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LIONS CLUB VALSESIA – A Quarona l’incontro con il professor Marco Imperadori        

Tema trattato: “Progetti di architettura, sostenibilità e solidarietà”

Valsesia e Valsessera

Martedì 3 ottobre 2023, ospite e relatore del meeting Lions è stato il prof. Marco Imperadori, docente di Progettazione ed Innovazione Tecnologica presso il Politecnico di Milano, che ha parlato di: “Progetti di architettura, sostenibilità e solidarietà” sviluppati in Guinea Bissau dove, con quello che è stato definito: “letame tecnologico”, in riferimento ai versi della celebre canzone di Fabrizio De Andrè: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” sono state realizzate strutture per curare i bambini, mentre in Burkina Faso è stata costruita una piccola scuola. “Sono piccole cose che possono cambiare il destino di migliaia di persone nel mondo”: osserva Marco Imperadori.

L’amicizia è un potente attrattore di positività, così è stato tra Francesco De Pace, Presidente del Lions Club Valsesia e titolare della Ditta Galloppini Legnami srl e Marco Imperadori: si sono incontrati nel 2015, in occasione dell’Expo a Milano, dove la Ditta Galloppini ha realizzato la facciata del padiglione del Giappone, progettato dall’architetto Atsushi Kitagawara, che si presentava come una griglia tridimensionale in legno lamellare di larice, composta da 17.000 pezzi di legno incastrati tra loro in modo da lasciar penetrare la luce solare, come richiamo alle risorse rinnovabili, costruita creando una perfetta sintesi tra passato e futuro con una fusione di tecniche tradizionali, analisi strutturali moderne e il metodo di tensione compressiva, grazie a cui i singoli elementi sono collegati con sistemi di aggancio e giuntura semplice e formidabile allo stesso tempo, per ottenere un sostegno resistente anche ai terremoti (molto frequenti in Giappone).

Partner scientifico del progetto era stato il Politecnico di Milano rappresentato dal prof. Marco Imperadori.

Quel manufatto, tradizionale e innovativo al tempo stesso, eloquente della cultura giapponese e di uno stile di vita rispettoso dell’ambiente, si traduceva in una struttura prefabbricata concepita nell’ottica di facilità di trasporto e di un montaggio rapido e a secco e, più in generale, nel segno dell’eco-sostenibilità.

Al termine di Expo 2015, grazie al Politecnico di Milano da anni attivo con progetti di rigenerazione e ricostruzione urbana, i segmenti di pareti in legno sono stati dislocati nei luoghi più disparati, in modo da rendere eterna nella memoria un’opera concepita per una manifestazione effimera.

Uno di questi “mock-up”: “Forest Byōbu”, dal nome del tipico paravento giapponese, utilizzato per separare e delimitare spazi privati, è stato collocato ad Arte Sella, nel giardino di Villa Strobele, in Val di Sella, nel territorio del comune di Borgo Valsugana (TN), che raccoglie opere d’arte in materiali naturali entro un contesto paesaggistico incontaminato.

Il secondo è andato a Favara, piccola cittadina dell’agrigentino, al Farm Cultural Park, nato nel 2014 come progetto di riqualificazione del centro storico della città, nel Cortile Bentivegna, un aggregato di edifici a sua volta costituito da sette piccoli cortili, attuato attraverso l’utilizzo di tre linguaggi diversi: arte contemporanea, architettura e public design.

Terza destinazione è stata un altro spazio isolano: Ischia, contesto fortemente sismico, in cui la struttura in legno simboleggia quanto tipologie costruttive dall’elevata duttilità e in materiali leggeri possano fornire adeguata risposta nei confronti di terremoti, oltre a istituire collegamento di analogia tra l’isola campana e il Giappone, due territori circondati dal mare e accomunati da un passato intensamente sismico.

Un frammento dell’opera verrà trasportato all’interno del contesto naturale di Oasi Zegna, al Massaro di Bielmonte, come ennesimo esempio di possibile riutilizzo della struttura come elemento di arredo urbano in contesti di pregio o da riqualificare, dove architettura e ingegneria si legano alla natura grazie all’impiego del legno strutturale.

Per il futuro si sta pensando anche alla Valsesia, ma si dovranno individuare il luogo ed il contesto adatti.

Il team del prof. Marco Imperadori, utilizzando “scarti di ottima qualità” (grazie alla collaborazione di Galloppini Legnami Srl  per lo sviluppo dell’ingegnerizzazione e della logistica e per la fornitura della struttura in legno, Rothoblass Srl per la fornitura di tutte le membrane tecniche traspiranti, Actis per i materiali termoriflettenti multistrato, di origine aerospaziale, utilizzati in copertura per riflettere il calore estivo, CELENIT Isolanti Naturali, che ha fornito i pannelli colorati in lana mineralizzata utilizzati nei tamponamenti)  a Scampia ha creato per i bambini del “Giardino dai mille colori” (nato nel 1989 come gruppo spontaneo di persone che scelsero di lavorare insieme per i minori di questo difficile  territorio): ArKA, Arcobaleno Kids Architecture, una piccola costruzione, un piccolo riparo, un luogo di gioco aperto a tutti e che accolga tutti, proprio come l’arca di Noè, perché l’Associazione si rivolge ai bambini napoletani e Rom, facendo attenzione alla eterogeneità socio-culturale, favorendo e curando l’integrazione di tutti.

L’esposizione, accompagnata da un appassionante viaggio per immagini, è stata conclusa da Marco Imperadori con un ringraziamento: “Grazie a chi ci crede e ci dona i materiali di scarto che sono riutilizzabili: cerchiamo di dare il massimo con quello che abbiamo a disposizione, inserendo forma, colore e luce”.

 

Redazione di Vercelli

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