Le classi 5A e 5D Arti Figurative Liceo Artistico A Alciati di Vercelli proporrranno domenica 1 dicembre alle ore 11.00 presso la Ringhiera dell’istituto Rosa Stampa, Corso Italia 48, lo la performance I Panni Sporchi si lavano in Casa.
Docenti di riferimento: Diego Pasqualin e Isabella Vitti.
Spesso i ricordi si sfumano e si confondono ad idealizzazioni per renderli più piacevoli, altri si falsano del tutto per non trattenere ciò che fa soffrire ed, infine, c’è ne sono alcuni che si abbandonano all’oblio della dimenticanza perché è quello che sembra più opportuno fare.
Ricordi scomodi di un tempo che, solo apparentemente, sembra passato, ma che non ha smesso di continuare a tramandarsi, silenziosamente, di persona in persona.
Molti anni sono passati da quando, nel 1981, l’AIDS è stato individuato da I Centri per la Prevenzione e il Controllo delle malattie e dal 1983 in cui ne è stata scoperta la causa, ovvero l’HIV.
Molte le persone contagiate e infinite le persone che ne hanno vissuto il suo decorso logorante e atroce e quella che, fino a pochi anni fa, era una condanna a morte certa.
Grazie alla ricerca scientifica si è giunti al punto in cui, dopo il contagio è possibile controllare la viremia e far sì che, un sieropositivo affetto da HIV, non sviluppi l’AIDS.
Parlare di questa malattia risulta ancora scomodo, perché molti sono i pregiudizi nei confronti di questa pandemia mondiale che, dapprima è stata vista come la punizione divina nei confronti degli omosessuali e dei tossicodipendenti, per poi rendersi conto che l’AIDS non conosce distinzione di genere, neppure di etnia e, di corpo in corpo, ha falciato generazioni di esseri umani.
Purtroppo parlarne crea un urto, soprattutto per chi, quegli anni li ha vissuti, o ne ha percepito la scia, ma non necessariamente ne ha raccolto una sana consapevolezza.
I panni sporchi si lavano in casa, questa è la cultura italiana che, ancora oggi, impera su certi argomenti, soprattutto sessuali.
Non bisogna far sapere cosa succede nel proprio privato, non per riservatezza, ma per paura del giudizio altrui.
Questo progetto scolastico vuole parlare liberamente di malattie sessualmente trasmissibili agli studenti delle due classi quinte indirizzo Arti Figurative del Liceo Artistico Ambrogio Alciati di Vercelli e vuole farlo perché è importante che le nuove generazioni vivano con consapevolezza e con rispetto il proprio corpo e la propria sessualità.
Ogni studente ha realizzato un personale elaborato grafico sul tema e si è scelto di riprodurlo su delle t-shirt che, in occasione della giornata mondiale contro l’AIDS, verranno lavate all’interno di comuni bacinelle.
L’acqua e il sapone si mescoleranno per lavar via tutti i pregiudizi, le stesse mani che hanno dipinto il tessuto, lo sfregheranno con l’intento di ripulirlo dai colori scelti per esprimersi, ma come per la malattia, questi resteranno presenti a loro stessi, segno di un tempo vissuto.
Come un monito dalle tinte scarlatte, verranno stese ad asciugare lungo la cancellata della scuola che si affaccia su Corso Italia, scuola che per questə ragazzə è casa, anche se ancora per pochi mesi, un luogo protetto dov’è possibile studiare, ma anche crescere, dov’è possibile sbagliare e rimediare, amare e armarsi nei confronti di una quotidianità affascinante, ma non necessariamente buona e gentile.
Abbagliate dal sole, tormentate dal vento o ubriache di pioggia, le loro magliette appese ricorderanno chi non c’è più, celebreranno le conquiste scientifiche e saranno la conferma che il rispetto di se stessi deve esser alla base di ogni relazione.
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Redazione di Vercelli