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Alla fine è bastata per tutti.
La panissa preparata dagli Amici della Panissa di Albano ed offerta dal Moto Club Vercelli ai partecipanti al 39.mo raduno per la benedizione delle moto è stata, però appena sufficiente.
E questo è l’indicatore più sicuro di un successo, perché 50 chili di riso sono – una più, una meno – 500 porzioni del prelibato piatto vercellese.
Sicchè, anche nei fatti più…saporiti, si è confermata la previsione della vigilia: oltre 400 motociclette davanti alla Basilica di S.Andrea, poi lungo la città, fino alla sede del sodalizio.
Come ogni anno, ormai da 39 anni (nel 2024 si dovrà festeggiare il quarantesimo appuntamento, ma non solo, come vedremo) l’iniziativa vuole essere il viatico alla nuova Stagione sportiva motociclistica: nella prima domenica di marzo, tutti pronti per riprendere la strada di tante affascinanti escursioni, tanti viaggi, momenti indimenticabili di svago.
Senza dimenticare la prudenza, il rispetto di sé, degli altri, degli stessi mezzi, che sono talvolta prodigi della tecnica, oppure solidi quanto umili compagni di strada, lavoro, ricreazione: tutti sono una parte della nostra vita.
Tanto che c’è anche una “preghiera del motociclista”, che parla chiaro.
L’ha letta per tutti il Presidente del Moto Club Vercelli, Guido Favalli: e anche il benemerito sodalizio sportivo compie quest’anno 49 anni ed è alla vigilia del Giubileo che sarà celebrato l’anno prossimo, con la quarantesima benedizione.
Di tutto questo ci sono immagini eloquenti sia nel video, sia nella gallery, che volentieri offriamo ai nostri Lettori.
Alcune immagini sono idonee a ridestare, in chi ha i capelli grigi, una grande nostalgia, come quella di una rarissima Ducati Desmo 750 super sport del 1974, tenuta come se fosse un soprammobile prezioso (e preziosa lo è davvero) da salotto.
In quell’anno c’erano riviste come Motociclismo o Motosport e ragazzi impazienti che arrivassero in edicola per consumarsi gli occhi leggendo delle ultime novità, o per sapere delle recenti prove su strada di quelli che erano sogni.
Uno di quei sogno oggi è qui a dirci che sono passati cinquant’anni, in cui mai è svanito il fascino delle due ruote.
Ora vi lasciamo con il video e la gallery; buona visione.
Senza gravi conseguenze il sinistro stradale che, attorno alle 11,30 di stamane, 5 marzo, ha funestato il motoraduno promosso, come ogni anno la prima domenica di marzo, del Moto Club Vercelli.
Della giornata si dirà in altro servizio, che documenta la presenza in città di centinaia di motociclette e motociclisti provenienti da tutto il Nord Italia.
Che hanno lasciato il luogo del ritrovo, come sempre davanti alla Basilica di S.Andrea, dove hanno ricevuto la benedizione, non già sciamando tutti insieme come di solito si era soliti disporre, ma “alla spicciolata”.
Giunta in Corso Prestinari, la Yamaha che si vede nella foto, condotta da un centauro vercellese, è stata centrata da un’auto (anch’essa in altra immagine): per fortuna, come detto in premessa, almeno all’apparenza senza gravi conseguenze per il motociclista, che è stato ricoverato con contusioni alla caviglia, ma cosciente.
“Vercelli’n Danza” quest’anno giunge alla sua sesta edizione.
Dopo quasi 3 anni di stop interminabile a causa della pandemia che ha visto chiusi i teatri siamo finalmente pronti a ripartire con un’edizione che ridarà lustro al nome della danza nella nostra città!
Nelle precedenti edizioni Dance Team e tutto il suo staff, con entusiasmo, professionalità e un po’ di spirito di sacrificio ha creato uno degli eventi più attesi sia per quanto riguarda la nostra città sia per quello che è il panorama nazionale coreutico.
Grazie a questo evento sono giunti nel nostro Teatro nomi tra i più importanti in assoluto del settore, oltre a migliaia di persone che non erano mai state qui nella nostra splendida città ed ora tornano ogni anno come appuntamento fisso.
E’ davvero immensa la soddisfazione, anche per questa sesta edizione, di essere riusciti a portare a Vercelli una giuria composta da alcuni tra i più famosi ed importanti Ballerini e Maestri di danza:
Pompea Santoro, già Etolie internazionale ha danzato nei più importanti teatri del mondo
Maurizio Tamellini, già ballerino del Teatro Alla Scala di Milano
Oliviero Bifulco, ballerino del Teatro Alla Scala e dell’Opera di Bordeaux
Nunzio Perricone, ballerino e coreografo di fama internazionale.
Altrettanta soddisfazione deriva dal fatto che numerosissime scuole da tutt’Italia hanno apprezzato la nostra iniziativa, il nostro impegno, l’evento in sé, il Teatro che ci ospita, la correttezza che ci caratterizza (siamo tra i pochissimi che vieta la partecipazione alla competizione ai propri allievi), la serietà dei giudizi e l’attenzione che rivolgiamo a chi accompagna i giovani talenti alla manifestazione con convenzioni ed agevolazioni per tutti coloro che durante la giornata voglia sfruttare l’occasione ed andare a visitare il nostro centro cittadino con le sue bellezze e le attività che lo occupano; questa attenzione ha fatto sì che in totale nelle edizioni passate oltre 140 scuole, 1700 ballerini per un totale di 3000 persone con gli accompagnatori abbiano visto e visitato la nostra città e oltre a tutti gli attestati ed i trofei abbiamo distribuito oltre 50.000 euro in borse di studio offerteci da importanti e prestigiose scuole professionali ,accademie e licei coreutici oltre a quelle per stages, work shop e concorsi in tutt’Italia e questo non fa che riconfermare la stima che il panorama degli addetti ai lavori nutre nei confronti nostri e dell’importanza delle nostre iniziative.
L’edizione 2023, si terrà domenica 12 marzo presso il Teatro Civico per tutta la giornata a partire dalla mattina fino alla sera, con oltre 40 scuole partecipanti provenienti da tutt’Italia, saranno presenti molte scuole provenienti da Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna ecc.
Il montepremi per questa nuova edizione ha superato il valore di 30.000 euro in borse di studio cosa assolutamente non comune nei concorsi di danza, e questo è molto importante perché gli allievi che parteciperanno avranno grandi opportunità di studio nei migliori centri di formazione in Italia e all’estero e molte borse di studio per partecipare ai migliori stage di formazione italiani.
Tale è stata la risposta positiva alla nostra iniziativa che abbiamo dovuto chiudere anticipatamente le iscrizioni anche quest’anno.
Al concorso parteciperanno giovani danzatori a partire dai 6 anni di età suddivisi nelle varie discipline artistiche quali danza classica, moderna e contemporanea e per fasce d’età.
Redazione di Vercelli
Per coloro che hanno avuto la possibilità di ascoltare, poco meno di un anno fa,
l’intervento – leggi qui – che Mons. Luigi Bettazzi pronunciò a Chivasso,
nel corso di un incontro organizzato dalla Parrocchia del Duomo, all’indomani dell’inizio delle ostilità nel conflitto tra Russia ed Ucraina, le parole di oggi non sono una sorpresa.
Eppure sono inascoltate.
Anche se, forse mai come in questo caso, appare grande e – almeno, per ora – senza possibilità di ricomporre lo iato, la distanza tra Paese reale e Paese politico istituzionale.
Perché, come ormai riconoscono anche gli Osservatori più prudenti, è chiaro che la maggioranza degli italiani, sia contraria alla partecipazione attiva del nostro Paese al conflitto, soprattutto se ciò porti con sé la fornitura di armi al Governo di Volodymyr Zelens’kyj.
Sicchè non pare fuori luogo concludere come il pensiero di Mons. Luigi Bettazzi, Presidente Emerito di Pax Christi, interpreti più fedelmente di altri il sentire comune della gente.
Circostanza, quest’ultima, che sembra comporre un dittico assai eloquente con (almeno) altre due realtà che, in quest’ora della Storia, restano, al pari del comune sentire, inascoltate, come fossero sullo sfondo: l’Art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana ed il paragrafo 80 della Costituzione Pastorale “Gaudium et Spes”.
Ma non anticipiamo oltre quanto si potrà ascoltare nel video.
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Occorre, anzi, procedere con ordine.
Per dire, prima di altro, dove ci troviamo.
L’occasione è rappresentata dall’iniziative del Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale) di Vercelli, che ieri, sabato 25 febbraio, ha organizzato presso il Seminario Arcivescovile un importante incontro per ritornare a riflettere su quella che si chiama “Teologia della pace”.
L’evento ( la cui importanza è stata, tra l’altro, testimoniata anche dalla presenza del Presidente Nazionale del Movimento, Luigi D’Andrea ) è stato parte della rassegna “Testimoni di futuro” sottotitolato significativamente “per nutrire la speranza”. Ha diretto i lavori Alfonsina Zanatta, Sorella della Fraternità della Trasfigurazione e Responsabile dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Universitaria.
Speranza che oggi parrebbe arduo coltivare.
Ma si deve.
Nel corso del video che abbiamo messo a repertorio, si possono ascoltare gli interventi di saluto dallo stesso Mons. Bettazzi e dal Presidente nazionale di Pax Christi, il Arcivescovo di Altamura, Gravina ed Acquaviva, Mons. Giovanni Ricchiuti.
E’ proprio il Presidente a sintetizzare per noi, in video, i contenuti della giornata di studio; a seguire, ancora il contributo che Mons. Bettazzi ha portato al convegno.
Tra qualche ora potremo diffondere la registrazione integrale dell’incontro.
La città è sgomenta per la prematura scomparsa di Andrea Borgione, Vice Comandante della Polizia Locale del Comune di Vercelli.
L’Ufficiale aveva 35 anni ed era sposato, padre di due bambini.
In servizio presso il Comando di Via Donizetti da tre anni, vincitore di concorso, era da tutti stimato e benvoluto per le doti di umanità e professionalità.
La morte sarebbe sopraggiunta nella scorsa notte (tra 22 e 23 febbraio) a causa di un infarto.
Alla Polizia Locale ed alla famiglia del compianto Vice Comandante, le più sincere condoglianze di VercelliOggi.it.
A breve le informazioni ulteriori su date ed orari del S.Rosario e delle Esequie.
Ancora un colpo di scena nel Centrodestra che governa (modi di dire) la città di Vercelli.
Che succede?
Anzitutto, meglio precisare: che succederebbe, che potrebbe succedere?
Perché è ancora un po’ tutto per aria, ma ormai stormi di usignuoli concordano nel gorgheggiare che i Consiglieri Comunali Tullia Babudro e Donatella Demichelis avrebbero nuovamente le valigie pronte e sarebbero in procinto di tornare nella Lega.
Se ciò accadesse, sarebbe un duplice, ulteriore colpo a ciò che resta del
Gruppo del Pasqua – leggi qui – .
E sarebbe il primo, tangibile, punto a favore del Commissario provinciale della stessa “Lega per Salvini premier o, se non proprio premier, va bene anche qualcos’altro”, Enrico Montani, che fino ad ora è parso piuttosto come una versione per il segmento premium di Giancarlo Locarni, ma nulla di più.
Ma andiamo con ordine.
***
Alle due Consigliere il gruppo del Carroccio (dove pure sono state elette, nel 2019) è sempre stato un po’ stretto perché, da subito, sono sembrate come sconcertate dall’anomalia tutta vercellese (il gruppo del Pasqua, del resto, è un sodalizio prettamente locale) che, negli ultimi tre anni, ha fatto registrare una realtà singolare: i Consiglieri Comunali della Lega erano sostanzialmente comandati dal Ghiottone, che agiva per conto del capataz valsesiano, il Deputato Emerito.
Ohibò (sobbalzavano alcuni), ma il goloso mangiatore di ostriche non è (ed era) di un altro partito?!
Anche.
Il Gruppo del Pasqua ha rappresentato una realtà trasversale, in cui si sono riconosciuti illustri personaggi di varia estrazione e appartenenza, politica e non: nell’ambito di questo gruppo, il noto Oyster – eater è stato (è?), in fondo, il numero due.
Alberto Cortopassi, poi, manovrava il Gruppo Consiliare della Lega tramite i fedelissimi Romano Lavarino e Massimo Simion, ma, da che mondo è mondo, è sempre stato vero cha la statura del leader si misuri da quella dei suoi collaboratori.
Tutto ciò ha spesso dato da pensare agli osservatori (per modesti che fossero) di cose politiche.
Perché è sempre parso singolare l’atteggiamento pecorile degli eletti nella lista del Carroccio i quali, magari, masticavano amaro, ma poi chinavano la testa.
Sempre e su tutto.
***
Sicchè Babudro e Demichelis presero armi e bagagli e se ne andarono dapprima nel micropartitino,
(vera meteora politica, di Giovanni Toti) – leggi qui –
e poi – leggi qui – in Fratelli d’Italia.
Senza, però, avvedersi che stavano proprio buttandosi da sole in braccio al Ghiottone, a sua volta in procinto di diventare il riconosciuto tutor del novello Onorevole, Emanuele Pozzolo.
Gli sta sempre appicciato al fianco e forse ambirebbe ad esserne, ancor più, il portavoce: è sempre in mezzo.
Persino alla presentazione delle renne di Babbo Natale, a dicembre dell’anno scorso: non si capiva chi, tra lui e quello vero, fosse l’elfo.
Vabbè.
Ma veniamo all’oggi.
IL MISTERO DEI RIFIUTI
Oggi, dunque, è nuovamente tempo di misteri.
A tal punto fitti che nemmeno Gian Luca Marino ci capirebbe un’acca.
Soprattutto quando si guarda in direzione del Cervetto e lo sguardo si posa su Corso Palestro, Sede di Atena Asm Iren.
Ebbene, pare che sia alle viste qualche novità nella raccolta rifiuti in città di Vercelli.
L’Urbe è ormai unita all’hinterland dal comun denominatore dell’immondizia.
Con una differenza, sostanziale.
Quando i rifiuti restano per strada nei paesi del circondario, i gruppi Fb, i vari “Sei di … se…” si riempiono di post che maledicono l’Azienda incaricata di ritirare l’immondizia.
Prendono i soldi delle fatturone che presentano al Covevar, ma spesso saltano i giri, così i bidoni restano pieni.
E qui viene il bello.
Perché i Sindaci ed i vari Amministratori locali danno ragione ai rispettivi cittadini amministrati ed assicurano lamenti e proteste.
In città di Vercelli, invece, quando i cassonetti, tutti rotti, traboccano di rifiuti non ritirati, sono i cittadini ad essere incolpati e non Asm.
Non parliamo, poi, di quando qualche (reale) incivile lascia un materasso nei pressi del contenitore.
La prassi, è ovvio, è sicuramente censurabile.
Ma se poi il materasso resta lì una settimana, si tratta di un’altra prassi ancora, altrettanto censurabile, così come la precedente.
E’ sempre stato vero che la guerra tra incivili ed inadempienti la perdono soltanto le persone perbene che pagano il servizio con la Tari, non hanno la prestazione e la città resta sporca.
***
Pare proprio che le due Consigliere (per il momento, ancora di Fratelli d’Italia) non si rassegnino a tutto questo mistero che aleggia attorno ai progetti su come cambierà (potrebbe cambiare) la raccolta e smaltimento dei rifiuti in città.
Pare ne abbiano avuto qualche primizia, ma non dev’essere parsa adeguata.
E questa potrebbe essere una delle due ragioni per cui si accingerebbero a rientrare nell’originario gruppo consiliare, appunto quello della Lega.
L’altra ragione è strettamente interna al partito di Matteo Salvini: come sappiamo, i maggiorenti piemontesi della Lega avrebbero, con il placet del “Capitano”, congedato l’Emerito, che a loro non piaceva.
E, siccome non piaceva nemmeno a Babudro e Demichelis, ora tutto sarebbe tornato a posto.
Anche se gli osservatori di cose politiche si domandano che senso abbia congedare l’Emerito senza mandare a casa anche Romano Lavarino e Massimo Simion (per gli amici, ancora ammirati per come abbia propiziato le fortune del Centrodestra in quel di Santhià: il Sagacissimo).
Sapran loro: sarebbe un po’ come credere di estirpare un arbusto (ad esempio il rosmarino) che si riproduce per talea, senza curarsi se sul terreno vi siano ancora rametti idonei a produrre talee.
La metafora sconta qualche licenza poetica agronomica e, del resto, sono fatti loro.
Ma anche un po’, a questo punto, delle stesse Babudro e Demichelis.
A proposito di licenze poetiche, poi, fonti solitamente bene informate riferiscono di quella che proprio il Sagacissimo si concederebbe, meditando (pare, però, a posteriori) su quanto sia importante sorvegliare sempre le basi logiche dei propri interventi: specie se si sta parlando con persone che amano conservare in repertorio le conversazioni (perchè l’ambiante ormai sarebbe così…).
Dunque: se il Metastasio insegnava “Vóce del sén fuggita Pòi richiamàr non vale / Non si trattien lo strale
Quando dall’arco uscì”, ora pare ci si debba aggiornare per concludere, piuttosto:
“Vocale dal sen fuggito…”
Si transit gloria Mundi.
Come finirà?
Chi vivrà, vedrà.
Stevulin e Maijutin 2023, al Secolo Claudio Cagliano ed Elena Marcone, sono già entrati perfettamente nella parte e ieri, sabato 18 febbraio, hanno ricevuto le chiavi della Città dal Sindaco Signora Angela Ariotti.
Un Sindaco che del Carnevale può parlare – la ascoltiamo nel video dedicato ai Lettori di VercelliOggi.it – non certo per sentito dire o da semplice spettatrice.
E’ stata lei stessa, 51 anni fa, ad impersonare la maschera famminile del Carnevale Storico, al fianco di un uomo veramente straordinario per umanità ed intelligenza: Stevulin, quell’anno, era infatti interpretato da suo marito, l’Ing. Pier Carlo Gallo che ricordiamo sempre con affetto.
Sindaco quell’anno era Claudio Cortissone.
Ma veniamo all’oggi.
La piazza gremita, i gruppi musicali – in testa i Pifferi e Tamburi – hanno confermato la nuova Primavera del Carnevale Storico.
Si vede, del resto dalla gallery che, insieme al filmato, documenta la serata.
Siamo lieti di riproporre, integrali, oltre all’intervista al Sindaco, anche il discorso di saluto del Primo Cittadino e, sempre integrale, il tradizionale “comizio” di Stevulin, che si accinge a diventare, per tre giorni, il (temporaneo) “Primo Cittadino.
Buona visione
Lasciarsi alle spalle Corgnatopoli e tornare a Livorno Ferraris è possibile, in questo 2023, quando – tra poche settimane, forse a fine maggio – si voterà per eleggere il Sindaco ed il Consiglio Comunale della città di Galileo.
Nel 2018 Livorno si rivelò, a suo modo, un laboratorio politico.
La geniale intuizione dei Dioscuri del Pd, Luigi Bobba e Guido Nobilucci, riuscì ad anticipare la dissoluzione del loro partito, come nemmeno un’allora lillipuziana Giorgia Meloni (alle elezioni politiche di quell’anno Fratelli d’Italia ottenne il 4, 26 per cento dei voti), ma di più, come nemmeno un Francesco Lollobrigida (allora noto soltanto in Ciociaria e poco oltre) si sarebbero mai immaginati e sognati.
Le elezioni politiche di quell’anno ed i primi deludenti risultati che le urne assegnarono al Pd, indussero il Segretario politico nazionale, Matteo Renzi, a rassegnare per la seconda volta le dimissioni dall’incarico: se ne sarebbe andato definitivamente dal partito poco dopo.
Dunque, i Dioscuri.
Mollarono per strada (e non si è mai capito davvero perché ) la loro candidata “naturale”, Chiara Barone che, tuttavia, non si perse d’animo e propose comunque la propria candidatura a Sindaco, con la lista “Cambiare si può”.
I due dirigenti Pd forse non si resero conto di porre, così, le basi per la costruzione delle mura di cinta di Corgnatopoli.
Perché ciò potrebbe avere suscitato, nel destinatario di tale regalo (al modico prezzo, si potrebbe dire in saldo, di ospitare in Giunta il simpatico Davide Mosca), la più che comprensibile convinzione di non avere, praticamente, opposizione.
Abbiamo detto che non si sia mai capito perché il Pd decise di fare questo regalo alla destra.
Non si è mai capito, a meno che…
A meno che abbiano qualche ragione quegli osservatori di cose politiche piemontesi i quali, guardando un poco oltre la cinta daziaria livornese, hanno sempre immaginato percorsi ulteriori e comunque paralleli.
Non è un mistero, infatti, che Stefano Paolo Corgnati abbia rapporti di amicizia (peraltro, del tutto trasparenti e sinceri) con l’attuale Sindaco di Torino e suo Collega al Politecnico, Stefano Lo Russo.
Il noto Geologo era, nel 2018, da poco tempo passato all’opposizione (Capogruppo in Consiglio Comunale) del Sindaco Chiara Appendino, dopo essere stato Assessore di Piero Fassino: dunque, un dirigente Pd di primo piano.
E, così come di un “placet” del Primo Cittadino dell’antica Augusta Taurinorum potrebbe ora avere bisogno per ascendere (semmai gli interessasse) alla carica di (Magnifico) Rettore dell’Ateneo, forse allora potrebbe essere stata la vicinanza umana e professionale con quello ed altri autorevoli esponenti Pd a motivare la calata di brache dei Dioscuri vercellesi.
Ipotesi.
Acqua, comunque, passata.
A livello vercellese, peraltro, il Prof. Corgnati ha la fiducia di importanti Amministrazioni locali se è vero, ad esempio, che il Comune di Vercelli ha assegnato all’illustre Accademico
una bella consulenza – leggi qui – .
Come si vede dall’Atto, peraltro, la firma non può che essere di un Tecnico, il Dirigente di Settore e, leggendo che si tratti dell’Arch. Liliana Patriarca, non vi è altro da aggiungere.
***
In questi cinque anni sono successe tante cose.
Inutile nascondersi dietro ad un dito: Chiara Barone ha mostrato grinta e volontà di combattere, non soltanto in Aula Consiliare, ma affrontando anche con coraggio e dignità una esigente e dura prova esistenziale; guadagnandosi anche così, semmai ce ne fosse stato bisogno, stima e ammirazione ancora maggiori di quelle già riconosciute ad una giovane capace ed onesta.
In Consiglio Comunale ha tenuto alta la bandiera di un impegno mirato in particolare, ma non solo, alla tutela dell’Ambiente
Chiara è conosciuta soprattutto perché conduce con successo un centro sportivo molto rinomato, ma non va dimenticato che, sempre lavorando, ha conseguito una prima Laurea in Giurisprudenza e tra poche settimane potrebbe arrivarne una seconda, ancora in discipline giuridiche.
E, se è vero che qualcuno dei suoi “compagni” di lista, nel corso del quinquennio, ha preferito convertirsi alla sequela di un potere il cui tratto ha, talvolta, richiamato alla mente quello di Palmiro Cangini a Zelig, questo “tradimento” è stato ampiamente compensato: dapprima da un dialogo e poi una condivisione di percorsi sempre maggiore, con ben altri e qualificati Amministratori.
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Stiamo parlando, come le cronache da tempo dicono, del giovane Avvocato Federico Pizzamiglio che, approdato in Consiglio Comunale ed intrapreso il cammino del “Corgnati 2”, ha ben presto toccato con mano i limiti del governo (modi di dire) cittadino guidato dalla Trimurti
Corgnati – Mosca – Sandra: ex multis, leggi cliccando qui – .
Anche in questo caso, un giovane in possesso di un’alta formazione e di una professionalità primaria; lavora in un affermato Studio Legale di Vercelli, particolarmente specializzato nel Diritto Penale, che consente ai propri Legali soltanto l’alternativa tra due condizioni: o sei bravo, o sei bravo.
Si può chiedere a chiunque.
Ebbene, Pizzamiglio è andato controcorrente.
E’ entrato in Fratelli d’Italia (correva, forse, l’anno 2021) quando il partito di Giorgia Meloni aveva ancora numeri da 4 virgola qualcosa per cento o poco più.
Età, posizione professionale di livello, ottima eloquenza, ben inserito anche nel Rotaract Club, che è il ramo giovanile del Rotary.
Con carte così, basta stare fermi e, in un partito in crescita impetuosa, prima o poi fai strada.
Invece no.
Ha preferito la difficile strada della coerenza, che gli ha alienato le simpatie della Trimurti.
E, forse, potrebbe anche costargli reprimende dal politburo provinciale dei Fratelli.
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Il dato politico sicuramente più rilevante, a Livorno Ferraris, degli ultimi due anni è stato, dunque, la costruzione di un inedito “asse”, a suo modo parallelo all’altro.
Se il sodalizio Sandra – Corgnati – Mosca (Bobba – Nobilucci) si è formato per la gestione del potere (essendone, come abbiamo visto, verosimilmente auspici i capataz politici del Pd torinese) quello tra Chiara Barone e Federico Pizzamiglio si è costituito per cercare di tradurre nell’azione amministrativa princìpi e scelte concrete di coerenza, trasparenza e, così, buona amministrazione.
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Cosa mancava ancora?
Mancava la figura di un candidato Sindaco che riflettesse e corrispondesse a questa esigenza di trasparenza e buona amministrazione, che avesse i requisiti della competenza e, ultimo, ma certo non per importanza, il tempo di dedicarsi effettivamente all’Amministrazione.
Insomma, ingredienti non facili da reperirsi tutti, ma tutti necessari, tuttavia, per l’unica ricetta possibile e commestibile.
La soluzione è però salata fuori con grande naturalezza.
E si chiama Matteo Capizzi.
Il 65enne Luogotenente a riposo dei Carabinieri non si è tirato indietro.
Del resto, da quando è in pensione, non è mai stato anche in “quiescenza”.
Ha già dedicato tempo ed energie all’amministrazione della Cosa Pubblica.
Poi, gli ultimi cinque anni, sono stati “sabbatici”.
E’ stato alla finestra, ma non ha voltato lo sguardo dall’altra parte.
Di Capizzi Carabiniere si sa molto, soprattutto del servizio che ha reso in città.
Conosce il nostro territorio da quando, all’età di tre anni, vi approdò con i genitori, per non abbandonarlo più.
O, meglio “quasi” più, perché la carriera nell’Arma subito, ancora ragazzo, lo portò a Roma, a fare parte di quel contingente scelto che è la Guardia d’Onore al Capo dello Stato, i Corazzieri; precisamente, come si chiamano dal 1990: “Reggimento Carabinieri Guardie della Repubblica”.
Servì al Quirinale con i Presidenti Giovanni Leone e Sandro Pertini.
Poi, prese il largo nella carriera, comandando Stazioni in tutta Italia e, per periodi anche non brevi, fece parte di reparti investigativi: la conclusione del suo impegno lavorativo, come tutti sanno, ancora a Livorno Ferraris.
Ma non si può dimenticare, perché questo pare un particolare davvero importante se si vuole acquisire un profilo completo – almeno dal punto di vista professionale – della persona, è il periodo nel corso del quale collaborò al Comando Provinciale di Via Salvatore Vinci a Vercelli, con un vero e proprio Mito.
E va detto senza avere timore delle parole.
Perché forse non tutti hanno memoria del fatto che, tra la fine degli Anni ’80 ed i primi Anni ’90,
il Comandante provinciale dell’Arma a Vercelli fu il Colonnello Enrico Barisone – leggi qui -.
Che le cronache della lotta al banditismo hanno consacrato alla Storia come il “Mitico Capitano”, anche perché, in anni giovanili, si prese qualche pallottola esplosa da pericolosi latitanti, in Barbagia.
Ebbene, uno dei suoi uomini di fiducia, nel pool investigativo del Comando Provinciale, fu proprio Matteo Capizzi.
A quel tempo a Vercelli la scelta era soltanto tra due opzioni: o si stava dalla parte del sistema di valori che il Colonnello Barisone serviva con intelligenza e coraggio, o si stava dall’altra parte.
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Dunque, il “tridente” Capizzi – Barone – Pizzamiglio è pronto a servire la città di Galileo: si presenta con la lista, significativamente battezzata Li.Fe. come se si traguardasse ad una nuova vita amministrativa.
La parola d’ordine è l’ ascolto, quello che forse è mancato di più.
Ascolto di tutti, non soltanto degli amici.
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I candidati che si preparano a condividere con loro questo progetto politico sono già molti, ma per scelta comune, saranno resi noti con gradualità.
Ne riparleremo presto.