IN PRINCIPIO ERA IL VERBO – Signore, amante della vita. - VercelliOggi.it VercelliOggi
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Signore, amante della vita.

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Letture dalla Liturgia di Domenica 30 ottobre 2022 - "Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto" - Commento delle Suore Carmelitane di Biella - Video catechesi del Card. Gianfranco Ravasi

Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto.

Dal Libro della Sapienza, Cap. 11, 22 – 12, 2

Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.

Dal Salmo 144

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

Dalla Seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalonicesi, Cap. 1, 11 – 2, 2

Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 19, 1 – 10

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

***

COMMENTO DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

Sguardi che si incrociano

(Sap 11,22-12,2; Sal 144; 2Ts 1,11-2,2; Lc 19,1-10)

Questa pagina del vangelo è meravigliosa, come tutte le pagine del vangelo dove la misericordia di Dio si incontra con la nostra miseria e il nostro peccato. La Provvidenza di Dio, la sua misericordia e la sua grazia hanno deciso di incontrare Zaccheo nella sua povertà spirituale. Così è per ciascuno di noi: le ricchezze di Dio in Cristo si riversano sulle nostre povertà, così da farci ricchi di lui.

Gesù entra nella città di Gerico per attraversarla proprio per incontrare Zaccheo; come possiamo notare dalla Scrittura molta folla attorniava Gesù, ma il suo sguardo si incontra con quello di Zaccheo, lo chiama per nome, mentre la folla che lo circondava rimane anonima. Forse molte persone erano venute semplicemente per vedere Gesù, mentre in Zaccheo lo spirito del vangelo era già entrato in lui.

Il desiderio di una vita nuova, che già abitava in Zaccheo, si incontra con Gesù; era il desiderio di una vera conversione. Signore, buon pastore delle nostre anime, davvero va in cerca delle sue pecore lasciando le novantanove per riportare all’ ovile quella che  manca.

Zaccheo corre per incontrare colui che il suo cuore desidera forse da tanto tempo. Ora sente che ciò che il suo cuore  desidera è vicino, per questo corre, ma si accorge che la sua bassa statura e la folla erano un impedimento, però non si ferma, si ingenia pur di  trovare un modo per arrivare a Gesù, era il momento importante della misericordia di Dio per lui.

Ed è proprio in questo lavoro interiore, che il suo sguardo si incrocia con Gesù che gli dice: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua (Lc 19,5). Devo fare festa con te, sono io che il tuo cuore desidera e cerca! Ora sono qui per fermarmi a casa tua, anzi Io divento la tua casa, perché tu possa vivere in me e per me!”.

Zaccheo nel sentire l’amore di Dio che lo avvolge, scende in fretta dallo stallo artificiale dove era salito, perché Colui che ci porta in alto è con lui.  Accoglie così Gesù con una gioia indicibile, mai sperimentata fin allora.

Le parole del salmista sì avverano nella sua vita: “Dio solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i principi del suo popolo” (Salmo 112,7-8). “Celebrate il Signore perché è buono; eterna è la sua misericordia” (Salmo 117).

Di fronte a questo miracolo di conversione la folla non fa altro che criticare Dio per la sua grande misericordia, che ci ricrea a una speranza nuova. Entriamo anche noi per la misericordia di Dio con Gesù nella Casa di Dio: la Chiesa. Sediamoci con Lui alla tavola eucaristica con il cuore pentito come Zaccheo ed Egli ci giustificherà dagli assalti dei nostri nemici. Così, avendo in noi uno Spirito nuovo possiamo condividere con i fratelli i nostri bene, il nostro tempo, la nostra presenza. Diventiamo missionari del vangelo, sapendo che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, per progredire sempre di più insieme nella via della salvezza. Lo spirito con cui Zaccheo ha accolto Cristo possa essere in noi per vivere il vangelo ogni giorno!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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