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Sarà impuro finché durerà in lui il male

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Letture dalla Liturgia nella VI Domenica del Tempo Ordinario - "Se vuoi, puoi" - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide

fate tutto per la gloria di Dio.

Lv 13,1-2.45-46

Dal libro del Levìtico.

Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:
“Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”.
Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento”.

Sal.31

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: “Confesserò al Signore le mie iniquità”
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!

1 Cor 10,31 – 11,1

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi.

Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.
Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

Mc 1, 40-45

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”.
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

***

COMMENTO A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Gesù “ne ebbe compassione” (Vangelo).

Gesù conosce perfettamente la prescrizione mosaica riguardo alla lebbra di cui il Levitico ne descrive sintomi e relative prescrizioni; contaminazione, impurità, peccato…  eppure la prima reazione di Gesù è un’altra: Gesù ha “compassione” dell’uomo, dell’ammalato, del lebbroso.

Gesù non è preoccupato di “certificare” la malattia, di prescrivere regole e leggi… Gesù ha compassione per l’uomo, per il suo dolore.

L’uomo chiama Dio e Dio guarda l’uomo.

Gesù guarda all’uomo, al suo dolore, alla sua difficoltà e ne ha “compassione” patisce con…, il suo è l’atteggiamento di chi si china sull’uomo, di chi condivide, di chi cura, allevia, guarisce…

Lebbrosi… non potevi non sapere se nei dintorni vi era un lebbroso: coperto di stracci, doveva far suonare campanelli per “avvisare” del suo arrivo, scoperto il capo, velato il volto, al grido di “impuro” era “riconosciuto” ed “evitato” da tutti.

Malattia terribile e “penalizzante”, suscitava dibattiti “ha peccato lui o i suoi genitori?”

“Quale peccato ha commesso così grave da meritarsi simile pena?”

Motivo di esclusione e di segregazione, vita di solitudine e di allontanamento dalla comunità, rifiuto. (prima lettura)

E Gesù non solo ne ha “compassione”, tende la mano e lo “tocca”.

Gesù si avvicina, si fa “prossimo”, si curva su quel lebbroso, lo tocca e lo guarisce.

Gesù è lì vicino, accanto, in quel lebbroso… perché dove c’è l’uomo sofferente, abbandonato, disprezzato… lì c’è Dio.

Gesù “tocca” e “guarisce”.

Dio non è solo è “vicino”, è con l’uomo

“Se vuoi….”

“Se vuoi… puoi” una “supplica”… una preghiera.

In ginocchio.

Totale fiducia e abbandono. Fede.

E Gesù vuole.

Gesù tocca e purifica.

Non più Impuro, ma Purezza

Gesù vuole il bene e la salvezza dell’uomo, Dio ama l’uomo così tanto che si china su di lui per “guarirlo”, non solo dalle malattie…

Lo toccò e lo guarì non solo dalla lebbra ma da ogni impurità…

Lo toccò e lo guarì … perché non fosse più solo, perché non fosse più escluso, perché non vivesse più ai margini, perché fosse “in comunione, in relazione”.

“Taci” perché la fede non viene suscitata dai miracoli, perché la fede non ha bisogno di “prove”.

“Taci”… ma se ho incontrato Dio non posso tacere!

Non posso tacere la misericordia e la compassione di Dio per l’uomo, per ogni singolo uomo, per l’uomo peccatore, per l’uomo solo, per l’uomo abbandonato…

“Taci” ma se Gesù mi ha “liberato” e “guarito”, non posso tacere: pienezza di vita pienezza di Dio.

L’incontro che non si può tacere: Il Vangelo, il nuovo annuncio, una “modalità nuova”, la salvezza.

Il lebbroso diventa “annunciatore”, non più solo, emarginato, ammalato… ma guarito, purificato… non più “campanelli”, ma parole, annunci.

Libertà e purezza, oltre le “regole”, libertà che è scelta di vita, gioia, salvezza. (seconda lettura)

E Gesù, mentre la folla lo cerca, cerca la solitudine, non per “chiudersi”, ma per “ritirarsi”.

E la gente lo cerca…

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