VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

(marilisa frison) – L’attesa è finita, il momento è arrivato, il miracolo si rinnova, la luce ci annuncia che è accaduto qualcosa di grande, è nato colui che si è fatto uomo per salvarci: Gesù.

Non dobbiamo avere paura a pronunciare il suo nome, dobbiamo gridarlo al mondo: è nato il Salvatore.

Quest’anno nella nostra bella chiesa parrocchiale trinese la Santa messa della notte di Natale è stata anticipata alle 23 e per quell’ora tutto era perfetto.

Dalle preziose tovaglie all’altare finemente addobbato, per non parlare del magico presepe, nella sua semplicità, allestito davanti all’altare maggiore.

I sacerdoti si son dati un gran daffare per far trovare ai fedeli un luogo accogliente e denso di spiritualità, ma la cosa più bella è stata la grande partecipazione della gente, la chiesa era gremita.

Tutti hanno potuto ammirare il Bambino speciale portato in processione sull’altare da don Patrizio e fargli festa. Il tutto intriso in un inebriante profumo d’incenso, quest’anno particolare: all’orchidea e all’aloe, donato dal seminarista Giuseppe, che si è anche occupato della corale e dell’altare.

Un aiuto prezioso per la nostra Comunità.

Come sempre l’omelia del parroco don Patrizio Maggioni, ha toccato ed è arrivata al cuore di tutti, non ha dimenticato le persone che per vari motivi non potevano essere presenti, i popoli afflitti dalla guerra, che non è colpa di Dio, perché Dio ci lascia la libertà di scelta. Ha ribadito l’importanza di recarsi alla capanna, perché la ricchezza di Dio la troviamo nella povertà, nell’umiltà e nella semplicità del presepe.

La Santa Messa non deve mai venire meno.

“Io, Dio infinito mi faccio finito per te, per aprire te all’infinito, nasco a Betlemme, casa del Pane, nasco in una mangiatoia, Pane, Pisside, per divenire Comunione, perché desidero davvero essere uno come te, per poterti regalare tutto quel che è di me. Io carissimo vorrei salvare tutto il mondo, è il desiderio più grande che ho, ci dice Dio, ma non posso farlo con la mia onnipotenza, non posso salvarlo se voi non mi aiutate a salvarlo.

Ho un limite, ci dice Dio, ci dice Gesù, la vostra libertà. Se voi alla pace preferite la guerra, se alla condivisione preferite l’egoismo, se all’amore alto che è dono, sacrificio, dedizione, gioia, preferite possedere, usare e gettare, se a un Natale che guarda a Betlemme preferite un Natale consumista, capite che io ho le mani legate. Io non sono un violento, io non conquisto il mondo con la forza, io vi aspetto alla Capanna, e che gioia, gioia grande immensa, mi date quando oltre la chioma dei pastori, inizio a intravedere qualche vostro volto. In questo Natale come in qualunque altro Natale è il dono più grande che mi potete fare”.

Con queste suggestive parole termina l’appassionante omelia il sacerdote.

(In allegato il video con l’omelia integrale)

La Santa messa della Notte delle notti è stata concelebrata dal parroco don Patrizio Maggioni e da don Riccardo Leone, assistendo  Giancarlo Tione e il seminarista Giuseppe.

Non è l’attesa di Babbo Natale, del consumismo, ma di un bimbo povero, che fra i poveri porta ricchezza d’amore, di vita e di speranza. Riscopriamo, impariamo l’adorazione.

Ora l’attesa più grande è che la violenza, la cattiveria e la guerra terminino e trionfi la Pace per tutti.

Che questa luce non finisca mai, riscopriamo i valori dell’amicizia e della famiglia, questo è il vero scopo del Natale.

Alla fine della bella celebrazione tutti a festeggiare e scambiarci gli auguri in parrocchia con panettone e spumante.

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BiellaOggi, Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Come ogni anno si riapre in Monastero il mercatino natalizio carmelitano!

Vi invitiamo a visitarlo, presso il Monastero Mater Carmeli di Biella, negli orari indicati.

Suonate al Monastero, vi sarà aperto con gioia!

Ravviva la porta della tua casa con una ghirlanda!

Attendi il Natale accendendo la tua corona di Avvento!

Fermati a meditare davanti a un piccolo Presepio!

Scegli il tuo Angelo natalizio!

Coraggio, facciamo sentire la nostra riconoscenza per tutto il “giacimento di preghiera” che il Monastero rappresenta per ciascuno di noi: il ricavato è per il mantenimento del Monastero e della Comunità!

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A PROPOSITO DI PREGHIERA…

COS’E’ PER TE LA PREGHIERA?

E, a proposito di preghiera, guardiamo e, soprattutto ascoltiamo, questo breve video, in apertura dell’articolo, che ci pone a contatto con la “immagine sociale” della preghiera.

Il parere di alcuni giovani e poi quello di una “specialista”, una persona consacrata, che “vive di preghiera”, Suor Veronica, giovane Suora Carmelitana del Monastero Mater Carmeli.

Pregare non è opera nostra soltanto, ma azione dello Spirito Santo che risintonizza i desideri di chi prega…

Mediatiamo i “desideri” di Dio, quando preghiamo il Padre Nostro…

Getto il cuore in Dio parlandogli con fiducia, perché solo Lui conosce il cuore e crea dal nulla…

Insomma, bastano certamente queste poche parole di presentazione, per dire che l’incontro con Suor Veronica non sarà deludente.

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Aiutiamo il Monastero Mater Carmeli

Carissimo fratello, carissima sorella,
il Monastero Mater Carmeli, “pianticella” carmelitana piantata dal Signore in terra biellese nel 2005, è qui anche per te come segno di fede e di speranza: puoi aiutarci anche tu ad innaffiarla perché cresca per il servizio che Dio le ha affidato?
Il Signore ha detto: “Getta in Me il tuo affanno ed Io ti darò sostegno… Bussa e ti sarà aperto”.
Con questa fiducia nel cuore affidiamo l’oggi alla Provvidenza di Dio.
Vuoi provare a farti anche tu Suo docile strumento?!
Lui ama chi dona con gioia e ricompensa il bicchiere di acqua fresca donato ad un povero.
Dio, poi, dona sempre il cento per uno e non guarda al dono, ma all’amore con cui si dona (santa M.Maddalena de’ Pazzi, carmelitana).

Quando l’urgenza dei doni pensati per chi ti sta a cuore sarà terminata, quando anche il povero che ti attende fuori del supermercato avrà ricevuto un tuo gesto, se ancora puoi qualcosa… 

  • conto corrente postale n° 58480617
    Monastero Mater Carmeli
  • conto corrente bancario:
    Banca Sella IBAN IT 55 D 03268 22304 053890055480
    Monastero Mater Carmeli
  • conto corrente bancario:
    Biverbanca IBAN   IT 93 V 06085 22302 000018775033
    Monastero Mater Carmeli
  • bonifici dall’estero:
    Biverbanca BIC   CRBIIT2B
    Banca Sella BIC   SELBIT2BXXX
  • Donazione online tramite PayPal (qualsiasi importo, con carte di credito o conto PayPal) utilizzando il modulo qui sotto…

Clicca qui e vai alla piattaforma PayPal

Con la sollecitudine di un cuore riconoscente ti arriverà nella preghiera il nostro grazie!

Le tue Sorelle Carmelitane di Biella Chiavazza

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Provincia di Vercelli

Non ci risulta che il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco commissioni sondaggi per conoscere quale sia il gradimento, il grado di consenso che la gente esprime nei riguardi degli “angeli con l’elmetto” ed il loro lavoro.

Se lo facesse, il risultato sarebbe vicino (un po’ di prudenza non guasta) al cento per cento.

Non c’è dubbio che si tratti di una delle Istituzioni più amate da ogni espressione del popolo: forse perché tutti sappiamo che – al di là di ogni retorica, che fa sempre capolino in ogni occasione ufficiale – loro davvero sono disposti a mettere a rischio la propria incolumità per tutelare la nostra.

E questo non ha prezzo.

Poi ci sono persone – e chi lavora nel campo dell’Informazione è tra queste – che quasi ogni giorno toccano con mano quanto questa realtà straordinaria sia, appunto, “ordinaria”.

Sicchè è con particolare convinzione che ogni anno, il 4 dicembre, in occasione della Festa di Santa Barbara, Patrona del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

(ed anche di altre realtà, una per tutte, gli Artiglieri, ma non solo: cliccando qui la biografia e la passio della Santa)

volentieri documentiamo questo momento importante della vita, nella nostra realtà, di Viale Aeronautica a Vercelli, ma certamente anche dei vari distaccamenti situati, ad esempio, a Varallo Sesia.

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Il nostro filmato, di oltre 40 minuti, forse un po’ lungo, ma pensiamo siano tutti minuti interessanti, documenta la giornata, insieme alla gallery, con l’ambizione di restare un repertorio a lungo consultabile.

Giornata che ha saputo unire, nella solennità di questa occasione, sentimenti di gioia e partecipazione, nel segno di una riuscita “osmosi” tra uomini e donne del Corpo e rappresentanti delle Istituzioni, Autorità, piccoli scolari interessatissimi (un applauso anche perché hanno sfidato il freddo di questa giornata di dicembre) alle dimostrazioni pratiche allestite nel cortile della Caserma

Tra i tanti momenti che si possono ripercorrere e resteranno a disposizione nel video: l’omelia dell’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo,

la relazione morale ed operativa del Comandante provinciale, Ing. Ciro Bolognese

(qui una sintesi nel precedente servizio),

la preghiera del Vigile del Fuoco, l’omaggio ai Caduti in servizio, il suggestivo “alzabandiera” dal castello di esercitazione, a cura degli Specialisti del Nucleo SAF (speleo, alpino, fluviale).

Delle benemerenze tributate al Personale che si è particolarmente distinto nel corso dell’anno, abbiamo già illustrato i dettagli nell’articolo linkato poco sopra.

In questo servizio lasciamo, dunque, parlare la gallery, che tutti li riprende mentre ricevono il segno esteriore che è simbolo degli unanimi sentimenti di stima.

Infine, a proposito di sentimenti, una nota che richiama l’intreccio tra il dispiacere di un commiato e la soddisfazione per un meritato riconoscimento professionale, per un avanzamento di carriera.

Nel corso della propria relazione, l’Ing. Ciro Bolognese ha annunciato che, dal prossimo 2024, lascerà Vercelli per assumere un importante incarico dirigenziale a Torino.

Sappiamo che questi avvicendamenti sono propri dei gradi apicali nella Pubblica Amministrazione.

Quindi, non si può che compiacersi per questa promozione, meritatissima.

Resta il dispiacere per l’esodo di un Dirigente che, oltre ad avere apportato molte novità (le enumera lui stesso, nel video), ha saputo implementare ancora il rapporto con i mezzi di informazione, consentendo che, pur nel rispetto di ruoli, competenze, autonomie, prerogative, ai Lettori fosse sempre assicurato il diritto di conoscere il lavoro delle Istituzioni, tanto più in occasione di eventi mai convenzionali, spesso drammatici.

Di questi sentimenti si è fatto interprete il Prefetto di Vercelli, Lucio Parente che, con un’eccezione al protocollo, ha preso la parola per esprimere un vivo ringraziamento al Comandante.

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Ancora un grazie, dunque, agli uomini ed alle donne, “angeli con l’elmetto”, al loro Comandante.

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Cigliano e Borgo d'Ale

“Senza Sacerdoti la comunità non è più una comunità di persone unite per il bene comune, ma è una comunità di persone divise, perché l’unità è in Cristo che ci porta ad essere una cosa sola con lui e quindi fratelli anche tra noi”.

Entra subito “in media res” l’omelia tenuta oggi da Don Giovan Giuseppe Torre, al Santuario della Beata Vergine del Trompone a Moncrivello.

Circostanza importante ed attesa dal popolo di Dio che vive questo luogo di spiritualità diventato punto di riferimento per una realtà ampia, che ha il “cuore” nel territorio che si estende da Cigliano a Caluso.

Ma se questo è il “cuore”, appunto, lo “share” è molto più ampio.

 

Un luogo di spiritualità (ma sappiamo bene anche di cure sanitarie, assistenziali, di attività formative di altissimo livello: insomma, l’Opera del Beato Mons. Luigi Novarese, la realtà dei Silenziosi Operai della Croce, dei Volontari della Sofferenza) che è posto al confine tra la Diocesi di Vercelli e quella di Ivrea, per qualche metro in provincia di Vercelli: ma è un confine che unisce, non divide.

Ne è testimone diretto e autorevole, nella propria attività pastorale, il Parroco di Villareggia, Mazzè, Tonengo, Don Alberto Carlevato, che oggi ha altresì diretto la Corale interparrocchiale, unanimemente apprezzata.

E che questo luogo sia “cerniera” tra due realtà vive in una dimensione di osmosi pastorale, ma anche civile, è testimoniato simbolicamente dalla presenza, qui, oggi, sia del Sindaco di Moncrivello, sia del Sindaco di Villareggia ed i simboli sono importanti per rappresentare realtà avvertite su vari piani, non sempre e non solo per i profili materiali, concreti, palpabili.

Omelia veramente ispirata che ci fa piacere riproporre integralmente nel nostro filmato che, insieme alla gallery, correda il servizio: parole che meriterà ascoltare e riascoltare, perché si dilateranno certamente in echi e risonanze, come accade alle parole sincere.

C’è molto da imparare.

Una vocazione, quella di Don Giovan Giuseppe, classe 1938, nata contemplando la Madonna di Lourdes, nel lontano 1966 e che sarebbe stata poi in gran parte vissuta qui, dove la Madre di Dio volle manifestarsi nel 1562, guarendo la povera Domenica Millianotto.

Per questo – lo ascoltiamo nel video – se è vero che, per un napoletano, la Madonna di Pompei rappresenta la massima espressione (celia con un colorito neologismo) della “madonnità”, per Don Giovan Giuseppe è la Vergine che si presentò “Que soi era Immaculada Concepciou” a Bernadette ad essere stata strumento della Provvidenza.

Una Provvidenza che ha bisogno dei Sacerdoti: di Operai per la Messe.

Messe che si raccoglie percorrendo una strada, strada che unisce l’altare al confessionale, come è la testimonianza di vita, per esempio, di San Pio da Pietrelcina.

Il Signore ha voluto che il prete fosse necessario, alla Chiesa e all’umanità.

Necessario perché il sacrificio d’amore della Croce dolorosa di Cristo fosse presentato in ogni tempo ed in ogni luogo, quale insostituibile sorgente di riconciliazione, di speranza e di santità.

Dunque il “potere” di celebrare l’Eucarestia – l’intimo vincolo della dimensione eucaristica e la dimensione sacerdotale della celebrazione della Messa.

Una seconda esperienza sacerdotale è legata ad un altro gesto, un’altra parola, che per precisa volontà del Signore sono riservati al solo Presbitero: l’assoluzione nel Sacramento della penitenza. Non potrò mai cancellare l’emozione che provai nel dare la mia prima assoluzione:

”Io ti assolvo dai tuoi peccati…”.

Sì, “Io”, Giovanni, nel nome del Signore, ti assolvo dai tuoi peccati.

Sì, un’emozione forte, come risonanza umanissima di un gesto di fede che per la prima volta compivo, di un dono di grazia che mi raggiungeva (…).

Come abbiamo anticipato, il video propone la versione integrale dell’omelia.

***

Dunque è il 30 novembre 1966 quando è lo stesso Beato Mons. Luigi Novarese ad accogliere il giovane Giovan Giuseppe, che inizia così il cammino di formazione per diventare Sacerdote.

La fondazione dei Silenziosi Operai della Croce era avvenuta il 1 novembre 1950 e sarà poi il 31 ottobre 1973, il giorno dell’Ordinazione, proprio alla vigilia dell’anniversario di fondazione, presso il Santuario Salus Infirmorum in Valleluogo.

Il 1973 segue di poco quel 1970 quando la Provvidenza fa incontrare Mons. Novarese con l’allora Arcivescovo di Vercelli, l’indimenticabile Mons. Albino Mensa, che mette a disposizione dell’Opera questo luogo, il Trompone: e la storia ha inizio.

Al termine della Celebrazione, prima di condividere un momento di festa con la partecipazione del Personale della Casa di Cura, Don Giovan Giuseppe Torre non si sottrae ad un saluto ed una benedizione particolare ai nostri Lettori, sorprendendoci davvero (e gliene siamo riconoscenti) con parole che ci hanno commosso, certo immeritate per chi si reputa null’altro che un servo inutile, modesto “operaio”, appunto, impegnato a comunicare e fare conoscere la bellezza della Fede.

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Vercelli Città

Prima la cronaca o prima i ricordi?

Non è facile scegliere, perché, in questa domenica 15 ottobre 2023, quando Mons. Stefano Bedello fa il proprio ingresso in Cattedrale, come nuovo Parroco del Duomo di Sant’Eusebio (e coordinatore dell’Unità Pastorale che comprende anche San Giuseppe, Sant’Agnese e San Bernardo – Madonna degli Infermi) torna alla mente quel (non troppo) lontano

17 ottobre 2009, – leggi cliccando qui –

quando il compianto Arcivescovo Padre Enrico Masseroni lo ordinava Sacerdote.

Un’emozione particolare, si diceva e non solo perché un nuovo “Operaio” giungeva ad occuparsi della Messe. Anche perché quelli erano gli inizi di un altro (sia permesso), certo non pari, ma anch’esso vissuto come adesione ad un compito, “ministero”: quello della comunicazione pastorale, categoria dell’informazione forse non troppo frequentata, ma nella quale VercelliOggi.it  ha sempre creduto (trovando, peraltro, più che lusinghieri riscontri tra i Lettori, che ringraziamo, anche in questa occasione).

E proprio in quel giorno (ma nei mesi precedenti si era già seguita l’ordinazione diaconale del giovane Sacerdote) ha data uno dei primi articoli (siamo on line dal 5 gennaio di quell’anno) pubblicati per raccontare di un fatto importante per il popolo di Dio che è in Vercelli, per l’intera Chiesa eusebiana.

Oggi, 14 anni dopo, abbiamo il piacere di documentare questo arrivo, di pubblicare alcuni momenti di una Liturgia davvero coinvolgente: semplice e coinvolgente, che dice di una – se si passa l’ossimoro – “familiarità solenne” forse la cifra più persuasiva di un momento bello della Chiesa eusebiana.

Il video che volentieri offriamo ai Lettori anche perché resti come documento di questo giorno, insieme ad ampi tratti della Liturgia, presenta, integrali, l’omelia dell’Arcivescovo, Mons. Marco Arnolfo, e l’indirizzo di saluto pronunciato dal nuovo Parroco.

La S. Messa è stata animata, suscitando apprezzamento unanime, dalla Cappella Musicale della Cattedrale, diretta da Mons. Denis Silano.

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Dunque, l’omelia, dettata per illustrare le Letture di questa XXVIII domenica del Tempo Ordinario (Is 25, 6-10; Sal.22; Fil 4, 12-14. 19-20; Mt 22, 1-14.) con quel noto ed esigente brano del Vangelo di San Matteo.

Un affresco, come un trittico, che si compone di tre immagini, che a tutta prima possono apparire di non facile lettura.

Ma l’omelia ha proprio questo scopo: spiegare la Parola di Dio.

Così, si inizia il “viaggio” in questa pagina di Vangelo che forse si può comprendere meglio se si inizia della fine, con quella sentenza così netta: ”Molti sono chiamati, ma pochi gli eletti”.

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L’OMELIA

Se fossimo i registi e gli sceneggiatori di una fiction, sarebbe d’obbligo dedicare l’inquadratura di apertura – la prima immagine – a quella sala, già preparata per una festa.

Una festa nuziale, che il re prepara per le nozze del Figlio.

Una festa disertata, come sappiamo, proprio da coloro che per primi vi sono invitati.

Tanti i motivi: qualcuno di questi motivi di diserzione possiamo forse cercarlo anche in noi stessi; non siamo, ad esempio, dell’ “umore” giusto per festeggiare.

Abbiamo altro da pensare, siamo “occupati”, come diciamo così spesso, senza forse renderci conto di quanto sia rivelatrice di significati ulteriori e bivalenti quella locuzione che allude all’occupazione di territori da parte di chi li sappia conquistare.

Chi “ci occupa”?

Il nostro cuore da chi e cosa è “occupato”, occupato a tal punto che non vi trova posto la chiamata del Padre a vivere con lui, a vivere quella festa per le “nozze” del Figlio?

Diciamo spesso, anche, che siamo “presi”.

Come rapiti dal Mondo.

Come si fa, in queste condizioni, a pensare di partecipare ad una festa e, per di più, una festa nuziale?

Ma il re, il Padre, non ci pensa nemmeno a rinviare le nozze.

E’ tutto pronto, è l’ora, è venuta la “pienezza dei tempi”.

Se i primi chiamati non sono degni, si vada allora (ecco il secondo “ambiente”, la seconda scena che la telecamera può inquadrare) lungo la strada, le strade, nei luoghi in cui si snoda, scorre, il fiume della vita: che non è sempre e tutto gorgogliante di acque limpide, fresche, zampillanti e pure.

Ci sono buoni, cattivi, quelli che sono così così, e quelli ai quali la vita ha presentato un conto salato.

Il Padre chiama tutti, la chiamata alla santità è per tutti, la porta è aperta, il banchetto preparato: questa volta la sala si riempie, perché ad essere aperta è non soltanto la porta di casa, ma sono aperte anche le porte dei cuori.

Ce lo ha ricordato San Giovanni Paolo II nella celeberrima omelia in occasione dell’apertura del suo pontificato.

Era proprio il 22 ottobre ed il precedente 16 ottobre, è certo d’uopo ricordarlo, nell’anno 1978, 45 anni fa, fu eletto al Soglio di Pietro.

Cosa disse, dunque, il Papa:

“Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!

Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera!

Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!

Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa”!

Parlò a, a tratti, voce alta, ancorchè sempre affettuosa, ad un mondo che forse non era preparato a sentire parole così, certo non se le attendeva, ma ad un mondo che non aveva bisogno d’altro, se non di parole così.

Chi ricorda quei momenti ricorda un’emozione intensa, la rivelazione di un orizzonte nuovo.

***

Dunque, in quella sala, così come tra coloro che furono folgorati dalle parole del Papa in quel 22 ottobre 1978 (per contestualizzare: allora Don Stefano aveva 4 anni…) non ci furono santi: ci furono uomini e donne con i limiti e – come si dice oggi – fragilità della condizione umana.

Ma ci furono uomini e donne che, dalla strada, avevano scelto di aderire ad un invito che aveva saputo raggiungere il loro cuore.

Avevano aperto – anzi, spalancato – quella porta.

***

Dunque, perché la sorte di quell’infelice, destinato ad essere smascherato, gettato là dove è pianto e stridor di denti?

E siamo alla terza scena, che fissa quell’abito che non c’è.

Perché nella sala preparata per la festa delle nozze di quel così unico Figlio, anche coloro che vengono dalla strada hanno scelto di “cambiare abito”, cambiare costumi, essere uomini e donne nuovi.

Che, sappiamo bene, non necessariamente significa riuscirci subito, né riuscirci sempre.

Ma significa che la scelta è quella: cambiare, convertirsi, non certo per compiere una sorta di “inversione a U” della nostra vita, ma per tentare una trasformazione, interiore, autentica, profonda.

In certo senso, per “connettersi” o “riconnettersi”, come fra poco sentiremo dire da Mons. Bedello nel proprio saluto.

Per conformare la nostra vita a Cristo.

Chi è in sala senza essersi “cambiato d’abito”, senza avere indossato l’abito “nuovo”, senza avere scelto la via nuova, con umiltà e consapevolezza del proprio limite, ma senza riserve, può solo vivere una partecipazione priva di costrutto.

Non può avere parole di verità.

E forse è proprio per questo che quell’ospite che pare – se è lecito il termine – un “imbucato”, ammutolisce.

E’ lecito pensare che, se l’Evangelista si preoccupa di dirci che “ammutolì”, è segno che stesse parlando, tentando di dire cose.

Sicchè, qualunque cosa stesse dicendo in quella comunità, evidentemente, non sarebbe stata una cosa utile: mancava, infatti, la conversione del proprio cuore.

***

Forse sull’omelia siamo andati un po’ “lunghi”, ma, a proposito di comunicazione pastorale, non va dimenticato che è proprio questo il momento in cui la Chiesa si preoccupa di “spiegare” al popolo di Dio la Parola: e tutto ha senso se al centro di tutto ci sono la Parola e l’Eucarestia.

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Come abbiamo anticipato, sia l’omelia dell’Arcivescovo, sia l’intervento del nuovo Parroco sono integrali nel nostro video e sarà così possibile ascoltare ancora, nel tempo, entrambi.

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IL SALUTO DEL NUOVO PARROCO

Don Stefano, oltre ai ringraziamenti di rito, ha posto l’accento in particolare su tre “piani” lungo i quali si sviluppa l’esperienza di un Sacerdote.

Il Sacerdote come uomo, come Prete, come Parroco.

Ed in questo senso, con cenni sintetici, ha offerto alcuni tratti della propria esperienza umana.

Un “grazie”, dunque, come uomo a chi, soprattutto la famiglia, ha trasmesso valori educativi autentici e, primo tra questi, quello che, per essere uomo davvero, la prima scuola sia quella dell’umiltà.

Poi, il “grazie” del Prete, accolto in questo Presbiterio diocesano 14 anni orsono, consacrato dall’Arcivescovo Padre Enrico Masseroni ed ora, da Mons. Marco Arnolfo, destinato a questo duplice, impegnativo incarico, di Vicario Generale della Diocesi e di Parroco di Sant’Eusebio, la Parrocchia del Duomo di Vercelli e coordinatore dell’Unità pastorale che comprende anche Sant’Agnese, San Giuseppe e San Bernardo – Madonna degli Infermi.

Infine, il terzo “grazie”, quello del Parroco.

Un ringraziamento e, insieme, un chiaro intento “programmatico”, un “triplice intento”: fare bene, dire bene e stare bene.

Fare “il bene”, cioè orientare il cuore, di ciascuna persona e della comunità a Dio, al bene di Dio, che è la carità.

Dire bene, cioè “bene-dire” per portare la salvezza di Dio, per crescere insieme nella fede.

Stare bene, infine, non secondo il significato mondano dell’espressione, bensì nell’accezione evangelica, cioè restare ancorati al cuore di Dio, come i tralci alla vite.

Poi, rivolto ai parrocchiani, le parole forse più “forti”: mi metto al servizio, nel senso della collaborazione, per favorire la corresponsabilità.

I fedeli non sono riusciti a trettenere un più che motivato applauso “a scena aperta” quando Don Stefano ha rivolto un ringraziamento al suo predecessore, Mons. Giuseppe Cavallone, che fu altresì il Sacerdote forse più influente nel determinarne la scelta per assecondare una vocazione già ormai pienamente avvertita ed entrare così in Seminario.

Infine, l’esortazione forse più esigente: se siamo “disconnessi” – dice il Parroco – con noi stessi, disconnessi dalla nostra interiorità, non potremo essere “connessi” agli altri, tra appartenenti alla stessa comunità e, così, fare un cammino comune.

Un pensiero che pare in una sintonia chiara con la lezione agostiniana “non uscire fuori, rientra in te, solo nell’uomo interiore abita la verità”.

Insomma, un inizio che poggia su basi assai solide e promettenti.

Il nostro video si conclude, così, con una benedizione finale e con il canto davanti alla sacra effige della “Madonna dello Schiaffo”, che, così cara ai vercellesi, ci ricorda l’amore inesausto e sempre stupefacente della Madre di Dio per i propri figli.

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Palestro e Alta Lomellina, PiemonteOggi, Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Il primo passo potrebbe essere mosso già domani, lunedì 16 ottobre, dal Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare (forse, di nuovo, come un tempo, delle “Risorse annonarie”?), Francesco Lollobrigida.

La pratica è sul tavolo del titolare di Via XX Settembre a Roma da qualche tempo e, come sempre, la nomina del Presidente dell’Ente Nazionale Risi si rivela un round della mai sopita tenzone tra le due più influenti (e rappresentative) organizzazioni di categoria delle imprese agricole: Coltivatori Diretti e Confagricoltura.

Una tensione sempre sensibile a delicati (ma talvolta muscolari) equilibri, tutti giocati su pesi e contrappesi in qualche modo condizionati delle urgenze dell’ora.

Ma andiamo con ordine.

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Dunque, bisogna sapere che l’attuale Presidente di Via San Vittore a Milano, Paolo Carrà, ha portato a termine (a detta di tanti, per non dire tutti, con buoni risultati) il proprio secondo mandato e, perciò, non può più essere rinnovato.

La politica, come spesso succede, non sa che fare.

Sicchè la prima proposta è stata quella solita: commissariate l’Ente, in attesa che decidiamo.

Pare, però, che non si possa commissariare un’Istituzione, soprattutto del peso e calibro come l’Ente Nazionale Risi, soltanto perché qualcuno deve pensare.

Sicchè le cose precipitano o, almeno, vanno avanti.

E si incomincia: questa volta il Presidente potrebbe toccare alla Coldiretti, che non ha più avuto un proprio esponente nell’incarico, dai tempi dell’On. Renzo Franzo.

E di anni, perciò, ne sono passati circa 50.

Dall’altra parte si obbietta: appunto per questo, l’Ente è ormai considerato un “hortus conclusus” di Confagricoltura.

Tanto più in questi tempi – la congiuntura questo direbbe – in cui, di converso, la “Bonomiana” sta occupando tutti i posti più importanti dell’Agricoltura italiana: insomma, pare entrata nelle grazie dei Fratelli (in questo caso: dei Cognati) d’Italia.

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Un bel rebus, di che lambiccarsi il cervello.

Poi a qualcuno viene in mente di guardare (ma dopo, solo dopo) il curriculum di ogni singolo candidato.

E qui arriviamo all’oggi (a domani, lunedì) quando pare in pole position per la nomina un tecnico sicuramente di livello (di area Coldiretti), come il pavese Giuseppe Croce, imprenditore agricolo di 63 anni, già Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi di Milano, componente del Consiglio di Amministrazione  del Consorzio “Terrepadane”, erede (cresciuto in un ambito territoriale ampio) della Federconsorzi, con sede in Piacenza.

Al suo attivo ha anche un Master tenuto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, sulla gestione delle biomasse e dei processi per la produzione di energia

Gli farebbero – è vero – difetto i quarti di nobiltà meloniana, ma amen, non si può avere tutto nella vita.

A Vercelli il sistema politico sta vivendo giorni di tensione, perché l’idea di riuscire a perdere (anche) il Presidente dell’Ente Risi pare procuri insonnie.

Insonnie che, nel partito di Corso Libertà, sono, forse, sempre preferibili ad un vero e proprio incubo: il timore, tremore e, diciamo pure, terrore, che il Senatore novarese e fratello-coltello, Gaetano Nastri, conti più di loro.

Dal cilindro dei fraterni prestidigitatori bicciolani sarebbero stati, così, estratti tre nomi, da candidarsi alla Presidenza: Massimo Camandona (Sindaco di San Giacomo Vercellese e Consigliere provinciale), Raffaella Oppezzo (Sindaco di Costanzana) e Natalia Bobba (Presidente di Donne e Riso).

Dei tre, l’unica a poter contare sul sostegno di un’Organizzazione agricola (appunto, la Confagricoltura, della quale è esponente anche l’uscente Carrà) è proprio Natalia Bobba che, curiosamente, ha anche alle proprie spalle un rapporto di conoscenza professionale con il “competitor” pavese, se è vero che quest’ultimo è stato suo superiore, come Ispettore generale, quando lei era Perito grandine, entrambi per la Società Cattolica di Assicurazione.

La scelta che il Ministro Lollobrigida firmerà domani è, comunque, solo il primo passo di un lungo processo decisionale: il nominativo indicato sarà poi passato al vaglio del Consiglio dei Ministri, delle Commissioni Agricoltura di Camera e Sanato, per giungere al Colle, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Come finirà?

Chi vivrà, vedrà.

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Provincia di Vercelli, Vercelli Città

Non si insisterà mai abbastanza sull’importanza della prevenzione per combattere tante malattie, soprattutto quelle cardiovascolari.

Ma un conto è insistere in modo pedane, noioso.

Tutta un’altra cosa è, invece, studiarsi qualcosa per divertire, coinvolgere, meglio se “dando l’esempio” con una bella (ma non competitiva) camminata, approfittando di questa straordinaria ottobrata, che ci regala ancora giornate splendide.

Certo, ci vogliono fantasia e impegno, che non sono mancati al Soroptimist Club di Vercelli che, in collaborazione con il Reparto di Cardiologia dell’Ospedale S.Andrea, ha organizzato l’evento “Si cammina con il cuore” che oggi, 8 ottobre, ha portato a Vercelli tante persone ad indossare tuta e scarpe da ginnastica per una passeggiata in città.

Testimonial d’eccezione, Valeria Straneo, la campionessa italiana di Maratona, che vanta un record ancora oggi, dopo 10 anni, imbattuto.

Regista discreto ed efficiente, per la parte “sportiva” dell’evento, Piero Volpiano, Presidente di Atletica Vercelli ’78, sodalizio che è una vera certezza, anche dal punto di vista organizzativo, nel panorama sportivo vercellese.

Può dirsi soddisfatto della ottima riuscita dell’evento il Soroptimist di Vercelli, con la Presidente Lucia Ruzzante.

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Vercelli Città

Chi vuole (tentare di) porre un freno all’escalation degli aumenti dei compensi agli Amministratori comunali, può firmare al banchetto, domenica 8 ottobre, domani.

Ma andiamo con ordine.

***

Diciamo subito che prendere tutti quei soldi non è affatto obbligatorio, anzi!

Già da mesi c’è (almeno un) Sindaco di Capoluogo, Silvia Marchionini di Verbania, che ha detto un dignitoso “no” – leggi qui -.

Rinuncio.

Rinuncio perché, ha detto, papale papale, come si vede e sente dallo streaming del Consiglio Comunale di Verbania:

”Io questa faccia non ce l’ho”.

E con lei tutta la sua Amministrazione.

Fortemente contrariati, come si vede e sente,

sempre nel video allegato all’articolo che si vede qui sotto (ad un’ora e 27 minuti dall’inizio della seduta) i suoi attuali oppositori,

forse speranzosi di essere maggioranza dal 2024, i quali, se vorranno, dovranno aumentarsi gli stipendi, fino al limite massimo previsto dalla Legge e, quindi, mettere fuori la loro, di faccia.

Un limite cui subito ha aderito, invece, il Comune di Vercelli, dispensando, tanto alla Giunta del Niente, quanto all’indefesso Presidente del Consiglio Comunale, il massimo della retribuzione.

Se Silvia Marchionini dice “Io questa faccia non ce l’ho”, di diverso parere pare siano i suoi omologhi vercellesi.

E, proprio grazie al Sindaco Marchionini, si viene a sapere anche un’altra cosa: non è vero, come certo story telling tenta di spacciare per buono, che questi aumenti siano interamente a carico dello Stato, quindi, tutto sommato, chi se ne frega.

Perché c’è l’8,5 per cento di Irap (ovviamente, sul lordo) che tira fuori il Comune.

I conti di cosa costino di sola Irap il Sindaco e 9 Assessori sono presto fatti.

***

C’è poi il problema rappresentato dalla pletorica consistenza numerica della Giunta.

Dieci persone dieci.

Anche qui, il massimo consentito dalla Legge.

Già par di udire l’indefesso Presidente del Consiglio Comunale: noi siamo per la Legge!

Viva la Legge, dunque, che, tuttavia, non impedirebbe di ridurre un po’ il numero degli Assessori, tanto più ora che sono profumatamente pagati e potrebbero dedicare il tempo pieno.

Tempo pieno e capacità manageriali.

Sicchè – dicono coloro che stanno guardando un po’ le tendenze emergenti presso gli Enti Locali maggiori, in vista del voto 2024 – in molte situazioni si sta pensando (non da oggi, peraltro) a modelli organizzativi in cui ad ogni Dirigente comunale, corrisponda il proprio (e uno solo) Assessore di riferimento, così da rendere più organico il rapporto tra Esecutivo e management, più diretta e immediata la verifica tra obbiettivi e risultati, più semplice il confronto.

A Vercelli vorrebbe dire cinque o sei Assessori oltre al Sindaco.

Al di là delle esigenze di sovvenire ai bisogni familiari, c’è qualcuno che potrebbe dire che sei Assessori oltre al Sindaco sarebbero pochi?

Che dire poi della Presidenza del Consiglio Comunale?

Almeno in questa fase, una funzione che pare meccanica: staccare il microfono al quinto minuto e un secondo a chi sta parlando (e qui, però, le responsabilità sono di chi un simile regolamento d’Aula ha votato).

Anche se, peraltro, il termine di cinque minuti per ogni intervento non risulta perentorio: è, infatti, di intuitiva evidenza che la tolleranza non possa essere la stessa per qualsiasi argomento in trattazione, che si parli di Bilancio, di alberate che rischiano di cadere sul coppino delle persone, di piano Kipar – Patriarca – Pirata, oppure, per esempio, di come sistemare le rastrelliere per le biciclette in Corso Abbiate.

***

Ma quanto sono (e, da gennaio 2024, saranno) pagati Sindaco, Assessori e Presidente del Consiglio Comunale?

La progressione delle indennità di carica è illustrata da questa tabella.

Va altresì chiarito che, nel tempo, quando gli aumenti non sono stati tempestivamente applicati, sono successivamente stati erogati fior di arretrati: dura Lex, sed Lex.

***

Insomma, l’argomento è tutt’altro che di poco conto e, se è vero che ci sono ben poche speranze che la Giunta del Niente, né l’Indefesso, per il momento rinuncino ad alcunchè, è altrettanto vero che questa materia potrebbe essere uno dei punti più qualificanti dei programmi ed impegni elettorali dei candidati Sindaco alle prossime elezioni comunali del 2024.

***

Ora i cittadini che vogliono far sapere la propria opinione su questi aumenti hanno uno strumento concreto: andare a firmare al banchetto organizzato dal Consigliere Comunale indipendente, Michelangelo Catricalà.

Ecco cosa dice l’interessato:

“𝐕𝐢 𝐀𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐃𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚 𝟖 𝐎𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐕𝐢𝐚 𝐂𝐚𝐯𝐨𝐮𝐫 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟎 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟖 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐚.

Continua la raccolta firme per dire 𝐍𝐎 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐞𝐧𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐀𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐢 (Sindaco, Assessori, Vice Sindaco e Presidente del Consiglio)

Raccolta firme a sostegno di una possibile mozione per chiedere:

  • 𝐂𝐡𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐀𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐫𝐢𝐧𝐮𝐧𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐢𝐧𝐜𝐫𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢
  • 𝐂𝐡𝐞 𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐚𝐫𝐦𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐯𝐞𝐧𝐠𝐚𝐧𝐨 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥 𝐆𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐚 𝐟𝐚𝐯𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐢/𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞 𝐢𝐧 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐢𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚̀

Le indennità a Sindaco e Assessori raggiungeranno il tetto massimo a partire da gennaio 2024: circa 𝟏𝟎.𝟎𝟎𝟎 € per il Sindaco, più di 𝟓.𝟎𝟎𝟎 € al Vicesindaco e più di 𝟒𝟎𝟎𝟎 € agli Assessori.

Ritengo che gli aumenti (legge di bilancio Dicembre 2021) delle indennità degli Amministratori Comunali siano quantomeno imbarazzanti nei confronti degli Italiani, soprattutto in questo periodo storico, pesante dal punto di vista economico dove tutto aumenta in modo sproporzionato rispetto a ciò che si guadagna: bollette, mutui raddoppiati, beni di prima necessità, caro-scuola,

carburanti mai cosi alti”.

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Regione Piemonte, Vercelli Città

Una cosa resta, commuove, insegna, delle esequie celebrate a Vercelli in Cattedrale, sabato 30 settembre, per Kevin Laganà, il più giovane tra i Lavoratori vittime della disgrazia alla Stazione Ferroviaria di Brandizzo, nella notte tra il 30 e 31 agosto scorsi.

Questa cosa è l’amore.

Amore che parenti, amici, tutti coloro che con lui hanno condiviso un tratto del pur breve – 22 anni – suo cammino terreno, hanno espresso in tanti modi, qualcuno rivelatore di un impegno davvero unico.

Gli esempi sono tanti, e molti li illustriamo nel filmato che accompagna questo articolo, con la gallery: lo offriamo volentieri affinchè quei momenti, per chi lo vorrà, possano essere ancora condivisi.

C’è stato chi ha voluto, per dire di lui, raccogliere, come in un’antologia, alcuni suoi video su Tik Tok: i brevi filmati in playback, vera palestra di comunicazione, dall’adolescenza in poi, che accomuna tanti ragazzi, per non dire tutti i ragazzi.

E basterebbe questo per farcelo amare, come una persona che ha già vissuto abbastanza può amarne un’altra che si affaccia alla vita.

Una vita che aveva imparato ad affrontare da subito, senza chiedere sconti: si alzava di notte, mentre tutti gli altri dormono, per andare a fare un lavoro duro e rischioso, ma onesto.

***

Altri suoi amici hanno voluto salutarlo dando gas ai tanti cavalli delle moto, allineate come in un picchetto d’onore sul sagrato del Duomo di Vercelli, ricordando la passione per i motori del loro amico.

***

Dicono, poi, di una solidale condivisione del lutto le corone di fiori che le famiglie di tutte le cinque vittime (oltre a Kevin, Michael Zanera, di 34 anni, Giuseppe Sorbillo, di 43, Giuseppe Aversa, di 49, e

Giuseppe Saverio Lombardo – leggi qui il precedente articolo sul primo funerale, il 28 settembre -,

di 52 anni) hanno voluto reciprocamente porre sulle tombe, nei Cimiteri di Vercelli, Borgo d’Ale, Brandizzo.

***

Inedita anche l’idea di quel Rosario composto di palloncini colorati d’azzurro, che si libra nel cielo quando giunge il momento del congedo e, pur se con una lentezza dolente, il feretro deve prendere la strada di Billiemme.

Un Rosario che dice tutto: queste 1.500 (secondo altre stime, attendibili, circa 2 mila) persone che sono qui in questa mattina in cui un sole tiepido pare anch’esso volere accompagnare all’ultima dimora questo giovane di valore, parlano di un amore che non svanirà.

Sono persone capaci di amare.

Sappiamo che noi, miseri, quando non miserandi, mortali, possiamo amare, come non amare.

Solo Dio non può scegliere: perché Dio “è” amore.

Allora è proprio così: queste migliaia di persone hanno consegnato Kevin alla comunione con il Padre passando per la strada maestra, la strada dell’Amore.

 

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Vercelli Città

I tre Assessori della Lega che sono rimasti (chissà perché) a fare parte della Giunta del Niente questa notte, forse, non dormiranno tranquilli.

Perché tre? Non erano quattro?

E’ vero, sono partiti in quattro nel 2019 ed uno di loro, il Sagacissimo

(sulle origini dell’affettuoso nick name affibbiatogli dagli amici, si veda cliccando qui il precedente articolo)

è stato designato addirittura Vice Sindaco.

Poi, però, come sappiamo, poche settimane fa ha abbandonato (anche ufficialmente) al modo di un paguro bernardo in cerca, nei fondali delle acque politiche, di ospiti più capienti, entrambe le conchiglie presso le quali si era acquartierato:

l’Onorevole emerito di Borgosesia e la Lega Nord per Salvini o chi per esso – leggi qui – .

Ora è battitore libero e già questo è un cruccio per il Pirata, che non sa come giustificarne la presenza in Giunta.

E’ l’unico Assessore (a parte Luigi Michelini, sempre sato in quota fiduciaria al Pirata) a non avere un partito che ne legittimi politicamente la presenza nell’Esecutivo.

Ed è, soprattutto, l’unico Assessore che non possa contare su Consiglieri Comunali disponibili a rappresentarne le “casa” politica.

Insomma, sarebbe il terzo di nomina fiduciaria del Pirata: un po’ troppo anche per la Giunta del Niente a fine corsa.

Ma non divaghiamo e andiamo con ordine.

***

Dunque bisogna sapere che oggi, a Stroppiana, si è tenuto un partecipato convegno   sul tema della “mobilità sostenibile”.

Tanti i partecipanti, tanti i relatori.

Nell’ambito del convegno era prevista una tavola rotonda dal titolo

“Piani di mitigazione dell’impatto ambientale e risvolti normativi”.

Bene.

In scaletta l ‘intervento istituzionale del Pirata (anche nella sua veste di Presidente regionale dell’Anci) e di esperti.

Ma il Pirata non arriva e soltanto verso le 12 si viene a sapere che è  trattenuto a Vercelli per gli affari (professionali) suoi.

E amen.

Sempre a motivo degli affari suoi slitta a domani – venerdì di prima mattina – la riunione di Giunta convocata per le 15 di oggi.

E va bene.

I leghisti l’hanno scampata ancora per qualche ora.

Perché, rumors che provengono da fonti solitamente attendibili, ma rumors che questa volta sono veri e propri rombi di tuono, direbbero qualcosa che suona così: ma guarda che il Pirata è non solo incavolato, ma straincavolato che, al confronto, lo Sgarbi che urla “capra” pare un timidone indeciso e tentennante.

Perché?

***

E qui bisogna fare un passo indietro riconoscendo che, ormai, l’analisi politica forse sia diventata troppo esigente per un povero omarino qualsiasi aduso a pigiare semplici tasti di un pc.

Non basta più sapere che Luigi Sturzo non è soltanto un Viale di Milano.

E’ del tutto inidoneo ad indagare lo specifico della fase, trattenere qualche memoria della lezione di Francesco Guicciardini.

E poi, cosa volete che conti, ora come ora, ricordare cosa sia stata la Giunta Provinciale Amministrativa?

Ti capita persino di imbatterti in qualche caricatura di pubblico amministratore che ti richiama: ma no, è la Giunta dell’Amministrazione Provinciale.

Confondendo tra l’Esecutivo della Provincia e la nonna dei Co.Re.Co..

I quali Co.Re.Co., infine, sono stati i genitori del nulla che ora controlla gli Atti degli Enti Locali, con i risultati che si vedono in termini di entità e qualità delle spesa pubblica.

Vabbè.

Ora, però, siamo tentati di rinunciare decisamente, perché se, per capire qualcosa di politica, è necessario acquisire anche competenze andrologiche, allora è chiaro che non fa più per noi.

Pare proprio, infatti, che la ragione di tante nubi sulla giornata di oggi, altrimenti, tutto sommato, quieta, sia stato l’ennesimo sussulto della Lega per tentare di porre qualche rimedio al  criptorchidismo politico da cui è afflitta da quattro anni.

E, maneggiando in certi quadranti anatomici, è anche possibile ottenere qualcosa che assomigli a una solenne minchiata. Sempre politica.

***

Per esempio, vale la pena di leggere il seguente comunicato:

““I residenti del quartiere dei Cappuccini in questi giorni hanno espresso diverse lamentele per le condizioni di trascuratezza che affliggono i cimiteri locali.

Molte tombe sono ricoperte di erbacce ed è evidente che tale situazione non può essere tollerata da alcuno, in particolare in un luogo dove riposano i nostri cari.

Il gruppo consiliare della Lega ha fin da subito chiesto un intervento risolutivo e urgente per sistemare non solo questa situazione ma anche quella del cimitero di Billiemme, anch’esso nello stesso stato di incuria.”

“Il nostro gruppo consiliare-commenta la Segreteria Provinciale della Lega- è da sempre sensibile alle sollecitazioni che provengono dai cittadini in tema di decoro urbano, specialmente in zone cosi sensibili come i cimiteri.

Per questo chiediamo che i responsabili del decoro urbano della Città si attivino nell’immediato per far ripristinare ordine e pulizia nei cimiteri, e laddove è necessario nella bella Citta di Vercelli.

Naturalmente il gruppo consiliare è pronto a portare le necessarie istanze nelle commissioni consiliari o ovunque serva.

Il nostro scopo è avere una Città pulita e ordinata, senza erbe infestanti che la soffochino e, oggettivamente, in molte parti della Città così non è”.

Gruppo Lega Comune di Vercelli e Segreteria Provinciale”

***

In sostanza, cosa dicono i leghisti che amministrano il Comune di Vercelli (con il supporto, ci si cura di chiarire, ma è già chiarissimo, della Segreteria provinciale)?

Più o meno questo: il Campo Santo è in condizioni di manutenzione che fanno letteralmente vergogna.

Comune, sveglia!

Cerca di provvedere, Amministrazione Comunale.

***

Peccato che gli smemorati del Carroccio pare non si ricordino che, oggi come oggi, hanno ben tre Assessori nella Giunta del Niente.

Ma il più smemorato di tutti pare essere  Dante, che a sua volta è pure Segretario Cittadino del partito.

Ancora più immemori di Dante,

i leghisti vercellesi nel loro complesso che non si ricordano nemmeno più perchè debbano tenere un Assessore che non abita a Vercelli, non lavora a Vercelli, ma a Vercelli prende il gettone di Assessore.

***

Quello che ai più parrebbe soltanto come il maldestro tentativo di manifestarsi, quasi un conatus essendi, è invece – dicunt – parso al Pirata come una vera e propria manifestazione di insubordinazione.

Sicchè non sarebbe riuscito a trattenere il proprio vivissimo disappunto, preparando,  per l’imminente riunione di Giunta, una intemerata coi fiocchi e controfiocchi.

***

Come finirà?

Chi vivrà, vedrà.

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