È stata approvata, mercoledì 21 giugno, all’unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte l’esito della “Indagine sul disagio psicologico post Covid e rischio suicidario”, presentata dal presidente della commissione Sanità, il leghista Alessandro Stecco.
“La mozione approvata da questo Consiglio – ha spiegato all’aula di palazzo Lascaris Alessandro Stecco, professore universitario e medico – aveva incaricato la Quarta Commissione consiliare di condurre un’indagine per comprendere la situazione relativa al disagio psichico post-Covid. Dopo una serie di audizioni, sono emersi i sintomi più comuni del disagio dopo la pandemia, tra cui depressione, ansia e autolesionismo. Questi sintomi colpiscono principalmente i giovani e le donne, ma anche bambini e anziani. Secondo le stime attuali, ci sono circa 53 milioni di casi in più di depressione maggiore e 76 milioni di casi in più di disturbi d’ansia rispetto al 2020 a livello mondiale, direttamente o indirettamente legati alla pandemia”.
I professionisti auditi hanno sottolineato che la pandemia ha amplificato un malessere e delle difficoltà già presenti da molti anni.
Un terzo dei medici di base riporta sintomi depressivi clinicamente rilevanti, mentre il 71% dichiara un aumento dell’ansia a causa del carico di lavoro.
Le donne e i giovani sono le categorie più colpite, con le prime impegnate nella gestione casalinga e i secondi poco preparati per situazioni di tale portata.
Per quanto riguarda i giovani, un quarto degli adolescenti soffre di depressione, disturbi comportamentali, ideazione suicidaria, autolesionismo, alterazione del ritmo sonno-veglia, ritiro sociale e forme di violenza.
Durante la fase pre-Covid, l’abuso di droghe e alcol era un momento di socialità, ma ora rappresenta un’attitudine di isolamento sociale. Inoltre, molti ragazzi hanno difficoltà a riprendere una vita normale nonostante la riduzione dei sintomi, generando problemi nel ritorno alla normalità.
L’isolamento sociale e i cambiamenti delle abitudini di vita dovuti ai lockdown hanno rappresentato un enorme problema per i giovani con riduzione delle attività sportive e ricreative, maggior tempo trascorso a casa e un aumento delle tensioni familiari.
“Dall’indagine è emersa la necessità di implementare programmi di screening psicologico su larga scala – ha concluso il neuro radiologo della Lega Stecco -, attualmente, la disponibilità di supporto psicologico è limitata a causa della saturazione dei servizi con pazienti che presentano problemi psichiatrici gravi o tossicodipendenze. Tuttavia, la sperimentazione dello psicologo di cure primarie in Piemonte, rappresenta un piccolo, ma solido passo avanti per offrire sostegno alle persone e facilitare il lavoro dei Centri di Salute Mentale. È importante considerare l’attrattività della professione sanitaria in relazione ai fenomeni che stiamo affrontando, in cui ci sono chiare difficoltà degli studenti nel iscriversi ai corsi di infermieristica e molti medici scelgono di emigrare. Questi mesi di lavoro hanno ribadito che ci sono ancora sfide da affrontare, ma la Giunta conferma ancora una volta la disponibilità a progredire in questa direzione”.
Redazione di Vercelli