VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

Stresa 1

Borgosesia 2

Marcatori: 8’ pt Fossati, 32’ st Barranco, 51′ st Marra su rigore.

Stresa (3-5-2): Taliento; Graziano, Tordini, Gerevini; Magonara (31’ st Gioria), Cento, Fimognari, Colantonio (24’ st Argento), Baiardi (20’ st Pisanello); Barranco, Perkovic (31’ st Perini).

A disp.: Samaxhi, Carpani, Spera, Fradelizio, Grechi.

All.: Nicolini.

Borgosesia (3-4-3): V. Gilli; Pierantozzi, Frana, Iannacone; Marra, Raja (21’ st Vassallo), Mirarchi, Pecci (12’ st Guatieri); Favale (52′ st Giraudo), Fossati (27’ st Donadio), Giacona (38’ st D’Ambrosio).

A disp.: Gragnoli, Rekkab, Lauciello, Attolou.

All.: Lunardon.

Arbitro: Orazietti di Nichelino.

Guardalinee: Pastore di Collegno e Ambrosino di Nichelino.

Note: cielo sereno. Terreno in condizioni non ottimali. Spettatori: 250 circa. Ammoniti: Pierantozzi, Mirarchi, Frana. Angoli: 5-2. Recupero: 2’ pt – 8’ st.

Dopo aver ripreso la marcia il Borgosesia vuole continuarla.

I granata con il pareggio contro il Pinerolo hanno fermato la serie negativa di 6 ko e vogliono avvicinare lo Stresa in classifica.

I lacuali dal canto loro mirano alla vittoria per allontanare la zona play out.

Subito pericoloso lo Stresa.

E’ il 5’ quando Perkovic, sugli sviluppi di un angolo, stacca di testa; pronta la risposta di Gilli.

Tre minuti più tardi il Borgosesia passa in vantaggio con l’incornata di Fossati su cross di Favale.

Al quarto d’ora, Pecci con una sassata impegna Taliento.

Sull’altro fronte, Fimognari costringe Gilli alla parata in angolo.

Magonara alla mezzora, mette a lato di poco.

La ripresa si apre con Barranco che mira il primo palo dove però c’è appostato l’attento Gilli.

Minuto 19, Tordini inzucca centrale.

Superata la mezzora Barranco con un siluro dalla distanza pareggia.

Il Borgosesia ci prova con Donadio che calcia a lato di poco.

Nel finale, Argento in diagonale manda fuori.

All’ultimo respiro Frana viene atterrato in area e si conquista il calcio su rigore.

Sul dischetto si presenta Marra che freddo segna il gol vittoria.

 

Redazione di Vercelli

 

 

 

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Valsesia e Valsessera

Aggiornamento ore 18,55 –

Con il passare delle ore si mettono a fuoco altri particolari della triste vicenda che è costata la vita alla Signora Elsa Carpaneto, 82 anni, deceduta nella tarda mattinata di oggi, 26 ottobre, per le conseguenze di un incidente agricolo.

Fonti attendibili riferiscono che la Signora sia stata trasportata in auto, già ferita, fino a Piazza Castello, dove risiedeva.

Qui sono sopraggiunte le Ambulanze, ma è subito chiaro che non ci fosse più nulla da fare.

Da Piazza Castello la salma (che, perciò, non è mai giunta in Ospedale) è stata trasportata all’obitorio a Borgosesia.

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Tragedia a Gattinara nella tarda mattinata di oggi, 26 ottobre.

In località Cascina Santa Maria Maddalena (in direzione Rovasenda) una Signora di 82 anni, Elsa Carpaneto, è stata investita dal rimorchio al traino della trattrice agricola condotta dal figlio Gianni Menegatti (classe 1963).

La sommaria dinamica dell’incidente è riferita da Fonti ufficiali.

Dapprima ricoverata in Codice Rosso, la Signora non ce l’ha fatta ed è spirata poco dopo.

Ogni deduzione ulteriore sulle modalità del sinistro è al vaglio delle Forze dell’Ordine.

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Pro Vercelli 1

Pro Sesto 2

Marcatori: 10’ pt Bruschi, 30’ st Comi, 37’ st Gerbi

Pro Vercelli (4-2-3-1): Rizzo; Iezzi (18’ st Renault), Masi, Perrotta, Iotti  (11’ pt Anastasio); Corradini, Calvano; Della Morte (18’ st Arrighini), Vergara (31’ st Gatto), Mustacchio (1’ st Saco); Comi. A disp.: Valentini, Rigon, Louati, Macchioni, Silvestro, Guindo, Grbic. All.: Paci.

Pro Sesto (3-4-3): Botti; Giubilato, Marzupio, Toninelli; Gattoni, Wieser (31’ st D’Amico), Sala (23’ st Boscolo Chio), Maurizii; Capelli, Gerbi, Bruschi (23’ st Capogna). A disp.: Del Frate, Santarelli, Ferrero, Della Giovanna, Moreo, Moretti. All.: Andreoletti.

Arbitro: Castellone di Napoli

Guardalonee: Miccoli di Lanciano e Vitale di Salerno

Quarto uomo: Campazzo di Genova.

Ammoniti: Masi (PV), Wieser (PS), Sala (PS), Mustacchio (PV), Vergara (PV), Toninelli (PS), Gerbi (PS), Boscolo Chio (PS)

Recupero: 2’ pt – 4’ st

Giornata no per la Pro Vercelli che macina gioco ma perde contro la Pro Sesto dopo tre vittorie di fila.

A freddo i lombardi passano in vantaggio, poi è solo manovra vercellese che porta al pari di Comi.

Nel finale arriva la beffa

Subito in avanti gli ospiti.

Sono passati 10 minuti dal fischio iniziale quando Bruschi con un tiro a giro porta avanti i suoi.

Poi piove sul bagnato e un minuto più tardi Iotti lascia il campo infortunato.

I leoni ci provano con Della Morte che di testa non ha la mira giusta.

Dopo Calvano manda a lato.

I padroni di casa chiudono il primo tempo in attacco ma non trovano il gol.

Si torna in campo con Anastasio che impegna Botti.

Il portiere ospite poi si supera sull’incornata di Comi.

Comi ancora in evidenza al 9’ con un tiro alto.

La Pro Vercelli reclama un rigore su Renault ma l’arbitro lascia proseguire.

La manovra cresce, prima Saco con una bordata chiama alla parata Botti e poi Vergara pasticcia in fase di conclusione.

Alla mezzora arriva il più che meritato pareggio.

Dalla destra arriva un pallone sul quale si avventa Comi di testa e insacca.

Al 37’ D’Amico recupera palla e l’ex Gerbi segna il gol vittoria per gli ospiti.

Nel finale i leoni hanno l’occasione per pareggiare ma il risultato non cambia più.

Redazione di Vercelli

 

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21 ottobre – 

Con la celebrazione della S.Messa di questa mattina, 21 ottobre, alle ore 10 alla Grotta di Massabielle, si inizia l’ultimo giorno del Pellegrinaggio interdiocesano dell’Oftal (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes) presieduto dal Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato.

Nel pomeriggio, la sempre caratteristica visita ai luoghi lourdiani in cui si è snodata la vita di S.Bernadette, dalla nascita, fino al giorno in cui, l’11 febbraio 1858, uscita dal “cachot” per andare a cercare un po’ di legna lungo la rive del torrente “Gave”, fu chiamata alla rivelazione della Vergine Maria.

Alle 18, l’ultima recita del S.Rosario alla Grotta.

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20 ottobre –

Svegli di buon’ora, i partecipanti al Pellegrinaggio interdiocesano 2022 dell’Oftal, si dirigono verso i primi appuntamenti della giornata, quelli del mattino.

Alle 7 le Lodi per il Personale all’Emiciclo e, alle 10 la S.Messa alla Basilica del Rosario.

Presiede il pellegrinaggio il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato.

 

Primo appuntamento del pomeriggio, alle 14,30 il sempre atteso momento di fraternità alla Terrazza dell’Accueil.

Ci ritroveremo poi alle 17 alla Basilica San Pio X per l’adorazione eucaristica.

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Per rivedere il Santo Rosario alla Grotta delle ore 18 del 19 ottobre e pregare insieme al Vescovo ed ai Sacerdoti che accompagnano il pellegrinaggio interdiocesano Oftal a Lourdes, guarda il video qui sotto – Una decina è stata affidata al carissimo Don Gian Franco Brusa – 

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Giunti in serata di ieri a Lourdes, i pellegrini che partecipano al Pellegrinaggio Interdiocesano Oftal hanno iniziato questa mattina il cammino di preghiera, conversione, affidamento a Maria, insieme agli ammalati, a Dame e Barellieri, a tanti Sacerdoti, con il Presidente Generale dell’Opera, Mons. Paolo Angelino, guidati tutti dal Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, che anche quest’anno ha volentieri e cordialmente accettato di accompagnare gli amici della benemerita organizzazione alla Grotta di Massabielle.

Sono con loro anche alcuni partecipanti di Chivasso, dove ormai da anni c’è un fiorente ed attivo gruppo oftaliano, guidato dalla Decana delle Dame, la Signora Mariuccia Dellarole che, con le sue 90 Primavere splendidamente portate, è “coetanea” dell’Opera fondata, proprio 90 anni orsono, da Mons. Alessandro Rastelli

(clicca qui per rivedere la celebrazione del 90.mo anniversario).

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Il pellegrinaggio si è iniziato stamane con la partecipazione alla S.Messa internazionale presso la Basilica San Pio X, Eucarestia presieduta da Mons. Cerrato.

Per ascoltare nuovamente l’omelia e per rivivere la celebrazione si può ritornare al filmato in apertura di pagina.

A questo link nel pomeriggio

di oggi per la preghiera del S.Rosario, alle ore 18, alla Grotta, mentre sempre questa sera, ma alle 20, la processione aux flambeaux.

Seguiteci per la cronaca del pellegrinaggio

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Lungosesia Ovest e Baraggia

Dalle galline ornamentali di Castellamonte (ne parla nel nostro video, Alessandro, appassionato allevatore canavesano), agli alpaca di PiacenzaSilvia che racconta), poi i loricati, i gufi reali e altri rapaci notturni.

 

Sono tanti gli animali amici uomo, ma non c’è dubbio che il posto d’onore (anche) in questa riuscitissima rassegna “Superstar a sei zampe”, tenutasi in questo fine settimana al complesso fieristico di Caresanablot (VC) sia stato quello conquistatosi dall’amico dell’uomo per eccellenza.

 

Artur Shopenhauer insegnò “non sai cosa voglia dire essere amato se non hai mai avuto un cane”.

 

 

E l’idea guida della rassegna “Superstar a sei zampe” indica con efficacia come tra uomo e cane si instauri una vera e propria simbiosi, che porta ad una vita comune in tanti tornanti della nostra esperienza.

 

Qualche aspetto meno conosciuto: c’è una razza dolcissima di cani impiegati per la caccia al coniglio, il Podenco Canario.

Come indica il toponimo, è autoctono delle Isole Canarie dove purtroppo subisce una sorte terribile: quando il tempo della caccia è finito, questi fedeli amici dell’uomo sono sterminati con studiata quanto gratuita ferocia.

Perché?

Inutile domandarselo: sappiamo chi sia la più feroce tra le creature.

Allora ecco al nostro microfono Remo, che con la sua Associazione, si preoccupa di promuovere le adozioni in Italia di questi splendidi e miti animali, molto affettuosi, perché possano sfuggire ad un destino (dis)umano.

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Ma il nostro video riprende anche occasioni liete, come le splendide esibizioni dei cani che, con i loro conduttori, fanno parte della Scuola Italiana Cani Salvataggio: ha sede all’Idroscalo di Milano.

 

E’ davvero un piacere vederli nella piscina allestita nei grandi capannoni del centro fieristico, mentre danno dimostrazioni emozionanti di “nuoto per salvamento”: davvero portentosi e tanti complimenti vanno anche ai loro conduttori.

Insieme ad alcune eloquenti dimostrazioni, che vedono impegnati Terranova, Golden Retriver, Rhodesian (ma un’altra razza adattissima è il Beauceron, purtroppo non ancora conosciuta come meriterebbe in Italia) il filmato dà la parola a Gino, Istruttore Sics, che racconta i tratti essenziali dell’esperienza.

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Ancora momenti di grande interesse, come l’incontro con una razza che merita conoscere meglio, il Pastore Svizzero: il grande cane bianco (a pelo lungo o corto) adattissimo anche per la pet terapy. Ne illustra le caratteristiche Alessandro, allevatore completamente conquistato dai suoi “campioni”.

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Infine, a proposito della componente “a due” zampe, delle sei di cui si parlava, non è mancata nemmeno l’opportunità per un’evasione country: ospiti molto graditi e simpatici rappresentanti e allievi di due affermate scuole di ballo country attive a Piacenza e Santhià, quest’ultima frequentata da tanti appassionati di Alice Castello e dintorni.

 

Due giorni in cui si è data una bella dimostrazione di molti “talenti” all’opera nel nostro Paese, che merita conoscere meglio.

Vi lasciamo con il video e la gallery.

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Vercelli Città

Gravi dispiaceri familiari sembra (da prime sommarie informazione) siano all’origine di un tentato gesto anticonservativo compiuto nel tardo pomeriggio di oggi, 16 ottobre, attorno alle 18,30 da un uomo residente a Vercelli in Corso Fiume.

Le Forze dell’Ordine sono intervenute chiedendo l’intervento dei Vigili del Fuoco per potersi introdurre nell’abitazione.

Le ferite (pare fortunatamente limitate ad un arto inferiore) non sarebbero reputate letali, come le numerose persone residenti nel palazzo avevano in un primo tempo temuto.

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Regione Piemonte

(elisa moro) – O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno”: così il testo della Supplica alla Madonna del Santo Rosario di Pompei porta subito a meditare la grandezza della festa che la Chiesa celebra il 7 ottobre, ricordando la Regina delle Vittorie.

Il Santo Rosario, preghiera diffusa universalmente, risale ad una rivelazione, della stessa Vergine, a San Domenico di Guzman, in cui la Madonna annunciava al predicatore spagnolo la vittoria sulle eresie, che a quel tempo funestavano il sud della Francia, proprio attraverso questa pia pratica.

È certamente però la figura di un altro Santo domenicano – e piemontese – San Pio V, a istituire la pratica del Santo Rosario nella forma attuale, con la bolla Consueverunt del 1569.

Egli, devoto alla Santa Vergine e preoccupato per la minaccia ottomana all’Europa, ascrisse alla recita del Rosario la vittoria della flotta cristiana su quella turca, nelle acque di Lepanto, il 7 ottobre del 1571.

Una forma di preghiera, dunque, che in passato ha conosciuto popolarità, anche grazie alla semplicità della forma, ma che, in tempi più recenti, è stata spesso bistrattata, considerandola monotona e priva di un senso profondo.

Tuttavia, e già Papa Benedetto XVI lo affermava qualche anno fa, “il Rosario sta invece conoscendo quasi una nuova primavera. Questo è senz’altro uno dei segni più eloquenti dell’amore che le giovani generazioni nutrono per Gesù e per la Madre sua Maria. Nel mondo attuale così dispersivo, questa preghiera aiuta a porre Cristo al centro, come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva del suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva” (03/05/2008); infatti “il Rosario, quando è pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in sé la potenza risanatrice del Nome santissimo di Gesù, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria” (ibidem).

Da questi primi spunti si possono ricavare due riflessioni relative alla festa della Madonna del Rosario, che ne valorizzano il suo significato sempre attuale.

Torre di salvezza”: l’intercessione potente di Maria e del Santo Rosario mostrano che la Chiesa, nei momenti difficili, nelle lotte e tribolazioni passate ed attuali, ha fatto ricorso e continua a confidare in questa potente preghiera, per ottenere l’aiuto di Dio mediante l’intercessione della Madonna.

San Giovanni Paolo II confidò che fin dagli anni giovanili la preghiera del Rosario aveva avuto un posto importante nella sua vita.

Nella lettera apostolica sul Rosario, in occasione dell’anno del Rosario, Rosarium Virginis Mariae

(16 ottobre 2002 – leggila integrale cliccando qui),

il compianto Pontefice afferma: “Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova. A esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto”(n. 2).

Non va dimenticato che, proprio in occasione della promulgazione di questa Lettera Apostolica, il Santo Padre introduceva (al n. 38) il quarto ordine di “Misteri” nella preghiera del S.Rosario, i Misteri della Luce.

Come non pensare al capolavoro del Manzoni, “I promessi sposi”, dove Lucia, nel momento più drammatico della sua vita, estrae dalla sua tasca la corona e recita il Rosario (cap. 21), sentendo sgorgare in sé, proseguendo in questo devoto esercizio, un’improvvisa speranza e una fiducia sconfinata.

Il Rosario vince le “battaglie di Lepanto” dell’oggi, dell’indifferenza, del silenzio contro i tanti episodi di male, di odio, di violenza; il Rosario libera dagli egoisti, dalle eresie dell’autoaffermazione, rende semplici.

È quanto affermava – con un linguaggio certamente desueto, ma non per questo meno veritiero – Papa Leone XIII: “vi sono incessanti e gravi lotte che travagliano la Chiesa. La pietà cristiana, la pubblica moralità e la stessa fede – il più grande dei beni, e fondamento di tutte le altre virtù – sono esposte a pericoli sempre più gravi” (Supremi apostolatus officio, 1/9/1883).

Solo il Rosario, effige di vittoria della donna dell’Apocalisse contro il drago (cfr. cap. 12), diventa un faro di speranza, il successo certo contro le insidie di ogni epoca, contro i dubbi che albergano nel cuore di ogni uomo, contro le derive, spesso celate, sociali e spirituali.

Dolce catena che ci rannodi a Dio”: nella parte mediana del grande affresco del Giudizio universale della Cappella Sistina, dipinto da Michelangelo tra il 1536 e il 1541, spicca un dettaglio: uno dei risorti porge con la mano sinistra la corona del Rosario a un uomo e a una donna per aiutarli a salire in Paradiso aggrappandosi ad essa.

Con questa sobria raffigurazione pittorica l’artista ha espresso la convinzione che il Rosario è una preghiera importante per ottenere la salvezza eterna, ma ancor più ha sottolineato, con un linguaggio iconico, il concetto di “catena”, di vincolo che unisce il fedele a Dio.

Attraverso il Rosario infatti si sperimenta la vita del Signore Gesù, “lasciandosi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore” (Rosarium Virginis Mariae, n. 1).

E’ un cammino, quello del Rosario, di crescita e conformazione a Cristo, sotto la guida di Maria, che svela il Verbo agli uomini, nei misteri stessi della Sua vita, quel “mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo” (Col 1,26-28).

Nel Rosario è quindi Maria stessa che insegna a pregare (cfr. At. 1, 14) il Figlio, intercedendo per ogni devoto che fiduciosamente a lei si affida.

Con le parole di San Giovanni Damasceno, che ben aveva colto il ruolo di Maria come strumento di salvezza, si può allora guardare alla Regina vittoriosa del Rosario, salutandola con queste parole, piene di gratitudine: “Tu benedici il mondo, santifichi l’universo; sei sollievo per chi soffre, consolazione per chi piange, guarigione per gli ammalati, porto per chi è sconvolto dalle tempeste, perdono per i peccatori, dolce esortazione per chi è afflitto, sollecito ausilio per tutti quelli che ricorrono a te… Volgi lo sguardo verso di noi, nobile sovrana, Madre del buon Sovrano, stimandoci degni della futura beatitudine” (Omelia I sulla Dormizione, PG 96, 716-717, 720-721).

Posted in Pagine di Fede

Un caleidoscopio di emozioni che rimandano a tanti sentimenti, ricordi, speranze.

Questa bella festa per i 90 anni dell’Oftal, l’Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes fondata da Mons. Alessandro Rastelli proprio qui a Trino e da qui gemmata in tante Diocesi di tutta Italia, fa pensare.

Suggerisce l’idea che 90 anni possano dire di una giovinezza, indichino la via di un futuro in cui ci sarà più bisogno, non meno bisogno di affidarci a Maria. 

Qualcuno di questi pensieri abbiamo cercato di suggerirlo, ma non troppo allusivamente, con le immagini ed il video che volentieri offriamo ai nostri Lettori tutti, ma soprattutto ai protagonisti di oggi: i sofferenti, i pellegrini, le Dame ed barellieri, i Sacerdoti che accompagnano ed assicurano la sempre fondamentale assistenza spirituale, i Vescovi diocesani che hanno una grande cura di questa grande risorsa per ciascuna delle Chiese locali dove ha messo radici.

Un accenno, dunque, al fondatore, a questo padre della Speranza.

Speranza accesa per la prima volta nel 1912, con il primo pellegrinaggio che il giovane sacerdote trinese, Alessandro Rastelli, organizza alla Grotta di Massabielle, con ben 250 ammalati.

La parentesi terrena di Mons. Rastelli copre l’arco temporale dal 18 gennaio 1883, quando nacque a Borgo Vercelli, al 11 ottobre 1960, giorno della nascita al Cielo.

Cliccando qui una bella e completa biografia del Sacerdote.

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I sentimenti, dunque.

Di fraternità e solidarietà con i tanti fratelli che soffrono: sono la ragione di vita dell’Opera.

Di affidamento a Maria: l’Oftal è prima di tutto un grande dono della Madonna, che si è servita e si serve di tante persone per attuare il proprio progetto, che, declinato nello scorrere del tempo e dei tempi, è quello di sempre, racchiuso nelle poche parole di Cana in Galilea: ”Fate quello che vi dirà”.

E’ una grande opera di crescita e perfezionamento nella fede.

Ma non solo: anche una singolare opportunità per chi è in ricerca. Al termine della propria mirabile omelia (ci ritorneremo tra breve) Mons. Paolo Angelino, Presidente Generale, ricorda una verità di Lourdes che forse non consideriamo abbastanza: la Grotta di Massabielle è per tutti.

Per i credenti, certo, ma anche per i non credenti.

Sono tanti i non credenti ad avere trovato ai piedi della Grotta la luce della fede, perché “nulla è impossibile a Dio”.

E questo miracolo delle conversioni che hanno salvato e salvano tante persone, è anch’esso il segno di “guarigioni” che non attengono alla biologia, ma salvano.

***

Il nostro filmato ripropone integralmente l’omelia e poi, nel corso del 30 minuti in cui si snoda il video, tanti scampoli di questa giornata.

C’è la benedizione dell’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, che ha presieduto la Liturgia; il saluto che Mons. Angelino ha voluto rendere affettuosamente al suo chierichetto di un tempo, ora nominato Vicario Generale della Diocesi di Vercelli, Don Stefano Bedello.

C’è il richiamo all’ormai imminente (a fine di questo mese di ottobre) al pellegrinaggio interdiocesano, che conclude il ciclo dei pellegrinaggi 2022, che sarà presieduto dal Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Aldo Cerrato: e così Mons. Angelino conversa, in video, con il gruppo Oftal di Chivasso, guidato dalla sempre attiva Signora Mariuccia Dellarole (originaria della provincia di Vercelli) che, con le sue 90 Primavere (lo ricorda lei stessa nel video) è coetanea dell’Opera. Quest’anno ha fatto tre pellegrinaggi, compreso quello a Loreto di cui daremo conto in un prossimo articolo.

E’ rimasta una delle poche persone ad avere conosciuto Mons. Rastelli, amica della compianta Franca Osenga, che si può dire senz’altro la co-fondatrice dell’Opera.

Emozioni e pensieri che si affastellano, anche grazie alle splendide interpretazioni musicali offerte dalla Cappella Musicale del Duomo di Vercelli diretta da Mons. Denis Silano.

Si va dai brani pop (nel senso di popolari: sempre commovente l’intramontabile “Dell’aurora tu sorgi più bella”, che riproponiamo quasi per intero) a quelli per palati fini, frutto della ricerca musicale di Don Denis. E forse non è fuori luogo pensare che anche questa sia la cifra, il modo di essere dell’Oftal, il fattore o, almeno, uno dei fattori, che ne ha assicurato il successo, lungo i decenni.

Organizzazione che sa parlare al popolo, sa riunire il popolo attorno a Maria, proprio perché la comune condizione di figli porta ad abbracciare tutti.

Ma l’itinerario di formazione, non si compie invano: e così, come si potrà riascoltare, anche in questa occasione, l’omiletica del Presidente Mons. Angelino è parsa di tono familiare, proprio come si conviene al dialogo con una grande famiglia, della quale si conoscono uno ad uno i componenti, ma i contenuti sono per palati fini: merita davvero riascoltarla anche come una preziosa opportunità di conoscenza.

Al termine, unanime il ringraziamento al “padrone di casa” (anche se lui si schermisce e indica che il padrone di questa bella casa, la Parrocchiale di San Bartolomeo, sta nel Tabernacolo) il Parroco di Trino, Don Patrizio Maggioni la cui ospitalità è stata davvero fraterna non meno che capace di organizzare tutto come si conviene.

Fino al momento anch’esso atteso, il rinfresco nel cortile della Parrocchia che ha concluso la giornata: anche Dame e barellieri di Belluno e di Cagliari hanno potuto assaggiare la magistrale panissa preparata da quel gruppo di appassionati del piatto tipico vercellese, che sono gli Amici della Panissa di Albano.

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Vercelli Città

Vercelli, provincia di Vigevano.

Ha tutta l’aria di una gioiosa cavalcata nelle praterie eusebiane l’avanzata di Aziende e professionisti di Vigevano, messi a contratto dal Comune di Vercelli.

Delle fortune (fino a prova del contrario, meritate) delle Cooperative Alemar e Start si è già detto in altro articolo.

Ora è la volta di Studi professionali i quali, come se non ci fossero abbastanza Architetti ed Ingegneri nella provincia di Vercelli, oppure fossero tutti a tal punto oberati di lavoro così da non poter essere ulteriormente onerati, sono scelti proprio in provincia di Pavia e soprattutto a Vigevano.

In pochi mesi (almeno) tre incarichi.

Si incomincia il 21 marzo 2022 quando l’Arch. Liliana Patriarca (nota ai nostri Lettori anche con l’affettuoso nick name affibbiatole dagli amici, di “Tripla I” – Infallibile, Insostituibile, Inimitabile)

si determina – leggi qui.

A cosa si determina?

Ad assegnare “l’incarico professionale per la redazione del Progetto Definitivo riferito all’intervento di “Realizzazione nuovo asilo nido Villaggio Concordia”.

La scelta cade sullo “Studio Buscaglia Associati, con sede in C.so Repubblica n. 19 – 27029 Vigevano (PV)” per un onorario previsto in 36 mila euro oltre oneri.

***

Poi, ad agosto scorso, l’incarico che l’Ing. Marco Tanese, Dirigente dell’Ufficio Tecnico, assegna ad un Professionista che pare apolide.

Perché – a differenza di tutti gli altri Atti, siano Determine o Deliberazioni – quello riferito all’Ing. Lorenzo Duico omette (di proposito?) di indicare dove questo Professionista abbia Studio.

Si badi: non dove abiti, che questo sarebbe (più) comprensibile.

No: proprio dove abbia Studio, sempre che un Ufficio ce l’abbia.

Si sa che è iscritto

all’Ordine degli Ingegneri di Pavia – leggi qui –

e questo non potrebbero fare a meno di indicarlo (forse, perché a questo punto, se ne vedono tante…).

Sempre che non si tratti di un omonimo, sarebbe un Tecnico dell’Università di Pavia che ha maturato una certa esperienza proprio nel settore delle piscine, sette o otto anni fa.

Ma non basta ancora.

E’ lo stesso Ing. Tanese che, di nuovo a proposito di collaudi al Centro Nuoto, settore la cui responsabilità politica non è dell’Assessore allo Sport, come si potrebbe pensare, ma del Vice Sindaco ed Assessore ai Lavori Pubblici, il sagacissimo Massimo Simion, nei giorni scorsi nomina un altro Professionista, sempre di Vigevano.

Si tratta – leggi qui – dell’Ing. Chiara Casalino.

Questa Professionista uno Studio ce l’ha: ”con studio in via Isonzo, 14 – 27029 Vigevano (PV), Iscritto all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Pavia al n. 2549”.

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Perché di Duico non abbiano scritto nulla e perché, invece, degli altri pubblichino i dati, peraltro già pubblici, non si sa.

Ma il punto è un altro.

Tre Professionisti tutti di Vigevano o Pavia in poche settimane.

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Chissà se il Pirata lo sa.

Perché, in fondo, potrebbe anche pungergli vaghezza di fare due chiacchiere con Sìmion per cercare di capire il motivo per cui, all’ex Collegio delle Orfane Isabella de Cardona (sede degli Uffici Tecnici: nella foto, il ritratto della Fondatrice), pare abbiano questa predilezione per il Pavese. Inteso come territorio.

A proposito: nella Lega pare non trovino un accordo ormai nemmeno sulla corretta pronuncia del cognome del Sagacissimo.

Si dice Sìmion?

O Simìon. O, ancora Simiòn.

Parola sdrucciola, piana o tronca. Vai a sapere.

Se lo chiedete a Romano Lavarino magari dice sdrucciola.

Ma poi, in fondo, non è importante.

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Dunque, il Pirata, un tempo così attento a queste coincidenze (perché, almeno per ora e fino a prova del contrario, così si debbono chiamare: coincidenze) ora pare ignorare.

Almeno, pare ignorare, fino a prova del contrario.

Posted in Trippa per i gatti
Provincia di Vercelli

Un tempo, si sarebbe detto che sono “esplose le contraddizioni del sistema”.

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Leggi cliccando qui la prima lettera.

Leggi cliccando qui la seconda lettera.

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E’ proprio quello che sta succedendo nella Lega vercellese e valsesiana, dove ormai sembrano venute allo scoperto le contraddizioni di un “sistema” arrivato al capolinea.

E’ fin troppo facile, dal punto di vista di una storia di questa comunità locale, che certo meriterà scrivere, fare risalire le ragioni della crisi di oggi alla prematura scomparsa di Gian Luca Buonanno, nel giugno 2016 – leggi qui – .

 

Chi scrive non si permette giudizi di sorta sulla vicenda umana (di nessuno e nemmeno) di Gianluca Buonanno: su quella politica tanto hanno detto le cronache e molto dirà, un giorno, la Storia

E’ comunque certo che la sua morte abbia trovato la società civile e la comunità politica di questa provincia, in particolare della sua componente valsesiana, tanto impreparata, quanto nella condizione, inaspettata, di doversi cercare una nuova leadership.

La soluzione si chiamò Paolo Tiramani, ma l’epilogo di questi ultimi sei anni fa capire che si dovrà cercare ancora.

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Per non rischiare di banalizzare ciò che sta capitando nella Lega dove (non va dimenticato ed ammesso che la modesta opinione di chi scrive interessi a qualcuno) vi sono tante persone e Amministratori perbene, capaci ed in buona fede, non si può omettere di partire da qui: da giugno 2016.

Nelle mani di Riccardo Molinari e di Matteo Salvini (se a loro importa qualcosa di Vercelli e della Valsesia) sta ora un problema: come “ricostruire” il partito in provincia.

Partito che, come abbiamo visto, può contare (anche) su molti validi ed onesti Amministratori.

Per un paradosso solo apparente, la Lega in provincia di Vercelli presenta, all’esame di chi voglia tentare una non improvvisata ed obbiettiva analisi politica, una disponibilità, forse anche una “abbondanza” di quadri: e proprio sulla necessità di non disperdere (ulteriori) energie, talenti, risorse, cercando di conciliarle tutte verso una nuova prospettiva di convivenza, progettualità politica e collaborazione, si misurerà la lungimiranza e la capacità dirigente dei responsabili regionali e nazionali del partito.

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Per chiunque dovrà politicamente giudicare, il problema sta tutto qui, inevitabilmente partendo dalla valutazione delle due lettere di cui parliamo in questo articolo: lettere quasi uguali, ma recanti istanze opposte.

Ed anche questa inedita specultarità” dei due documenti non fa che accrescere la necessità di una lettura approfondita di entrambi, come della diagnosi sugli ambienti in cui ne è maturata la stesura.

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Scorrendo le firme in calce ai due testi si vedono, anche quelle, appunto, di Amministratori onesti e capaci.

Prendiamo ad esempio alcuni di questi nomi, pur consapevoli di correre un rischio, quello di essere fraintesi: non è che gli altri siano nomi meno presentabili. Non sta a noi dire e giudicare.

Ma serve qualche esempio, crediamo, per capire.

Nel primo gruppo, ci sono Amministratori Locali da tutti stimati e certamente idonei a ricoprire incarichi di responsabilità politica come, appunto e ad esempio, Claudio Tambornino, Alessandro Montella, Maurizio Tascini.

Nel secondo, Michele Pairotto, Carlo Stragiotti, Alberto Mocca.

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Vogliono, però, cose opposte.

I primi (lettera di Daniele Baglione ed Eraldo Botta) chiedono che sia nominato un Commissario “terzo” rispetto ai protagonisti della spaccatura, ormai insanabile, venutasi a creare.

I secondi, al contrario, chiedono che resti Commissario del partito, fino ad un imminente (forse, non è detto) Congresso, lo stesso Tiramani.

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Vedremo poco oltre gli altri motivi di discordia o di imbarazzo: tutti hanno un fondamento proprio nei trascorsi degli ultimi sei anni.

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IL CONGRESSO, TRA VOGLIA E PAURA

Ora tentiamo di capire perché entrambi gli schieramenti sembra abbiano soprattutto paura di una cosa: quale sarà la base elettorale di iscritti che voterà al prossimo Congresso?

Cioè hanno paura di una cosa (di una pre-condizione) di cui hanno anche voglia (il Congresso che consegni il partito ad un nuovo gruppo dirigente).

E’ un problema solo apparentemente tecnico, invece è di sostanza.

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Per quello che abbiamo capito, tutti (entrambe le “correnti”) danno per archiviata l’esperienza Tiramani.

Ci torneremo, come detto, poco oltre.

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Vediamo, quindi, dapprima, perché sia gli uni che gli altri hanno timori circa la composizione della base elettorale che potrebbe o non potrebbe votare alla future assise congressuali.

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I seguaci di Baglione e Botta hanno un (ragionevole) timore: se si indicesse un Congresso ora, voterebbero, ovviamente, solo gli iscritti Militanti che sono “sopravvissuti” in questi sei anni di “gestione Tiramani”.

Insomma, si tratterebbe di una base congressuale in qualche modo non rappresentativa proprio perché “in continuità” con un periodo che si vuole lasciare alle spalle.

Se si fa la conta dei “morti” e degli abbandoni di questi ultimi sei anni, appare un cimitero di guerra e tra le croci spicca quella di Emanuela Buonanno, che però non è l’unica.

Ci sono (ci sono stati) anche mondi vicini, contigui: persone che erano simpatizzanti e che si sarebbero, magari, potute iscrivere, continuare un percorso dentro la Lega.

Se, per esempio, qualcuno chiedesse al Vice Sindaco di Livorno Ferraris, Franco Sandra, un tempo attivo nelle campagne elettorali a favore della Lega, se abbia cambiato strada perché non gli piacesse più Matteo Salvini o perché non gli piacesse il marketing aggressivo di qualche Cooperativa ansiosa di assumere incarichi nei servizi di pulizia degli uffici, l’interessato potrebbe dare la risposta.

Poi c’è il Gruppo Consiliare al Comune di Vercelli, letteralmente decimato dal 2019 ad oggi.

Partito con 12 Consiglieri, si ritrova con otto.

Perché?

Certo, i “miracolati” come Romano Lavarino e Gian Carlo Locarni, terranno duro.

La lettura in filigrana della lettera indirizzata a Molinari e Salvini dal gruppo di Baglione e Botta (vedremo poi come ha funzionato il “servizio postale”) pare dire proprio questo.

Abbiamo bisogno di tempo, della gestione “terza” da parte di un Commissario perché sia ricostituito un tessuto associativo che dia garanzie a tutti.

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E proprio qui sta la ragione del timore che sembrano coltivare gli altri, quelli che, stamane, hanno spedito la seconda lettera, che non è più appropriato chiamare “gruppo Tiramani”: loro per primi si rendono conto che quel periodo è tramontato.

Per convenzione e brevità, li chiameremo, dunque, della “attuale maggioranza”.

Sono quelli che, in prevalenza, non hanno responsabilità di come siano andate le cose.

Qual è il timore di queste persone?

Quello di essere fatte fuori da un ipotetico “nuovo corso”.

Di nuovo, il problema starebbe nel tesseramento.

Quelli della “attuale maggioranza”, se abbiamo ben capito, sembrano credere: se si aprisse un periodo di commissariamento di medio lungo periodo (che gli altri reputano necessario per ricostituire una credibile base elettorale) potremmo correre il rischio di essere fatti fuori. Baglione e “compagni” potrebbero sollecitare tante nuove adesioni (fare le tessere, come si diceva un tempo, ndr), che potrebbero essere accolte, mentre quelle che potremmo sollecitare noi potrebbero essere respinte.

Così, mentre ora siamo in maggioranza, allora potremmo trovarci in minoranza.

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Timori infondati?

Da un lato, una siffatta impostazione parrebbe sottointendere una sostanziale sfiducia nella imparzialità dello stesso Molinari.

Dall’altro lato, chi conosce la politica sa che queste cose sono possibili.

Non è detto che debbano accadere, ma sono possibili.

Così come è assai probabile (i numeri sono numeri) che un Congresso celebrato ora non farebbe che riprodurre la situazione attuale, “modellata” (conformata?) in questi sei anni.

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Come si vede – se questa può essere una plausibile interpretazione dei percorsi che hanno portato a scrivere le due lettere – le prossime elezioni non c’entrano praticamente niente.

Si potrebbe dire che le elezioni del 25 settembre importino ben poco, un po’ a tutti: anche perchè – come è chiaro a tutti – non ne determineranno il risultato nè Tiramani, nè Botta o Baglione, nè nessun altro in particolare in questa provincia.

C’entrano, semmai, le prossime elezioni del Consiglio Provinciale (2023) e dei maggiori Consigli Comunali, a partire da quello di Vercelli (2024).

E’ chiaro che la candidature saranno decise dalla Segreteria provinciale o dal Commissario provinciale.

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Ma è anche questa un’evidenza (la prima, dal punto di vista della “vita” del partito) che conferma una cosa: la responsabilità sta tutta nelle mani di Riccardo Molinari in particolare.

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Sarà lui, in caso di commissariamento, a dover garantire che il tesseramento assicuri agli uni ed agli altri le medesime possibilità,  la parità dei punti “di partenza”.

Proprio perché sarà necessario assicurare alle tante persone valide, una piena agibilità politica.

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C’E’ POSTA PER VOI

Veniamo, ora, ai contenuti espliciti delle due missive.

Anzitutto, occorre riprendere l’articolo della riunione tenutasi ad Arborio,

lo scorso martedì 30 agosto – leggi qui -.

Quando è stato respinto al mittente l’invito rivolto da Daniele Baglione a Paolo Tiramani per fare un passo indietro e rassegnare il mandato di Commissario.

C’E’ POSTA PER VOI / 1 – La prima lettera

Subito dopo (?) si sono messi al lavoro per compilare la lettera, allegata all’inizio, in pdf.

I firmatari (oltre a Botta e Baglione: Alessandro Montella, Claudio Tambornino, Denis Cazzadore, Franco Bercellino, Maurizio Tascini, Roberto Carelli) sono tutti leghisti della prim’ora; inutili le presentazioni.

Quando è stata consegnata la lettera a Molinari e Salvini?

Nel corso della cena tenutasi ieri sera a Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, a conclusione del tour elettorale del Segretario.

I “postini”, in quella occasione, non si sono limitati alla mera consegna del “plico”.

Sarebbe emerso (di nuovo, perchè aleggia da tempo e pare abbia avuto un peso nelle recenti decisioni di Fratelli d’Italia, per non accogliere nuovi arrivi)  un ulteriore problema di opportunità politica, che avrebbero riassunto come segue.

Da tempo ormai lo stesso Tiramani non fa mistero (anche con post su Facebook, assai eloquenti riferiti a suoi impegni di lavoro, per esempio a Vigevano) di avere nuove prospettive di lavoro.

Oltre a quelle ben note a molti Amministratori Locali del territorio: dall’attività di Direttore Tecnico e Amministratore nella Coop. Egida, a quella di Socio della Società Accounting srl.

Da qualche tempo l’orizzonte si estende a Vigevano, sede delle due Cooperative Alemar di cui è, rispettivamente, Legale Rappresentante o magna pars l’imprenditore Claudio Sempio.

Negli ultimi due anni la Coop. Alemar ha mietuto successi in provincia di Vercelli, acquisendo contratti tanto al Comune di Borgosesia, quanto presso quello di Vercelli

(ex multis, leggi cliccando qui).

( e cliccando qui).

L’imprenditività di Sempio è giunta al punto di costituire una società di Capitali con lo stesso Tirmani, nel luglio 2021 per la gestione di strutture residenziali, con sede proprio a Vigevano: la Villa San Gaudenzio srl, con sede legale in Vigevano.

Se bisogna dare per acquisita e fino a prova del contrario, la buona fede di tutti,  la legittimità delle gare che hanno visto aggiudicataria la Coop. Alemar a Borgosesia e Vercelli, pare si rilevino ora caratteri di opportunità politica, bisognosi di valutazione anche da parte degli Organismi superiori del partito.

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C’E’ POSTA PER VOI / 2 – La seconda lettera

Nella prima mattina di oggi arriva la seconda lettera, quella inviata agli stessi destinatari (Molinari e Salvini) proprio dal gruppo della attuale maggioranza”.

Si tratta di: Michele Pairotto, Francesco Pietrasanta, Alberto Mocca, Margherita Candeli, Carlo Stragiotti, Paolo Ferrari, Leonardo Falcetta, Davide Tagliabue.

Chiedono una cosa diversa ed opposta dai primi: che sia confermato Tiramani alla carica di Commissario e si vada al più presto al Congresso.

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Una cosa è chiara: si tratta di posizioni inconciliabili.

E non c’è dubbio soltanto su una cosa: i vertici della Lega hanno di fronte un problema di non facile soluzione.

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