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ISTITUTI CAVOUR E LANINO – Incontro sul tema “Giovani e giornalismo tra politica e società civile” nell’ambito della XIX edizione del Festival di Poesia Civile            

Relatori il professor Giorgio Simonelli e la giornalista di Repubblica, Serenella Mattera

Vercelli Città

“Perché negli ultimi decenni stiamo assistendo al fenomeno della morte della carta stampata?”

“Perché i giovani stanno rinunciando a intraprendere la strada del giornalismo?”.

Questi sono solo alcuni dei quesiti emersi durante l’incontro “Giovani e giornalismo tra politica e società civile” tenutosi Giovedì 26 ottobre nell’aula magna dell’ Istituto tecnico “C. Cavour” per gli allievi degli istituti “Cavour” e “Lanino” nell’ambito della XIX edizione del Festival di Poesia civile.

Relatori dell’interessante incontro il professor Giorgio Simonelli e la giornalista di “Repubblica” Serenella Mattera che hanno incuriosito e appassionato il pubblico, coinvolgendolo in un dibattito davvero animato.

Negli ultimi anni, a causa dello spopolare dei social e di fonti informative sempre più “alla mano”, i giovani, e non solo, hanno l’impressione che il giornalismo sia alla portata di tutti e che si possano recepire notizie in tempo reale da tutto il mondo e in qualsiasi momento, il che rende evidente il motivo del prevalere dell’informazione digitale rispetto a quella tradizionale.

Questo potrebbe essere un bene, se ci fosse da parte del pubblico la consapevolezza che gran parte delle informazioni provenienti da siti o pagine social sono filtrate o non del tutto veritiere e che perciò necessitano di essere approfondite.

Inoltre spesso capita di imbattersi, proprio nei commenti relativi a questi post, in vere e proprie discussioni aggressive e cariche di odio dovute a posizioni politiche, ideali o correnti di pensiero differenti tra gli utenti.

Quindi anche uno degli scopi fondamentali dell’informazione e della conoscenza, nonchè lo sviluppo di un senso critico proprio per mantenere salda la propria posizione rispettando anche quelle altrui, sta morendo insieme alla carta stampata.

A questo proposito, sorge spontaneo chiedersi se la notizia flash viene percepita per come essa è realmente o a libera discrezione di chi vede determinate immagini o legge determinati titoli d’impatto non spingendosi oltre a questi.

Ipotizzando che, nella gran parte dei casi, la risposta stia nella seconda ipotesi, quest’ultima sarebbe dovuta alla superficialità dei singoli individui o a un disinteresse di base della nostra società verso l’attualità e verso i problemi che vanno al di fuori della nostra abitudinaria quotidianità pervasa da futili materialismi?

In entrambi i casi potremmo comprendere il fenomeno della rinuncia da parte delle nuove generazioni all’approccio verso il mestiere del giornalismo.

Senza generalizzazioni si potrebbe sostenere che la nostra generazione sia indirizzata verso l’interesse per le sole impressioni e non per la profonda conoscenza dei fatti, come delle persone: spesso si dà più importanza a come una persona appare in foto, a che vestiti indossa o ai luoghi che frequenta piuttosto che alla sua reale natura umana e ai suoi valori.

Nello stesso modo i Centennials, sono più attratti da notizie di gossip, dal cosiddetto hype tra artisti e influencer che dall’attualità.

Il che non è del tutto una colpa, ma un riflesso della misura e del modo in cui sono stati invogliati ad approfondire la conoscenza sminuendo la superficialità.

Dunque come possono questi principi invogliare i giovani a fare della diffusione dell’informazione il loro mestiere tentando di contrastare la vacuità della nostra epoca?

Senza trascurare l’importante ostacolo rappresentato dall’occulta prescrizione della sola diffusione di determinate notizie nel rispetto di determinati limiti, il che fa del giornalismo non un semplice mestiere, ma una vera e propria lotta per evitare che “la democrazia muoia nelle tenebre” (Washington Post, 2017) e che pochi hanno la volontà di combattere.

Sarebbe dunque compito di coloro, che hanno fatto di questa lotta uno scopo di vita, trasmettere l’interesse e la passione per questo mestiere nella convinzione di questo motto, perché esso ne diventi un caposaldo.

Un ringraziamento al dottor Luigi Di Meglio, Presidente dell’associazione “Il Ponte di Vercelli e organizzatore del Festival di Poesia civile, ai relatori e alla nostra scuola per questa mattinata di grande spessore culturale.

Erica Marsaglia  

Classe 5^ B – Servizi socio-sanitari

Istituto professionale “Lanino”

 

Redazione di Vercelli

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