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Nacque in queste plaghe, bonificate secoli prima per impulso del grande Monaco, la risicoltura italiana e perciò europea

IL BEATO OGLERIO, SIMBOLO DEL MONACHESIMO CHE TRASFORMO' IL MONDO - Guida illuminata dell'Abbazia di Lucedio, promosse la bonifica di terre paludose e boschive, per renderle fertili e produttive - Grande festa a Trino per la ricorrenza del 10 settembre - VIDEO E GALLERY

(marilisa frison) – Mercoledì scorso, 7 settembre 2022, la città di Trino, che ha dato i natali a ben tre Beati, ha festeggiato, con qualche giorno d’anticipo, il Beato Oglerio, proprio, a Lucedio dove Lui è stato Abate.

(Il Beato Oglerio come è raffigurato presso  il Santuario del Trompone di Moncrivello – Foto VercelliOggi.it)

Alle 18 le porte del “Principato di Lucedio”, erano aperte e a dare il benvenuto il Conte Paolo Salvadori di Wiesenhoff, che si occupa della tenuta di famiglia. Un affascinante e misterioso complesso medievale, che fa parte delle dimore storiche italiane, con l’Abbazia fondata nel 1123 dai monaci cistercensi provenienti dalla Borgogna, che bonificarono i terreni paludosi trasformandoli in campi seminati e diffusero per primi in Italia la coltivazione del riso verso la metà (secondo alcune Fonti accreditate) del 1400.

Ora et labora.

Lucedio è la culla della risicoltura italiana e perciò europea: da qui si sviluppò il territorio delle Grange, aziende agricole che si intervallavano su di un ampio comprensorio agricolo, ottenuto grazie alle opere di disboscamento e livellamento dei terreni da bosco planiziale, un vero e proprio “ecosistema” (cfr. Biodiversità e sviluppo rurale – Ministero Politiche Agricole e Forestali, 2005) il cui unico esempio rimane, oggi, il Bosco della Partecipanza di Trino.

La sola abbazia di Lucedio possedeva ben sei grange: Montarolo, Montarucco, Leri-Cavour, Castelmerlino, Ramezzana e Darola. Uno spettacolo incredibile durante il periodo della sommersione delle risaie, le Grange sembrano sorgere dall’acqua come piccole isole con effetti di giochi di luce prodotti dall’acqua, un colpo d’occhio incredibile anche in autunno quando il riso assume il colore del sole.

La posizione geografica del sito vercellese lungo la Via Francigena fu strategica anche per lo sviluppo socio economico dell’Abbazia, che divenne un affermato centro di potere politico. Ben tre furono i Pontefici che in quei secoli la visitarono.

Il complesso è tenuto in modo impeccabile, curato nei minimi particolari, così che pare un luogo incantato al di fuori dello spazio e del tempo.

Il Conte ha spiegato che le sale medievali vengono utilizzate per gli eventi, matrimoni o per gruppi che vengono in visita per conoscere la storia di Lucedio e la tecnica di coltivazione del riso, gli altri spazi dell’azienda agricola vengono impiegati per il ricovero dei mezzi agricoli, poi c’è una parte in cui viene insaccato il riso e quindi hanno recuperato tutti gli spazi di Lucedio.

La tenuta è composta da 500 ettari di terreno, di cui 420 coltivati a riso e una trentina a soia.

Nella sala capitolina, famosa per la colonna che “piange” per aver assistito a troppe atrocità a troppe ingiustizie, ha avuto luogo la Santa messa, celebrata dal parroco di Trino, don Patrizio Maggioni.

Molte le persone devote al Beato giunte da Trino, don Maggioni ha ricordato:

“Questo luogo ha un valore incredibile per tutto il nostro territorio, da quì è partita la fede grazie ai monaci cistercensi che lavorando e pregando hanno dato il buon esempio di virtù. Il giovane Oglerio assistette al passaggio solenne di S. Bernardo di Chiaravalle che accompagnava, insieme a quattordici cardinali, il Papa B. Eugenio III, anch’egli cistercense, nel viaggio da Asti a Vercelli, per la consacrazione della basilica di S. Maria Maggiore. Il grande Dottore della Chiesa, col suo carisma eccezionale, fece breccia nel cuore di Oglerio che, probabilmente già studente a Lucedio, vestì il candido saio cistercense tre anni più tardi. Secondo la Regola Benedettina, alternò allo studio il lavoro, prese i voti nel 1153 e nel 1161 venne ordinato sacerdote. Mortificava il proprio corpo con penitenze e digiuni, ma era mansueto con gli altri, rivelando quel carattere umile che lo contraddistinguerà per tutta la vita. Oglerio fu un paciere”.

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Oglerio fu soprattutto, un eccellente padre spirituale, nei suoi scritti indica Gesù come Agnello immolato per la salvezza degli uomini e ai suoi monaci dice è

“la via, per cui dovete passare, la verità, a cui dovete giungere, la vita in cui dovete restare” (sermone VII). Cristo prevale sul demonio per le virtù ”dell’umiltà, della pazienza e della benignità” (sermone IX).

Colui che “senza misura ti amò, senza misura devi amarlo” (sermone I).

Maria è “la vergine incorrotta, la Vergine intemerata, la Vergine prima del parto e dopo il parto” (sermone III).

Le sue preziose opere letterarie, “Tractatus in laudibus Sanctae Dei Genitrix” e una “Expositio super Evangelium in Coena Domini”, per molto tempo, furono credute di San Bernardo, ma, nel 1661, il Cardinale Giovanni Bona le attribuì giustamente a Lui.

L’illustre trinese un giorno passò per una città ligure, allontanandovi alcuni spiriti maligni. Tale episodio ne caratterizzò l’iconografia, a somiglianza di San Bernardo, e nel martirologio cistercense è ricordato come “terrore degli spiriti immondi”, anche però per ricordare il suo infaticabile apostolato come operatore di pace.

Ormai anziano, morì il 10 settembre 1214, con gran fama di santo tra il popolo e nel suo Ordine. Ora riposa in una cappella a Lui dedicata nella chiesa parrocchiale di Trino.

Oggi il Principato di Lucedio grazie alla famiglia Salvadori di Wiesenhoff, è un sito di interesse storico e artistico che ha saputo valorizzare il contesto territoriale in cui nasce.

Le splendide sale medioevali, immerse nel silenzio, Sala dei Conversi, la Sala Capitolare, il Chiostro, il Refettorio e la Galleria, gli spazi interni e i suggestivi giardini, tutti con facile accessibilità, sono adatti per l’organizzazione di eventi e manifestazioni di ogni tipo e di alto livello. È possibile effettuare visite guidate e acquistare gli ottimi prodotti del Principato: risi classici e particolari, paste di riso, farine, legumi e dolci.

Un luogo carico di tradizione, spiritualità, fede, storia, bellezza, suggestione, cultura, sapori, fascino e mistero, che ci invidiano perché non ha eguali.

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