IN PRINCIPIO ERA IL VERBO – “Non hanno più vino” – - VercelliOggi.it VercelliOggi
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In quel tempo vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea -

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Letture dalla Liturgia di Domenica 16 gennaio - "Fate quello che vi dirà" - Commento delle Suore Carmelitane di Biella - Video catechesi di Padre Ernesto Della Corte - 

Nessuno ti chiamerà più abbandonata -

Dal libro del profeta Isaia, Cap. 62, 1 – 5

Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.

Dal Salmo 95

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: “Il Signore regna!”.
Egli giudica i popoli con rettitudine.


Dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, Cap. 12, 4 – 11

Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue.
Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

Dal Vangelo secondo San Giovanni, Cap. 2, 1 – 12

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”. Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: “Riempite d’acqua le anfore”; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: “Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto”. Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora”.
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

***

UN PENSIERO DALLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA

L’umiltà di Maria convince Gesù

(Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11)

Veniamo dal periodo di Natale dove abbiamo visto Gesù, Figlio di Dio, prendere la nostra carne mortale, per poter abitare con noi nella nostra terra, anche se per breve tempo, per aprirci la via del cielo.

Le sue parole lasciate a noi prima di salire al cielo: “Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”, si concretizzano in quello che sperimentiamo nel nostro percorso di fede. Egli entra in noi, nel nostro spirito, perché possiamo fare esperienza personale di Lui, entra nelle nostre case per condividere le nostre fatiche, gioia e dolori, un po’ come è stato per Marta, Maria e Lazzaro che hanno sperimentato la presenza di Gesù nella gioia e nel dolore.  Inoltre, egli cammina con noi, sulle nostre strade, spiegandoci le Scritture come ai discepoli di Emmaus, perché anche noi possiamo tornare sui nostri passi per narrare ai fratelli tutto quello che è accaduto lungo la via e come abbiamo riconosciuto lui, il Signore. E ancora, egli condivide la liturgia con noi dalla Pentecoste in poi perché anche noi possiamo fare l’esperienza dello Spirito.

Nei versetti del vangelo di questa domenica osserviamo Gesù che ha accettato l’invito alle nozze in Cana, insieme a Maria, sua Madre. Non hanno preferito andare in un luogo di solitudine per non essere distratti dalla musica e dalle danze che sono proprie di queste feste. Gesù e Maria si lasciano coinvolgere totalmente in questa festa. Non solo, Gesù porta con sé tutto quello che gli era di più caro su questa terra: Maria sua madre e i suoi discepoli.

Durante i festeggiamenti Maria davvero si rivela una donna illuminata. Lei si accorge che manca il vino! Non le viene in mente di mandare a comprare presso una bottega del vino, ma pensa di rivolgersi al figlio dicendo semplicemente: “Non hanno più vino!”.  Maria ha fatto un cammino in tutti quegli anni alla scuola del Figlio, perciò sa con la certezza della fede che quel suo Figlio annunciato dall’arcangelo, che ella ha portato nel grembo ed è stato cantato dagli angeli alla sua nascita: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc 2,14), quel Figlio visto dal vecchio Simeone e  dalla profetessa Anna nel tempio come luce che illumina le genti, visitato dai re Magi con i doni profetici, è il Vino nuovo da versare in otri nuovi!

Questa è l’ora! Vediamo e costatiamo che Maria ha delle qualità meravigliose, nella sua umiltà e dolcezza ha coinvolto Gesù a fare quello che non era neanche il momento di compiere. In questo modo Maria, la serva del Signore dice ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.

Venga in noi, in tutta la Chiesa, in tutta l’umanità lo spirito di Maria per ricevere le meraviglie del Signore!

Gesù facendo riempire sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei inizia a cambiare il rito della legge fatta di prescrizioni in un rito dello Spirito.

Egli dice semplicemente di riempire le anfore di acqua e poi di portarle a colui che dirige il banchetto. A questo punto anche la persona più ignorante dei doni di Dio una volta sperimentati non può non proclamarli come tali: “Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora”.

Fa’, o Signore, che la nostra acqua messa nelle mani di Dio, diventi vino eccellente nello Spirito.

Venga a noi, Signore, il tuo Santo Spirito e ci faccia diventare vino nuovo in otri nuovi. Amen!

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza

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