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In questo infatti consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Letture dalla Liturgia nella Festa del Battesimo del Signore - "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento" - Commento della Prof. Elisabetta Acide - Video catechesi del Card. Gianfranco Ravasi - 

I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie

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Is 55, 1-11

Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:
“O voi tutti assetati, venite all’acqua,
voi che non avete denaro, venite;
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
il vostro guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e gusterete cibi succulenti.
Porgete l’orecchio e venite a me,
ascoltate e vivrete.
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna,
i favori assicurati a Davide.
Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli,
principe e sovrano sulle nazioni.
Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi;
accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano
a causa del Signore, tuo Dio,
del Santo d’Israele, che ti onora.
Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata”.

Da Is 12

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

1 Gv 5, 1-9

Dalla prima lettera di San Giovanni apostolo

Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio.

Mc 1, 7-11

Dal Vangelo secondo San Marco

In quel tempo, Giovanni proclamava: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo”.
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.

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UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

“Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie…” (prima lettura): quale distanza tra i “disegni di Dio” e i “disegni dell’uomo”! 

Ma l’abisso è colmato: il Messia sarà quel “cielo”, quel Dio che si “avvicina” all’uomo.

“Il Verbo si è fatto carne”.

Come la pioggia e la neve

scendono giù dal cielo,

 e non vi ritornano senza averla irrigata,

 fecondata e fatta germogliare,

 per dare seme al seminatore

 e pane a chi mangia,

 così sarà della parola

 uscita dalla mia bocca 

(Isaia 55, 10-11)

La parola ebraica majîm, “acqua”, risuona 580 volte nell’Antico Testamento.

Pioggia e neve che “abbonda” e arricchisce laghi, fiumi, torrenti, rigagnoli, pozzanghere, deserto, pozzi… acqua che fa germogliare, feconda, produce ricchezza e abbondanza… come quel Verbo…

Acqua viva: Cielo che “vivifica” la storia umana.

Amore che vivifica e perdona.

Il Verbo nel quale “è la vita e la vita è la luce degli uomini” (Giovanni 1, 4)

Acqua di quel fiume…

Penitenti in attesa…

“Prepatate la via… Raddrizzate i sentieri…”

Si mescola con la folla, si confonde, si mette in fila… è lì, sulle rive del fiume Giordano proprio con il mondo. Solidarizza con l’umanità.

Gesù è lì tra gli abitanti di Gerusalemme e tra quelli della Giudea (Vangelo di Marco).

Dio prossimo all’umanità.

“Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo» (Mc 1,7-8): Giovanni annuncia la venuta di uno più forte, che viene dopo di lui, e del quale si considera umile servo.

Gesù “in fila”, “in attesa”: Dio è “forte”, è Onnipotente, è relazione, relazione Trinitaria.

Dio è Padre, Dio è Figlio, Dio è Amore.

La relazione e la redenzione.

Uomo – Dio.

Nelle acque del Giordano, la relazione divina.

ll battesimo di Giovanni viene chiamato un “battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati” (Mc 1,4; Lc3,3); Giovanni stesso disse che battezzava “con acqua in vista del (o per il) ravvedimento” (Mt 3,11).

Quelli che si fanno battezzare da Giovanni nel fiume Giordano “confessavano i loro peccati, exomologoúmenoi tàs hamartías autàn» (Mc 1,5; Mt 3,6).

Il lavaggio in acqua era visto in quella cultura come un tipo di purificazione (dal peccato o dall’impurità).

Naturalmente, non era il battesimo in sé che portava il perdono.

Era il ravvedimento che era il passo essenziale, perché Dio guarda il cuore e non l’esterno.

Giovanni battezza hydati, “con acqua”, Gesù battezza en pneúmati hagí , “in Spirito Santo”.

Giovanni, conforme agli oracoli del profeta Isaia, Giovanni annuncia la salvezza di Dio che raggiungerà ogni essere umano.

Il battesimo di Giovanni è l’esperienza d’incontro con Dio che si fa vicino all’essere umano.

Gesù toglierà il peccato, Egli è l’ “Agnello di Dio”.

A quale dignità ci eleva il Battesimo:

“Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!” (1 Gv 3,1).

Lo Spirito Santo, ricevuto per la prima volta nel giorno del nostro Battesimo, ci apre il cuore alla Verità, a tutta la Verità. Lo Spirito spinge la nostra vita sul sentiero impegnativo ma gioioso della carità e della solidarietà verso i nostri fratelli. Lo Spirito ci dona la tenerezza del perdono divino e ci pervade con la forza invincibile della misericordia del Padre. Non dimentichiamo che lo Spirito Santo è una presenza viva e vivificante

Battesimo: “immersione in Cristo”.

Rigenerazione e rinascita: “Andate e battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

Battezzati: corpo di Cristo che è la Chiesa.

Battezzati: perdonati dalla morte di Gesù.

Sulle rive del Giordano il Padre “presenta” il “Figlio” al mondo, dopo la sua “presentazione” all’uomo nato dal grembo di una donna: “Tu sei il Figlio mio, l’amato, il mio compiacimento”.

Tu … sei l’Amato.

Tu… Figlio mio…

Tu… Amato Amante.

Tu… che insegni l’Amore .

Tu… Voi…

Quale gioia, guardando la Chiesa, il Padre se potesse dire: “In voi mi sono compiaciuto… in voi che vivete nell’Amore, in voi che avete compreso e vivete il Vangelo…”

Quale gioia per quel Dio che ci vede “in fila” sulle rive dei fiumi dell’odio, dell’indifferenza, della povertà, della noia, del disinteresse, della guerra… potesse dire alla sua Chiesa: “In te ho posto il mio compiacimento”.

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