminare senza alzarci, a noi che nel camminare a volte trasciniamo i piedi … lui che amava la montagna, che ogni estate arrivava vicino a noi, in Val D’ Aosta a “ riposarsi”, su quelle montagne che parlano di Dio.

“ Alzatevi , andiamo” dice ancora a noi oggi, che ci siamo fermati sulle certezze o a noi che siamo “chiusi  nel luogo” come quei discepoli tristi ed impauriti dopo la morte di Gesù .

“Alzatevi, andiamo” dice a noi, invitandoci a “ viaggiare” come ha fatto lui, in una chiesa che ha bisogno di “cristiani in piedi”, di cristiani “viaggiatori” nel quotidiano .

Il suo ricordo, le sue parole, andrebbero rilette, il suo pontificato riletto alla luce di un nuovo vigore, perché la chiesa ha bisogno di papi santi, di esempi di umanità e sequela.

“Seguimi”  e lui ha “seguito” e come ricorda nella parte finale dell’ omelia J. Ratzinger, il “Santo Padre ha trovato il riflesso più puro della misericordia di Dio nella Madre di Dio. Lui, che aveva perso in tenera età la mamma, tanto più ha amato la Madre divina. Ha sentito le parole del Signore crocifisso come dette proprio a lui personalmente: “Ecco tua madre!”.

Ed ha fatto come il discepolo prediletto: L’ ha accolta nell’ intimo  del suo essere (Gv 19, 27) – Totus tuus.

E dalla madre ha imparato a conformarsi a Cristo.”

Ecco il “modello” con il quale rinnovare il ricordo e pregare: il modello è Cristo e con lui ogni uomo riconosce se stesso.

Posted in Pagine di Fede

A Cervatto sulla Strada Provinciale9, un’auto è precipitata  in un dirupo, all’interno è stato ritrovato privo di vita un uomo di 52 anni.

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Cronaca

Come si può chiamare una storia vera di passione e cultura enologica, di offerta innovativa ad un pubblico di intenditori ed anche di persone che vogliono semplicemente la garanzia certa di trovare vini di qualità e sostenibili, prodotti da piccole cantine gestite da enologi non inclini al compromesso?

Che nome dare a questa storia di iniziativa imprenditoriale coraggiosa, così come fondata su solide basi di conoscenza ed una preparazione meticolosa, cura attenta del particolare, orientamento al Cliente, passione per il proprio lavoro?

Il nome per questa storia e per queste storie che si intrecceranno con quelle dei consumatori c’è e l’ha trovato Sara Rocutto, che propone ad un pubblico vercellese e non solo, “Enostorie”, la boutique dell’enologia, la maison del vino di qualità e di un approccio al bere responsabile.

Responsabile non soltanto perché evidentemente attento ad evitare gli eccessi, ma responsabile anche perché – come abbiamo già accennato – i vini che si trovano qui a Vercelli, al 18 di Corso Fiume, in questo simpatico ed accogliente punto di incontro che ha tagliato il nastro inaugurale sabato scorso, provengono da Cantine attentamente selezionate tra il grandissimo patrimonio di conoscente della titolare, diverse per i vitigni dai quali attingono le produzioni, ma unite dal comun denominatore di praticare tecniche colturali e poi di vinificazione del tutto conformi a standard di sostenibilità.

Insomma, chi viene a Enostorie sa di trovare non soltanto l’eccellenza nell’accezione tradizionale della parola, ma soprattutto quella particolare forma di attenzione che ci tiene indenni da strumentalizzazioni commerciali e soggezioni industriali ad interessi eccessivi di marcato.

Ultimo aspetto, ma non certo per importanza, il segnale di ottimismo e ripresa che questa giornata manda alla città.

Una saracinesca che si alza, specie se sostenuta da una fondata (e formata) voglia di fare impresa, significa sempre desiderio di futuro ed è per tutti un segnale di speranza.

Peraltro, nello stesso giorno (ma ne diciamo in altro servizio) il secondo appuntamento: in mattinata l’inaugurazione di una nuova gestione, del ristorante che, in Piazza Cavour, era stata la Trattoria da Paolino.

Buon lavoro allora a Sara, che nel giorno dell’inaugurazione è stata accompagnata da Dirigenti e Funzionari di Ascom Vercelli, da Jose Saggia e Donatella Bertolone a Paola Bussi con Enzo Capanna e dai rappresentanti del mondo dei Sommellier e di Slow Food, guidati dal Fiduciario Massimo Bignardi.

Poi, tanti appassionati e intenditori, già formati ed altri desiderosi di “abbeverarsi” a questa “fonte” di prodotti davvero speciali, ma non esclusivi, alla portata di molti.

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Posted in Economia
Provincia di Vercelli, Vercelli Città

Here’s to you, Nicola and Barth.

Inutile rintuzzare il ricordo dell’indimenticabile canzone di Joan Baez, con la musica di Ennio Morricone, che da più di 50 anni è inseparabile colonna sonora nell’immaginario (oltre il film di Giuliano Montalto) collettivo, quando si parla di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.

Anche nella minuscola Vercelli, ci sono persone capaci di declinare al futuro, fare vivere nei cuori, perpetuare l’insegnamento di chi ci ha troppo presto lasciato, affidando tuttavia a noi il testimone portato nella loro corsa.

Così, quando Angelo Valente racconta che la giornata di sport, oggi, alla Palestra Bertinetti di Vercelli, è un omaggio a Vito, suo fratello, Ambra Mauratelli e Marco Mazzarda, subito si pensa: here’s to you…

A molti il merito di avere promosso questo evento, che ha visto partecipare tante scuole di Arti Marziali, per un totale di oltre dieci discipline: il Comune di Vercelli nella persona dell’ assessore Sabatino, lo Csen con Paolo Foscolo, il delegato provinciale Coni Laura Musazzo, la palestra Danzarte di Annalisa e Nicoletta.

Circa 180 gli atleti, tra maestri e allievi, attivi in 12 discipline marziali, che hanno risposto all’ invito.  

Vi lasciamo con il filmato e una piccola gallery

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Posted in Lo Sport

(marilisa frison) – La seconda Via Crucis itinerante del venerdì sera, alle 21, per la Comunità Pastorale 12, ha avuto luogo presso la chiesa San Giorgio di Tricerro.

La prima Via Crucis fu tenuta nella parrocchiale di Trino, mentre la terza avrà luogo, venerdì 1 marzo, nella chiesa San Germano di Palazzolo Vercellese.


Tantissimi i bambini del catechismo che accompagnati dalla propria Catechista, questo venerdì 23 febbraio 2024, hanno animato la Via Crucis. Prima della lettura di ogni Stazione, a turno portavano davanti all’altare un segno inequivocabile di ciò che succedeva, che aveva vissuto Gesù, in quel preciso momento e nel mentre i chierichetti con la croce e le candele tra le mani si spostavano di Stazione in Stazione.


Molto soddisfatto il parroco, don Patrizio Maggioni, che ha ringraziato sia i bambini, per la partecipazione, che i genitori per averli accompagnati, perché è importante la Via Crucis e in tutte le chiese è rappresentata con le Stazioni. Il Vangelo ha un cuore e nel cuore del Vangelo c’è proprio la Via Crucis, il sacrificio di Cristo per noi. Il Vangelo è stato scritto proprio per raccontarci questo grande regalo che Dio ci fa: la Via Crucis. Vincere il male con il bene, questa è la Via Crucis.

Posted in Pagine di Fede

(marilisa frison) –  La scorsa domenica, prima di di Quaresima, 18 febbraio 2024, la Santa messa delle 10 è stata ricca di piacevoli avvenimenti.

È stata accolta all’altare da don Patrizio Maggioni, la piccola Ginevra Tringali, con papà Francesco, mamma Samantha, padrino e madrina, che in occasione del suo Santo Battesimo, in questa domenica speciale, è stata iscritta nel libro della vita.

È diventata figlia di Dio, il re dei re. A lei e alla sua famiglia vanno gli auguri per futuro roseo, tutto in salita, ma con uno sguardo sempre rivolto al Signore.

Inoltre, in chiesa erano presenti gli alpini, il “Gruppo Alpini Trino”, in occasione del tesseramento.

Gianni Tavano dall’ambone ha invocato la preghiera dell’Alpino, mentre i compagni erano sull’attenti, ordine impartito dal Presidente Massimo Olivetti. Il parroco ha sottolineato l’importanza di questo gruppo, che tanto si dà da fare per la comunità, sempre in sordina e a testa bassa, una grande risorsa per la nostra splendida cittadina. Al termine della Santa messa hanno fatto la foto di gruppo davanti all’altare con la foto di don Pollo, uno di loro. In onore agli Alpini era presente l’Assessore Roberto Gualino, con fascia tricolore, nelle veci del Sindaco.

L’omelia don Pato l’ha incentrata sulle tentazioni e su quanto è importante stare lontano da queste tentazioni, a tal riguardo ha voluto raccontare una parabola dal titolo “la parabola del treno”, che interiormente lo rispecchia.

Racconta di treno ad alta velocità con tutte le comodità possibili e inimmaginabili, dove non manca nulla, e noi siamo su questo treno, seduti e spamparazzati con ogni tipo di confort, viaggiando a 300 km orari, tutto studiato per non farci mancare nulla, internet, TV, sedili massaggianti. Ma, mentre il treno corre, a un certo punto una hostess uscendo dalla cabina di pilotaggio lascia intravedere che non c’è nessuno a condurre il treno. Allora come va a finire questa parabola? Che le persone si inquietano. In questo treno bellissimo c’è tutto, ma manca la cosa principale, manca chi conduce il treno. Qualcuno si slaccia la cintura e la hostess lo rassicura “stia tranquillo, è tutto automatico, funziona alla perfezione”. Ma il tipo si alza e dice: “no, io voglio andare in fondo al treno e stare tra gli ultimi, dove la gente non ha nulla, vado là per ritrovare il padrone del treno, chi conduce il treno, chi ci ha regalato la vita, perché mi ha detto: che se non lo trovo davanti devo tornare indietro tra gli ultimi”. E il sacerdote ha terminato “in questo inizio di Quaresima recuperiamo davvero il Signore, perché una vita senza il Signore, senza Dio, che è poi l’amore, è nulla. Bisogna donarsi e non pensare alle nostre comodità.

Al termine della celebrazione religiosa il diacono Giuseppe Partinico, ha speso delle bellissime e toccanti parole per don Patrizio: “carissimo don Patrizio, abbiamo ricevuto una tua lettera che ha colpito molto la nostra Comunità, e colpisce ciascuno di noi, per il contenuto. Ma sentiamo l’impegno forte e penso di dover esprimere le parole di tutta la nostra comunità: sentiamo il desiderio forte di accompagnarti sicuramente con la preghiera e il compito più grande che ciascuno di noi in questo momento può fare, dirti il nostro grazie, perché siamo sicuri che tornerai in mezzo a noi ancora più carico di prima. Quindi, questo nostro accompagnamento vuol essere veramente il ringraziamento di tutto ciò che fai per la nostra comunità e di ciò che ancora farai”.

Un grande applauso spontaneo è partito dall’assemblea.

La benedizione del papà e mamma di Ginevra e poi di tutta l’assemblea hanno chiuso la Santa messa centrale della prima domenica di Quaresima.

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(marilisa frison) – In questo mercoledì 14 febbraio 2024, è il giorno in cui si festeggia anche l’amore, e non poteva avere coincidenza migliore, le ceneri sono un cammino di conversione dei fedeli in vista della Pasqua, il segno più grande d’amore che Gesù poteva darci.
Questo momento forte è molto sentito a Trino e alla Santa messa delle 18, l’assemblea in San Bartolomeo era nutrita, tanti anche i ragazzi che hanno sentito il bisogno di ricevere sul capo una traccia di cenere benedetta.

Il gesto di spargere le ceneri sul capo dei fedeli richiama proprio il passo biblico in cui Dio rivolge ad Adamo le parole: “Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai”.

Un simbolo antico che rappresenta la fragilità e la natura effimera della condizione umana, e che invita i credenti alla riflessione sulla propria esistenza e sulla necessità di pentimento e conversione verso Dio.
È stato toccante vedere i due sacerdoti scambiarsi l’imposizione delle ceneri.

Nell’omelia don Maggioni ci dice: “siamo chiamati a delle rinunce a dei sacrifici, che devono sempre avere dei fini di bene verso i nostri fratelli e verso le persone che il Signore ci ha messo accanto. Non si fa Quaresima per il gusto di soffrire, ma per mettere in campo il bene: bene per i fratelli, bene per il mondo. Certo che questo chiederà sacrifici e qualche rinuncia. I digiuni che facciamo sono buoni, sono ottimi se servono poi a condividere il tanto che abbiamo con chi non ha tutto quello che abbiamo noi. Questo sì che è un digiuno gradito al Signore….”
Il sacerdote ci ha ricordato che il comandamento più bello e importante che Dio ci ha lasciato è: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”, e si chiesto al Padre che è nei cieli, in questo tempo di Quaresima, di migliorare l’amore tra di noi.

Dovremo disarmare la mente, la bocca, il cuore, le tastiere. L’amore non è sito nel cuore, ma nel cervello. E, se è davvero il prodotto della ragione, ci porta ad amare anche chi non si conosce ed è dall’altra parte dello schermo a vivere la vita, a cercare amore.
Buona conversione.

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Trinese

(marilisa frison)Dopo l’incontro di mercoledì 20 gennaio, a Tricerro, la Comunità Pastorale n. 12, mercoledì 7 febbraio, alle 21, si è nuovamente riunita per vivere insieme l’Adorazione Eucaristica, questa volta a Palazzolo, nella chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio.

Erano sempre presenti fedeli provenienti da Palazzolo, Trino e Tricerro.

Si sono vissuti intensi momenti di Adorazione Eucaristica, di preghiera, di canto, di silenzio e di riflessione, guidati dalla toccante voce di don Riccardo Leone, che si occupa della parrocchia.

Ad aprire la celebrazione il parroco don Patrizio Maggioni, che ha ringraziato quanti sono venuti a mettersi davanti al Santissimo Sacramento, anziché davanti a Sanremo.

Mentre i fedeli salutavano il Signore intonando “T’adoriam Ostia Divina”, don Riccardo esponeva il Santissimo con tutti gli onori, incensandolo.

Il sacerdote, dopo una riflessione sull’importanza dell’amore di Dio e di avere sacerdoti che ci facciano innamorare dell’amore di Dio, ha letto un brano dal Vangelo secondo Matteo.

Ha proseguito con un’omelia dettata dal cuore:

“La vita non è un viaggio verso il nulla, ma un viaggio verso un meraviglioso incontro, verso una festa, verso un premio che conosciamo, la via che conduce alla festa: Gesù! È Gesù che ci ha dato una segnaletica precisa, per non correre il rischio di prendere strade che non conducono alla festa. È Dio la vera ricchezza della vita, che ci rende incapaci di odio e di vendetta, ma di pace, mitezza, benevolenza, limpidi nell’anima e liberi dalle catene dell’egoismo. Se il mondo vivesse il Vangelo delle Beatitudini sarebbe un’anticipazione del Paradiso – don Leone procede con le varie riflessioni intervallate da canti soffermandosi sulla Pace – Sì noi vogliamo la Pace di Gesù, quella Pace che non sono i compromessi, ma quella Pace che nasce dal profondo del nostro cuore, la Pace che viene dai sentimenti di perdono, di gioia, di riconoscenza, è questa la Pace vera, se questa Pace fosse nel cuore degli uomini non ci sarebbero le guerre”.

Ha concluso con la benedizione dell’Assemblea, ricordando che non sono da colpevolizzare le persone non presenti, ma bisogna portare loro il messaggio percepito, renderle partecipi a questi bei momenti di comunione e coinvolgerle.

Al termine Renato Maffè, ha illustrato la mostra itinerante esposta nella stessa chiesa sull’Enciclica del 2015 di Papa Francesco “La Laudato Sì”, e sottolineato l’importanza della cura dell’ambiente e del non spreco, è essenziale il riutilizzo per evitare rifiuti. Attenzione al consumismo. In riferimento ha asserito: “Aggiungerei un 11esimo comandamento: rispettare l’ambiente”.

In allegato il video con le belle e commoventi parole, tutte a braccio, di don Leone e al fondo anche la presentazione integrale della mostra su “La Laudato sì”, da parte di Maffè.

Per il bene di tutti è significativo far veicolare messaggi di Pace e d’Amore provenienti dal cuore.

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