Si è svolto ieri, mercoledì 27 aprile, presso il salone Polivalente di Cavaglià un incontro organizzato dal Comune del medesimo paese per mettere a confronto 3 esperti a proposito della questione impianto di incenerimento di rifiuti speciali non pericolosi.
Dal luglio scorso è stato infatti depositato, presso la Provincia di Biella, una progetto di costruzione di un inceneritore tra Cavaglià e Santhià che è ora in fase di Valutazione d’Impatto Ambientale.
Sono state accolte dalla provincia di Biella molte osservazioni presentate durante l’iter da esperti, enti e associazioni.
Ci sono 63 rilievi a cui il proponente è tenuto a presentare le proprie integrazioni, se intende proseguire nel suo intento. A quanto pare persevera nel suo proposito e ha chiesto una proroga di sei mesi per riformulare la proposta, risultata lacunosa in modo sostanziale.
La proroga gli è stata concessa e il termine per le integrazioni è il 2 settembre.
“Non possiamo aumentare i rischi ambientali che possono a loro volta essere cause di rischi per la salute pubblica – ha sostenuto ieri dal palco il consulente del Comune di Cavaglià Dott. Marco Stevanin – dobbiamo ridurli, soprattutto in zone come questa dove ci sono già presenti fattori rischio”
I dati rilevati sulla quantità di PM10, le polveri sottili, nell’aria della zona tra Cavaglià e Santhià sono oltre i limiti, e questo rende necessario uno studio più preciso di quello fatto fino ad ora.
Anche la Commissione della Provincia ha riscontrato mancanze di documentazione da parte del proponente e consiglia di usare la centralina di rilevazione, installata dal 2003 a 800 metri dal luogo dell’eventuale localizzazione dell’impianto, in aggiunta a quelle presentate nel progetto per un confronto con i dati Regionali; confronto mancante nello Studio d’Impatto Ambientale presentato.
Stevanin, data la situazione già critica, ha anche consigliato di richiedere il Piano di sorveglianza sanitaria e lo Studio d’impatto sanitario. Questo dovrà rilevare i dati epidemiologici su tempi medio- lunghi.
Luigi Bondonno, sindaco di Alice Castello, ha ripreso il tema del rischio sulla salute pubblica spiegando che sulla zona grava già un rischio ambientale derivato dalle discariche. “Il rischiozero non esiste su questa tipologia di impianti di incenerimento. Vi sono altre priorità nell’ottica della salute pubblica come il fatto che la discarica di Alice non sia stata ancora messa in sicurezza e la priorità sarebbe la bonifica della zona”.
Non possiamo che fare nostre le parole del Sindaco che con coraggio e onestà si sta opponendo alla costruzione di questo inceneritore.
Come Movimento Valledora terremo viva l’attenzione sulla questione, per non fare che il silenzio lasci prevalere gli interessi privati su quelli pubblici.
Siamo già pronti con altre iniziative, insieme a tutte le altre associazioni che con noi stanno conducendo questa battaglia.
Redazione di Vercelli