VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

La follia umana si lascia spesso alle spalle macerie che restano come lugubri testimoni del tempo.

Ma sono macerie che opprimono, soffocano, sovrastano non soltanto gli sforzi di rinascita dei popoli distrutti dalla guerra e da una delle più tremende e crudeli sue forme, la guerra civile ed etnica.

Sono macerie che rendono disperate le condizioni di vita anche degli animali.

E’ il caso della cittadina di Prijedor, devastata dalla guerra in Bosnia Erzegovina, ormai più di trent’anni fa e che sta cercando di recuperare quel ruolo “naturale”, anche per posizione geografica, idoneo a permetterle una piena rinascita, anche economica.

Resta, però, come relitto ancora abbandonato, il canile lager di Kurevo Shelter, dove erano ammassati a centinaia poveri animali, denutriti e tenuti in condizioni igieniche spaventose.

Del resto può non meravigliare più di tanto: in luoghi dove si è potuta concepire e realizzare una mostruosità come la cosiddetta “pulizia etnica”, perché pensare che possa essere riservata ai cani quella umanità esiliata dai sentimenti degli umani?

Ma, come abbiamo visto, a Milano è nata da qualche tempo l’Onlus “Prijedor Emergency”, che sta facendo tanto per assicurare un futuro agli animali, grazie anche all’aiuto che arriva da tanto Volontariato italiano.

Volontariato che si esprime anche con iniziative di sensibilizzazione come quella di oggi, a Prarolo.

Nel piccolo Centro della Bassa Vercellese, mobilitati dall’iniziativa di Monica Bellardone, la referente del progetto per le nostre zone, si sono ritrovate tante persone che hanno voluto dare un contributo, sia concreto, sia in termini di promozione di una più vasta conoscenza di questa realtà.

Così, è nata l’idea di una camminata (alla portata di tutti, circa sette chilometri) insieme ai propri beniamini a quattro zampe, lungo un percorso che, muovendo dal centro polifunzionale di Prarolo, si è snodato tra le risaie, per fare poi ritorno in paese.

Ad attendere i “camminatori”, una fumante panissa, che ha ripristinato il bilancio energetico della mattinata.

Torneremo presto a parlare di questa realtà, di Monica Bellardone, delle iniziative che con il suo gruppo sta mettendo in piedi.

Ringraziamo per il contributo al fotoservizio Alessandra Bellardone.

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Provincia di Vercelli

La buonanima del Senatore Francesco Leone,  eroe della Resistenza, poi Padre Costituente, Parlamentare, dirigente nazionale del Pci e riferimento indiscusso della Federazione vercellese del partito, era solito ammonire i militanti che pensavano alla politica come una cosa alla portata di qualsiasi massa cerebrale:

“La politica – diceva – non è polenta”.

Si è sempre interpretato così:

non è che basti girarla e rigirarla e quella si fa da sola.

Va detto che una parte minoritaria di Cultori della Tradizione rende anche una versione parallela (peraltro, non sono incompatibili) del brocardo, che suonerebbe, dunque, così:

”La politica non è pane e salame”.

E qui l’allusione al rifuggire l’idea che sia alla portata del patrimonio neuronale di chiunque, prenderebbe forma nella ulteriore metafora: non è che basti affettare il pane, affettare il salame ed il pane e salame è pronto.

Ma andiamo con ordine.

Già, ma dove andiamo?

Scopriamolo insieme.

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LA LEGA DI VERCELLI UN ACCORDO SU QUALCOSA L’HA GIA’ TROVATO / 1

Per incredibile che ciò possa apparire, tutti, nella Lega, almeno su una cosa (abbastanza importante) sembra siano d’accordo.

Tutti:  i tiramaniani dichiarati così come quelli criptici, fino ai  seguaci del Sindaco di Novara,  dell’ex Sindaco di Novara, di chiunque purchè di Novara.

Che siano della Valsesia, della pianura, della città di Vercelli, dai territori leghisti emerge un’istanza corale e monocorde.

Istanza condivisa da quelli che lo conoscevano già prima, così come da quelli che non lo conoscevano e, ancora, da coloro che adesso hanno imparato a conoscerlo e, quindi, se prima non sapevano nemmeno chi fosse, adesso lo sanno.

Ma, soprattutto, questo obbiettivo è fatto proprio, con convinzione che non conosce né tentennamenti, né ripensamenti, né la minima gaffe,  dallo stesso Capitano La Gaffe  (il giocoso nick name, mutuato da “Il Paese dei campanelli” è stato coniato da affettuosi amici di Enrico Montani): vuole portare via i piedi da qui più presto che può.

E, almeno in questo, il simpatico Capitano rappresenta, così, l’intera comunità politica padana, dal Monte Rosa fino a Terranova, dove la Sesia affluisce nel Po.

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Sicchè tutti, lui compreso, vogliono che Enrico Montani torni presto ai suoi incombenti o, comunque, rientri a casa e, prima di tutto, si levi da qui: perché nessuno, nemmeno i più pessimisti, sarebbe mai riuscito ad immaginare una gestione del Commissario politico provinciale della Lega più esilarante.

Come se Vercelli fosse diventato il palco dove mandare in scena una spiritosa operetta.

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Per congedare con bel garbo il Commissario, occorre celebrare un Congresso elettivo per il rinnovo delle cariche sociali.

C’è la data: il prossimo 20 maggio.

Lo hanno deciso l’altro ieri, nel corso di una riunione del “Direttorio”.

Si badi: non il “Direttivo”.

No, proprio il Direttorio, come quello tardorivoluzionario.

E amen.

Dunque il Direttorio (i Segretari delle Sezioni esistenti i provincia) si è riunito ad Arborio ed ha deciso: il 20 maggio si vota.

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LA LEGA DI VERCELLI UN ACCORDO SU QUALCOSA L’HA GIA’ TROVATO / 2

A ben vedere, tuttavia, il Commissario è riuscito ad ottenere una cosa importante: almeno una.

Ha fermato l’emorragia di Consiglieri Comunali, soprattutto di Vercelli, verso Fratelli d’Italia.

Non se ne andrà più nessuno.

E per un motivo molto semplice.

Lui Montani, il candidato Segretario, Daniele Baglione (il conquistatore di Lenta)  e soprattutto il giovane saputello che hanno messo Capogruppo in Comune hanno regalato tutto il gruppo al Ghiottone ed al Pirata.

Quindi, se hanno passato l’intero pacchetto, non c’è più bisogno che gli altri gliene sottraggano uno per volta.

Del resto, pare che, per motivi suoi, di equilibri territoriali e (forse, semmai gliene importasse) di rapporti in Anci, lo stesso Sindaco gaudenziano, Alessandro Canelli, abbia raffreddato i bollenti spiriti e sentenziato: Corsaro non si tocca.

E loro si sarebbero volentieri appecorati,  anche perché pare sia l’esercizio politico in cui da quattro anni a questa parte si sono cimentati con mirabile coerenza.

Ritorneremo prossimamente sull’argomento per meglio argomentare.

Per ora, siccome non è questo il punto, ci si affida alla sintesi.

Fine delle cose sulle quali in Lega sono d’accordo.

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IL DISACCORDO

La battaglia più dura si sta combattendo per la conquista della Segreteria provinciale.

Il Commissario Montani è arrivato qui con un compito:  conficcare in terra vercellese il Segretario voluto da Novara.

Sappiamo che si tratta di Daniele Baglione.

E uno dice: ma possibile che abbiano fatto  tutto queto casino solo per togliere Paolo Tiramani e mettere Baglione?

Si vede che a loro piace così.

L’unico concorrente di Baglione è Michele Pairotto, Sindaco di Tronzano Vercellese ed ancora tiramaniano.

I voti sarebbero lì lì: più o meno il 50 per cento ciascuno.

Da settimane il “povero” Pairotto è sottoposto alla minaccia del bastone ed alla lusinga della carota.

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PAIROTTO / 1 – Il Bastone

Nel corso della riunione di Arborio, è stata l’ora del bastone: guarda, Pairotto (gli avrebbero detto)  se tu ti candidi alla Segretria provinciale contro Baglione, noi ti “sospendiamo”.

Bum.

Si badi: non hanno detto “ti espelliamo”, ti buttiamo fuori.

No, anche perché si rendono conto (forse) che a tutto c’è un limite.

Ma quale sarebbe l’astuto disegno sotteso alla minaccia?

La sospensione, al contrario dell’espulsione, non è una cacciata dell’interessato dal partito.

Sta lì, come un caciocavallo appeso.

Solo che, mentre è sospeso, non può essere eletto e non può votare.

Sono loro stessi, dunque, a dire: ti sospendiamo, tu non voti, viene eletto Baglione e, appena dopo, l’amico Riccardo Molinari ti reintegra.

Tu ritorni, non conti più una fava, ma resti in Lega e noi portiamo a casa la cadrega per Baglione.

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Per quanto in politica se ne siano viste tante e tante se ne vedano tutti i giorni, bisogna riconoscere che, per riuscire a concepire una cagata del genere noi ci avremmo messo almeno un anno e forse non sarebbe bastato ancora.

E bisogna poi vedere se il Segretario Molinari potrebbe mai avallarla.

Forse per questo motivo, ieri sera (il giorno dopo l’ora del bastone) si sarebbe passati al momento della carota.

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PAIROTTO / 2 – La Carota

La location è propedeutica, adusa ad ospitare, nella discrezione, riservati convegni confortati da menù ricercati.

Siamo a Carisio, ristorante l’Angolo.

Soltanto due i commensali: ma chi?

Proprio loro: gli sfidanti.

Altro che duello all’ok Corral, altro che battaglia congressuale all’ultimo voto.

Con i piedi sotto la tavola, si va di battuto di fassone, piuttosto che di tagliolini tipici tirati a mano ogni mattina.

Lasciamo poi stare dei tanti modi sublimi per togliersi la sete, che la nostalgia è canaglia e ci vengono le lacrime agli occhi.

Faccia a faccia, il neogaudenziano Baglione cala la proposta a bruciapelo: ma senti, caro Michele, se tu mi dai il via libera, io ti assicuro che  ti nominiamo nel Regionale.

Cosa sia bene questo “Regionale” è una cosa difficile da capire per chi non si barcameni da anni tra le pieghe degli Statuti della Lega.

Comunque potrebbe essere questa roba qua sotto.

La proposta, comunque, sarebbe stata questa (riferiscono gli usignuoli)  Baglione Segretario e Pairotto in qualche organismo di partito regionale,  come rappresentante dei leghisti vercellesi.

Un modo come un altro per trovare un accordo.

Il fatto è che quel posto è già stato offerto a tante persone, quasi come il posto di Vicesindaco al Comune di Balocco.

Ma – dei tanti convinti di averlo già in tasca – ce n’è uno che fa una tenerezza sconfinata ed è  nientemeno che Dante.

Bisogna infatti sapere che  Gian Carlo Locarni  deve fare le valigie dalla Segreteria cittadina di Vercelli, alla quale i più sagaci tra i neonovaresi avrebbero destinato Maurizio Tascini.

Per Dante, dunque, resterebbe il premio di consolazione del Regionale.

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Come la prenderà il ri-fondatore della lingua italiana?

E, soprattutto, come finirà?

Chi vivrà, vedrà.

Posted in Trippa per i gatti
Provincia di Vercelli

Subito coronata da tanta partecipazione, soprattutto degli Studenti, la prima Giornata della Ristorazione, promossa da FIPE Confcommercio, che celebra la cultura dell’ospitalità italiana, accendendo i riflettori sul ruolo economico e sociale della ristorazione per lo stile e la qualità della vita del nostro Paese.

Ha dunque preso il via venerdì mattina appena trascorso, da Roma, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la prima Giornata della Ristorazione per la Cultura della Ospitalità Italiana, promossa dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE-Confcommercio), con il patrocinio delle maggiori Istituzioni cui il Settore afferisce.

L’iniziativa, che ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica, ha suscitato l’interesse e il coinvolgimento, attraverso parallele iniziative diffuse in tutto il Paese, di oltre 5.000 attività di pubblico esercizio, tra ristoranti, trattorie, osterie e pizzerie.

E 500 sono stati i ristoranti italiani all’estero che hanno dato la loro adesione alla manifestazione.

Insieme alle imprese, protagonista indiscusso di questa edizione è stato il pane, elemento centrale nella quotidianità della cultura gastronomica italiana e simbolo, tanto semplice quanto potente, dei valori di ospitalità, convivialità e condivisione.

Non è mancato un momento pubblico, in Piazza Cavour, dove gli Operatori Ascom (con loro il direttore Andrea Barasolo ed il funzionario Federico Graglia): tante persone hanno potuto informarsi direttamente sulla giornata e le attività della ristorazione vercellese.

Il pane rappresenta infatti la forza popolare della cucina italiana e non solo, che ha espresso e esprime professionalità e prodotti insuperabili nel mondo, ma non dimentica gli ultimi: proprio in occasione di questa giornata di festa per la ristorazione italiana, Fipe farà a favore di Caritas Italiana una donazione per le mense utilizzate da chi è in condizione di fragilità

.

Questo alimento, umile quanto capace di rappresentare qualcosa di essenziale, ha persino suscitato l’interesse di poeti che ne hanno cantato le qualità con simbolismo eloquente.

Ecco l’esempio di Pablo Neruda, con la sua “Ode al pane”:

Del mare e della terra faremo pane,

coltiveremo a grano la terra e i pianeti,

il pane di ogni bocca,

di ogni uomo,

ogni giorno

arriverà perché andammo a seminarlo

e a produrlo non per un uomo

ma per tutti,

il pane, il pane

per tutti i popoli

e con esso ciò che ha

forma e sapore di pane

divideremo:

la terra,

la bellezza,

l’amore,

tutto questo ha sapore di pane”.

Ma il “nostro” Gianni Rodari non fu da meno, così come Antonio Della Ragione e si potrebbe continuare.

L’appuntamento è stato anche l’occasione per condividere e sottoscrivere, da parte di tutti coloro che hanno aderito alla Giornata, il Manifesto della Ristorazione Italiana volto a promuovere i grandi valori del settore in termini di sostenibilità, innovazione, legalità e reputazione.

Fipe-Ascom Vercelli – in collaborazione con Formater e l’Associazione provinciale dei Panificatori – partendo dal Pane come simbolo di Convivio ed ospitalità, ha sviluppato l’evento a livello locale organizzando la distribuzione di panini farciti sia in alcune classi delle scuole Medie cittadine (già partecipanti al concorso gastronomico per aspiranti Chef “Giovani Chef”, organizzato da Formater) che ai passanti con uno stand in Piazza Cavour.

 

“La Giornata della Ristorazione nasce come un invito alla memoria perché il suo obiettivo è ricordare la centralità del settore per il Paese in termini sia economici sia socio -culturali sia valoriali”

ha dichiarato Jose Saggia, Presidente di FIPE-Ristoranti Confcommercio della Provincia di Vercelli .

“Tuttavia, e forse ancor di più, abbiamo voluto organizzare questa manifestazione anche a Vercelli per rivolgere lo sguardo al futuro. Da una parte, ci auguriamo che questa giornata possa costituire un momento di riflessione e di orgoglio per un settore che negli ultimi anni ha visto messa a dura prova la sua tenuta. Dall’altra parte, è un modo per prenderci cura uno dell’altro, e di coltivare la cultura del Buono e del Bello, del Piacere di stare insieme in Armonia , difendendo anche l’Ambiente che ci circonda con la Qualità del cibo e della Vita”.

Donatella Bertolone, Vice Presidente del Gruppo FIPE Donne Imprenditrici della Provincia di Vercelli:

“Questa giornata rappresenta un’occasione sociale per rifondare il senso di comunità del Paese, per celebrare un tema fondamentale per il mondo della ristorazione che è l’Ospitalità. Dobbiamo invitare tutti gli italiani a celebrare la condivisione di un rinnovato sentimento di comunità”.

E’ altresì intervenuto Massimo Bignardi di Slow Food, per illustrare la filosofia di questa partnership con Ascom – Formater – Casaverdi.

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Vercelli Città

Resterà un 25 Aprile da ricordare, quello celebrato a Vercelli in questo 2023 così capace di evocare i temi della pace e della guerra.

Di richiamare a ciascuno i rischi che l’omologazione dell’oblio porta con sé, la sicura deriva autoritaria cui conduce l’ “indifferenza” di gramsciana memoria e che, sempre oggi, ma a Borgosesia, ha rappresentato l’efficacissimo incipit della prolusione affidata a Elisabetta Dellavalle, nella parallela circostanza ove si è riunita la Valsesia per celebrare il 78.mo Anniversario della Liberazione.

Ma quello di Vercelli resterà un 25 Aprile da ricordare soprattutto per due motivi: una partecipazione popolare che, a memoria di chi scrive, da anni non si vedeva più e la prolusione offerta dal palco di Parco Camana dall’Oratore ufficiale della giornata, il giornalista Gad Lerner.

Per rinvenire un momento di pari livello, anche se di altro “genere letterario”, bisogna tornare al 2019, quando ci parlò il Prof. Alessandro Barbero.

Ma, Gad Lerner ha – per dir così – “attualizzato” con aderenza ad alcune suggestioni dell’ora la lezione scritta con il sangue di tanti martiri, di tanti ragazzi, che hanno offerto la vita perché noi potessimo vivere liberi.

E, allora, non si può che porre al centro di queste note quelle parole chiare sulla “bugia” rappresentata dall’idea che, aumentando, come anche il nostro Paese sta facendo, le spese militari, si lavori per la pace.

Una grande bugia che è, senza afasie e con anelito pedagogico profetico, sempre come tale smascherata anche dalla semplice e disincantata grandezza di Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea.

Sicchè, cogliendo la nota suggerita dall’Oratore di oggi: “io sono ebreo e mi unisco all’assemblea, quando si celebra la Messa in queste occasioni quando, dopo la preghiera del Padre Nostro, ci si scambia il segno di pace”, non si può fare a meno di notare come sia, in fondo, semplice, al di là delle differenze confessionali, capire meglio il significato di quella invocazione e orazione di “pace in terra agli uomini  di buona volontà o, come il Canone oggi dice: amati dal Signore”.

Amati dall’unico Padre di tutti.

Ancora un’allusione all’attualità, questa volta capace di procurare, nei giorni scorsi, qualche agitazione e scarica adrenalinica (peraltro, di ben modesta flussometria), nel ben più circoscritto perimetro di una politica locale che è fatta così, e amen, inutile prendersela più di tanto.

Vi è stato chi ha voluto vedere in questa presenza del noto giornalista, Oratore di oggi, un elemento “divisivo”, forse politicamente troppo connotato.

Ma a Gad Lerner sono bastati un paio di colpi d’ala magistrali per volare alto e disperdere nello spazio sia le polemiche, sia i polemisti.

Anche questa sapida parte del discorso è integrale nel video.

Più volte sottolineato dagli applausi a scena aperta tributati dal pubblico, l’intervento di Lerner è stato salutato da una vera e propria ovazione e l’oratore è subito stato circondato da tanta gente che gli ha voluto stringere la mano, oltre che, naturalmente, assicurarsi l’immancabile selfie.

Video che ripropone altresì, sempre integrale, l’omelia dettata da Mons. Luigi Cavallone, Vicario episcopale per i rapporti con le Istituzioni, nel corso della S.Messa celebrata anch’essa in Parco Camana.

L’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, da qualche giorno si trova, infatti, in Kenia, alla nostra missione di Isiolo, recentemente elevata al rango di Diocesi.

Il Sindaco, il Presidente della Provincia ed il Prefetto di Vercelli, Lucio Parente, si sono, invece, fatti sostituire perché impegnati a Cuneo, città che ha ricevuto la visita del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per la celebrazione nazionale della Festa della Liberazione.

Al posto del Rappresentante del Governo per la provincia di Vercelli, ha svolto l’intervento introduttivo il Vice Prefetto Vicario, Cristina Lanini.

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Anche quest’anno ha onorato la manifestazione, con la propria presenza uno dei due Partigiani ancora viventi, Renato Giara (nome di battaglia: Sorcio), che lo stesso Gad Lerner ha salutato con affettuosa deferenza.

Non presente, invece, ma solo perché oggi impedito, l’altro testimone del tempo che è sempre con noi, Luigino Malinverni, che aveva preso il nome di battaglia di “Franco”.

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Come sempre, anche nel pomeriggio di oggi ai Cappuccini, si sono ricordati i Martiri della Frazione che hanno offerto la vita in olocausto nella lotta partigiana: l’orazione ufficiale è stata affidata ad Enrico Pagano, Direttore dell’Istituto per la Storia della Resistenza di Vercelli, Biella e Borgosesia.

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Come abbiamo detto, in un servizio a parte, il video e la gallery di Borgosesia.

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Dopo il video messo a repertorio in occasione della partenza di questa mattina

  – clicca qui per l’articolo precedente – 

 

siamo ora lieti di offrire questa gallery con i volti – stanchi, ma felici o, almeno, soddisfatti – dei protagonisti: gli Atleti che hanno partecipato alla Gran Fondo Mangiaebevi 2023, che ha preso le mosse da Piazza Cesare Battisti a Vercelli, oggi 23 aprile.

Il punto di ritrovo per la ristorazione e per le premiazioni è stato allestito nel grande cortile dell’Istituto Sacro Cuore delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Corso Italia.

I risultati con le classifiche complete sono reperibili cliccando qui.

Ora vi lasciamo con la gallery che attendono anche i molti graditi Ospiti che hanno partecipato a questa Classica ormai vercellese e monferrina, provenienti da tutto il Nord Italia ed anche dall’Estero.

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Provincia di Vercelli, Vercelli Città

Puntuali alle 9 di questa mattina, 23 aprile, sono partiti gli 800 partecipanti a questa edizione della “Gran Fondo Mangiaebevi”, che ormai è una “classica” ciclistica del territorio.

Uno sciame che si snoderà tra risaie e colline, baciato dal sole di una bella giornata finalmente primaverile, di cui si sentiva il bisogno.

Ci sarà un ordine di arrivo, ci sarà una classifica, ma c’è già un numero Uno.

Il numero Uno di Samantha Profumo che ritorna oggi a pieno titolo all’attività sportiva: è stata il numero Uno per tenacia, coraggio, speranza, fiducia nel futuro, capacità di lottare.

Un esempio e, ora, di nuovo in sella per indicare la strada.

La gara ha visto il concorso nell’organizzazione dell’Amministrazione Comunale di Vercelli, che ha assicurato questa nuova “location” per la partenza (Via Massaua, in direzione Via Trino  e poi verso la periferia) sicuramente più idonea di quella precedente, forse più suggestiva (il compendio della Basilica di Sant’Andrea) ma più problematica dal punto di vista delle operazioni di gara e dei parcheggi.

Resterà la logistica presso l’Istituto Suore Fma del Sacro Cuore in Corso Italia.

Nel portare il saluto del Comune l’Assessore Mimmo Sabatino è subito arrivato “al sodo”, invitando i partecipanti e le loro famiglie al seguito: non perdetevi le bellezze di Vercelli; la città vi accoglie a braccia aperte.

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Lecco 0

Pro Vercelli 0

Lecco (3-5-2): Melgrati; Bianconi, Enrici, Battistini; Giudici, Galli (22’ st Ardizzone), Ilari, Girelli, Zambataro (30’ st Tordini); Buso, Bunino (18’ st Mangni). A disp.: Stucchi, Maffi, Celjak, Maldini, Lakti, Scapuzzi, Stanga, Martorelli, Cusumano. All. Foschi.

Pro Vercelli (4-2-3-1): Valentini; Iezzi, Cristini, Perrotta, Rizzo N. (17’ st Clemente); Calvano (48’ st Corradini), Saco; Vergara (32’ st Gatto), Laribi, Iotti; Arrighini (48’ st Rojas). A disp.: Rizzo M., Lancellotti, Vaccarezza, Emmanuello, Costanzo, Gheza, Macanthony, Guindo, Contaldo. All. Gardano.

Arbitro: Mucera di Palermo.

Guardalinee: Santarossa di Pordenone e Pelosi di Ercolano.

Quarto uomo: Andrea Mazzer di Conegliano.

Ammoniti: Cristini (PV), Iezzi (PV), Ilari (L)

Espulso: 33’ Girelli

Recupero: 4’ pt – 5’ st

Basta 1 punto alla Pro Vercelli per centrare la salvezza in Serie C.

A Lecco succede poco ma la sconfitta interna del Mantova in concomitanza regala una gioia ai leoni.

La gara non decolla, le emozion latitano.

Il gioco si sviluppa per lo più a centrocampo con le formazioni che manovrano senza trovare sbocchi offensivi.

A vincere è la noia che contraddistingue la prima frazione di gioco.

Dopo le proteste lombarde per un tocco di mano in area vercellese, l’unico sussulto arriva in pieno recupero quando Calvano impegna Melgrati senza successo.

La seconda frazione di gioco non vede cambiare il canovaccio con una gara sostanzialmente bloccata.

La svolta potrebbe arrivare al 33’ con l espulsione di Girelli che per fallo su Clemente lascia i suoi in 10.

Con l’uomo in più la Pro cerca di gestire il risultato e riesce a chiudere con un pareggio che le permette di mantenere la categoria senza passare dai play out.

Redazione di Vercelli

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Vercelli Città

Il Duomo di Vercelli gremito di tanta gente, questa mattina, 19 aprile, per l’ultimo saluto al

Dott. Marco Iannucci (mancato prematuramente quanto improvvisamente nei giorni scorsi – leggi qui – ),

in servizio presso l’Urologia (vedremo presto, tra poche righe: la “famiglia urologica”) dell’Ospedale S.Andrea dice tutto il bene che questo Medico, marito e padre esemplare aveva saputo fare e trasmettere, nel pur breve periodo in cui ha lavorato e vissuto nella nostra città.

Tanta gente che ha voluto, soprattutto, dire ai suoi familiari, provati da un dolore incommensurabile, che non sono soli.

Con loro ci sono tanti amici, c’è tutta, unita oggi in un abbraccio forte e, certamente, anche nel futuro, quella che il Primario, il “suo” Primario, Dott. Giovanni Cipollone, ha chiamato, appunto la grande “famiglia urologica” del S. Andrea.

Una famiglia che lo stesso Marco aveva, con le proprie qualità umane, oltre che professionali, saputo costruire, con tutti i Colleghi, con tutto il Personale.

Non saranno soli, dunque, né la sua Sposa, né i suoi tre bellissimi ragazzi, appena adolescenti: sanno di poter contare su questa famiglia allargata.

Le mirabili parole che, al termine della Liturgia, il Primario Dott. Cipollone ha voluto rivolgere (affidandone le lettura al Dott. Luigi Apice) ai presenti, un dialogo ideale e ancora reale con Marco, sono integralmente riportate, per gentile concessione dell’Autore, al termine di queste righe.

Dicono tutto di un incontro, tratteggiano i profili essenziali di una personalità luminosa e non banale.

Sono altresì, per la seconda parte, quella più direttamente evocativa della “genesi” di questo approdo del giovane Medico nella nostra città, la “storia” di questi ultimi anni, dal 2008 ad oggi, riprese in video.

Ma i familiari del Dott. Iannucci non sono soli – lo ricorda Don Massimo Bracchi, nell’omelia, anch’essa in repertorio video – perché sappiamo che Marco sarà sempre con loro, non li perderà di vista un minuto, intercederà per loro presso il Padre, ora che è ammesso a contemplarne il volto.

Accade, talvolta che la Fede si faccia interrogativa, anche la Fede che si crede salda, offerta alla dimensione contemplativa della preghiera; anche questa Fede, autentica ed umile, non riesce a rintuzzare la domanda antica, quella fatta di una sola parola, radicale, esigente, severa: perché?

Domande destinata a restare senza risposta, ma anche priva di una deriva deludente.

Riconoscere il nostro limite, la nostra minorità che non sa dare una spiegazione a ciò che solo Dio può conoscere del suo stesso progetto, sempre misericordioso, anche quando misterioso.

E così, se non si può sapere “perché”, certo si può essere certi che Marco ora sia ammesso alla contemplazione del volto di Dio, sia e sarà sempre a fianco della sua famiglia, che mai sarà abbandonata da un amore ora entrato in quello immenso del Padre.

***

Ma ora lasciamo che siano le parole del Dott. Giovanni Cipollone (lette dal Dott. Luigi Apice, che a sua volta ha interpretato i sentimenti di tutta Struttura di Urologia), qui integrali, a parlarci di Marco Iannucci

“Ciao Marco,

in questo momento di dolore non servono tante parole per esprimere quanto sei stato importante per noi.

Non solo un collega, ma un amico.

Anche stavolta sei riuscito a stravolgere tutti i nostri piani, a sconvolgere la nostra visione del mondo, a stupirci.

Stavolta ci hai chiesto di crescere più velocemente del dovuto.

Ci hai messo alla prova.

La più dura.

Qualcuno ti ha conosciuto da più tempo, altri da meno ma in realtà con la tua simpatia e ironia riuscivi a creare un bel legame da subito, amalgamavi il gruppo.

Adesso invece ci hai lasciati cosi, senza salutare, senza spiegare.

Tu che ci dicevi “Aspe’ vieni di là ti devo dire una cosa” e chiarivi le tue impressioni, per migliorarci, per liberarti di un peso, per ritrovare l’armonia e l’equilibrio che sembrava perso o semplicemente per una chiacchiera in confidenza.

Sei stato una presenza importante e solida del nostro quotidiano. Imponente.

Saranno giorni difficili, intensi, di riflessione.

Sembra impossibile invece che da ora in poi non farai più parte della quotidianità…

È strano arrivare in Studio e non trovarti li seduto a controllare gli esami.

Non ci saranno più i tuoi messaggi “Andiamo in mensa?” a battere il tempo di una mattinata infinita.

Lasci un vuoto, dovremo imparare a non averti più al nostro fianco nel riflettere sui casi, non avere il tuo punto di vista.

Non ti avremo più vicino con la soluzione sempre pronta e sempre più originale della nostra ai dilemmi quotidiani.

Sarà strano perfino non sentire le tue battute, pronte a cogliere le nostre piccole insicurezze e i nostri malumori e a convertirli in un sorriso.

Avevi una personalità ricca, complessa, abbondante, strabordante.

Mai invadente, ma sensibile.

Una sensibilità mascherata di ironia, che centrava sempre il “dunque” della situazione.

Abbiamo condiviso ogni momento della giornata.

In realtà, Marco, tu ci sarai sempre, con le tue frasi, le tue espressioni, le tue intuizioni.

Spetta ora a noi continuare nel tuo ricordo quel percorso di lavoro e di vita che abbiamo intrapreso insieme.

Adesso nei momenti difficili, quando dovremo prendere una decisione, con il pensiero ti cercheremo cercando di riflettere a modo tuo e cercando il tuo punto di vista, il tuo confronto, ci sarà sempre un “Marco avrebbe fatto così…”

Il nostro gruppo, la nostra equipe, perde un tassello importante, un pezzo di Noi.

Ci sentiremo abbandonati perché oggi perdiamo un collega ma anche un amico, che con la sua sensibilità ed intelligenza sapeva sempre cogliere le inflessioni del nostro umore e sdrammatizzare o spronare a fare meglio, superare gli ostacoli nonostante le insicurezze e le stanchezze.

Marco lasci un vuoto che ci impegneremo a riempire di tutti i ricordi che ravviveremo all’occorrenza pensando “Marco in questo momento avrebbe…fatto/detto/ci avrebbe presi scherzosamente in giro”

Marco pensaci da lassù, noi ti porteremo nei nostri pensieri e nei nostri cuori, vivrai ogni giorno al nostro fianco. Continueremo a viaggiare e crescere insieme. Porteremo avanti il percorso iniziato insieme”.

***

Ciao Marco

Avrei tante cose da dire per il collaboratore che sei stato, ma oggi voglio solo far conoscere a tutti la persona.

Voglio in particolare ricordare due episodi che per me sono stati fondamentali e rimarranno sempre nel mio cuore:

La telefonata che ti feci nel lontano 2008 dall’aeroporto di Catania durante il mio rientro a Vercelli per proporti di venire a lavorare da noi e tu subito accettasti, a scatola chiusa, ma rimarcando la fiducia nei miei confronti

La tua risposta alla notizia della mia nomina a Direttore FF dell’Urologia: “a Giovà tu devi diventare il mio primario” e poi “noi dobbiamo creare una famiglia”

Ebbene con orgoglio oggi posso confermare che, grazie alla tua preziosa collaborazione, l’Urologia della ASL VC è una vera famiglia.

Siamo riusciti insieme a renderla tale.

Certo non come la tua splendida famiglia reale, non come tutte le nostre famiglie, ma comunque una famiglia.

Una famiglia urologica allargata che comprende oltre noi medici soprattutto il personale del comparto, ovvero “gli infermieri” come ti piaceva chiamarli.

Una famiglia riconosciuta tale da tutta l’Azienda.

Una “famiglia urologica” spesso con tanti problemi ma che tu hai saputo gestire in autonomia, a volte senza neanche dirmi niente.

Sempre pronto a trovare una soluzione, a dare consigli, a trovare parole appropriate.

Mancherà a tutti noi la tua capacità di essere un collante, un riferimento, una persona su cui contare.

Mancherà a me in particolare poter rispondere ai Capisala della Sala Operatoria, del Reparto, della Day Surgery o agli Infermieri dell’ambulatorio: “Chiamate il dr lannucci”

Mancherai.. maledettamente mancherai!!!!

Il tuo Primario”

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Vercelli Città

Aggiornamento ore 19 – 

Mentre in Vercelli sono sempre più numerose le manifestazioni di cordoglio per la scomparsa del Dott. Marco Iannucci, sono state definite date ed orari delle Esequie e del Santo Rosario.

Il Rosario si pregherà domani, martedì 18 aprile, ad ore 17,30 nella Cattedrale del Duomo di Vercelli dove, il giorno seguente, mercoledì 19 aprile, ad ore 9,30, saranno celebrate le Esequie.

La salma sarà quindi traslata al Cimitero di Bolognano, provincia di Pescara –

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Vercelli e, in particolare, il mondo della Sanità, sono sgomenti per la scomparsa improvvisa, questa mattina, dell’Urologo Dott. Marco Iannucci, 48 anni compiuti a gennaio scorso.

Arrivato a Vercelli dall’Abruzzo, di cui era originario, è stato colpito nella prima mattina di oggi, 17 aprile, da un infarto fulminante.

Lascia la moglie e tre figli adolescenti.

In queste ore si moltiplicano le espressioni di sconcerto e cordoglio che ne richiamano le straordinarie qualità umane e professionali.

Aggiornamenti nelle prossime ore.

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Provincia di Vercelli

Sono 12 i Comuni della provincia di Vercelli che andranno alle urne, i prossimi 14 e 15 maggio, per eleggere il Sindaco ed il Consiglio Comunale.

Ma soltanto in sei di questi la sfida sarà tra concorrenti in carne ed ossa.

In altri centri l’avversario da battere sarà il quorum: corsa in solitaria per il candidato unico alla fascia tricolore, con una sola lista di aspiranti alla posizione di Consigliere Comunale.

I recenti aumenti (e altri sostanziosi sono annunciati a breve) delle indennità di carica  (stipendi) per gli Amministratori Locali pare non siano stati sufficienti a superare la “crisi di vocazioni” per posizioni che possono dare molte soddisfazioni morali, certo costituire una voce prestigiosa in un curriculum, ma davvero gravate di tante responsabilità e chiamate a misurarsi e lavorare con Organici del Personale sempre più ridotti.

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Ieri, dopo il termine per la presentazione delle candidature, fissato dal Ministero dell’Interno alle ore 12 del 15 aprile, si sono iniziati i lavori delle Commissioni e sottocommissioni mandamentali (gli Organismi diretti dalla Prefettura, che hanno il compito di procedere alla verifica di regolarità delle liste di candidati,

secondo il complesso compendio di norme – leggi qui – ).

In giornata di domani si potranno conoscere i nomi di tutti i candidati di tutte le liste.

Questi i candidati alla carica di Sindaco, incominciando dai Comuni ove il confronto sarà tra più di un aspirante.

Trino: Alessandro Demichelis contenderà la fascia di Primo Cittadino all’uscente Daniele Pane.

Livorno Ferraris: annunciato duello tra Matteo Capizzi ed il Vice Sindaco uscente, Franco Sandra.

Lenta: anche in questo caso, sfida annunciata tra l’uscente Pino Rizzi ed il rappresentante di coloro che hanno salvato il paese dalla tentata fusione con Gattinara, Sergio Parini.

A Lignana la corsa è a tre: Antimo Pedata (si presenta con buona parte dell’Amministrazione uscente, già guidata da Emilio Chiocchetti) dovrà vedersela con Christian Socco e Giovanni Perinotti.

Pila: unico comune Valsesiano dove siano due i candidati concorrenti.

Massimo Gatti contro Omar Cucciola.

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Ora i comuni nei quali la corsa sarà solitaria, nella speranza che sia raggiunto e superato il quorum: in caso contrario si andrà al commissariamento del Comune.

Incominciamo da Serravalle Sesia, dove Massimo Basso correrà da solo “a sua insaputa”: la lista concorrente pare abbia fatto una imbarazzante cilecca, riuscendo a presentarsi fuori termine, che era da venerdì (non giovedì) alle 12 di sabato.

A Scopello,

come anticipato da VercelliOggi.it – leggi qui –

si presenta l’ex Sindaco di Balmuccia, Antonella De Regis.

Alto Semenza: corre da solo Roberto Sacchi.

Cellio con Breia: Daniele Todaro, unico candidato alla carica di Sindaco.

A Balocco solo contro il quorum anche Gianmario Morello.

A Caresana nessun avversario per Claudio Tembornino, che si ripresenta.

A Collobiano l’uscente Claudia Mognato sarà in concorrenza con l’outsider Lucia Scrima.

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Aggiornamenti nelle prossime ore.

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