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Il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità.

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Letture dalla Liturgia della XXIX Domenica del Tempo Ordinario - "Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti" - Commento a cura delle Suore Carmelitane del Monastero "Mater Carmeli" di Biella - 

L'anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo.

Is 53,2.3.10-11

Dal libro del profeta Isaia.

Il Servo del Signore è cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità.

Sal.32

RIT: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

  RIT: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

  RIT: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

  RIT: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Eb 4, 14-16

Dalla lettera agli Ebrei.

Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

Mc 10, 35-45

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Che cosa volete che io faccia per voi?”. Gli risposero: “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”.
Gesù disse loro: “Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?”. Gli risposero: “Lo possiamo”. E Gesù disse loro: “Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”.
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO ‘MATER CARMELI’ DI BIELLA

Il suo amore per noi

(Is 53,10-11; Sal 32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45)

Continua l’insegnamento di Gesù sulla cultura del Regno.

Egli lo annuncia, lo spiega, lo propone e lo attua di continuo in parole e opere concrete di ogni giorno.

Dirigendosi a Gerusalemme (città eletta da Dio per il suo popolo e prefigurazione di quella celeste che quaggiù Egli stesso va costruendo), Gesù prende nuovamente i Dodici in disparte per dire loro ciò che là gli sarebbe accaduto.

Allora udendo ciò, Giacomo e Giovanni, gli si avvicinano, portando nel cuore un sogno più grande di loro.

Gesù è un vero maestro: saprà di certo come realizzarlo per loro! Dapprima egli li interroga, come fece la prima volta quando li invitò a seguirlo.

«Cosa cercate, cosa volete che vi faccia?».

Infatti la loro richiesta è esigente, ma sincera: essere come il Maestro! Essere grandi, apprezzati, ricercati, necessari ed entusiasti perché anche i demòni si sottomettono a loro (Lc 10,17).

 «Voi non sapete quel che chiedete»,

risponde loro Gesù.

Per aiutarli a riorientare il loro sogno devono comprendere che ciò che cercano lo ottengono coloro che si preparano umilmente e quotidianamente a riceverlo.

Come? Rimettendoci persino la vita pur di riconciliare tutti nella bontà di Dio.

Gesù l’ha fatto per ogni essere umano perché vuole la nostra amicizia. Dunque è nel nostro e altrui interesse ascoltarlo in ciò che ci domanda.

Pensiamoci, prima di giudicare che quanto ci chiede è troppo amaro! 

Dio ti guarda personalmente, chiunque tu sia, ti chiama per nome.

Ti vede, ti comprende perché ti ha creato.

Sa quello che passa dentro di te, conosce ogni tuo sentimento e pensiero, le tue inclinazioni e le cose che ti piacciono, la tua forza e la tua debolezza.

Tu non sei solo una creatura della sua sapiente e meravigliosa creazione – sebbene Lui ha cura perfino degli uccelli del cielo – tu sei un uomo redento e santificato dall’opera che Gesù Cristo ha compiuto per riscattarti da questo mondo disorientato e condizionato dal male.

Ma tu per grazia sei suo figlio adottivo, coerede e partecipe di quella gloria e gioia che fluisce da lui eternamente nel Figlio Unigenito.

Tu, infatti, sei stato scelto dall’eternità per essere suo.

Tu sei uno di quelli che Gesù include da sempre nella sua preghiera, nella gioia e nelle afflizioni. Afferriamo questa Verità, lasciamoci stupire e chiediamoci che cos’è l’uomo, cosa siamo noi, che cosa sono io, perché il Figlio di Dio «si curi di me?» (Sal 8,5).

Cosa sono io per lui perché mi abbia creato di nuovo per fare del mio cuore la sua dimora?

Siamo il suo tesoro, ciascuno è una perla preziosa che lo compone. Dio ci ama sul serio, perciò fidiamoci di lui quando dice: «Sedere accanto a me nella gloria è per coloro per i quali è stato preparato».

Vediamoci tutti invitati e lasciamoci preparare da lui ogni giorno col dono semplice e fiducioso della nostra esistenza.

Perché Dio ci ha amati per primo, perdonandoci tutto.

Ci ha riscattati dal potere del male e della morte.

Servirlo è ringraziarlo per questo.

Le Sorelle Carmelitane

Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza     

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