Le classi quinte dell’Itis Lirelli sulle orme della Resistenza in Valsesia.
Martedì 26 aprile gli studenti della scuola superiore di Borgosesia sono stati ai Fej di Rassa, teatro di uno dei tanti episodi che hanno contraddistinto la valle nella lotta contro il fascismo. A illustrare quanto accaduto nel novembre 1944 è stato Enrico Pagano, direttore dell’Istituto storico della Resistenza di Varallo.
La squadra partigiana dell’84a brigata “Strisciante Musati” si trovava all’alpe Fej di Rossa pochi giorni dopo aver dato sepoltura al comandante partigiano “Martin Valanga”, al secolo Martino Giardini, ucciso all’alpe Tracciora per l’esplosione accidentale di un ordigno che aveva nello zaino.
Ai funerali, celebratisi a Rossa, parteciparono molti comandanti partigiani.
L’eccessiva pubblicità concentrò l’attenzione nazifascista: il tenente Guido Pisoni, appartenente alle SS italiane guidò una spedizione di SS tedesche e legionari della “Muti” verso l’alpe Fej, a circa un’ora di cammino da Rossa.
La manovra di accerchiamento delle baite in cui riposavano i partigiani riuscì e poco dopo l’alba si aprì il fuoco; quattro partigiani morirono sul campo, i loro cadaveri furono straziati e le baite dell’alpeggio vennero date alle fiamme.
Gli altri sei partigiani furono portati a Balmuccia, paese del fondovalle, dove, dopo estenuanti trattative, il parroco locale riuscì a evitare la fucilazione del partigiano più giovane.
L’esecuzione venne ordinata dal tenente Pisoni e rientrò fra i capi di imputazione che lo portarono a processo, in contumacia, e alla condanna a morte mai eseguita.
Il prof. Pagano ha raccontato ai ragazzi l’accaduto arricchendo la narrazione con notizie relative alla Resistenza in Valsesia, quali l’episodio di Villa Lancia a Selle di Baranca, e sottolineando il contributo delle popolazioni locali alla lotta di liberazione del territorio italiano.
Inoltre, ha fatto notare agli alunni gli aspetti paesaggistici e artistici del tragitto percorso.
I ragazzi, accompagnati dai professori Paola Beccaria e Giordano Giacobino, sono rimasti colpiti dalle parole del relatore e coinvolti emotivamente da una storia per loro lontana ma più che mai attuale.
Redazione di Vercelli