Il mercato automobilistico cinese è ormai in buona parte elettrico. BYD è l’azienda che più di tutte ha spinto le vendite nel 2022, seguita da GM Group, Tesla, Geely Holding e GAC Group. Lo scorso anno, infatti, le immatricolazioni di auto elettriche hanno avuto una crescita dell’87% rispetto al 2021 ed è un dato enorme quello della Cina, ovvero che un’auto su quattro è elettrificata: full-electric o plug-in hybrid. Le stime delle case automobilistiche, sommate a quelle degli investitori, presuppongono il superamento di 8 milioni di unità nel 2023 nel paese più popolato del mondo. La Cina diventa, quindi, rilevante sul mercato elettrico e Geely ha da tempo acquistato Volvo. Quest’ultima, infatti, sta piano piano cambiando e diventando più moderna e sicura, scopri di più sui ricambi Volvo.
La Cina è sempre più elettrica
In Cina le vendite di veicoli elettrici leggeri (EV), ovvero le autovetture elettriche, sono quasi raddoppiate nel 2022. La crescita è stata dell’87% su base annua, secondo l’ultima ricerca del “Global Passenger Electric Vehicle Model Sales Tracker”, condotta da Counterpoint. La quota di veicoli elettrici a batteria (BEV), ovvero full-electric, nelle vendite totali di veicoli elettrici è diminuita nel 2022, con i veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) che hanno aumentato la loro quota, raggiungendo il 24%. In termini di vendite, la Cina si attesta come secondo mercato in più rapida crescita tra i primi 10 mercati EV del mondo nel 2022. A batterla su questo fronte è un suo storico rivale, il Giappone, grazie a una crescita del 119% su base annua. Nonostante questo, in termini assoluti la Cina ha rappresentato quasi il 59% del volume globale delle vendite di veicoli elettrici.
È tutta concorrenza interna
Il mercato cinese è il più dinamico tra quelli più grandi al mondo e rappresenta il più grande in assoluto. Sono più di 90 i marchi che offrono oltre 300 modelli per tutte le tasche: da alcune microcar che hanno un prezzo di 5mila dollari, fino alle premium, che costano anche 90mila dollari. Interessante notare che le case automobilistiche cinesi controllano l’81% del mercato EV, capeggiate da BYD, Wuling, Chery, Changan e GAC.
La Cina ha anche una vasta gamma di start-up EV, come Nio, Xpeng, Neta, AITO, IM Motors, Zeeker, Aiways e Livan, che stanno ottenendo buoni risultati e stanno dando una forte concorrenza a marchi stranieri affermati.
Tesla battuta. È BYD il top player, tante le start-up
Nonostante una crescita enorme delle vendite a livello globale, Tesla ha registrato un calo di quasi il 5% su base annua della sua quota di mercato cinese. In parte è probabilmente dovuto a un’interruzione nella produzione di due mesi, aprile e maggio 2022, a causa dalla recrudescenza del Covid, ancora rilevante in quella regione. Sebbene la produzione sia ripresa a pieno regime a giugno, Tesla ha dovuto affrontare altre sfide: la disponibilità limitata di alcune componenti, l’aumento dei costi dovuti a una difficoltà nell’approvvigionamento, ma anche la concorrenza delle offerte (convenienti) che provenivano dalle start-up EV. Infine, il mercato cinese sta premiando le aziende interne, anche quelle più recenti e più piccole, a danno di un grande player come può essere il marchio di Elon Musk. Nel frattempo, BYD ha aumentato la sua quota di mercato, arrivando a una crescita dell’11% rispetto al 2021. Sei auto di questa azienda erano presenti nella Top 10 dei modelli più venduti nel mercato cinese nel 2022 (erano solo tre l’anno precedente).
Nel 2022, i primi 10 modelli EV hanno rappresentato quasi il 45% delle vendite totali di veicoli elettrici, con un calo del 3% rispetto al 2021. Ciò suggerisce che le nuove start-up offrono una forte concorrenza agli operatori consolidati. Inoltre, nel quarto trimestre del 2022, BYD Song ha superato il Wuling Hongguang MINI EV come modello EV più venduto, spodestando quest’ultimo dal trono dopo otto trimestri consecutivi.
La guerra dei prezzi
In Cina, nel 2023 si prospetta l’immatricolazione di oltre 8 milioni di unità EV. Le notizie degli ultimi mesi hanno mostrato che la ricerca di una posizione dominante sul mercato è rilevante per tutti i player. Se a gennaio BYD aveva alzato il prezzo delle proprie auto da 250 dollari a 900 dollari in più per modello, a causa di un aumento del costo delle materie prime, in seguito ha fatto retromarcia. Da una parte la riduzione e l’eliminazione dei sussidi per l’acquisto dei veicoli elettrici, dall’altra le manovre di mercato di altre case automobilistiche (Tesla in primis) hanno spinto BYD a ridurre il prezzo dei propri veicoli elettrici. Così alcuni modelli, tra cui l’Han e il Qin, hanno visto una riduzione del costo di oltre 2,5mila dollari. Altri modelli, invece, hanno subito una riduzione di circa mille dollari. Ciò sembra portare a una guerra dei prezzi per il guadagno di una fetta di mercato. In tutto questo le start-up riusciranno a muoversi?