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LICEO FERRARI BORGOSESIA - Giornata della Memoria: l’importanza di ricordare      
 

Il resoconto di Tommaso Brambilla e Arianna Demiliani, rappresentanti degli studenti

Valsesia e Valsessera

Ricordare.

Verbo con significato contrario rispetto a “dimenticare”.

Oggi più che mai, in seguito al passare del tempo, ai testimoni diretti sempre meno numerosi e agli avvenimenti che succedono tutti i giorni e che ci circondano, è importante ricordare e tenere viva la memoria di ciò di osceno e raccapricciante che è accaduto un’ottantina di anni fa.

Oggi più che mai questo verbo ha un significato fondamentale.

E, oggettivamente, chi ha più potenziale per imparare e ricordare e più tempo per assimilare notizie, storie e racconti sono i giovani, gli studenti, soprattutto gli adolescenti liceali, per ovvie ragioni di maturità rispetto ai bambini più piccoli.

Fatta questa premessa, come ha ricordato la data del 27 gennaio il Liceo Gaudenzio Ferrari di Borgosesia?

Dato che la giornata cadeva di sabato, l’assemblea si è svolta durante la giornata di lunedì 29, presso il cinema Lux.

Qui è stato proiettato il film La chiave di Sara, non propriamente un classico e poco conosciuto, ma che è piaciuto molto.

Interessante il modo in cui affronta il tema, a partire dal rastrellamento del Marais di Parigi e dalla deportazione dal Velodrome d’Hiver, in maniera trasversale nel tempo, tramite la visione di una giornalista dei nostri giorni e quella di una bambina ebrea, Sara, contemporanea ai fatti, grazie a continui flashback.

Così come è interessante come venga approfondita la vita dopo la Seconda Guerra Mondiale della protagonista, fortemente influenzata dalle tragedie vissute e segnata dai ricordi: la trama, sviluppandosi, mette in luce l’importanza della memoria.

Alla visione del film è seguito l’intervento del professor Bruno Rinaldi che, partendo dalla spiegazione del contesto spazio-temporale della trama del film, ha coinvolto i ragazzi con un interessante e chiaro discorso sulla Shoah in generale, sottolineando anche particolari dettagli, logici ma non banali, su cui riflettere e illustrando l’etimologia di alcune parole molto delicate che hanno reso i ragazzi molto più consapevoli riguardo alla storia e a questo genocidio.

Si è avuta prova di ciò anche grazie alle numerose domande che gli studenti hanno rivolto al prof. Rinaldi e a Bruno Rastelli, garante, responsabile e portavoce dell’ANPI valsesiana che, a sua volta, ha raccontato della storia dell’associazione e di ciò di cui si occupano ad oggi: tutto ciò ha contribuito a creare un vero e proprio dialogo costruttivo.

Nel frattempo alcuni studenti volontari, accompagnati dalla professoressa Palatella, si sono recati alla Torre Campanaria di fronte al Comune per riportare in vita quella che era, prima del Covid 19, un’usanza che gli studenti del liceo intendono ripristinare: la Staffetta della Memoria.

Essa consiste nel leggere i nomi dei deportati della zona tra Vercellese, Biellese e Valsesia (includendo luogo e data di deportazione e se siano tornati o meno a casa dopo la Liberazione), uniti a qualche passo di libri e poesie di autori che hanno affrontato la Shoah nelle loro opere, oltre all’accensione di alcuni lumini commemorativi.

Speriamo in questo modo di contribuire anche noi a non dimenticare.

I rappresentanti degli studenti

Tommaso Brambilla e Arianna Demiliani

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Scuola e Università