VercelliOggi
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Regione Piemonte

Nissan fa rima con … solidarietà anche ad Ivrea.

Nei giorni scorsi è stata inaugurata la Concessionaria Nissan di Pavone Canavese, riferimento per tutto l’Eporediese: nasce come nuovo brand di un’impresa storica del settore auto, la “Peila spa”, da oltre 50 anni sul mercato, con grandi successi commerciali.

L’iniziativa di Pavone è stata “gemmata” dalla Azienda di riferimento interprovinciale, la Nissan Autovar spa di Vercelli, di Angelo Santarella, che ha mostrato di credere anche personalmente nell’intraprendenza della famiglia Peila.

Ed è stata proprio la titolare, Patrizia Peila, a fare gli onori di casa, ricevendo il numero uno della Società in Italia, il Presidente ed Amministratore Delegato di Nissan Italia, Ing. Marco Toro.

Un avvenimento che non ha lasciato indifferente il territorio, rappresentato da tanti e qualificati Amministratori locali ai quali la famiglia Peila ha potuto dare una concreta dimostrazione di cosa voglia dire la parola “solidarietà”.

Il video che, insieme, alla gallery, abbiamo messo a repertorio, è certo più eloquente di tante parole.

E’ stato il grande campione di ciclismo paralimpico, Fabrizio Topatigh, a presentare l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Specialmente”, un sodalizio nato cinque anni fa ad Ivrea, che si occupa di seguire ragazzi disabili, avviandoli a tutte le discipline (ormai il team vede attivi oltre 20 atleti).

Praticano da nuoto allo sci e devono, quindi, spostarsi sui più differenti e variamente dislocati campi di gara.

Il dono di Nissan Italia e di Peila spa, una vettura multiutility Nissan Townstar, sarà davvero prezioso.

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Naturalmente, la presenza del Presidente di Nissan Italia ha permesso altresì di fare il punto sul mercato dell’automobile (Nissan è il quarto produttore di automobili nel Mondo), con riferimento particolare a quello delle auto elettriche ed elettrificate e tra questa spicca il fiore all’occhiello della gamma,

l’esclusiva tecnologia Nissan e-power (sui modelli Qashqai e X-Trail):

si tratta di auto a trazione integralmente elettrica, ma che prevedono la possibilità di ricaricare le batterie grazie ad un piccolo motore termico, dedicato solo a questo scopo, che elimina la dipendenza dalle colonnine.

 

 

Posted in Economia, Salute & Persona
Cigliano e Borgo d'Ale, Regione Piemonte
  1. Nel corso di quest’ultimo anno abbiamo avuto due importanti occasioni per parlare del Beato Mons. Luigi Novarese.

La prima, proprio un anno fa, il 20 luglio 2022, quando la Celebrazione fu presieduta dal Card. Arrigo Miglio, in procinto di ricevere la Porpora nel Concistoro del successivo agosto, a Roma.

Leggi cliccando qui l’articolo di allora, anche per rivedere il video.

La seconda importantissima occasione è stata, invece, poco più di due mesi orsono quando, a Casale Monferrato, città natale del Beato, si è tenuta la solenne commemorazione del primo decennale da che questo Apostolo della Sofferenza fu elevato agli onori degli Altari.

Leggi cliccando qui l’articolo preparato in quell’occasione, anche in questo caso con video e gallery.

Come si ricorderà, la Liturgia fu presieduta, in quella così significativa circostanza, dal Card. Matteo Zuppi.

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Dobbiamo anzitutto ringraziare i tanti bambini e ragazzi, gli Animatori, le Volontarie degli Oratori estivi di Mazzè, Villareggia, Tonengo, perché ci hanno accolto con amicizia e tanto buon umore.

Siamo anche stati aiutati da piccoli, ma promettenti fotografi che hanno voluto mettere a repertorio qualche immagine: non vi diciamo quali sono le loro, è difficile distinguerle dalle altre.

La sapiente regìa di Don Alberto Carlevato è discreta, ma i risultati di un’ottima organizzazione si vedono.

Oggi, anche grazie all’allestimento di una galleria di quadri che ripercorrono i 50 anni e più di presenza al Trompone dei Silenziosi Operai della Croce, è stata particolarmente evidente l’osmosi spirituale, pastorale, ideale, non meno che concreta nella dimensione delle Opere assistenziali, tra le Diocesi di Ivrea, Vercelli, Casale.

Come si vede in questo primo “quadro” (tutti sono nella gallery fotografica) fu l’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Albino Mensa, ad assegnare, concedere a Mons. Luigi Novarese questo luogo, perché da allora in poi ospitasse le opere della Congregazione.

Mons. Mensa (siamo nel 1970 e sembra ieri) era da quattro anni Pastore della Chiesa Eusebiana, proveniente da quella di Ivrea consegnata, nel 1966, a Mons. Luigi Bettazzi, che proprio il giorno 18 scorso abbiamo accompagnato all’ultima dimora.

E, del resto, il compendio dell’antico convento è per qualche metro in territorio diocesano e provincia di Vercelli, ma è tradizionale punto di riferimento per tutto il Canavese: come dimostra anche la vitalità della presenza delle tre parrocchie guidate da Don Alberto

Come sappiamo, il Beato Novarese era originario di Casale Monferrato, Diocesi e territorio da sempre in simbiosi con quello vercellese.

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L’Arcivescovo Mons. Arnolfo ha voluto affidare l’omelia a Don Torre; un gesto di grande garbo pastorale, che il Sacerdote ha valorizzato appiano proponendoci due momenti fondamentali e forse non molto conosciuti nella vita del Beato.

Il primo, narra quando il bambino già desideroso di votarsi a Dio, insiste, fino a fare un “bliz” per ricevere la particola consacrata, pur non avendo ancora ricevuto la prima comunione.

A celebrazione conclusa, la mamma lo porta dal Parroco, per scusarsi dell’accaduto, ma il Sacerdote, lungi dal drammatizzare, gli rivolge qualche domanda sul catechismo, per concludere, poi, udendo le risposte perfette, che il piccolo fosse già preparatissimo.

Il secondo aneddoto ha a che fare con la realtà del dolore umano.

Il giovane Luigi aveva ormai raggiunto i 15 anni e la sua malattia era a tal punto grave che in molti consigliavano alla sua mamma (invero, tutt’altro che ricca) di non destinare denari per farmaci comunque ormai inutili.

Così coma la povera donna non volle intendere quei consigli, stupì, invece, il rimedio che si studiò di porre in essere il giovane infermo.

Si rivolse al Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Filippo Rinaldi, chiedendo che fossero i ragazzi del Valdocco ad impetrare per lui la grazia.

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Nel video e nalla gallery abbiamo cercato di condensare qualcuno di questi momenti, ed anche qualche scampolo dei canti che hanno animato la Liturgia, grazie all’impegno della sempre bravissima Corale interparrocchiale di Villareggia, Mazzè, Tonengo.

Posted in Pagine di Fede
Regione Piemonte

Nella elegante, quanto austera e sobria “Sala dei 100”, gemma del Castello vescovile di Albiano, è stata composta la salma di Mons. Luigi Bettazzi, deceduto nelle prima ore di questa mattina, 16 luglio: impossibile non pensare, almeno per un attimo, che la Madonna, oggi festeggiata con il titolo di Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, abbia dato un segno di benevolenza speciale per questo suo così devoto figlio, prendendolo con sé proprio in questo giorno.

Forse è uno dei tratti meno noti della grande personalità del Presule scomparso, di cui tante cose – vere, peraltro – si ricordano spesso: ultimo Padre conciliare, vivente in Europa.

Difensore strenuo e profetico della pace e, soprattutto, della non violenza.

A questo proposito, piace qui pubblicare l’ultimo video che ci diede il privilegio di mettere a repertorio con Lui, il 26 febbraio di questo 2023, in occasione del

Convegno nazionale di Pax Christi a Vercelli – leggi qui -.

Ma non sarebbe giusto mancare di ricordare che Mons. Luigi Bettazzi fu uno studioso profondo e illuminato della figura di Maria, animato da amore e devozione sinceri per la Madre di Dio, dell’umanità, della Chiesa.

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Mons. Bettazzi fu nominato Vescovo di Ivrea il 26 novembre 1966, succedendo a Mons. Albino Mensa, che era stato nominato Arcivescovo Metropolita di Vercelli.

Tra i due Vescovi vi furono sempre sincere amicizia e stima.

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Chi vorrà rendere omaggio alla salma del Presule potrà farlo al Castello di Albiano fino alle 17,30 di oggi.

Poi Mons. Bettazzi sarà trasferito in Duomo ad Ivrea dove, da domani, lunedì 17 luglio, con orario dalle 9 alle 19, i fedeli potranno accedere e dove, alle ore 20,30, si pregherà il Santo Rosario.

Sempre in Cattedrale, ma martedì 18 luglio, ad ore 15,30, il funerale.

Di seguito i link per rileggere gli articoli precedenti:

leggi qui

leggi qui

Posted in Pagine di Fede

È stata resa nota la data del funerale del caro Dino Bellan, di anni 57, deceduto tragicamente in un incidente stradale mentre si recava al lavoro con il suo scooter da Trino verso Morano, il 6 luglio scorso.

A darne notizia la moglie Piera, i consuoceri Caterina e Giovanni, il fratello Aldo, la sorella Manuela, i nipoti Davide e Irlanda e parenti tutti.

Le esequie avranno luogo lunedì 17 Luglio alle ore 15 nella Chiesa parrocchiale di Morano sul Po, suo paese di provenienza, dove ha sempre vissuto da ragazzo e dove lavorava nella sua officina 100% moto.

Prima di entrare in chiesa, intorno alle 14.30, il corteo funebre farà una breve sosta davanti all’officina 100% moto. Dino riposerà nella tomba di famiglia nel Cimitero di Trino.

Il Santo Rosario sarà pregato Domenica sera alle 19 sempre nella parrocchiale di Morano sul Po.

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La cronaca di oggi, 13 giugno, si apre con la notizia del sinistro stradale che, a Vercelli in Via Manzone, attorno alle 9, ha visto coinvolte quattro vetture.

La dinamica dei fatti è in corso di accertamento da parte della Polizia Locale, intervenuta tempestivamente insieme ai

Carabinieri, ai Vigili del Fuoco ed al servizio 118 che ha provveduto al ricovero in Ospedale di uno solo (da prime sommarie informazioni, in condizioni non gravi) tra gli occupanti delle vetture, la Mini di colore scuro.

 

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PiemonteOggi

Venerdì scorso, 7 luglio, l’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, è stato invitato a presiedere le celebrazioni in onore del Patrono di Ivrea, San Savino.

L’Arcivescovo è stato invitato dal Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, che ha altresì colto l’occasione per un affettuoso messaggio augurale rivolto a Mons. Arnolfo, che quest’anno festeggia i 45 anni di Sacerdozio.

Come si leggerà nell’articolo preparato da Elisa Moro, la Diocesi di Ivrea fu tra quelle, prime nel Piemonte, ad essere guidate da Sant’Eusebio, che ne fa memoria nella sua Lettera dall’esilio.

Nel video che proponiamo, oltre alla videocronaca della giornata, integrali l’intervento di Mons. Cerrato e l’omelia di Mons. Arnolfo.

Buona visione e buon ascolto.

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(elisa moro) – Un grande momento di comunità e di festa, di autentica partecipazione di tutta la cittadinanza.

“Patronus – ricorda Mons. Edoardo Cerrato – richiama a padre, alla paternità, per cui ogni eporediese può sentirsi parte di questa festa, che è di tutti”.

Così Mons. Edoardo Cerrato, Vescovo di Ivrea, ha commentato, felicitandosi della numerosa presenza di tanti, fedeli,  associazioni, autorità civili e militari, in particolare il Sindaco e la Giunta comunale, che hanno accompagnato l’urna del Santo martire – quest’anno scortata dall’ Associazione di volontariato “Ivrea soccorso”, ma anche dai priori in carica – dalla chiesa di Sant’Ulderico alla Cattedrale, dopo essere stata issata sul caratteristico landò di Giovanni Giannotti, che da oltre vent’anni svolge con attenzione e passione questo prezioso servizio.

Nel corso dell’indirizzo di saluto rivolto in esergo alla Celebrazione, il Pastore della Chiesa eporediese ha presentato l’Arcivescovo di Vercelli, Mons Marco Arnolfo, quest’anno invitato a presiedere la Liturgia, dettando altresì l’omelia e Mons. Cerrato non ha trascurato di ricordare la comune paternità, per la chiesa di Ivrea e per quella eusebiana, proprio del Santo Vescovo Eusebio: è lo stesso Eusebio a ricordarlo, nella sua Lettera dell’Esilio, nel corso della quale fa espresso riferimento ad Ivrea.

I priori 2023, che hanno scortato l’urna fino alla Cattedrale, sono Emanuele Longheu per il centro storico, Eleonora Zanat per San Lorenzo, Tiziana Bertino per San Grato, Annalisa Bolzanello per Bellavista, Elena Grassis per Torre Balfredo e Vito Mastrofrancesco per San Bernardo.

Attraverso tre domande, l’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, che, su invito di Mons. Cerrato, ha presieduto la solenne celebrazione, ha guidato la breve e profonda riflessione, delineando alcuni tratti della vita del Santo, come si può ascoltare dal video, che riporta integralmente l’omelia.

Che significato aveva la figura di San Savino mille anni fa, quando gli eporediesi lo hanno eletto come patrono?

Chi era San Savino?

Che significato assume oggi la festa per noi?

L’esempio del Martire invita ogni credente a volgere lo sguardo a Cristo, a vivere di Cristo, sapendo che “nulla ci separa dall’amore di Dio”, parafrasando San Paolo e che solo vivendo di Cristo si ottiene la piena gioia che non tramonta.

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Alla Liturgia hanno concelebrato, oltre a Mons. Arnolfo e a Mons. Cerrato, il Vescovo di Biella, Mons. Roberto Farinella – con il cuore sempre presente nella vita della Diocesi di Ivrea – i Canonici della Cattedrale, numerosi sacerdoti e parroci della città e dei dintorni, sottolineando così la solennità del momento.

Proprio la liturgia, animata magistralmente dal Coro della Cattedrale, diretto dalla Maestra Ausilia Fiorina, coadiuvata all’organo dal Maestro Alessandro Veneri e alla Tromba dal Maestro Mattia Iseppato, ha saputo riassumere la bellezza di questo momento, regalando forti emozioni ai presenti, con un repertorio polifonico e articolato.

Un ringraziamento speciale e doveroso, sempre in campo musicale, va poi alla banda cittadina, la “Banda di San Savino”, che ha accompagnato la processione eseguendo brani della Tradizione liturgica, per poi offrire un saggio del proprio repertorio al termine della celebrazione.

Infine, un doveroso quanto sentito ringraziamento – così si è espresso, con parole di paterno encomio il Vescovo Mons. Edoardo – anche a tutti gli organizzatori della festa di San Savino, in particolare agli “amis di Pisa d’la granaia”.

Nella gioia di una festa di tutti – come ha sottolineato l’arcivescovo “ora è anche la mia festa” – San Savino sia sempre luce che vince le notti del mondo con il suo esempio di fortezza davanti alle prove della vita.

Ora vi lasciamo con il video di oltre mezz’ora che ripropone un’ampia sintesi della celebrazione.

Per rileggere i servizi dei giorni precedenti e rivedere i filmati,

clicca qui –

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Posted in Pagine di Fede
Bassa Vercellese

E’ possibile che convivano, in una stessa occasione, solennità e gioia, ricordo di fatti remoti, ma sempre vivi nei cuori e aria di festa capace di unire tutta una comunità e parlare al futuro?

E’ possibile.

E possiamo documentarlo pubblicando due servizi realizzati negli ultimi giorni, venerdì 23 giugno a Stroppiana e oggi, domenica, a Motta dei Conti.

Stroppiana è il paese natale di Mons. Cristiano Bodo, Vescovo di Saluzzo, che è tornato “a casa” in occasione del trentennale della sua Ordinazione presbiterale.

Qui, nella Parrocchia di San Michele, celebrò la sua prima S.Messa, nel 1993 e qui tutto il paese lo ha accolto con un grande ed affettuoso abbraccio.

Mentre oggi a Motta dei Conti si sono ritrovati tanti mottesi ed anche tanti loro illustri ospiti, a cominciare dei Sindaci di molti paesi di quel territorio, la Bassa Vercellese che, anche in queste occasioni, si dimostra un inimitabile scrigno di valori e sentimenti.

Un territorio che conosce il lavoro non certo per sentito dire, né parla di solidarietà senza sperimentare il sacrificio del dono, che fa della sobrietà e della serietà la propria cifra distintiva, essendo però capace di lasciare spazio alla gioia dell’incontro, della condivisione.

Se della bella festa che ha avuto per protagonista “Don Cristiano”, come lui stesso preferisce essere chiamato, parleremo nel servizio on line nella prossime ore, oggi il nostro repertorio propone proprio l’appuntamento di Motta, che è qualcosa di unico, non foss’altro per l’episodio prodigioso vissuto e raccontato dai giovani mottesi al fronte, nella Seconda Guerra di Indipendenza, in quel lontano 24 giugno 1859: siamo alla Battaglia di Solferino e San Martino, che segnò le sorti del conflitto, con la sconfitta degli Austriaci.

 

Il filmato che offriamo in questa pagina (a proposito, non dimenticatevi di iscrivervi al nostro canale di You Tube, per restare sempre aggiornati) racconta di quei ragazzi di Motta dei Conti al fronte, che, speranzosi di poter fare ritorno a casa, si affidarono all’intercessione di San Giovanni Battista.

E proprio in quel 24 giugno parve a loro di udire il suono della campanella, così cara, che annunciava la Festa del Patrono: allora ebbero la certezza di rivedere il loro paese ed i loro cari e fecero il voto di commemorare sempre, con tutta la comunità (siamo al 164.mo anniversario) quell’evento prodigioso.

Ma il filmato che ripercorre la giornata è ricco di momenti significativi.

Si prende le mosse dalla processione che arriva alla Chiesetta di San Giovanni Battista, dove è custodito il quadro che, come un ex voto, vede il Santo sovrastare il teatro bellico.

Il quadro è portato in processione fino al monumento ai Caduti mottesi di tutte le guerre.

Qui è il momento dei discorsi ufficiali.

Introduce il Sindaco, Emanuela Quirci, che fa gli onori di casa, non certo limitandosi ai convenevoli, ma anzi ricordando la coesione della gente di Motta, che ha saputo manifestare forza di volontà e fiducia nel futuro anche in periodi non certo facili per questa comunità.

Un po’ come ricordava quella madre al figlio nella celeberrima poesia in cui Langston Huges ci propone l’incomparabile metafora della vita illustrata in quella scala, che non fu tutta di cristallo, ma dove ci furono “chiodi e schegge ed assi sconnesse e tratti senza tappeti sul pavimento”: un po’ come i chiodi e le schegge delle alluvioni e della pandemia.

Ma la gente di Motta ha sempre saputo andare avanti.

Un momento particolarmente significativo, la consegna di una targa ricordo, come riconoscimento per il lavoro svolto all’ex Comandante della Stazione dei Carabinieri di Stroppiana (che ha giurisdizione anche su Motta de’ Conti), Maresciallo Paolo Francesca.

Intervengono poi il Consigliere Regionale Carlo Riva Vercellotti ed il Presidente della Provincia, Davide Gilardino.

Un po’ a sorpresa, ma una gradita sorpresa, apporta un contributo di sempre interessanti notizie storiche anche Antonio Fidacaro, magna pars di quella benemerita istituzione di animazione culturale che è la Compagnia d’le quatr Arme di Moncrivello: ci spiega i momenti essenziali di quel lontano 1859, quando gli austriaci arrivarono da queste parti e già gongolavano per avere conquistato Torino, avvedendosi solo più tardi che si trattasse di Trino, non di Torino: un’allitterazione piuttosto importante.

Nel filmato anche qualche momento della Santa Messa presieduta dal Parroco Don Tomasz Zen, di cui ascoltiamo ampi stralci della bella omelia.

Un apprezzamento particolare, doveroso e sincero per gli accompagnamenti musicali: quello per la parte civile della giornata a cura della banda musicale di Occimiano, mentre la Liturgia è stata animata dalla Corale parrocchiale di San Giovanni Bosco, diretta dalle Signore Veronica Valentini e Maria Grazia Perucca.

Ora vi lasciamo con la gallery ed il filmato.

Posted in Eventi e Fiere, Società e Costume

E’ stato ricoverato, cosciente, in condizioni critiche, ma non disperate, il giovane motociclista (17 anni) di Vercelli che, nella tarda mattinata di oggi, 23 giugno, è stato investito dall’utilitaria grigia che si vede nella fotografia.

Le cause del sinistro che, da prime sommarie informazioni è ascrivibile ad una mancata precedenza, sono al vaglio della Polizia Locale di Vercelli, giunta tempestivamente sul posto, unitamente ad una Pattuglia dei Carabinieri ed all’Ambulanza del Servizio 118 che ha provveduto a ricoverare il ragazzo.

I fatti attorno alle 13 in Corso Prestinari, all’incrocio con Via Monviso.

Posted in Cronaca

La prima cosa che abbiamo imparato quando eravamo ancora in fasce (e non è un modo di dire), è che “il Bersagliere ha cento penne, ma l’Alpino ne ha una sola”.

Un po’ più lunga, un po’ più mora.

Nozioni basiche quanto indelebili nella memoria, se si pensa che questo canto forse un po’ triste, ma dolcissimo, surrogava quotidianamente la ninna nanna, da zero a tre anni.

Peraltro, si tratta di un canto alpino, ma su questo, oggi, si può sorvolare, privilegiandone il valore pedagogico.

Sicchè – senza falsa modestia – si era preparati a tutte le penne (piume?) che hanno pacificamente invaso Vercelli in questi due giorni, sabato 17 e domenica 18 giugno, per una ricorrenza importante e non solo con riferimento alla vita associativa del Corpo (oggi è una Specialità della Fanteria).

Ricorrono, infatti, in questo 2023, i cento anni (22 giugno) dalla Fondazione della Sezione di Vercelli dell’Associazione Nazionale Bersaglieri: i registri ricordano il nome del Capitano Santino Greppi, ma attorno a lui c’era, naturalmente, tutto un gruppo di commilitoni.

Il 18 giugno, ma del 1836 è, invece, la fondazione del Corpo, per iniziativa di Alessandro La Marmora, Capitano del Reggimento Guardie.

La Sezione di Vercelli è dedicata alla memoria di uno dei più illustri figli di questa terra, martire nel Primo Conflitto Mondiale, dopo essersi meritato due medaglie di bronzo, una d’argento e, infine, nel giorno del supremo sacrificio, si meriterà la Medaglia d’Oro, come le precedenti al Valor Militare, oltre alla Croce al Merito di Guerra.

Si tratta di Giuseppe Paggi.

Sicuramente, un nome tra quelli che più spesso risuonano in città.

Perché a lui è dedicata l’omonima, ora trafficatissima, strada che è la prosecuzione verso il centro di Via Trino.

Ma in pochi a Vercelli ne conoscono la storia, che parla di una vita troppo presto interrotta da una pallottola, mentre, ferito, proprio il 18 giugno 1918, cercava di tenere la posizione, a tutela dei suoi soldati.

Era la Battaglia del Solstizio, di Cà del Bosco.

Giuseppe Paggi era nato il 18 dicembre 1890 a Sali Vercellese, dove era cresciuto in una famiglia contadina.

Poi la “Grande Guerra”, ultimo approdo, per lui come per tanti giovani.

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La Sezione vercellese della Associazione d’Arma che unisce i Bersaglieri conta oltre 100 iscritti che rappresentano la metà di tutti quelli della provincia.

Ha condotto ogni momento delle cerimonie in questi due giorni il Segretario della Sezione e Consigliere regionale dell’Associazione, Paolo Porreca.

Presidente del sodalizio cittadino è Franco Talpo, mentre quello provinciale è Giuseppe Serpetti di Borgo Vercelli.

Presenti anche dirigenti nazionali come il Presidente Onorario, Generale di Corpo d’Armata Benito Pochesci e quello regionale, Francesco Carrù.

Tra o soci illustri della Sezione vercellese, non si può dimenticare l’Onorevole Renzo Franzo; chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, sa che fu sempre orgoglioso di avere servito la Patria come Bersagliere.

 

I due giorni vercellesi sono stati allietati dalle musiche offerte dalla Fanfara dei Bersaglieri dell’Ossola, che si è esibita sabato pomeriggio nel concerto di Piazza Cavour: il nostro video riprende vari momenti della proposta musicale di questa validissima equipe, diretta da Guido Tomà e della loro esperienza ci parla anche la Madrina della Fanfara, Francesca Zanetta

Posted in Mondi Vitali

Passata la Mille Miglia, con lo sciame di supercars rombanti, che ha rappresentato un bel diversivo per la città di Vercelli, nel pomeriggio di oggi, 16 giugno, fa capolino un pensiero come un altro: quelli che siamo abituati a chiamare “pochi”, non sono poi così pochi.

Una cosa per pochi, si dice, di solito.

Come la quota di iscrizione ad una gara classica, che va dai 10 mila ai 50 mila euro.

E’ vero che sono compresi pernottamenti, pasti degli equipaggi e, ovviamente, si tratta di un’organizzazione costosa, non certo perché esosa.

Però sono belle cifre: che, evidentemente, in tanti, (quelli che sono “pochi”, quando parliamo di “cose per pochi”) possono permettersi.

Oggi il corteo multicolore non finiva più.

Senza contare i prezzi delle protagoniste: che siano rombanti Ferrari, oppure auto d’epoca da sogno, forse ancor più da sogno (almeno, secondo il modesto parere di chi scrive) di un bolide del Cavallino rampante: questione di gusti; non ci sono, ovviamente, giudizi di valore.

In questa edizione sono state ammesse le auto storiche costruite nel periodo compreso tra il 1927 ed il 1957: cose davvero per palati fini.

Partiti il 13 giugno scorso (tappa Brescia – Cervia – Milano Marittima) i partecipanti sono transitati da Vercelli percorrendo la distanza che separa Parma da Milano, penultima tappa prima del traguardo, di nuovo a Brescia, domani, dopo avere guidato per circa 2 mila chilometri lungo tutto lo Stivale.

Nessuna sosta in città, ma sono stati molti gli spettatori che hanno atteso il corteo proveniente da Casale, entrare da Via Trino, talvolta schivando (nella “chicane” che collega la tangenziale alla viabilità urbana), qualche ciclista che andava (pare, come d’abitudine) contromano.

VercelliOggi.it ha seguito l’evento di cui rendiamo il repertorio iconografico in video e gallery proprio da Via Trino, mentre l’amico Stefano Di Tano si è portato in centro, scattando belle immagini in particolare da Via Galileo Ferraris, Basilica di Sant’Andrea.

Il suo servizio a breve in altra parte della home page.

Le auto hanno poi proseguito verso Piazza Cavour dove c’è stato il controllo e, quindi, alla volta di Novara.

Buona visione con il video e la gallery.

Posted in Eventi e Fiere