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MUSEO LEONE - Presentazione del saggio di Luca Nannipieri "Che cosa sono i Classici"        

Nannipieri mette a fuoco come l’universalità e l’immortalità siano in realtà due grandi equivoci se riferiti alle opere degli uomini

Vercelli Città

Martedì 11 giugno alle ore 18.00 presso il Museo Leone di Vercelli con ingresso libero fino ad esaurimento posti, sarà presentata la nuova opera di Luca Nannipieri, noto storico dell’arte e affermato saggista, dal titolo “Che cosa sono i Classici”, edito da Skira proprio in questi ultimi giorni.

Si pensa infatti che i classici siano opere immortali, ma se si guarda la storia delle civiltà, ciò che si constata è che la caratteristica delle opere umane è invece la loro mortalità.

Contrariamente alla vulgata comune, ben sintetizzata dalla celebre frase di Italo Calvino, ovvero che il classico è un’opera “che non ha mai finito di dire quello che deve dire”, il libro di Luca Nannipieri mette a fuoco come l’universalità e l’immortalità siano in realtà due grandi equivoci se riferiti alle opere degli uomini.

Confrontandosi con il pensiero di alcuni tra coloro che hanno riflettuto sull’immortalità delle opere dell’uomo, da Eraclito a Oscar Wilde, da Walter Benjamin a Umberto Eco e spaziando in varie categorie d’espressione, dall’arte alla letteratura, dall’architettura alla moda, dalla cucina alla toponomastica, il saggio documenta come cercare segni universali e senza tempo sia un bisogno congenito nell’uomo, ma la storia e la diversità dei popoli e delle culture non permettono l’immortalità: le statue dell’antichità, ad esempio, che oggi consideriamo classiche e imperiture, dalla Venere di Milo al Laocoonte alla Grande Sfinge di Giza, hanno passato secoli sotto terra o sepolte dalla polvere, prima di essere riscoperte, e nulla dice che non possano essere ancora nuovamente interrate come lo sono state per lungo tempo.

Il Partenone di Atene, che l’Occidente considera intoccabile patrimonio dell’umanità, ha mutato costantemente le sue forme nei secoli, divenendo tempio, chiesa, moschea, magazzino, rovina, museo.

La Gioconda di Leonardo da Vinci, che oggi una parte dell’umanità considera l’emblema stesso del genio umano, è stata un lavoro conosciuto da un numero assai esiguo di persone fino al suo furto clamoroso del 1911.

Esistono perciò soltanto i classici temporanei che, come pietre miliari, si stabilizzano su strade chiamate canoni, ma il tempo e la cultura dei popoli portano inevitabilmente a seppellire certe pietre, certe strade, e a farne sopravanzare e costruire altre.

Queste opere, queste strade seppellite sono dunque morte? No: a differenza dei corpi i Classici sono transitori ma non muoiono.

Tutto può diventare un classico e poi smettere di esserlo: dalle statue antiche alla minigonna, da certi fumetti a taluni luoghi che sono diventati classici temporanei a seguito di eventi straordinari, spesso drammatici, che li hanno resi tali, come ad esempio la cupola del palazzetto della prefettura di Hiroshima o l’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001.

La possibilità è infatti il grande motore, sempre agente e attivo nella mente dell’uomo, che spegne o riattiva la fortuna e la caduta delle sue opere.

Luca Nannipieri, scrittore, storico dell’arte e critico di fama, ha pubblicato con Rizzoli “Candore immortale” (2022).

Tra le sue pubblicazioni, il libro “A cosa serve la storia dell’arte” (Skira, 2021), è stato tradotto e pubblicato in Francia, nel 2022, da L’Harmattan, nella collana diretta dal professore emerito di Sociologia della Sorbonne di Parigi Pequignot.

Ha collaborato e scritto su Panorama, Il Giornale e la dorsale tosco-emiliana del Corriere della Sera.

Ha curato e presentato rubriche d’arte in Rai e Mediaset.

Ha tenuto e tiene conferenze nei principali musei italiani.

Info: 0161 253204; info@museoleone.it

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo