VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli
Provincia di Vercelli, Vercelli Città

Cara Grazia,

per quanto fossimo preparati a questa notizia, la morte ci coglie sempre di sorpresa; sicchè, stamane, il colpo è stato di quelli duri.

Ci hai dato tanto: è la prima cosa che si deve dire.

Prima di tutto, a me, un’amicizia sincera, mai incrinata da nulla, nata in quel remoto 1988 quando, nello Studio di tuo padre Piero, che poi avresti abitato tu, ci siamo conosciuti.

Ti presento mia figlia – disse – che è più brava di me”.

Era difficile crederlo, ma era vero.

Io che per certe cose mi trovavo abbastanza a digiuno, stavo cercando di capire come applicare il metodo “Lifo” (last in, first out) alla gestione del magazzino e ricordo la tua pazienza nella spiegazione.

So bene che queste cose magari non interessano a nessuno, ma mi va di dirti, almeno ora, che per me sei stata come una sorella maggiore e ti ringrazio per la confidenza che tra noi c’è sempre stata.

Quella confidenza che ci permetteva di commentare un po’ tutto di quanto accade in tanti “mondi”.

***

Ricordo bene che, una mattina d’Estate, mentre mi dirigevo verso il Cavalcavia Tournon dalla direzione Biella, ti vidi arrivare sulla tua Mini Cabrio, in senso opposto, verosimilmente diretta verso Buronzo e ti fermasti al semaforo, quello all’incrocio con Via Trento, che era rosso: non ti accorgesti di essere “osservata”.

E, quando, qualche giorno più tardi, te lo raccontai, aggiunsi, celiando: non avrei immaginato che la vista di un semaforo rosso ti potesse dare tanta felicità.

Avevi, infatti, un’espressione raggiante perché stavi recandoti dalle nipotine.

Le tue quattro nipotine hanno riempito la tua vita di tutta la gioia che ti sei meritata.

***

Come in ogni rapporto, c’è il rischio di qualche rimorso e di qualche rimpianto: insomma, un esame di coscienza non guasta.

Di rimorsi, sinceramente, non ne ho. Il rimpianto c’è, per un commiato arrivato troppo presto.

Ma c’è, se permetti, anche una soddisfazione che mi porto come un riconoscimento: credo che nessuno – o pochi – ti abbia fatto ridere come ho fatto io.

***

Di te ho sempre ammirato la tua intelligenza: viva, analitica, penetrante.

Più che analizzare una situazione, facevi un Tac e soppesavi ogni fattore che potesse avere influenza nel giudizio.

Intelligenza viva, analitica, penetrante ed anche misericordiosa: la bontà – ci dicevamo – non è virtù degli inesperti.

Facevi il bene concretamente e senza ostentazione, come le realtà assistenziali che lasci testimonieranno a lungo; proprio come insegna il Vangelo che richiama: “Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli”.

Nei prossimi giorni tanti ricorderanno la Commercialista preparatissima, l’Editore coraggioso, la protagonista di opere meritorie nel Volontariato sociale.

Sappiamo che la tua famiglia piangerà la moglie, madre e nonna affettuosa e premurosa e ad Enrico, Lorenzo, Gabriele e Federico va un abbraccio fraterno.

***

Avresti potuto fare ancora molto, ma credo che tu avessi messo in conto anche la caducità delle nostre vite; sapevi che le nostre stagioni si consumano incompiute, così come conoscevi il sapore che ha il sale della libertà: sempre indipendente, sempre libera; mite, ma senza condizionamenti.

Perciò sapevi che le nostre storie, come la Storia, non evolvono secondo un nitido segno euclideo; ma sapevi bene che, un giorno, la Storia si arrenderà ed il Mistero si illuminerà della sua propria luce.

Che ora tu contempli.

***

Poco dopo l’una di questa notte, tra 3 e 4 marzo 2024 è morta all’Ospedale di Novara, dove da qualche tempo era ricoverata, la Dottoressa Grazia Cavezzale.

Era nata il 13 ottobre 1950.

Il Santo Rosario in suffragio di Grazia Cavezzale si pregherà domani, 5 marzo, ad ore 17, presso la Casa funeraria di Caresanablot.

Il rito esequiale sarà celebrato il giorno seguente, ad ore 10,30, presso la Chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo all’Aravecchia.

Nella foto di apertura la vediamo, seconda da sinistra, nella prima fila, in una bella immagine che la ritrae con i familiari ed i Collaboratori.

(g.g.)

Posted in Cronaca

Ne avevamo parlato in tempi non sospetti e nel modo più diretto, cioè facendo “parlare” direttamente lui, l’Architetto Andreas Kipar, chiamato a Vercelli (in anni lontani) dall’Amministrazione del Sindaco Gabriele Bagnasco e, di recente, come sappiamo, dalla terza Amministrazione Corsaro, eletta nel 2019.

Leggi qui il primo articolo del febbraio 2022, con il video messo a repertorio a Raccoltifestival il 24 settembre 2021.

Poi ancora nell’Estate scorsa quando era già divampata la discussione su questa iniziativa.

Leggi qui il secondo articolo, che propone il video integrale.

Discussione che ha visto intrecciarsi, almeno per ora, due ordini di questioni.

Il primo è il “metodo” adottato dal Comune che, a detta di molti, non avrebbe condiviso, nella fase di studio e decisionale, l’idea con chi si sarebbe ritenuto in diritto di essere consultato preventivamente.

Il secondo è di merito e su questo ci soffermiamo nel sondaggio.

Cioè: lasciando al momento sullo sfondo la procedura seguita al fine di pervenire alla decisione su “cosa” fare, cerchiamo di capire (ora che i cantieri sono aperti) come la pensino i vercellesi sulla “sostanza”.

Quindi, ecco le possibili opzioni di questa consultazione on line.

La prima: il piano Kipar è valido, è stato giusto realizzarlo ora, farà bene a Vercelli.

La seconda: il piano Kipar è valido, ma non sarebbe stata una priorità; i problemi più urgenti di Vercelli sono altri. Quindi sbagliato realizzarlo ora.

La terza: il Piano Kipar non è valido, non porterà miglioramenti apprezzabili a Vercelli ed è sbagliato realizzarlo ora.

La quarta: non ho abbastanza informazioni per esprimere ora un’opinione.

La quinta: non mi interessa.

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Questo sondaggio è il primo che proponiamo utilizzando la nuova funzionalità del Portale www.vercellioggi.it .

Altri ne seguiranno e, come sempre, saranno benvenuti i suggerimenti dei Lettori.

Tra le varie opzioni tecniche possibili, abbiamo scelto quella di limitare l’espressione di voto (che è anonimo, a differenza dei sondaggi di Facebook) ad un solo indirizzo iP.

Sappiamo che, così facendo, si sconta qualche limitazione.

Ad esempio, se in un Ufficio ci sono 10 posizioni di lavoro con altrettanti Pc, ma c’è un solo indirizzo iP, almeno 9 persone non possono partecipare al sondaggio: le stesse, peraltro, hanno la facoltà di farlo da altri dispositivi che possono avere in dotazione personale, mobili oppure a casa.

Anche questa è una scelta sulla quale saranno gradite le opinioni dei Lettori di VercelliOggi.it .

Allora, grazie per aiutarci a sperimentare la nuova funzionalità, incominciando proprio da un tema attualissimo.

Posted in Sondaggio, Vercelli Oggi
Provincia di Vercelli, Trinese

Occhi puntati sulla Corea (forse quella del Sud, a differenza di ciò che suggerisce la licenza poetica dell’immagine di apertura) dove si trovano, in questi giorni,  due pezzi da novanta della Pubblica Amministrazione, della politica e, soprattutto, del partito di Fratelli d’Italia,  quello che governa da Roma in giù e anche un po’ oltre.

Parliamo del viaggio di lavoro che vede peregrinare in Asia Orientale il Sindaco di Casale Monferrato, Federico Riboldi e quello di Trino, Daniele Pane.

Ma sui risultati politico amministrativi della trasferta, un po’ tutti ce la fanno a trattenere la curiosità.

Ciò che interessa gli appassionati di gossip politico è qualcosa di – a suo modo – quaresimale.

Una conversione, un possibile ravvedimento, conseguente ad una “correzione fraterna”, che più meloniana non si potrebbe.

Come in una sorta di ritiro spirituale – pratica devozionale provvidenzialmente utile, soprattutto quale preparazione alla Pasquasi sceglie un luogo appartato (appartatissimo, se si pensa che sono volati a oltre 8.800 chilometri di distanza, valicando otto ore di fuso orario) e ci si raccoglie in preghiera e meditazione.

Magari secondo le categorie condensate nel pensiero di Guigo II il Certosino: Lectio, meditatio, oratio, contemplatio.

Ma andiamo con ordine.

***

Sappiamo che l’autocandidatura avanzata dal Comune di Trino per ospitare il Deposito unico nazionale di scorie nucleari, abbia scatenato un putiferio quale (forse) nemmeno seguì a quello vissuto in anni ormai lontani (1976 – 1977), quando l’Enel voleva costruire sulle rive del Po, sempre in territorio comunale di Trino, una seconda centrale nucleare.

***

Si pensava possibile attingere – per il raffreddamento delle torri – acqua dal regale fiume che dà il nome alla Pianura Padana, così prosciugando il bacino irriguo necessario per la produzione agricola, risicola in particolare.

Si costituì un Comitato per il “no”, presieduto dall’Ing. Luigi Vecco, che lavorava in “tandem” con un’altra eminente personalità dell’economia agricola del tempo, l’Ing. Giuseppe Viazzo, Direttore Generale di Ovest Sesia.

Ne riparleremo in altro articolo, perché anche quelli furono tempi che non devono cadere nell’oblio.

Fine della (prima) digressione.

***

Sull’autocandidatura di Trino e sulla cronistoria di questa vicenda, guadagniamo un po’ tutti tempo se ci affidiamo alla completa ricostruzione offerta da Vittorio Pasteris su

“Quotidiano Piemontese” – leggi qui – obbiettiva e documentata.

***

Vediamo, invece, come sono oggi interpretate le parti in commedia: una commedia che potrebbe scritturare anche un Leopoldo Fregoli redivivo.

E, così, torniamo a Seoul, cioè al cuore del percorso della possibile conversione di Daniele Pane.

Con lui è in cammino, come abbiamo visto, Federico Riboldi.

Che di politica ne capisce.

Infatti, ha promosso per il prossimo 6 aprile ad Alessandria una grande manifestazione di tutti coloro che si oppongono alla realizzazione, a Trino, del Deposito unico nazionale.

Una cosa grossa: l’incontro è preceduto e conclude un percorso che si snoda in

ben 13 tappe, presso altrettanti comuni della provincia – leggi qui – .

***

Dunque, in Corea oggi convivono e si confrontano due anime, di uno stesso partito.

Proprio perché Fratelli d’Italia è l’imprescindibile crocevia dal quale sono già passate ed, eventualmente, passeranno, le future decisioni.

Una decisione – si è appena detto – ovviamente già assunta.

Come si legge nella sintesi di QP, poco sopra linkata, non soltanto Governo e – soprattutto – Parlamento non hanno accolto gli appelli locali, il grido di dolore levatosi da Vercelli, ma pare proprio che, con (almeno due) delle lettere vergate dai rappresentanti, a vario titolo, del territorio provinciale,

si siano proprio “puliti”,

inutile indagare cosa o quali quadranti anatomici.

E’ ben vero che, non appena conosciute le intenzioni del Comune di Trino (autoproporsi come sede del deposito nazionale) il territorio sia subito intervenuto ad intimare al Primo Cittadino ed alla sua maggioranza:  fermatevi!

Unanimi le Associazioni di Categoria agricole, unanimi i Movimenti ambientalisti.

DAVIDE GILARDINO ED I 40 COMUNI MENO UNO

Praticamente unanimi anche i Comuni che – così individuati dalla Provincia di Vercelli – insistono in un raggio di 25 chilometri dall’epicentro, il luogo dell’ipotizzato deposito unico nazionale.

Li vediamo in questa grafica:

***

Ebbene, un bel giorno, il Presidente della Provincia, Davide Gilardino, li convoca (a porte rigorosamente chiuse, ecchecavoli!) in Sala Tarsie a Vercelli affinchè si esprimano, ponendo loro una domanda che pare richiamare – siamo sempre in Quaresima – quella udita a proposito dell’informale referendum che vide prevalere Barabba.

I criteri di una siffatta segmentazione del territorio (così definendo i destinatari della domanda) sono, infatti, evidentemente parziali.

Se si considerano, ad esempio, gli aspetti idrogeologici, 25 chilometri di raggio significano pressochè nulla: le falde acquifere non conoscono il limite di confini amministrativi rappresentati da una serie di righe sulla carta geografica.

Così come, ad ulteriore esempio, Morano Po non è certamente meno coinvolto di Casanova Elvo nello share di possibile influenza della decisione, solo che quel Comune non è stato invitato in quanto è in provincia di Alessandria e non in quella di Vercelli.

Ma, a parte queste inevitabili parzialità nella scelta del “campione”, l’istanza di fondo rappresentata dai Sindaci (in questo senso la consultazione promossa dalla Provincia) ed espressa nella lettera che tra poche righe linkiamo, appare più che plausibile.

Ed intende comunicare a “Roma”, cioè ai centri decisori veri e propri un principio difficilmente contestabile: guardate, Signori cari, che una scelta ad impatto territoriale così invasivo, non può essere avocata a sé da un solo Comune, quello  destinato / desideroso / autocandidato  ad ospitare l’insediamento.

Perché, ad essere potentemente coinvolti siamo anche tutti noi, le nostre popolazioni amministrate, le nostre economie locali, le nostre speranze di attrazione turistica, non meno che l’immagine sociale di una area (sia pure “interna”) molto più vasta e portatrice di interessi leciti e trasparenti, che non possono essere messi sotto i piedi.

Leggiamo – cliccando qui – la lettera firmata da tutti i Sindaci, inviata a tanti destinatari romani e torinesi.

Diciamo pure che l’adesione unanime (ovviamente, ad eccezione di Trino, che non è stato invitato) a questa iniziativa non stupisce.

Comune e Provincia di Vercelli ambientalisti a singhiozzo?

Non stupisce, tranne per quel che riguarda la firma, in calce ad una così giudiziosa lettera, del Sindaco del Capoluogo.

Il Comune di Vercelli, infatti, solo un paio d’anni orsono, aderì in modo non soltanto entusiasta, ma altresì bollando come retrogradi tutti coloro che vi si opponessero, alla realizzazione, in comune di Vercelli ed a un chilometro di distanza in linea d’aria dall’abitato,

del maxi insediamento per la lavorazione del legno di scarto intriso di formaldeide volto alla produzione di pallets, voluto da Iren spa.

Con una ulteriore e nota particolarità.

In questo caso, in città di Vercelli sono recapitate oltre 100 mila tonnellate l’anno di rifiuto legnoso da lavorare, raccolto da Iren spa in tutta la Pianura Padana: la sola provincia di Vercelli, infatti, produce “in proprio” non oltre 2.700 tonnellate l’anno di questi scarti legnosi.

Anche per l’Amministrazione Provinciale, in quel caso, tutto bene: l’impianto di pallet era ok.

***

Ma oggi tanto all’ex Convento dei Domenicani, quanto all’ex Convento dei Barnabiti e sulle scorie di Trino e Saluggia, pare non abbiano esitazioni: l’autocandidatura di Trino non va bene.

Non vogliamo portare a Trino anche quel che resta dei rifiuti nucleari sul territorio nazionale.

Quanti sono e dove sono i reliquati nucleari ora stoccati in Italia?

Per sapere come ora siano distribuiti, è utile la lettura di questo articolo – clicca qui – de “Il Sole 24 Ore”.

Perché è vero che abbiamo accettato sulla città Vercelli il 90 per cento ogni anno dei rifiuti legnosi della Pianura Padana.

Ma a Trino diciamo no.

E’ ancora ben viva nella memoria collettiva l’altra colossale e costosa (per le casse pubbliche) gaffe, che vide unite, dal comun denominatore dell’adesione ai piani di Iren (che allora non si chiamava ancora così) tanto il Capoluogo, quanto la Provincia di Vercelli.

Il Comune (Giunta Pirata II) accettò, con una convinzione tetragona a qualsiasi suggerimento del buon senso, il revamping dell’Inceneritore di Via Asigliano, fortemente voluto da Iren, peraltro allora ancora Socio di minoranza di Atena spa (revamping che incenerì tre milioni di euro e poco altro).

Manco a dirlo, la riaccensione del termovalorizzatore di Atena spa fu autorizzata, a suo tempo, dalla Provincia.

***

Bando, di nuovo, alle divagazioni e torniamo alla lettera inviata dai Sindaci, che si può aprire grazie al link posto poco più in alto.

I firmatari Chiedevano soprattutto una cosa: in sede di conversione in Legge del Decreto che consente ai Comuni anche l’autocandidatura, emendate, Signori Parlamentari, proprio quel passaggio.

Che pare un po’ come una clausola di door-opening, per il giovane Sindaco di Trino.

Anche in questo caso, sui vari passaggi dell’iter che ha portato alla Legge del 2 febbraio scorso, rimandiamo al già linkato articolo di QP.

Anche per dire che, di questo invito a ripensarci, la maggioranza parlamentare meloniana se n’è stropicciata alla grande.

E l’opposizione non ha fatto mancare importanti aiuti.

Anche perché, dove lo trovano un altro Comune (compresi i 51 ritenuti già ora “idonei” distribuiti un po’ in tutta Italia) che voglia prendersi una simile patata bollente?!

Nessuno, a partire da quelli, come si è visto, “idonei” (e Trino non è tra questi) che saranno pure idonei, ma non fessi.

Insomma, un conto è che uno mi dia dell’idoneo, un altro che mi spari, io da me stesso, una revolverata (senza allusioni a certe prodezze di meloniani a Capodanno) al basso ventre.

***

LE AMBASCE IN FRATELLI D’ITALIA

Dunque, come abbiamo visto, la Legge ora è passata, il Comune di Trino si è avvalso del termine concesso (dapprima, entro gennaio scorso) per proporre la propria candidatura ed 

ora i problemi sono tutti del Centrodestra.

A livello locale: perchè a livello nazionale da Fratelli d’Italia alla Lega, per non parlare di Forza Italia che è il partito del Ministro pro-Pane, Gilberto Pichetto Fratin, di ambasce non ne hanno affatto.

Va bene quello che ha deciso Trino. 

Il Centrodestra vercellese resta, dunque, con il cerino in mano, per tanti motivi, alcuni dei quali non sono sfuggiti al Commissario di Fratelli d’Italia per questa provincia, l’On. Sara Kelany.

Che – forse – inviata qui da posti ove le cose politiche sono magari più prevedibili, qualche volta potrebbe essersi sentita come se fosse una involontaria protagonista di “scherzi a parte”.

Perché, già ce ne vuole una bella dose (di fantasia) per pensare che sia possibile immaginare un Parlamentare, che ne va a trovare un altro a Capodanno, portando con sé una scacciacani, peraltro mostrandola a una serie di persone esperte nell’uso delle armi, proprio quando il padrone di casa è assente perché sta portando in auto  gli avanzi del cenone.

Si vorrà ammettere che non siano emozioni di tutti i giorni.

E qui Parlamentari sono proprio di Fratelli d’Italia.

Poi, si ritrova con un Sindaco accreditato come fratello d’Italia emergente, che – senza essere cercato da nessuno – da solo si candida ad ospitare il deposito definitivo di una cosuccia come le scorie nucleari.

Che, è vero, in parte ha già in casa, ma sappiamo bene che è da almeno 40 anni che lì se ne stanno senza imbarazzare nessuno: a toccarle si rischia che partano metastasi politiche foriere di chissà quali esiti.

Insomma, la “povera” On. Kelany potrebbe anche essersi formata l’idea che, in provincia di Vercelli, i suoi fratelli meloniani siano tiratori scelti, adusi però a mirare per spararsi da sè: dove l’abbiamo già detto.

Potrebbe sentirsi come una sorta di Alice catapultata in un Paese delle Meraviglie dove il più normale fosse il Cappellaio Matto.

Siamo, peraltro, alla vigilia di importanti consultazioni elettorali, con la preoccupazione di vedere crollare il consenso di Fratelli d’Italia sia nel comune Capoluogo, sia a livello provinciale, sia, infine, per i riverberi sulle consultazioni europee e regionali.

Da qui la decisione – dicunt – di imporre il silenzio all’autocandidato Pane, a pena di espulsione dal partito.

A meno che…

A meno che Federico Riboldi non riesca nell’impresa, di indurre l’autocandidato a ri-convertirsi.

Sapran loro.

***

IL MONDO AGRICOLO E’ TUTTO CONTRARIO

Se i Sindaci si sono espressi e se la politica è in affanno, è anche perché è ben chiaro che le scelte di Trino trovano un muro, compatto ed imponente, nel mondo economico: quello agricolo soprattutto, ma non solo.

Proprio come avvenne quasi 50 anni fa, con il comitato per il “no” di Vecco e Viazzo.

Oggi è di nuovo protagonista l’Ovest Sesia, di cui ha recentemente assunto la Presidenza Stefano Bondesan (che è anche Sindaco di Pezzana, oltre che Professionista del settore).

Anche Bondesan parla non (solo) a nome proprio, ma rappresentando il proprio Consiglio dei Delegati (l’assemblea dei rappresentanti dei vari distretti irrigui) convocato l’8 febbraio scorso.

Anche in questo caso, meglio leggere direttamente dalla lettera inviata a tante Personalità, dal Presidente Sergio Mattarella “in giù”, una posizione che vede (proprio per la rappresentatività del Consorzio Aios) unita da un comun denominatore tutta la “filiera” dell’agricoltura, a prescindere da sigle sindacali, specificità professionali, indirizzi produttivi.

Leggiamo la lettera – clicca qui – .

***

IL “NODO” DEI BORGHI DELLE VIE D’ACQUA

Ultimo (perché più recente) ma non certo per importanza, solo che si abbia a mente il tema trattato, il problema sollevato dal Sindaco di Bianzè, Carlo Bailo.

Il Primo Cittadino – un po’ come quel bambino innocente nella fiaba di Andersen “I vestiti nuovi dell’Imperatore” – dice qualcosa che ricorda “Il re è nudo”.

Fuor di metafora, Bailo ha prese nei giorni scorsi carta e penna per porre una domanda:

come fa Daniele Pane a restare Presidente dei Borghi delle Via d’Acqua, avendo contro tutti i Sindaci del territorio?

Leggi cliccando qui la lettera di Bailo ai Borghi delle Vie d’Acqua.

La questione è aperta.

Il sasso è lanciato non soltanto nello stagno, ma pare proprio sul coppino del diretto interessato.

Che, però, potrebbe tornare dalla trasferta asiatica rinnovato nello spirito e convertito.

In fondo le idee sono tali e sono differenti dai dogmi proprio perché si possono cambiare.

 

 

 

Posted in Trippa per i gatti

(marilisa frison) – Questo sabato 17 febbraio 2024, i fedeli recandosi alla Santa messa delle 18, ritirando il Notiziario, in prima pagina, hanno avuto una notizia inaspettata, che ha lasciato tutti senza parole, disorientati.

I trinesi sono molto affezionati e legati sia al parroco don Patrizio Maggioni, che a don Riccardo Leone e leggere che il proprio parroco si sente irrequieto e ha bisogno di un periodo di congedo per dedicarsi ai più poveri, ai più bisognosi, ha creato un po’ di smarrimento. Non voglio aggiungere altro, lascio parlare la sua bella e commovente lettera, in versione integrale, in cui spiega in modo esaustivo tutto il suo stato d’animo, ai parrocchiani.

“Cari parrocchiani,
le voci di qualche settimana fa, rimbalzate qua e là, su una mia possibile partenza da Trino, hanno dato adito ad una riflessione profonda nella mia persona.
Da dove queste voci? Perché questo pensiero?
L’unica risposta che son riuscito a darmi è che, esse, avessero origine nella condivisione con qualcuno, di una certa mia intranquillità, nel mio modo di esercitare il ministero sacerdotale in questo preciso momento storico, nel mondo attuale che ci circonda.
Vi scrivo dunque per condividere lo stato di salute del mio animo.
L’ho fatto con l’Arcivescovo, ora lo faccio con voi.
Parto da una frase famosa di Sant’Agostino: “Il mio cuore è inquieto finché non riposa in Te”, perché, in sintesi estrema, essa riassume bene quel che vivo interiormente.
Sono inquieto… e probabilmente questo lo si evince anche dalle omelie che dovete, vostro malgrado, subire. La maggior parte delle parole che spendo dall’ambone mi rimbalzano addosso, i discorsi, i concetti, che da lì esprimo, sono, quasi tutti e quasi sempre, in primis, per me, più che per altri… “Cosa significa riposare nel Signore?” Cercare un bel posto in cui mettersi comodi a far niente? Il mio rischio personale è proprio questo, adagiarmi su un modello di sacerdozio comodo.
Di fronte alle varie guerre, alle immagini dei bambini che innocenti ne stanno portando tutto il peso, io sto male… e dentro me dico: cosa vuol dire essere prete?

Starsene qui in mezzo all’opulenza, al tutto e più di tutto, inermi, a fare parole, spesso vuote?!

Questo è essere prete?

Il mondo con le sue guerre di dominio, (perché di questo si tratta), ci sta trascinando in una direzione dai contorni drammatici, io ho bisogno di scendere da questo treno pesante lanciato a velocità sostenuta verso un dove che spaventa e di cui non sappiamo bene.
“Cosa significa riposare nel Signore?” Aprirsi alle parole del Santo Padre, le uniche ormai che invocano la PACE… aprirsi e adoperarsi per quelle…
“Ogni impegno per la pace implica e richiede
l’impegno per la giustizia. La pace senza giustizia non è una vera pace, non ha solide fondamenta né possibilità di futuro.” Giustizia è accettare di perdere un po’ del tanto che noi abbiamo per donarlo a chi è nel poco o nel nulla… La mia vocazione nasce proprio da questo esercizio di dono, nasce dall’imparare a perdere del mio, per regalarlo a chi, più sfortunato di me, non aveva il necessario per vivere, nasce in terra di missione, nasce tra i poveri
Una vita più mangiata, più spesa, più consumata dove si arriva a sera sfatti dalla stanchezza, per aver corso per altri, questo è evangelicamente riposante.
Ho bisogno di tornare a sudare quell’aria lì, per questo ho chiesto al vescovo la possibilità di trascorrere un periodo di qualche mese in missione, per provare a recuperare quella serenità evangelica che ora manca.
A sorpresa il vescovo mi ha detto: “Va bene” e così tra non molto partirò.
Il vescovo mi ha detto che provvederà a non far mancare ciò che serve alla parrocchia. – Prosegue – Ringraziando tutti, partendo da don Riccardo, per la clemenza accordatami sin’ora nell’aver accettato di aver accanto un prete inquieto e irrequieto, accogliendomi per quel che sono, vi chiedo quest’altro esercizio di pazienza, che so non facile… capisco già sin d’ora chi faticherà a capire il mio modo strampalato di essere prete. Metto tutto e tutti nella preghiera affinché si possa apprendere nel profondo ciò che significa “RIPOSARE NEL SIGNORE” quel “in Te” che sa anche di relazione e relazioni profonde e vere. Fiducioso che la Chiesa la guida lo Spirito Santo… e meno male perché altresì sareste/saremmo fritti, buon cammino di quaresima…”

Don Pato

***

Anche se a malincuore e con tanta tristezza, non ci resta che prendere atto, accogliere e rispettare la sua decisione e sperare che tra i poveri e gli ultimi ritrovi una meritata pace interiore e ritorni presto tra noi sereno e gioioso come eravamo abituati a vederlo prima di questi tempi difficili e dolorosi che caratterizzano lo scenario internazionale, oggi così martoriato.

Don Maggioni è parroco oltre che di Trino, di Palazzolo e Tricerro.
Un abbraccio dai tuoi parrocchiani caro don Pato.

Posted in Pagine di Fede

Successone per l’edizione 2024 del Carnevale Storico di Santhià.

Arrivato alla conclusione è tempo di bilanci.

A vincere con il carro di prima categoria sono stati i  Pitu (Pirati ‘d risera: la maledissiun dla prima buta).

Seconda posizione del podio per i Butalas (Gocce di civiltà).

Medaglia di bronzo per i Marsun (Turbinio mentale: pagliacci nel caos).

Per i carri di seconda categoria, la prima posizione è occupata dai Disprà (Di-vin disprà)

Secondo posto per i Poker d’asu (Se al pass cun ai temp ad veuli ste’, ris e pes ad devi mangé).

Arrivano terzi i Tre cioché (I Simpson… da Springfield a Livorno andata senza ritorno).

 Categoria maschere a piedi: primi i Funfi (Bake off Carvé… 40 anni in forno!), secondi i Rubinet (Quest’anno ci diamo delle arie) e terzi i Grüpia con (Ciak, si grupia).

A seguire tutte le foto della sfilata in notturna.

Gli scatti sono stati eseguiti da Gian Franco Gozzi.

Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume
Provincia di Vercelli, Vercelli Città

Che la festa sia!

Il Carvè 2024 di Vercelli è riuscito a regalare qualche ora di spensieratezza, nonostante i timori (peraltro fondati e forse nemmeno circoscritti solo a quest’anno) per la variazione del circuito.

Si vedrà.

Per ora tanta gente si è goduta un clima già primaverile, che ha incoraggiato la gente ad uscire di casa.

Come sempre, protagonisti i bambini, sia quelli che sono stati spettatori, insieme ai genitori, sia quelli che hanno preso parte ai gruppi, sempre in compagnia della famiglia.

Il Carnevale è anche, se non soprattutto, una festa di famiglie.

Che non si esaurisce nelle poche ore delle sfilate.

Basta guardare la fantasia e la cura poste per la realizzazione dei costumi, per rendersi conto che tutto questo ha richiesto lavoro e impegno per settimane, forse mesi: soprattutto, a richiesto la collaborazione di tante persone, per un risultato che non è mancato.

Complimenti a tutti, anche se, forse, è possibile migliorare un po’ l’integrazione della sfilata con il nuovo circuito, magari sorvegliando un po’ il volume degli amplificatori quando si è vicini alle abitazioni: la bellezza della festa non ne risentirà.

Prima di lasciarvi con il video e la gallery, un avviso importante

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Posted in Società e Costume
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

Con la S. Messa concelebrata venerdì 26 gennaio, in S. Pietro, si è conclusa la Visita ad Limina Apostolorum dei Vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta.

Dopo la S.Messa, ancora qualche appuntamento istittuzionale alla Segreteria del Sinodo dei Vescovi, al Dicastero per il Culto e i Sacramenti e alla Segreteria di Stato.

Giovedì, 25 gennaio, i Presuli sono stati ricevuti in udienza da Papa Francesco.

Clicca qui per leggere l’articolo precedente con l’intervista a Mons. Marco Arnolfo

Posted in Pagine di Fede
Provincia di Vercelli, Regione Piemonte

In partenza per Roma (oggi, domenica 21 gennaio) dove da lunedì 22 i Vescovi delle Diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta incontreranno Papa Francesco per la “Visita ad Limina Apostolorum”, la visita alle soglie degli Apostoli, l’Arcivescovo di Vercelli racconta per i nostri Lettori cosa rappresenti questo appuntamento.

Un appuntamento che è, in primo luogo, un “pellegrinaggio”.

Questo il senso più profondo di questo viaggio.

E’ lo stesso Arcivescovo a consigliare di leggere l’articolo (al termine di queste righe) preparato dalla Prof. Elisabetta Acide, per avere un’informazione completa sul significato, la storia, le pronunce dei Pontefici che, sin dai primi Secoli della vita della Chiesa, hanno tenuto particolarmente a sottolineare l’importanza di questo momento di comunione tra Vescovi e tra questi ed il Successore di Pietro.

L’ultima visita è stata dieci anni fa, quando Mons. Arnolfo non era ancora il Pastore della Chiesa eusebiana.

Lo sarebbe diventato l’11 maggio 2014; è bello potere riproporre il repertorio di quel giorno storico per la nostra Diocesi: l’integrale della diretta streaming da due postazioni, dalla Basilica di S. Andrea e dalla Cattedrale del Duomo di Vercelli, in occasione dell’Ordinazione episcopale e dell’ingresso in Diocesi.

Al Pastore della Chiesa eusebiana il compito importante di rendere una vera e propria relazione, anche a nome dei Confratelli piemontesi, sul suo “settore”, cioè a parlare del lavoro che sta svolgendo a livello regionale come Responsabile della Pastorale del Lavoro e dell’Ambiente.

Nel ringraziare l’Arcivescovo per la consueta disponibilità, non resta che ascoltarlo e poi leggere l’articolo di Elisabetta Acide.

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(elisabetta acide) –Fedeli alla Chiesa come ad una madre amorevole…” la preghiera citata dal Vescovo: amare la Chiesa è vivere ciò che essa è, verso la Trinità divina cammina nel tempo.

I Vescovi del Piemonte e della Valle d’Aosta si recano, nella settimana che si inizia domani, alla visita ad limina, occasione preziosa per favorire la carità, la fede, l’unità.

Primi ad essere ricevuti dal Santo Padre, in questo anno 2024, saranno i vescovi del Piemonte e della Valle d’Aosta, ospiti a Roma dal 22 al 27 gennaio.

L’ultima visita “ad limina” della Conferenza episcopale piemontese è avvenuta nel maggio del 2013.

La “visita alle soglie” degli Apostoli, per “incontrare” la Chiesa e rafforzare l’unità e la fedeltà e vivere la “collegialità” di una Chiesa che, non dimentichiamo, è “Una, Santa, Cattolica, Apostolica”.

Una “definizione” che dovremmo sempre ricordare: Una, corpo mistico del Signore, che si compone di un capo e delle sue membra che svolgono funzioni e cercano di conformarsi in esso; voluta da Colui che è il tre volte SantoCattolica, perché cerca l’unità di tutto il genere umano nella fratellanza e nella comunione; Apostolica, fedele alla tradizione che ci è stata trasmessa dagli Apostoli.

Il termine apostolo deriva dall’aramaico saliah (שליח), che sarebbe il plenipotenziario, ma che in greco venne tradotto Apostolòs (απόστολος), ovvero inviato.

Inviati e convocati.

Un atto per “il bene della propria diocesi…”: incontro con il Papa, successore di Pietro, ma anche preghiera sulla tomba dell’apostolo successore di Cristo, e incontri con i Dicasteri della Curia Romana.

Ricordiamo che la visita ‘ad limina apostolorum’ è una forma di pellegrinaggio e prassi antica della Chiesa (ne troviamo tracce in una lettera indirizzata al Papa dal Concilio di Sardica del 343).

Legata al culto delle reliquie degli apostoli Pietro e Paolo, ricordiamo come Papa Zaccaria (741-752) è il primo Pontefice a raccomandarla in modo obbligatorio ai vescovi nel sinodo romano del 743.

Dal 1234 la visita ‘ad limina’ per disposizione di papa Gregorio IX viene richiesta a tutti i vescovi, con frequenza proporzionata alla distanza delle rispettive Diocesi da Roma, che accanto all’incontro con il Pontefice e il pellegrinaggio alle tombe degli apostoli, fissa il “contenuto della visita”, ovvero la presentazione dello ‘status’ della chiesa particolare.

Con la bolla Romanus pontifex di Papa Sisto V, il 20 dicembre 1587, il Vescovo si deve recare a Roma ogni tre anni (almeno per le diocesi italiane, attualmente ogni 5 anni), come leggiamo Codice Diritto Canonico cc. 399 e 400 rafforzando, attraverso la visita al Successore di Pietro e alle tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, pastori e colonne della Chiesa Romana, la loro responsabilità di successori degli apostoli (Congregazione per i Vescovi, Direttorio per la visita ‘ad limina’).

Importante il “resoconto” dei Vescovi, per conoscere e far conoscere “la vita” delle diocesi, per cogliere complessità e storia, diversità, problemi e prospettive in chiave diacronica e sincronica e offrire il “quadro d’insieme” della Chiesa, alla Chiesa.

Ricordiamo come San Giovanni Paolo II, nell’ Angelus del 9 settembre 1979, spiegava così il senso della visita ad limina: «Attraverso la loro visita alla Sede degli apostoli [i vescovi” esprimono il legame con Pietro, che unisce la Chiesa su tutta la terra. Venendo a Roma ogni cinque anni, portano qui, in un certo senso, tutte le Chiese, cioè le diocesi che, tramite il loro ministero episcopale e nello stesso tempo tramite l’unione con la Sede di Pietro, si mantengono nella comunità cattolica della Chiesa universale. Insieme alla loro visita alla Sede apostolica i vescovi portano a Roma anche le notizie sulla vita delle Chiese di cui sono i pastori, sul progresso dell’opera di evangelizzazione, sulle gioie e le difficoltà degli uomini e dei popoli tra i quali essi compiono la loro missione».

Attualmente una “traccia”, aiuta i Vescovi nella redazione della relazione, secondo indicazioni, che nel corso del tempo (per citare alcuni interventi Gregorio XIII, Benedetto XIII e Benedetto XIV), via via si sono sempre più affinate e consolidate: uno schema ideale prevede (anche se l’ordine non è rispettato nella sequenza) nascita e sviluppo della diocesi, la diocesi, amministrazione della medesima (vicario e responsabili diocesani), cattedrale e residenza episcopale, capitolo della cattedrale, collegiate, monasteri maschili e femminili, fondazioni religiose, pia loca e confraternite, parrocchie, fedeli, clero, azione episcopale, residenza e attività pastorale (sinodi, visite, clero, liturgia, seminario e scuole e simili. Breve storia della diocesi e dello stesso Vescovo, analisi del territorio…  Nulla sfugge nella relazione al controllo episcopale, oggetto di un discorso di chi dovrebbe conoscere bene la realtà diocesana da un punto di osservazione eccezionale, quello dello “sguardo pastorale”.

Lo “sguardo pastorale”, al di là degli aspetti “burocratici” credo sia la “buona pratica”, un modo, non solo di fare una “radiografia” della Chiesa (a volte anche necessaria come punto di osservazione per coglierne le caratteristiche storiche del tempo), ma preziosa occasione di analisi e “ripensamento”, appuntamento “straordinario” (non come eccezionale, e fuori ordinario, ma come occasione preziosa) di una Chiesa in dialogo ed in cammino.

Ricordiamo, dunque la preziosa occasione per i Vescovi piemontesi e per il nostro Vescovo Mons Edoardo, ed accompagniamo con la preghiera, questo suo pellegrinaggio, questa sua esperienza privilegiata di comunione pastorale e speriamo non occasione di “assolvimento burocratico giuridico-amministrativo”, ma scambio prezioso di e fonte di dialogo, arricchimento personale e per la Regione Episcopale Piemontese.

Leggiamo in San Paolo “In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni”. In questo versetto, tratto dalla lettera ai Galati (1,18), San Paolo evidenzia, in embrione, lo spirito della Visita ad Limina Apostolorum.

Egli avverte anche l’opportunità di confermare queste notizie sottolineando il carattere di sincera autorevolezza e “normalità” di questi incontri, sottolineando nella lettera citata, come sia importante, da subito, la “complementarietà” alla missione degli Apostoli.

I Vescovi chiederanno al Papa di “confermarli nella fede”, come Gesù stesso aveva indicato parlando a Pietro: “Simone, Simone, ecco: satana vi cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,31-32).

Preghiamo dunque per tutti i Vescovi “chiamati” dal Santo Padre, perché il loro pellegrinaggio sia autentico momento di servizio e di carità e nel servizio alle Chiese particolari loro assegnate, in comunione con la Sede Apostolica,  e ricordiamo con una particolare  richiesta di invocazione per  la loro attività: il rafforzamento della loro responsabilità di successori degli Apostoli e della comunione gerarchica con il Successore di Pietro sia sempre la loro ispirazione nella guida loro affidata, il Signore benedica la  Chiesa e l’ accompagni Maria Santissima, madre della Chiesa.

 

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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte, Vercelli Città

Tutto pronto per il Carnevale vercellese.

L’edizione 2024 ha preso il via ieri, venerdì 5 gennaio, con il veglione alle Acacie.

Una serata danzante, tutta in costume.

A fare gli onori di casa, il Bicciolano e la Bèla Majin, interpretati da Leandro Faletti e Sharon Basiricò.

Tanta la partecipazione che ha visto anche il coinvolgimento delle maschere dei paesi limitrofi.

Erano infatti presenti le delegazioni di:

Asigliano (Asianot, Asianota, Asianutina e seguito)

Albano (Monsù Cozura , Madamin Moja e paggi)

Bellana (Conte e Contessa di San Giorgio)

Caresana (Matè, Girsin-a e mini seguito)

Canadà (Peru, Rusin)

Cappuccini (Gioebi e Majot)

Costanzana (Gabin, Ussiot e seguito)

Motta De’ Conti (Giuanin e Marieta)

Olcenengo (Conte e Contessa e seguito)

Pertengo (Pantanghin e Pantanghina)

Pezzana (Sucot, Sucota, Sucutin, Sucutina e seguito)

Piazza Cavour (Barone Vicario di Sant’Agabio e Baronessa Paola Carcano)

Prarolo (Pinutin e Pinutina)

Porta Torino (Ingleis e Inglesina)

Rive (Pasanota, damigelle e seguito)

Ronsello (Brusatun e Brusatuna)

Stroppiana Giuspin, Bela Barutera e seguito)

Tricerro (Conte e Contessa dei Gerbidi)

Bianzè (Pinutin e Bela Rusin con seguito di fasulere e fasulat)

Borgo Vercelli (Generale, Bela Burghina, damigelle e seguito)

Casalino (Re Marsapan e Corte)

Crescentino (Regina Papetta e Conte Tizzoni)

Santhià (Stevulin e Majutin)

San Germano (Giarman e Giarmanina)

Trino (Bella Castellana, Capitano Cecolo Broglia e la sua corte)

Di seguito la fotogallery a cura di Gian Franco Gozzi.

Redazione di Vercelli

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Regione Piemonte

(apriamo il servizio con questo video in cui ci parla della “tenerezza di Dio”, su cui ritorneremo in seguito, che forse può considerarsi come la sua “firma” al messaggio d’amore che ci ha lasciato)

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Un anno fa, il 3 gennaio 2023, la triste notizia.

Il messaggio sull’ormai irrinunciabile Whatsapp è laconico, ti provoca: è morto Don Augusto.

La prima, ingenua, reazione è il rifiuto: non è possibile, l’ho visto questa mattina.

Rifiuto irrazionale, certo: forse un po’, umanamente, giustificato dal fatto che l’avessi effettivamente visto in quella stessa mattina, al di là della porta a vetri della Cappellina della Sacra Famiglia, al Belvedere, mentre celebrava la S.Messa delle 9.

Aveva, ripensandoci, il volto di un colorito anomalo e solcato più del solito dai segni di una stanchezza profonda e severa.

Quel giorno, all’ora di pranzo, non si sarebbe fermato a mensa con i Confratelli, ma sarebbe salito in camera per “fare riposare il cuore” cui – disse – aveva chiesto molto nel periodo precedente.

Lo ritrovarono disteso nel suo letto, il volto sereno, privo di vita, alle 15,30

(nel primo articolo scrivemmo erroneamente alle 17,30 perché in quei momenti non sempre si può essere attenti a particolari ormai superati dai fatti).

Al termine di queste righe, qualche notizia biografica, per ripercorrerne l’esperienza di vita.

La vita di un vero uomo di Dio, un vero Sacerdote, un vero salesiano; la vita – sia permesso questo riferimento – di un amico affettuoso e, se possiamo celiare, del “sosia”, come qualcuno ci definiva, cogliendo una singolare somiglianza.

Dal 2011 tra noi, ci ha insegnato tanto.

Come riassumere, almeno una piccola parte della sua testimonianza?

Ci siamo affidati al nostro lavoro; il lavoro di documentare la vita delle comunità, in questo caso, soprattutto delle comunità ecclesiali a lui affidate: la parrocchia del Sacro Cuore al Belvedere e quelle di Sant’Antonio da Padova e Santa Cecilia, rispettivamente all’Isola ed a Caresanablot.

Un lavoro, il nostro, che lui ha accolto con apertura, cordialità ed incoraggiamento, sin dal primo momento.

Ora, in piccola parte, restituiamo queste gemme del suo magistero.

Abbiamo scelto un repertorio di 18 filmati, che ne riprendono soprattutto le omelie, in occasione delle varie ricorrenze.

Tutti meritano di essere visti.

Ma ce ne sono tre che, a modesto parere di chi scrive, meglio di altri ci restituiscono il Don Augusto più vero.

Il Sacerdote sapiente, colto, ma soprattutto ricco di misericordia, capace di parole sincere e persuasive, animato da uno zelo pastorale sempre teso a mettere al centro la persona.

Il primo, quello in apertura del servizio, messo a repertorio in una circostanza lieta come la benedizione degli zainetti scolastici, all’Isola, il 12 settembre 2022.

Ci parla della “tenerezza di Dio”; parole illuminanti, con l’invito: “Siate come Dio, la tenerezza vince sempre”.

Prendeva le mosse dalla Lettura del Vangelo di San Luca, Capitolo 15, con il racconto del Figliol prodigo e del Padre misericordioso.

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Poco tempo prima, a maggio dello stesso anno: tre minuti e poco più che commossero tutti, al funerale dell’Avv. Sandra Cavezzale.

Due citazioni, l’una da San Giovanni Evangelista, l’altra da Sant’Agostino, che ribaltavano i piani delle convenzioni, ponendo al centro della prospettiva l’amore per Dio misurato con quello che riserviamo al prossimo e – dalla lezione del Vescovo di Ippona – l’avviso per le probabili soprese, quando verrà l’ora e ci metterà al cospetto di quei cristiani che sono tali, anche se non noti alla Chiesa; così come, di tanti, invece, noti alla Chiesa, si rivelerà l’inconsistenza della fede.

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Era da poco passata la festa di Sant’Antonio da Padova, celebrata all’Isola, quel 13 giugno 2021.

Nel corso di quella celebrazione, di nuovo protagonista il telefono cellulare: si stava rapidamente diffondendo la notizia della scomparsa del carissimo Paolo Sala.

Alle esequie del successivo 15 giugno, ancora un’omelia capace di illustrare come Don Augusto sia stato, proprio come Don Bosco, Padre, Maestro e amico.

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Di seguito, al termine della pagina, pubblichiamo tutti i video, la gran parte di quelli che sono nel nostro archivio.

A seguire, come abbiamo anticipato, qualche notizia biografica.

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Don Augusto sarà ricordato nella Ss.Messe di oggi, 3 gennaio, ad ore 9 e 18 al Belvedere.

Sabato 6 gennaio alle ore 18 alla Parrocchia di Sant’Antonio all’Isola.

Domenica 7 gennaio nel corso delle Ss.Messe festive nelle tre Parrocchie: alla S.Messa delle 10,30 al Sacro Cuore, saranno presenti i parenti di Don Augusto.

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Don Augusto Scavarda, Salesiano

Don Augusto nasce a Foglizzo l’8 ottobre 1952 da papà Giovanni e da mamma Anna.

A Foglizzo è sorta una Casa Salesiana e il piccolo Augusto impara a conoscere Don Bosco dall’affetto che i foglizzesi portano nei confronti del Santo e frequentando l’Oratorio annesso alla Casa Salesiana.

Dal 1964 al 1969 frequenta la Scuola Media e il Ginnasio presso la Casa Salesiana del S. Luigi a Chieri.

A Pinerolo dal 1969 al 1970 vive l’anno di noviziato, al temine del quale emette la Prima Professione Religiosa l’8 settembre.

I tre anni del post-Noviziato li vive proprio nella Casa Salesiana di Foglizzo dove, nel 1973, consegue la Maturità Magistrale.

Seguono due anni di studi filosofici presso l’Istituto Salesiano della Crocetta a Torino.

Svolge i due anni di tirocinio pratico salesiano prima tra i ragazzi della Casa Salesiana di S. Benigno Canavese, in seguito con i ragazzi della Casa di Lanzo Torinese.

Affronta e completa l’iter degli studi di teologia presso l’Istituto Salesiano della Crocetta a Torino dal 1977 al 1980, anno in cui, il 7 giugno, viene consacrato sacerdote nella Parrocchia di Foglizzo.

I suoi superiori lo inviano a Torino-Valdocco dove per tre anni svolge con entusiasmo l’incarico di Animatore-Catechista tra i ragazzi del Centro di Formazione Professionale.

Per sei anni, dal 1983 al 1989, è nella Casa di Fossano ancora in qualità di Animatore-Catechista tra i ragazzi del Centro di Formazione Professionale, Animatore dell’Oratorio e Delegato di Pastorale Giovanile per la Diocesi di Fossano.

Nel 1986 consegue il Baccalaureato in Teologia.

Svolge tre anni di servizio come Direttore della Casa del S. Luigi a Chieri (1989-92).

In seguito per sei anni è Direttore della Casa di S. Benigno e dell’annesso Centro di Formazione Professionale (1992-1998).

Nei tre anni successivi lo troviamo ancora a Valdocco in qualità di Direttore della Comunità S. Francesco di Sales.

Dal 2001 al 2003 svolge il servizio come Incaricato degli universitari.

In questo periodo lo colpisce una ipoacusia bilaterale che lo porterà ad affrontare un intervento di Impianto cocleare nel 2003.

A causa di questi problemi di salute, fino al 2004 viene invitato a prestare il suo servizio lavorando nella sede regionale del CNOS-FAP a Torino-Valdocco.

In seguito, per sette anni, dirige il Centro di Formazione Professionale di Bra.

Nel 2010, a causa del riacutizzarsi di problemi cardiaci, si sottopone ad alcuni interventi chirurgici.

Nel 2011 viene destinato alla Comunità Salesiana di Vercelli in qualità di parroco ad personam di S. Antonio all’Isola e di S. Cecilia in Caresanablot.

Dal 2012 assume anche l’incarico di Vicario del Direttore e nel 2017 gli viene affidata la cura pastorale anche della parrocchia Sacro Cuore al Belvedere.

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Le spoglie mortali di Don Augusto riposano a Foglizzo.

Ecco l’antologia dei video che ci parlano ancora dell’amato Sacerdote.

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Don Augusto non esitava ad aiutare lo sport

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