VercelliOggi
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(marilisa frison)  – Ancora una volta i trinesi si stanno distinguendo per la grande solidarietà e generosità che va oltre l’immaginazione, a favore del popolo ucraino.

In pochissimo tempo il porticato di Palazzo Paleologo è stato riempito di viveri, indumenti, medicinali, coperte, pannolini e materiali di prima necessità.

Praticamente in un giorno è stato portato materiale per riempire un bilico.

Questo materiale è stato tutto suddiviso e inscatolato dai vari Volontari, in campo erano presenti gli instancabili, volenterosi e sempre presenti Alpini con il loro capogruppo Max Olivetti.

Sono arrivati aiuti anche dai paesi limitrofi, la riseria di Morano ha fatto pervenire un grande quantitativo di riso.

Lunedì o martedì arriverà un bilico dalla Polonia e una volta caricato partirà subito per Varsavia, dove ad attenderlo ci sarà Davide Guazzone, un nostro concittadino che ha aperto una ditta in Polonia.

Davide pratico è dei luoghi e lascerà una parte del materiale nei centri di accoglienza e poi con il restante carico andrà al confine per aiutare le persone che arrivano sfinite con i soli abiti indosso, i più fortunati hanno un piccolo trolley.

Al seguito del bilico ci sarà il trinese Franco Di Liberti, che fa parte di Aoct, lascia la famiglia e seguirà il carico per tutto il percorso fino in Polonia, dove provvederà personalmente assieme all’amico Davide a consegnare la merce a chi ne ha veramente bisogno, niente andrà sprecato.

Il tutto verrà documentato con foto e filmati.

Tutto è partito domenica 27 febbraio, quando Guazzone ha chiamato al cellulare l’amico Franco e gli ha proposto di aiutare la popolazione Ucraina che stava raggiungendo la Polonia in numeri straordinari.

Subito il Comune di Trino, Aoct e i vari Volontari si sono messi in moto per organizzare gli spazi e il carico.

Le spese per il trasporto degli aiuti saranno sostenute da Franco Di Liberti e Davide Guazzone.

Un grazie di cuore a quanti si sono prodigati senza procrastinare e hanno fatto si, che non sia solo un gesto di vicinanza con le parole e il pensiero, ma un gesto pragmatico.

L’allegato video sarà molto esaustivo.

Posted in Società e Costume

(marilisa frison)Lunedì 28 febbraio e martedì grasso, 1 marzo 2022, in questi ultimi due giorni di carnevale in cui le scuole erano chiuse, il parroco di Trino don Patrizio Maggioni, per permettere ai

ragazzi di uscire di casa e socializzare, con un’apertura straordinaria dell’oratorio Sacro Cuore di Trino, ha organizzato un torneo di calcio con premiazione finale e merenda offerta dall’oratorio.

L’oratorio in questi due pomeriggi si è animato di ragazzi di varie etnie, è stato un bel momento per tutti, molta la sana competizione, entusiasmo e molte le presenze anche degli adulti.

Il parroco, sempre presente, ha provveduto a sue spese all’acquisto di coppe e medaglie, ed ha premiato personalmente i ragazzi.

Ora anche le ragazze dell’oratorio si stanno dando un gran daffare per organizzare un torneo di pallavolo.

L’oratorio di Trino sta prendendo vita: forza ragazzi e genitori! Frequentate questo luogo bellissimo che unisce e fa bene.

Domenica 27 febbraio alla messa delle 10 in San Bartolomeo erano presenti le maschere di carnevale emblema di Trino, l’avvincente capitano Ceccolo Broglia impersonato da Stefano Cecchettin con la consorte Raffaella Bettini, nelle vesti della Bella Castellana, accompagnati dalle loro due figlie, Rebecca e Alessia, con al seguito il Comitato del Carnevale.

La domenica precedente avevano fatto visita alla Beata Maddalena, nella chiesa di San Domenico, compatrona di Trino con San Bartolomeo e successivamente hanno ricevuto le chiavi della città dalle mani del Sindaco, Daniele Pane.

“ Purtroppo, – spiega Davide Ciceri – non abbiamo potuto neanche quest’anno fare le sfilate, ma contiamo di farle a maggio o giugno. Siamo molto soddisfatti di essere riusciti a fare le visite benefiche, nelle scuole e alle Associazioni trinesi”.

Le attuali maschere sono state investite nell’anno 2020 e rimarranno in carica finché non riusciranno a sfilare.

Buona quaresima.

Posted in Pagine di Fede

Inutile dire che questa data – 19 febbraio – richiama inevitabilmente quella di 803 anni fa, quando si posò la prima pietra della Fabbrica di Sant’Andrea a Vercelli.

Anche in questo 2022 una “prima pietra”, quella per la “costruzione” di un’identità territoriale e sociale.

Che, però, si inizia ad edificare e realizzare non a partire dai (pur leciti e meglio se non banali) sociologismi: pensare non è mai stato vietato.

Questo cammino si inizia perché, tra persone pratiche e, ciascuna esperta in tante discipline oggi indispensabili per il progresso delle comunità locali (quelle della Pubblica Amministrazione, soprattutto) si compie un passo importante: unire le forze per uno scopo pragmatico ed immediato, quello di beneficiare dei fondi dispensati dal tanto nominato Pnrr (l’impronunciabile acronimo che sta per Piano nazionale ripresa e resilienza).

Scopo pragmatico, prima di tutto: la partecipazione a bandi pubblici volti ad erogare finanziamenti finalizzati alla realizzazione di progetti, investimenti milionari, sui territori, richiede la competenza di risorse umane che possono essere “assunte” non certo da piccoli e piccolissimi Comuni.

Inoltre, occorre rispettare una tempistica (per la presentazione delle domande e poi la realizzazione dei progetti, l’apertura – e, soprattutto – chiusura dei cantieri) davvero molto… sincopata.

Senza dimenticare, poi, che buona parte di queste opportunità sono destinate a realtà territoriali che vedano coinvolti molti abitanti.

Non certo i mille – millecinquecento che sono la “media” dei Comuni di cui stiamo parlando.

Ma se – invece – il progetto è presentato da un unico soggetto che conta oltre 80 mila abitanti, perché in esso confluiscono ben 54 Comuni di un territorio omogeneo, allora tutto diventa accessibile ed è concreta la speranza che anche qui, in questa terra “di mezzo”, come vedremo meglio, ci saranno risorse economiche a beneficio delle comunità, delle famiglie, delle imprese locali.

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Semplice.

Semplice, ma bisognava pensarci.

Anche perché, di solito, la realizzazione di questi ambiziosi obbiettivi di unione e coordinamento di tante “individualità” territoriali, naufraga contro gli scogli del campanilismo.

Oppure (il caso di tante Comunità Montane nei decenni passati) finisce impantanato nella palude di burocratismi fatti di assemblee pletoriche, ove è spesso difficile raggiungere numeri validi per deliberare qualsiasi cosa.

Ma, soprattutto, non di rado rivela una agibilità ardua, come si affrontasse un campo minato, dove chi tocca un campanile salta per aria.

Perché il campanilismo è l’esatto contrario della cura ed attenzione alla autonomia, cura, identità del proprio Comune.

Semplice?

Semplice, ma bisognava pensarci.

Anche dal punto di vista di una scelta apparentemente “sullo sfondo”, ma, invece, centrale, proprio per assicurare trasparenza e, ad un tempo, agilità ed agibilità operativa.

Che si fa? Quale “struttura” giuridica si sceglie?

Si fa un Consorzio, una Unione dei Comuni, un ente federato?

Si è scelta una strada innovativa, semplice, ma molto solida dal punto di vista giuridico: la costituzione di un’ “Area Territoriale”, una formula innovativa, da qualche tempo nella disponibilità degli esperti di “architetture” istituzionali.

Inutile dire che, se è merito degli Amministratori Pubblici avere compiuto queste scelte, non minore è stato il ruolo dei Tecnici, i Giuristi, che li hanno affiancati dimostrandosi capaci non solo di eseguire, assicurando la vigilanza sul punto come sulla virgola, ma di concorrere a progettare il futuro.

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Per ora, tutto qui. E già non è poco.

Se poi questa esperienza riuscirà anche nell’impresa di promuovere una ancora maggiore coesione tra comunità locali, una più consapevole identità territoriale, non solo amministrativa, ma anche sociale, cioè dare un “contenuto” ancora più ambizioso a quello già importante indicato dallo Statuto della neonata associazione, lo “scopriremo solo vivendo”, come cantava Lucio Battisti nell’immortale “Con il nastro rosa”.

Siamo, come anticipato in esergo, nella “terra di mezzo” tra Valsesia e Capoluogo.

Una terra che ora può avere un nome, un volto, una concreta opportunità di sviluppo per il futuro.

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Per finire: come sempre perfetto il servizio offerto dagli Studenti dell’Istituto Alberghiero di Trino.

Efficienti, discreti, garbati gli addetti all’assistenza di sala e ottimi cuochi, i loro compagni che hanno preparato il buffet finale.

Un ringraziamento a loro ed ai loro Insegnanti.

Ma ecco il comunicato stampa diramato dall’Associazione.

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BORGHI DELLE VIE D’ACQUA

Cinquantaquattro comuni del Vercellese, Casalese, Canavese uniscono le forze per la valorizzazione del territorio e la partecipazione associata ai bandi.

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Caresanablot (VC), 19 febbraio 2022 – Un territorio unico, vocato all’agricoltura e plasmato dall’uomo attraverso la creazione di canali artificiali: nasce oggi l’Area Territoriale Borghi delle vie d’acqua, che riunisce 54 Comuni del vercellese racchiusi tra i fiumi Dora Baltea, Sesia e Po.

La Convenzione sottoscritta dai sindaci, valida fino al 2027, ha un duplice obiettivo: identificare il territorio compreso tra la Valsesia, il Canavese e il Monferrato e accedere a risorse indispensabili al suo sviluppo turistico, economico e sociale.

Abbiamo compreso che solamente unendo le nostre forze possiamo incidere su una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva commenta Davide Gilardino, Sindaco di Ronsecco, comune capofilaServe un’azione coordinata degli enti locali associati, a partire dalla mappatura dei bisogni prioritari: saremo così in grado di presentare le candidature ai bandi e accedere ai fondi comunitari, ai fondi istituzionali pubblici o a quelli erogati da privati”.

“Idee strategiche e capacità di fare rete sono ciò che ogni istituzione deve saper mettere in campo per pianificare e realizzare progetti che abbiano possibilità concrete di essere finanziati – afferma il Viceministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto – Dai bandi europei a quelli delle grandi fondazioni  fino ai fondi istituzionali pubblici e privati, la presenza di un partenariato è oggi sempre più indispensabile: rivedere il modo di interloquire con il mercato internazionale, attraverso l’attivazione di collaborazioni strategiche e lo sviluppo di filiere competitive, è la sfida che dobbiamo necessariamente intraprendere. La Convenzione sottoscritta oggi dai 54 Sindaci del vercellese per la costituzione dell’Area Territoriale Borghi delle vie d’acqua – conclude pertanto Pichetto – è senza dubbio la carta vincente per garantire lo sviluppo turistico, economico e sociale anche del nostro territorio”

Lo sviluppo e il potenziamento delle vocazioni locali richiede un nuovo modello organizzativo. A questo scopo, l’Associazione prevede l’obbligo di versare al Comune capofila 1€ l’anno per ogni abitante. Tali risorse saranno utilizzate per costituire un ufficio bandi Regione-Pnrr-Europa e per predisporre un progetto integrato di marketing territoriale, che incentivi una visione sinergica delle azioni di ogni Comune associato. Ad esempio, la divulgazione di un programma coordinato di eventi, manifestazioni ed iniziative, la predisposizione di una cartellonistica turistica sulla viabilità provinciale e comunale, la creazione e gestione unitaria di piattaforme digitali integrate a siti e pagine social, per favorire lo sviluppo di start-up innovative e di spin-off di ricerca in grado di trasmettere un beneficio diretto e concreto a tutto il territorio.

“Questa convenzione – sottolinea il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – è particolarmente importante, non solo per la capacità di identificare un territorio e di creare le sinergie utili a sostenere progettazioni comuni, ma anche perché trasmette un messaggio che, ancor più in questo momento, assume rilevanza: quello di mettersi insieme, creare comunità, affrontare uniti le sfide del futuro. È il Piemonte cui aspiriamo e al quale, costantemente, lavoriamo di concerto con gli Amministratori locali e tutti gli operatori del nostro territorio”.

«È  veramente lodevole e virtuosa l’iniziativa che vede l’unione di ben 54 Comuni  con la costituzione dell’Area Territoriale Borghi delle vie d’acqua – evidenzia il Presidente di ANCI Piemonte Andrea Corsaro – Ciò permetterà di compiere progetti  integrati con una visione d’insieme coordinando le forze e potendo così accedere ai fondi del PNRR, partecipando ai bandi, superando insieme le difficoltà relative all’utilizzo delle Centrali Uniche di Committenza e delle Stazioni Uniche d’Appalto, permettendo di svolgere efficacemente specifiche azioni maggiormente utili  per l’ambito così definito. Una bella iniziativa alla quale ANCI intende assicurare sostegno e collaborazione».

Durante la mattinata di lavori, dopo la sottoscrizione della Convenzione, è stata inoltre formalizzata la costituzione dell’Assemblea dei Sindaci e del Comitato Esecutivo e sono state condivise le strategie per la partecipazione al bando di rigenerazione urbana (comma 534, Legge 30 dicembre 2021, n. 234), il primo a cui l’Associazione concorrerà, aggregando in sotto ambiti tutti i Comuni associati. A seconda delle tematiche dei vari bandi, i 54 Comuni verranno infatti suddivisi in sotto aree sulla base di bisogni e priorità locali specifiche, per un’azione più mirata ed efficace.

I 54 Comuni che sottoscrivono la Convenzione 

Albano | Alice Castello | Arborio | Asigliano Vercellese

Balocco | Balzola | Bianzè | Borgo d’Ale | Borgo Vercelli | Buronzo

Caresana | Caresanablot | Carisio | Casanova Elvo | Cigliano | Collobiano | Costanzana | Crescentino | Crova

Desana

Fontanetto Po | Formigliana

Ghislarengo | Greggio

Lamporo | Lenta | Lignana | Livorno Ferraris

Maglione | Moncrivello | Motta dei Conti

Olcenengo | Oldenico

Palazzolo | Pertengo | Pezzana | Prarolo

Quinto Vercellese | Rive | Ronsecco | Rovasenda

San Germano | San Giacomo | Salasco | Sali Vercellese | Saluggia | Santhià | Stroppiana

Tricerro | Trino | Tronzano

Villarboit | Villareggia | Villata –

Posted in Enti Locali

Borgosesia 1

Imperia 0

Marcatore: 5’ pt Frana

Borgosesia (3-4-3): Gilli; Iannacone, Martimbianco, Picozzi; Frana, Farinelli (32′ st Salvestroni), Zazzi (39′ Colombo), Carrara (42′ st Monteleone); Gaddini, Rancati (32′ st Barbetta), Latini (22′ st Eordea). A disp.: Gavioli, Gifford, D’Ambrosio, Quatieri. All.: Lunardon.

Imperia (3-5-2): Caruso, Castaldo, Mara, Petti (40′ st Carletti); Fazio, Minasso (16′ st Deiana), Giglio, Canovi, Losasso; Rosati, Cassata (27′ st Lupoli. A disp.: Cefariello, Morchio, Panaino, Pillon, Foti, Fatnass. All.: Soda.

Arbitro: Moretti di Como

Guardalinee: Chilleni di Barcellona PdG e  Minutoli di Messina

Note: cielo sereno, terreno in erba sintetica. Spettatori 200. Espulsi: 13′ st Fazio per doppia ammonizione, 26′ st mister Lunardon per proteste. Ammoniti: Mara, Iannacone, Lupoli, Salvestroni. Angoli 4-2. Recupero: 1’ pt- 5’ st.

Il Borgosesia ottiene la seconda vittoria consecutiva battendo l’Imperia.

A indirizzare la gara ci pensa Frana dopo 5 minuti; nella ripresa Gilli neutralizza un rigore a Rosati.

Si mette subito in discesa la sfida per il Borgosesia che passa in vantaggio dopo 5 minuti di gioco.

Il marcatore è Frana che raccoglie una respinta della difesa e batte Caruso.

Tre minuti più tardi Gaddini chiama in causa il portiere avversario.

In area granata Castaldo incorna a lato.

Sull’altro fronte una punizione calciata da Gaddini viene respinta da Caruso.

Al 21’ bella parata di Gilli sul tentativo di Cassata.

Termina a lato di poco la conclusione di Gaddini al 37’.

Finale di tempo di marca valsesiana; prima Gaddini colpisce l’esterno della rete e poi Rancati davanti al portiere avversario viene chiuso da Petti al momento del tiro.

La ripresa si apre con le conclusioni di Gaddini e Rosati che non inquadrano lo specchio della porta.

Al 13’ viene espulso Fazio per un’entrata dura su Picozzi.

Intorno al 20’ un contrasto aereo Martimibanco-Giglio viene punito con il rigore per l’Imperia.

Gilli di piede respinge la conclusione di Rosati.

5 minuti più tardi mister Lunardon viene espulso per proteste.

L’ultima emozione la regala Eordea con Caruso che gli dice di no.

Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport

Si sono iniziati di gran carriera i lavori per la realizzazione dello stabilimento destinato a produrre pallet, da legno di scarto.

Il cantiere è stato aperto in Via Cesare Libano (alle spalle della Motorizzazione Civile): come si è sempre detto, proprio ad un tiro di schioppo dalla città.

L’importo dei lavori (si legge sul cartello di cantiere) è di circa 14 milioni di euro, quindi ben al di sotto dei tanto decantati 30 – 40 milioni di euro: ma c’è tempo, chissà mai che non si facciano poi ampliamenti.

Lavori che si prevede termineranno entro la fine di questo 2022.

La realizzazione delle opere civili è stata assegnata, da Asm Vercelli SpA (di cui, ricordiamo, il Comune di Vercelli ha il 40 per cento del capitale sociale, il 60 per cento in capo ad Iren spa) all’Impresa Bertini srl di Alagna (ma la prestigiosa sede operativa è a Varallo Sesia).

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La realizzazione di questo impianto, non appena se ne è avuta (da un comunicato stampa di Iren) notizia,

è sempre stata controversa.

Due le principali criticità dal punto di vista ambientale,

rilevate anche da Associazioni di Medici:

la possibilità di cattivi odori e la presenza di formaldeide nei legnami di scarto lavorati.

L’opera è stata concordata da Iren e Asm Vercelli quando in Comune c’era la Giunta di Maura Forte (anche se attendibili Fonti asseriscono che non tutti gli Assessori ne fossero al corrente), sul finire del mandato ed inserita, quindi, nel piano industriale di Corso Palestro.

Non appena arrivata, l’Amministrazione di Andrea Corsaro aveva accusato il colpo: una sorpresa “ingombrante”, ma, trascorse poche settimane, ci fu una vera e propria

“inversione ad U”, se non proprio una conversione e la

Giunta Corsaro Ter

divenne una convinta sostenitrice dell’opera.

Opera, invece, sempre e fortemente avversata (insieme all’altra assai discutibile per i profili ambientali, la “letamaia”, prevista in area ex Polioli, poco distante) dalle liste Civiche:

Voltiamo Pagina (Roberto Scheda, Paolo Campominosi, Andrea Conte),

SiAmoVercelli

(Piero Boccalatte e Renata Torazzo:

oggi a Boccalatte è subentrato Pier Giuseppe Raviglione, sulle stesse posizioni) e

Michelangelo Catricalà.

Mai risolto, inoltre, un interrogativo sempre sullo sfondo: ma perché mai a Vercelli (che produce circa 2.500 tonnellate di rifiuti legnosi, contro le 100 mila che lavorerà l’impianto) dovrebbe “importare” legno di scarto da fuori, del tutto estraneo alla propria economia ed alla propria politica ambientale?

Insomma, a chi serve, se non ad Iren, avere una “fabbrica dei pallet” che, evidentemente, dalle altre parti non vogliono?

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Se il Pd è sempre rimasto favorevole (anche quando

transitato all’Opposizione)

all’iniziativa di Iren,

i Sindaci dei Comuni confinanti

con Vercelli (soprattutto Asigliano Vercellese, Lignana, Desana), si sono battuti in ogni modo per scongiurare la realizzazione dello stabilimento che vediamo “dall’alto”. Tutti sono, infatti, già “esperti” sulle ricadute negative nei propri territori degli impianti di trattamento rifiuti (ancora “fresca” la memoria dell’Inceneritore di Via Asigliano) della città di Vercelli

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Convinta della necessità dell’investimento Confindustra Vercelli, Valsesia, Novara e Vco.

I fatti hanno poi confortato la posizione, con l’assegnazione dell’importante commessa all’impresa valsesiana.

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Sempre molto possibilista, tanto da dare l’impressione di

essere addirittura a favore, anche la Lega in Provincia di

Vercelli, Ente nel cui ambito è costituito l’Organo tecnico di

valutazione, con la Conferenza dei Servizi.

Ma proprio da SiAmoVercelli il giudizio più critico, per bocca

dell’Ing. Gian Luca Borasio: autorizzazione politica, non tecnica

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La questione, d’altra parte, pare tutt’altro che chiusa.

Posted in Economia

Molta paura, ma solo lievi contusioni per i conducenti delle vetture entrate in collisione questa sera, 12 febbraio, attorno alle ore 20, in Viale Garibaldi a Vercelli.

La dinamica esatta del sinistro è ancora al vaglio delle Forze dell’Ordine (Polizia e Carabinieri) intervenute insieme ai Vigili del Fuoco: si tratta di una mancata precedenza nell’innesto a “y” da Piazza Roma per entrare nel Viale, all’altezza del Chiosco.

La Panda si è ribaltata, ma – come detto – il pensionato che era alla guida non ha riportato ferite, se non lievi ad una mano.

Posted in Cronaca

Magari ci diranno che il bilancio dev’essere come la groviera: tutto buchi.

Ma andiamo con ordine.

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Avevamo appena pubblicato la Trippa 812,

che doveva purtroppo dare conto dei tanti grattacapi in questo momento all’ordine del giorno per chi si occupi di finanza pubblica, che – com’è come non è – stormi di usignuoli avvertivano di ulteriori ambasce.

Ma sai, c’è ben altro!

E che cavoli.

Il “ben altro” sarebbe questo.

Come chiunque riceva bollette gas luce (e acqua per ora no, ma ben presto si vedrà) il Comune di Vercelli si sta fortemente preoccupando.

Perché il conto energetico annuale, per Palazzo Civico, è assai salato: circa 3 milioni di euro (anzi un po’ di più, ma non facciamoci imbrigliare dai particolari).

A cosa sono dovuti?

All’illuminazione pubblica, poi ai costi di riscaldamento ed elettricità di tanti immobili comunali, dalle scuole, a Santa Chiara, fino, ovviamente, al Municipio.

Con i chiari di luna che tutti sanno, questa bolletta energetica, per l’anno appena iniziato, si prospetta aumentata di almeno (e sono stime molto prudenziali) di un’altra milionata di euri.

Quindi, bisogna trovare almeno un milione di euro per compensare.

I modi sono, in sostanza due: o si tagliano i servizi (ad esempio, si rinuncia a foraggiare, almeno un pochino, la Ducale), oppure si richiedono ai cittadini maggiori introiti (semplifichiamo).

Questi i due modi principali.

Poi c’è la finanza creativa.

Vediamo le soluzioni possibili.

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PRIMA SOLUZIONE, ABBELLIRE IL BILANCIO

La finanza creativa persegue da sempre anche un proprio senso estetico.

Il bilancio, appunto, non è una forma di gruyere ed i buchi si vedono come quelli sui gomiti di un cardigan vintage.

Dunque, si può ricorrere ai cosiddetti “residui attivi”.

Quando arrivò l’Amministrazione di Maura Forte, subito i nuovi Amministratori si ritrovarono alle prese con questa bella realtà.

Ma non era tanto bella, perché, nel linguaggio della finanza pubblica, se il residuo è “passivo”, vuol dire che ci sono lì dei soldi da spendere.

Se, invece, lo si chiama “attivo”, significa che devono arrivare dei soldi che però non ci sono: è previsto (qualcuno l’ha previsto) il loro arrivo, ma per ora non c’è un euro.

Perché si chiami attivo quello che non c’è e passivo quello che, invece, è sul conto corrente, ad onor del vero non è facile, per il profano, né da capire e figuriamoci da spiegare.

Però è così.

Dunque, potrebbero – mere ipotesi solo a titolo esemplificativo – confermare che l’addizionale Irpef per il 2022 potrebbe tornare ai massimi livelli ed avere (dal punto di vista estetico) risolto il problema.

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SECONDA SOLUZIONE, CHIEDERE L’ELELMOSINA

AD ATENA ASM

Un’altra possibilità è quella di andare da Iren con la mano tesa e dire: ma guardino, Signori di Iren, che abbiamo tanto di bisogno.

Potrebbe militare, a favore di questa ipotesi, un’evidenza riconducibile – come dire – al “mol” (margine operativo lordo).

Sappiamo che, sulle forniture energetiche al Comune di Vercelli, il “guadagno” di Atena Trading è di circa il 20 per cento.

Basterebbe rinunciare e salterebbero già fuori circa 600 mila euro che aiuterebbero a risolvere il problema.

E’ una cosa possibile?

Chi lo sa?!

Certo il Comune di Vercelli ha piazzato, nel board di Atena Trading, uno dei più

autorevoli rappresentanti del Gruppo del Pasqua ,

il Commercialista santhiatese Franco Pauna.

Magari potrebbe anche dire una buona parola.

E, forse, Iren potrebbe dire: ma guardate, Signori cari del Comune, se anche noi vi concedessimo questa agevolazione, è chiaro che poi, di acqua pubblica, non se ne parlerebbe più.

Oppure, al massimo, si potrebbe parlare di acqua pubblica solo in riferimento alla fontana del Luca.

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E – sorpresa – quelli di Iren potrebbero persino essere “scavalcati” da temporanei ed estemporanei reggitori della Cosa Pubblica, che potrebbero – sempre mere ipotesi – replicare qualcosa del genere: ma nui suma chi par lonc.

Ato2 dovrà fare come diciamo noi, se no parleranno gli Avvocati.

Ecchecavoli.

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Del resto, Iren, con il bel garbo che gli è proprio, già in altre occasioni ha, in qualche modo, fatto chiaramente capire al Comune che, se vuole ottenere ciò che gli spetta di diritto, deve chiederlo per favore e, comunque, meritarselo.

Quando?

In occasione della prima assemblea di bilancio di Asm

cui ha partecipato la Giunta Pirata Ter, la Signora che rappresentava Iren ha detto più o meno: ma guardate, Signori cari, noi – vabbè – vi diamo anche i vostri dividendi, che vi spettano (spetterebbero) perché avete il 40 per cento della azioni di Corso Palestro.

Però voi ci fate fare la fabbrica dei pallet in santa pace.

E, difatti, il cantiere in Via Cesare Libano è aperto (se ne parlerà anche in un prossimo articolo).

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TERZA SOLUZIONE, ARRIVANO EURI DA MARIO DRAGHI

Qualora le prime due strade risultassero difficilmente praticabili, resterebbe la terza che, del resto, è quella maestra: cosa resterebbe da sperare alla Giunta del Niente?

Il Governo potrebbe dire: ma sì, dai… tutto sommato abbiamo qui un po’ di miliardi di euri da dare ai Comuni, tra l’altro anche per le bollette.

Anche a Vercelli.

E forse proprio per questo, in virtù di questa speranza, proprio ieri, 10 febbraio, il Comune ha continuato ad illuminare il Cavalcavia di Corso Avogadro.

Tanto paga Draghi.

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Come finirà?

Chi vivrà, vedrà.

Eventualmente, con la luce che potrà dare una lampada ad olio.

Ma qui il discorso ci porterebbe lontano, perché si dovrebbero evocare le famose vergini sagge, invece di quelle stolte e la materia è scivolosa, sia quando si parla di vergini, sia quando si parla di sagacia.

Meglio non evocare, chissà mai che il Pirata si affidi al Sagacissimo…

Posted in Enti Locali

Anche in un momento così solenne e, ad un tempo, dolente, si fa largo, si deve fare largo, la speranza.

Raggiungendo oggi, 10 febbraio, la Chiesa di San Paolo a Vercelli per documentare questa “Giornata del Ricordo”, l’attenzione si è appuntata sul piccolo drappello di ragazzi che, sotto il portico del Municipio dove sono le targhe di marmo cui è consegnata la memoria dei Caduti vercellesi, allestivano pochi “segni” commemorativi di quel dramma.

E’ il segno di una volontà, più forte dell’oblio, come se rappresentasse l’idea di una Primavera che arriva anche dopo il più buio e gelido degli Inverni.

Quella speranza che la bellezza di cuori puri rende ragionevole anche quando si deve guardare l’icona del dolore innocente, rappresentata da quella ragazzina, poco meno di una loro coetanea, che la follia del male assoluto aveva reso esule, scampata, forse, anche lei, alla fine orrenda delle foibe.

La storia umana è percorsa e percossa, trafitta, da immagini come questa: il piccolo ebreo del ghetto di Varsavia che cammina con le mani alzate, sotto il tiro tedesco; la bambina vietnamita, nuda, che fugge per mettersi in salvo dall’orrore, lungo quella strada in terra battuta che corre tra risaie insanguinate nel Viet Nam del Nord.

E poi c’è questa piccola italiana che è esule in Patria.

Come i suoi genitori, fugge dall’Istria e dalla Dalmazia, da Fiume, dal Quarnaro italiano.

I patti tra i vincitori della Seconda Guerra Mondiale assegneranno questi territori alla Jugoslavia di Tito.

Ma questo avviene all’esito di mesi in cui non si risparmiarono crudeltà e violenze.

Le milizie “titine” (non è un vezzeggiativo paradossale e grottesco) fecero di tutto per costringere quegli italiani che volevano restare tali ad accettare l’annessione.

Di tutto, compresa la barbarie delle foibe: cunicoli carsici profondi, nei quali, legati tra loro con fil di ferro, venivano buttati, vivi, a morire lentamente ed inesorabilmente, coloro che non volevano accettare di diventare jugoslavi.

Furono migliaia.

Durò dall’8 settembre 1943 al 1947, dall’Armistizio di Cassibile fino ai Trattati di Pace di Parigi.

Per lunghi mesi, tra le due date l’occupazione tedesca anche di quei territori.

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Connazionali che avevano perso tutto.

Era stato loro permesso lasciare i territori italiani ceduti alla Jugoslavia, ma avevano dovuto abbandonare le loro case, ogni loro bene: rinunciarono in nome della Patria italiana.

Tanti arrivarono anche a Vercelli.

Ma per loro non ci fu “accoglienza”.

La Sinistra politica ed il Pci vedevano in loro una minaccia per il mito del Paese guida del socialismo realizzato; altri pensava alla ragion di Stato, che suggeriva di non interrompere il dialogo con il regìme jugoslavo, il socialismo della porta accanto.

Questo bastò perché la loro epopea fosse oscurata non solo dall’ombra di un’ala minacciosa e cinica: si cercò di fare di più, immaginando possibile una damnatio memoriae del loro passato e del loro sacrificio.

Furono sopportati, più che abbracciati: accusati di “portare via” il lavoro agli (altri) italiani.

Il processo di rimozione negazionista ebbe successo per tanti anni.

Finchè, dopo il 1989, il Paese riuscì ad abbattere anche questo muro, prendendo coscienza del dramma.

Poi, nel 2004, la Legge che consegna questo giorno – il 10 febbraio – al ricordo, come ricorrenza nazionale.

Questo il cammino istituzionale della ricorrenza: l’itinerario nei cuori, forse, si è appena iniziato.

Posted in Società e Costume
Vercelli Città

Bisogna riconoscere che, almeno, ci sono rimasti male.

Eh, sì, non è che l’abbiano voluto.

Diciamo che – obbiettivamente – per quelli che hanno stipendi, stipendioni, assicurati a fine mese, le cose, con questo Covid19, in fondo, non sono poi cambiate tanto.

Anzi, persino meglio, dal punto di vista dei risparmi familiari che si possono lucrare su qualsiasi cosa si vada a comprare da esercizi commerciali che devono resistere, stringere i denti per andare avanti e, perciò, vanno di sconti e saldi e prezzi bassi che più bassi non si può.

Però, adesso, la realtà ha bussato alla porta anche del Civico 5 di Piazza Municipio a Vercelli e, così, anche i componenti della Giunta del Niente e forse anche meno di niente avranno detto: ohibò!

E, con loro, forse anche i Dirigenti con doppi e tripli incarichi, tutti, uno per uno retribuiti da altrettanti stipendi,  paiono essersi preoccupati.

Alcuni esempi, i soliti:

Silvano Ardizzone, tra Comune, Covevar e Azienda Farmaceutica ha un lordo che viaggia sui almeno 110 mila euro. Un po’ di più Fausto Pavia, il Segretario Generale.

Fonti palatine dicono che sarebbero un po’ preoccupati.

Un bel grattacapo.

Il motivo?

Il motivo è semplice.

Si sono accorti che i vercellesi hanno meno soldi: tanti di meno.

Come hanno fatto ad accorgersene?

Andiamo con ordine.

***

L’IMPOSTA SUL REDDITO

SE IL REDDITO NON C’E’, RENDE POCO

Sappiamo che, in questo periodo, in Comune si sta preparando il Bilancio.

Bene.

Tra le voci di ricavo per Palazzo Civico c’è una voce che si chiama “addizionale Irpef”.

Di cosa si tratta?

Si tratta di una piccola parte dell’Irpef  (imposta sul reddito delle persone fisiche) pagata dal contribuente allo Stato.

Fino ad ora, questa parte di Irpef che lo Stato lascia ai Comuni, per quanto riguarda Vercelli è sempre oscillata attorno ai 4 milioni di euro: anche un po’ di più, ma, è ovvio, è un dato annualmente variabile.

Bene.

Il prelievo segue quasi (quasi) pedissequamente le “fasce” di reddito stabilite da Roma.

La massima aliquota di prelievo addizionale che si può applicare è comunque quella dello 0,80.

***

Ai tempi della Giunta di Maura Forte (Assessore al Bilancio Andrea Coppo), si era detto: ma guardate, Signori cari, se lo Stato prevede una esenzione totale Irpef (anche di quella che si cucca Roma stessa) per i redditi fino a 8 mila euro lordi annui, noi facciamo un passo in più.

Alziamo questa soglia e diciamo che la addizionale Irpef la mettiamo solo per i redditi oltre i 16 mila euro lordi annui.

In pratica: un pensionato che prende 1.000 – 1.100 euro di pensione per 13 mesi, non ci paga (a noi Comune) l’addizionale.

Paga però la parte di Irpef che deve allo Stato, ma solo per l’eccedenza dopo gli 8 mila euro, tra 8 e 16 mila euro.

E amen.

Poi c’è ancora una fascia per cui, invece di 0,80, l’aliquota è 0,70, ma, in complesso, i margini di manovra sono molto limitati.

***

Dunque, cosa è capitato nel 2021?

E’ capitato che, siccome la gente ha patito perdite reddituali enormi, è ovvio che deve versare meno Irpef.

Perché è l’imposta sui redditi.

Meno redditi, meno imposta.

E, insieme all’Irpef “principale”, anche quella “addizionale” che va nelle casse comunali.

Se è ancora presto per dire di preciso quanto potrebbero essere le minori entrate, è altrettanto certo che, tra pochi giorni, si potranno fare conti con un capo e una coda e, soprattutto, capire come intenderanno bilanciare questi minori introiti o, con tagli alle spese – e quali – o (udite udite, qualche burlone l’avrebbe anche pensato e detto) con aumenti di tasse.

E’ presto, abbiamo detto, per fare conti precisi, ma sin d’ora, un po’ tutti possono farsene di propri, sulla base della realtà “percepita”.

Pensiamo, ad esempio, a quanti hanno perso il lavoro, a quanti settori dell’economia sono stati chiusi ed inattivi (si parla di redditi 2021, in piena pandemia) a quanti sono rimasti, nella “migliore” delle ipotesi, in cassa integrazione.

Pensiamo ai titolari di partita Iva e via enumerando.

Quindi, quant’è il calo del gettito da un anno all’altro?

Del 5 per cento, del 10, del 15?

Lo dovranno dire presto.

***

Dunque, più che giustificata, ancorchè tardiva, la preoccupazione per chi deve redigere il bilancio.

Anche perché, se il 2021 è andato così, figuriamoci il 2022: quelli che vedono la ripresa assomigliano molto a quel Ministro della Pubblica Istruzione convinto, poco tempo fa, attorno al 10 gennaio, che, nella Scuola italiana, le classi in Dad fossero, nel complesso, circa il 6 per cento del totale.

Sono cose che vedono loro.

***

Perciò, niente di più facile che – almeno a livello prudenziale – occorra stimare un assestamento al ribasso, salvo trovarsi a doversi poi inventare manovre di emergenza, peraltro, a livello comunale, ancor più difficili da realizzarsi che a livello centrale.

***

DA UNA PARTE MINORI ENTRATE, DALL’ALTRA MAGGIORI COSTI

Anche perché, insieme alle minori entrate, ci sono costi nel frattempo lievitati in maniera, di nuovo, imprevista.

Un esempio “pesante” è il servizio di assistenza agli alunni disabili.

Sappiamo che lo Stato paga una parte di quest’onere, scaricandone una quota (non del tutto residuale) sui Comuni.

Ebbene, lo scorso anno, di punto in bianco, il numero di alunni delle scuole cittadine bisognoso di assistenza è praticamente raddoppiato.

Di conseguenza è aumentata la spesa per il servizio, passata da circa 380 – 400 mila euro a 700 mila.

In futuro?

Il dato si assesterà, oppure lieviterà ancora?

Insomma, da una parte meno ricavi, dall’altra più costi.

Come si farà?

***

Abbiamo visto che rimpinguare i ricavi con l’aumento delle tasse possa essere una strada.

Se vorranno proporla, liberissimi: in tanti stanno già investendo gli ultimi soldi per acquistare i pop corn.

L’altra strada è procedere al taglio di alcune spese.

Rinunceranno, almeno un po’ – sono esempi – a foraggiare la Ducale?

Potrebbe essere un’ipotesi.

Oppure faranno a meno di un po’ di fiori qua e là?

Si vedrà.

***

MENO INTROTI, MA PIU’ MUTUI

Mentre la situazione reale dice questo, quella immaginifica propagandata senza ritegno alcuno, è di ben altro segno.

Si continuano a fare mutui su muti, cioè debiti, che pagherà chi ci sarà ancora nei prossimi 30 anni.

***

I tre esempi più eloquenti sono quelli che sappiamo.

Il primo:

3 milioni e 300 mila euro di debiti (a mutuo 3 milioni) per ristrutturare, per la seconda volta,

il palazzo Ex Enal.

Ne hanno già spesi circa un milione e mezzo per l’imbarazzante prima ristrutturazione, quella che è finita poi in contenzioso con l’appaltatore, il “vecchio” Civ.

Lì ci sarebbe dovuta andare la Risoteca.

Quindi, 1,5 milioni di euro buttati in un fosso per la Risoteca che c’è nel Paese delle Meraviglie di Alice, voluta dalla Giunta del Niente numero 2, quella 2009 – 2014.

E, notiamo, il Pirata è sempre lo stesso.

Adesso staremo a vedere.

Il giorno 27 gennaio scorso – Giorno della Memoria – sono riusciti a presentare il progetto proiettando il filmato in cui il Fascio (era l’Opera Nazionale Dopolavoro) inaugura (1937) l’edificio.

Comunque, 3,3 milioni di euro di debiti: fatto.

***

Incominciamo ora con i mutui contratti per demolire.

Qui, repertorio, il Consiglio Comunale

in cui la Giunta del Niente deve ammettere di fare un

debito di 1,4 milioni di euro per demolire il vecchio stabile

del Centro Nuoto e, al suo posto, lasciare la vecchia vasca coperta che diventa (appunto) scoperta.

Quindi: il coperchio è costato (tra tutto) quasi 2 milioni di euro ai quali si aggiungono questi 1,4 (se basteranno, prima che sia la fine).

Il tutto per non avere una piscina coperta in muratura.

Finiranno di pagare tutto questo (altri 3,5 milioni circa) coloro che ci saranno ancora fra 30 anni.

***

E, finalmente, il Cavalcavia di Corso Avogadro.

A proposito del quale il nostro Archivio offre una copiosa emeroteca.

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La parte forse più interessante è riportata nell’articolo che dà voce ad un valente Professionista locale, il quale dà un suggerimento molto importante: prima di decidere di abbattere un manufatto così decisivo, consultate anche altri Tecnici.

Ovviamente, consiglio respinto al mittente.

Quindi, un altro milione e mezzo circa di euro

per buttare già il Cavalcavia di Corso Avogadro, anche questi presi a prestito.

***

Perché la decisione andrebbe rivista?

Lo dice anche il Pd (il testo del comunicato in calce a questo articolo): il cavalcavia si può recuperare.

Ma, inoltre, la cosa forse persino più importante, è ancora un’altra.

Adesso abbattiamo, nella convinzione (del tutto autoreferenziale) che le Ferrovie dismetteranno quel tratto di strada ferrata.

Ma sarà davvero così?

Chi lo dice?

Si può davvero pensare che il sistema dei trasporti su rotaia rinuncerà per sempre al collegamento tra Novara – Vercelli – Alessandria – Genova?

E’ prudente pensarlo?

E quando qualcuno pensasse in futuro – e con ragione – di ripristinare i collegamenti che si farà?

Un nuovo cavalcavia?

Un sottopassaggio?

Un passaggio a livello?

L’ansia demolitoria della GdN ha fatto i conti (oltre che con le rate del mutuo da pagare) con i soldi che, in futuro, costerebbe il ripristino di un’opera equivalente?

Al di là del pittoresco discorso sui ritardi cronici nella esecuzione di opere strombazzate come segno di “concretezza” amministrativa (salvo fare poi i conti con le scadenze dei prestiti e con i cronoprogrammi che vanno a farsi benedire) resta questa grave incertezza.

Si sono fatti i conti senza un oste – le Ferrovie – che delle decisioni prese dal Comune di Vercelli se ne impippa tranquillamente.

Un esempio?

Quando decisero di togliere il passaggio a livello di Via Monte Bianco (Magazzini doganali Sifte Berti) rendendo impossibile la comunicazione tra due importanti quadranti della città, le Ferrovie se ne fregarono tranquillamente delle proteste del Comune.

Misero – al posto del passaggio a livello – i blocchi di cemento e chi arriva da Olcenengo, Biella, Valsesia, semplicemente passa da un’altra parte. E amen.

***

Quindi, se, da un lato, la prospettiva è quella di introiti sempre minori derivanti dalla fiscalità, d’altra parte si continua a indebitare il Comune, forse sperando che, nel 2024, i cittadini non facciano questo 2+2, che, in realtà, porta due volte il segno meno.

Come finirà?

Chi vivrà, vedrà.

 ***

ECCO, INTEGRALE, LA MOZIONE PRESENTATA DAL PD

Al Sindaco della Città di Vercelli

E, p.c.       Ai Revisori dei Conti

Al Segretario Generale

Oggetto: Mozione sui Lavori di Messa in sicurezza del cavalcaferrovia di corso Avogadro

CONSIDERATO CHE

I consiglieri del PD e di Vercelli per Maura Forte hanno chiesto la convocazione di una commissione consiliare avente ad oggetto “le attività che hanno determinato la chiusura del cavalcaferrovia di corso Avogadro e la scelta della demolizione del manufatto”

PRESO ATTO CHE

Il comune di Vercelli ha nella primavera del 2021 convocato una commissione al fine di giustificare la chiusura del cavalcavia.

VERIFICATO CHE

Dal Monitoraggio e verifica 2020 – Esito della campagna di monitoraggio svoltasi nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2020 del cavalcavia Avogadro l’ing. Montiglio, in mancanza di ulteriori indagini e prove diagnostiche (eseguite però nel 2018) , valutava:

“-stante l’avanzato stato di degrado, già evidente negli strati superficiali nel 2018, si ritiene che abbia ormai intaccato strati più interni delle strutture;

- per questo motivo le caratteristiche del calcestruzzo, anche degli strati reagenti più profondi si ritiene si attestino su valori molto più bassi di quelli ottenuti dalle carote analizzate nel 2018 ad esempio nei pulvini, dove le analisi SONREB, più superficiali, avevano fornito valori di resistenza pari alla metà delle carote, dimostrando che superficialmente la resistenza era nettamente inferiore, si ritiene che tale resistenza superficiale si possa estendere ormai in generale per l’intero pulvino;

- si è considerato inattivo circa il 50% delle armature esterne esposte”

A seguito di tale monitoraggio e delle relative analisi, nel mese di dicembre 2020 è stato concluso, in sintesi, quanto segue:

– il viadotto deve essere chiuso al traffico in quanto non è più garantita la transitabilità dell’opera, neanche con mezzi leggeri, ammessi solo in una fase temporanea di 6 mesi per manutenzione;

– è necessario inibire il parcheggio e il passaggio al di sotto del cavalcaferrovia;

– è necessario puntellare le campate su ferrovia;

– è necessario rimuovere i serbatoi delle vasche di accumulo dell’acquedotto presenti sotto le strutture.”

In conseguenza di queste conclusioni il giorno 07/12/2020 il Comune di Vercelli, per tutelare la pubblica incolumità, ha disposto la chiusura al traffico del cavalcaferrovia.

OSSERVATO CHE

Nell’elaborato “Relazione Generale” D01 (approvato con Delibera di Giunta Comunale n° 293 del 5/10/2021), l’ing. Montiglio, a pag 5 del documento, dichiara:

“Si precisa che, nonostante le condizioni di forte degrado che hanno portato alla decisione della chiusura al traffico e alla successiva demolizione, al momento il cavalcaferrovia non è in pericolo di crollo ed è transitabile con mezzi d’opera di portata limitata: max 3,5 t/veicolo.”

VALUTATO CHE

L’ ing. Montiglio (nella Relazione Generale) dichiara “in data 28/03/2019, il sottoscritto Ing. Montiglio ha redatto il progetto di fattibilità tecnico-economica per la riqualificazione del viadotto (con integrazioni dell’agosto 2019), che prevedeva n° 6 scenari alternativi, dall’ipotesi di ripristino della viabilità “a raso”, al consolidamento, alla ricostruzione completa.”

Documento che a parere degli scriventi non è stata mai approvato

CONSIDERATO CHE

Nella Relazione Generale non viene in alcun modo individuata, tra più soluzioni, quella che presenta il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività, non giustificando quindi la scelta dei lavori di demolizione a favore di lavori di manutenzione straordinari.

Inoltre negli elaborati progettuali non si tiene conto sia dei costi sostenuti per la realizzazione dell’impianto di illuminazione pubblica sia dei costi per lo spostamento delle vasche di accumulo dell’acquedotto ed altri lavorazioni connesse a quelle indicate nel  progetto di demolizione che sono :

– scavo della massicciata immediatamente a tergo di spalle e muri d’ala;

– tirantatura dei muri andatori vicini alla spalla lato Vercelli: questi muri, non presentano segni che indichino carenze nella loro stabilità, in considerazione anche del fatto che le rampe sono interdette al traffico, tuttavia si ritiene di stabilizzarli in maniera precauzionale in corrispondenza delle zone di demolizione delle spalle, con relativo scavo;

– risistemazione e ripristino delle aree di parcheggio al di sotto dell’attuale viadotto, al momento interdette all’uso, con interventi di piccoli ripristini locali;

– ripristino della viabilità;

– messa in sicurezza delle rampe del rilevato mediante la posa in opera di idonee barriere di sicurezza tipo “new jersey” in C.A. e sovrastanti pannelli modulari in grigliato zincato.

Tutto ciò premesso, i sottoscritti consiglieri comunali impegnano la S.V.

Ad attivarsi per sospendere la Determinazione n. 4518 del 28/12/2021 di approvazione progetto esecutivo, determina a contrarre ed impegno di spesa di €1.433.410,76 in considerazione del fatto c he nel dispositivo non vengono indicati il progetto approvato e che nella pubblicazione non contiene né la lettera di invito né il disciplinare di gara.

A procedere sin da subito ad attivare gli interventi necessari all’apertura in sicurezza del cavalcavia, in considerazione dei documenti approvati in cui viene stabilito che “al momento il cavalcaferrovia non è in pericolo di crollo ed è transitabile con mezzi d’opera di portata limitata: max 3,5 t/veicolo.”

Ad attivare una campagna di monitoraggio provvedendo indagini e prove diagnostiche aggiornate per valutare la condizione di sicurezza.

A commissionare una relazione che consideri la scelta migliore in virtù “del miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività”

Vercelli 02/02/2022 –

Michele Cressano – Alberto Fragapane – Manuela Naso – Maura Forte – Carlo Nulli Rosso – Alfonso Giorgio –

Posted in Enti Locali, Politica

Si riportano di seguito le date ufficiali della stagione 2021/2022 del campionato di Prima categoria

15^ Andata – Domenica 13 febbraio 2022

1^ Ritorno – Domenica 20 febbraio 2022

2^ Ritorno – Domenica 27 febbraio 2022

3^ Ritorno – Domenica 6 marzo 2022

4^ Ritorno – Domenica 13 marzo 2022

5^ Ritorno – Domenica 20 marzo 2022

6^ Ritorno – Domenica 27 marzo 2022

7^ Ritorno – Domenica 3 aprile 2022

8^ Ritorno – Domenica 10 aprile 2022

9^ Ritorno – Domenica 24 aprile 2022

10^ Ritorno – Domenica 1 maggio 2022

11^ Ritorno – Domenica 8 maggio 2022

12^ Ritorno – Domenica 15 maggio 2022

13^ Ritorno – Domenica 22 maggio 2022

14^ Ritorno – Domenica 29 maggio 2022

15^ Ritorno – Domenica 5 giugno 2022

Play off 3 o 4 squadre:

Domenica 12 giugno 2022

Mercoledì 15 giugno 2022

Domenica 19 giugno 2022

Mercoledì 22 giugno 2022

Domenica 26 giugno 2022

Mercoledì 29 giugno 2022

Play out:

Domenica 12 giugno 2022

Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport