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ISTITUTO CAVOUR - “In cerca di rifugio: storie, viaggi e ricerche di futuro”, gli studenti alla Festa dei Popoli        

Gli allievi hanno seguito con molta attenzione i relatori che hanno approfondito il tema dell’immigrazione e della condizione dei rifugiati

Vercelli Città

Mattinata molto interessante e coinvolgente in  Seminario per gli   allievi dell’ Istituto Superiore “Cavour” che hanno partecipato martedì 8 ottobre alla conferenza intitolata “In cerca di rifugio: storie, viaggi e ricerche di futuro”, con un particolare focus sulla condizione dei rifugiati   per la sedicesima edizione della Festa dei Popoli, organizzata dall’Arcidiocesi di Vercelli con il contributo attivo della Pastorale universitaria, in sinergia con il Comune di Vercelli, i giovani del Servizio civile, l’Università del Piemonte Orientale e il Centro territoriale per il volontariato Vercelli e Biella.

Gli alunni  delle classe 5°A A.F.M. S.I.A. , accompagnati dal Prof. Massimo Paracchini dell’Istituto Tecnico “Cavour”, hanno  seguito con molta attenzione i relatori che hanno approfondito il tema dell’immigrazione e della condizione dei rifugiati in una serie di interventi e di laboratori  in cui tutti hanno sottolineato come questo argomento sia uno dei temi più importanti nella società di oggi.

Ha introdotto la mattinata di studi suor Alfonsina Zanatta, organizzatrice dell’evento, responsabile della Pastorale Universitaria, che ha detto  che la festa dei  Popoli torna con il suo messaggio di dialogo e di incontro tra persone di provenienza e lingue diverse.

All’organizzazione di questa rassegna hanno contribuito tanti giovani insieme ad altrettanti esperti delle università del Piemonte Orientale, di Milano e di Trento, oltre a due realtà di spicco negli studi sul fenomeno migratorio: Fieri, associazione che da oltre vent’anni si occupa dello studio delle migrazioni, e Asgi, in difesa e a tutela dei diritti dei migranti.

La Festa dei Popoli vuole essere ancora una volta occasione di amicizia, sorretta da corretta informazione verso i valori della giustizia, del dialogo, della fraternità.

E’ sempre un’occasione d’incontro per stare in un clima di fiducia  e di amicizia con altre realtà diverse dalla nostra, con la possibilità di conoscere e incontrare persone di altre culture e di altre tradizioni.

E’ certamente l’occasione per sperimentare la bellezza di provenienze diverse.

Diversi i tavoli di lavoro programmati con Ferruccio Pastore, Mauro Pigino, Enrico Viale, il Centro territoriale per il Volontariato di Vercelli e Biella, i giovani del Servizio Civile e i richiedenti asilo e rifugiati.

Ci sono stati  interventi e laboratori a cura di Mauro Pigino (ASGI), Il diritto di asilo in Italia nel 2024: situazione e prospettive; di Ferruccio Pastore (FIERI), Migrazioni e povertà e di Andrea Pogliano (FIERI e UPO), Rifugiati e mass media: un immaginario problematico.

L’avvocato Mauro Pigino, esperto in problematiche di richieste d’asilo, socio ASGI dal 2016, ha parlato di esperienze legate all’immigrazione e ai rifugiati.

In passato l’Italia era un paese di emigrazione, molti italiani andavano all’estero;  da vent’anni circa a questa parte invece è diventato un paese d’immigrazione che accoglie sempre più persone di altri paesi.

Una volta a scuola non c’erano classi con ragazzi di altri paesi; oggi sì e questa è un’occasione di arricchimento.

Molte persone lasciano il proprio paese e la propria casa per cercare una vita migliore, per la povertà e per la guerra, perché il loro Stato non li protegge o li discrimina  ed essere costretti a lasciare  la propria casa e la propria famiglia è sempre  una scelta molto dolorosa.

Poi ci sono storie di violenza anche durante il viaggio.

Quando il rifugiato scappa e cerca asilo in un altro paese chiede il permesso.

Il permesso di soggiorno è il fondamento su cui ruota tutta la vita del rifugiato, è il documento che gli permette di vivere e di studiare e per ottenerlo la strada è molto lunga.

Se la domanda è fondata,  si ottiene il permesso di 5 anni;  se invece la sua storia non è credibile, ovvero ha lasciato il  suo paese perché cercava lavoro e non perché era perseguitato, la domanda viene rigettata dopo 3 anni.

Il secondo intervento è stato quello di Ferruccio Pastore che  ha parlato del rapporto tra migrazioni e povertà, un nesso stretto ma non univoco, sottolineando come gli aspetti economici siano cruciali;  c’è il lato oscuro della povertà, ogni migrazione richiede un investimento iniziale e spesso non sono i più poveri ad emigrare.

Quel che è certo è che nessuno emigrerebbe volontariamente per finire più povero di prima.

Tra gli anni ’90 e i primi anni 2000 l’Italia è stata tra i maggiori paesi di immigrazione al mondo, un’immigrazione poco qualificata, ma “redditizia”.

Negli anni  2007-2008 si innesca una catena di crisi.

La povertà in Italia si è certamente più diffusa tra gli immigrati stranieri e in questi ultimi 10 anni si è ancora più accresciuta.

La società sta cambiando e le diseguaglianze economiche sono sempre più legate all’origine e all’aspetto.

Ci sono tante forme di povertà, oltre a quella strettamente economica, si parla di povertà educativa, abitativa, energetica, relazionale.

Ci sono due modi per misurare  la povertà economica: sulla base del reddito o dei consumi.

C’è una povertà assoluta e una povertà relativa con reddito famigliare netto disponibile inferiore al 60% del reddito medio.

Ci sono anche situazioni di grave deprivazione sociale e materiale con incapacità di assicurarsi beni o servizi ritenuti essenziali per vivere dignitosamente in una società definita.

Il terzo intervento è stato quello di Andrea Pogliano, docente di sociologia, che si occupa in particolare di mass-media e di come questi ultimi condizionino spesso le nostre opinioni, in una società dove l’informazione principale è quella della televisione.

Spesso c’è il tentativo di smuovere le coscienze con foto e immagini di dolore: in questo modo si toglie l’umanità,  nessuno infatti vorrebbe essere fotografato nel momento in cui è in difficoltà e ha rischiato la vita e quasi tutti i canali cercano di portare avanti un racconto molto simile, c’è una certa uniformità di pensiero, ma non sempre è un bene che non ci siano racconti alternativi.

Spesso il sistema dei media costruisce un racconto molto semplificato e cerca le notizie sensazionali,  c’è appiattimento sulla loro  condizione di richiedenti asilo e di rifugiati e sospetto su quello che faranno in futuro.

Ci sarebbe invece bisogno di conoscere meglio quelle persone, tra cui ci sono tanti ragazzi come voi con gli stessi sogni e le stesse aspirazioni.

In conclusione, gli allievi hanno dimostrato  molto entusiasmo e attenzione per questa intensa mattinata di studi in cui sono stati affrontati, in modo veramente approfondito e da diversi punti di vista, i vari temi legati all’immigrazione, in una serie di interventi in cui tutti i relatori hanno sottolineato come questo argomento  sia oggi uno dei temi emergenti e cruciali in Italia e nel mondo.

CLASSE 5°A A.F.M. S.I.A.

(Foto di Arcaleanu Bejan Valentin George)

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Scuola e Università