IN PRINCIPIO ERA IL VERBO – “Un altro Paraclito” - VercelliOggi.it VercelliOggi
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pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Letture dalla Liturgia nella VI Domenica di Pasqua - "Un altro Paraclito" - Commento delle Suore Carmelitane di Biella - Video omelia di P.Giuseppe De Nardi, Parroco di Tiberiade

Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù

Dagli Atti degli Apostoli, Cap. 8, 5 – 8. 14 – 17

In quei giorni, Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città.
Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samarìa aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.

Dal Salmo 65

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!

A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.

Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

Dalla Prima Lettera di San Pietro Apostolo, Cap. 3, 15 – 18

Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.
Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.
Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito.

Dal Vangelo secondo San Giovanni, Cap. 14, 15 – 21

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.
Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

***

UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Osservare: guardare con amore

(At 8,5-8.14-17; Sal 65; 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21)

La Pasqua ha aperto i nostri occhi sul mistero della morte e risurrezione di Gesù. La luce della Risurrezione ha fatto brillare la nostra comprensione e forse per un attimo ci siamo detti: “Sì, Dio ha vinto la morte, la luce splende sulle tenebre, l’amore di Dio supera ogni sconfitta!”.

Poi ecco tornare il quotidiano della vita e il quotidiano della liturgia, sempre bello, sempre vario, ma a volte monotono e grigio. Le parole ascoltate sembrano non risuonare più musicali ai nostri orecchi, la cappa di pesantezza dei problemi da affrontare ci blocca. Sembra che la pietra sepolcrale sia stata posta nuovamente davanti alla tomba di Cristo, così che il dubbio serpeggia nel cuore: “Ma la Risurrezione è avvenuta veramente oppure è stata tutta una illusione?”.

In queste domeniche la parola della liturgia ci sta catechizzando, ci fa rivivere il fervore frizzantino delle prime Comunità cristiane. L’annuncio risuonava allegro: “Evviva, il Maestro è risorto, non siamo più soli, lui è con noi!”.

La Comunità, piccola Chiesa radunata nelle case, intorno ad una semplice tavola, viveva di questa gioia: Gesù è risorto e tutto il resto passa in secondo ordine. Le Comunità ecclesiali – familiari diventano specchio di Cristo, luogo di incontro con lui, diventano specchio di Risurrezione.

Negli Atti degli Apostoli questa domenica abbiamo Filippo che predica il Cristo in una città della Samaria – ricordate la donna samaritana seduta al pozzo con Gesù?! – Si dice che “le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva”.

I discepoli e le discepole di Gesù annunciano la Parola, compiono segni. E’ la Chiesa dello Spirito non “incasellato”.

Gesù stesso lo aveva promesso: “Vi manderò un altro Consolatore che starà con voi per sempre, lo Spirito della verità”. Un altro Consolatore. Lui ci ha consolati e ci ha promesso che non saremo mai soli, manda allora un altro Consolatore. Lui, Gesù, ci precede, segna il passo con la luce della Risurrezione, Lo Spirito ci sostiene dal di dentro, perché il nostro cuore non sia turbato.

Come facciamo però a capire tutto questo? Il segreto delle prime Comunità era quello di avere una capacità di osservazione evangelica: “osservate i miei comandamenti”, dice Gesù. Osserviamo, cioè guardiamo con attenzione, esaminiamo, scrutiamo. Ma chi? Cosa? Osserviamo con amore Gesù, la sua vita, i suoi gesti, se lo amiamo il desiderio di guardarlo sarà intenso, se lo amiamo il Padre ci amerà e questo amore, in una danza circolare ci riporterà al Figlio, che ci amerà e si manifesterà a noi attraverso lo Spirito.

Chiudiamo con l’invito di Pietro: “Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza”.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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