Riceviamo e pubblichiamo
Nel 2016 la giunta regionale Chiamparino limitò fortemente l’espansione e l’attività di sale da gioco e “slot-machine” soprattutto attraverso l’introduzione di una distanza minima dai luoghi considerati sensibili quali ospedali, compro oro, scuole, banche, centri anziani, ecc.
Provvedimenti che stavano dando risultati reali con un calo dei volumi del gioco fisico pari al 16,5% nella nostra Regione.
Nel 2021 l’attuale giunta Cirio ha deciso di diminuire questi distanziamenti permettendo addirittura di riportare le slot nei locali in cui erano stati obbligati a rimuoverle, anche se nel frattempo erano intervenuti cambi di titolarità.
Pochi giorni fa è partita la campagna di comunicazione della Regione Piemonte per contrastare il gioco d’azzardo patologico dal titolo “Perdere tutto non è un bel gioco“.
Questa campagna riteniamo sia in contraddizione rispetto alle scelte.
A fronte di quale bisogno dei cittadini sono state allentate le limitazioni?
E perché ora si investe denaro pubblico per correre ai ripari?
Ha poco senso istituire campagne informative in scuole, ospedali, ecc. (luoghi pubblici in generale) se poi basta attraversare la strada per trovare le slot.
Il gioco patologico produce innumerevoli rovine individuali e familiari.
Riteniamo, inoltre, che le sale slot segnino profondamente in negativo la zona in cui sorgono.
Come purtroppo spesso accade, i privati incassano i guadagni mentre i cittadini ne pagano le perdite.
Noi crediamo fermamente in un modello di società migliore dettato anche dal ruolo fondamentale che la politica si assume di svolgere, pertanto chiediamo possa essere rivalutata quella distanza minima nel solo beneficio che porterebbe alla cittadinanza.
Gabriele Farello e Luca Servato
Redazione di Vercelli