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GIOVANI AL BETTESIMO DEL VOTO / 3 - Gabriella Rigolone - Sostiene il candidato Sindaco Roberto Scheda ed è la più giovane in assoluto (18 anni compiuti da poco) tra i candidati al Consiglio Comunale di Vercelli - Campionessa di Kumite, si divide tra Scuola e palestra - Ed ha già all'attivo un'esperienza internazionale - Parte con il piede giusto: per innovare, bisogna prima conoscere -

Giovani al battesimo del voto.

Perché un ragazzo o una ragazza decide di candidarsi al Consiglio Comunale della propria città, di Vercelli?

Ce lo dicono tre “matricole” di questa esperienza, che ascoltiamo in altrettante interviste.

Oggi incontriamo Gabriella Rigolone, che sostiene il candidato Sindaco Roberto Scheda.

(Nella foto di apertura, Gabriella Rigolone e Roberto Scheda)

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E’ la più giovane in assoluto, tra i giovani candidati al Consiglio Comunale di Vercelli.

Gabriella Rigolone è nata “appena in tempo” per compiere 18 anni poco prima che si “aprissero le iscrizioni” alla grande corsa dei 300 e più concorrenti ad un posto nella grande Aula consiliare di Palazzo Civico.

Si candida nella Lista della Lega e sostiene il candidato Sindaco Roberto Scheda.

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Classe 2006 (loro, i ragazzi, dicono “zerosei”) 18 anni compiuti il 22 febbraio.

E’ sempre, fin da bambina, stata una convinta sportiva, fino a diventare una promessa (e qualcosa di più) del Karate, che pratica dall’età di 7 anni presso la Scuola Yanagi karate club Vercelli.

Disciplina e impegno, allenamenti e gare.

Fino a raggiungere traguardi agonistici importanti.

Negli ultimi tempi, decisamente di rilisvo: si qualifica ai campionati italiani di kumite, conquistando il terzo posto individuale e a squadre, nel 2023; nel 2022 aveva centrato il secondo posto individuale. Ottimi piazzamenti anche nei trofei di Società, ovviamente.

“Certo – dice Gabriella –  lo sport insegna la disciplina, l’autocontrollo, l’impegno, il rapporto sempre corretto con l’avversario.

Ma l’ambiente della Società, del nostro team, della palestra diventa anche il luogo dell’amicizia, dello svago; è bello stare insieme e nel mondo dello sport si stringono rapporti che restano”.

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Frequenta il quarto anno de Liceo Economico sociale, polo umanistico Lagrangia: ottimi voti, come in tutto il proprio percorso scolastico, ma il mondo della scuola – qualche tempo fa – le offre anche un’altra opportunità.

Quella di venire a sapere che è possibile partecipare ad un’iniziativa delle Nazioni Unite, la “New York Young Un 2024”.

Di cosa si è trattato?

“Siamo stati ammessi ad un viaggio di studio, oltre a me, altri ragazze e ragazzi provenienti da tutto il mondo, che ha compreso una permanenza di 10 giorni a New York, con l’opportunità di conoscere il “mondo” delle Nazioni Unite”.

Insomma, il consesso politico planetario, il crocevia dei destini del Mondo.

Una partecipazione tutt’altro che in stile “gita scolastica in visita a…”.

Perché i giovani hanno vissuto, come se fossero allievi piloti alle prese con un simulatore di volo, l’avvincente esperienza di essere nominati responsabili di una Commissione e di discutere, portando loro idee e proposte, confrontandosi, cercando il compromesso realistico e più “alto”, di una (delle tante possibili) crisi internazionali:

“Abbiamo preso in esame il caso di  ‘Eliminating child abuse and domestic violence e, nel corso dei 10 giorni, ci siamo confrontati così da arrivare ad una “risoluzione””.

Poi, ovviamente, c’è stata la grande opportunità di conoscere New York: a questa età, una cosa unica.

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L’esperienza sembra avere convinto Gabriella che la politica può essere una cosa utile, a dispetto di come tanto se ne senta parlare male e talvolta con ragione.

Lo insegnava il grande Pontefice San Paolo VI: “Prendere sul serio la politica nei suoi diversi livelli – locale, regionale, nazionale e mondiale – significa affermare il dovere dell’uomo, di ogni uomo, di riconoscere la realtà concreta e il valore della libertà di scelta che gli è offerta per cercare di realizzare insieme il bene della città, della nazione, dell’umanità”.

Insomma, rispetto a questa “scala” di possibili luoghi dell’impegno personale, Gabriella è partita dalla cima (le Nazioni Unite) per interessarsi poi a Vercelli, alla realtà comunale.

Pensare globale e agire locale.

L’impegno in Consiglio Comunale, perché?

“In questi giorni sta circolando l’edizione 2024 della tradizionale indagine de Il Sole 24 ore. Dice che la provincia di Vercelli è all’ottavo posto tra quelle italiane per qualità della vita giovanile.

La provincia.

È un risultato definito in base ad indicatori precisi, “tecnici”, tra questi: imprenditorialità giovanile, disoccupazione giovanile, discoteche, concerti, aree sportive; e, ancora, trasformazione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato. E altri.

Sono proprio questi indicatori a dire che la provincia di Vercelli è messa molto meglio del Capoluogo, della città di Vercelli.

Insomma, indirettamente e “al contrario”, questa indagine sociologica mi pare indicare i settori dove è più urgente mettere mano, testa e cuore, per un giovane che desideri impegnarsi nel proprio Comune”.

Ma Gabriella non si ferma qui.

“In questi giorni ho letto il Dup, il documento unico di programmazione, del Comune di Vercelli”.

Restiamo come l’emoticon, la faccina gialla che simboleggia stupore, con gli occhi sgranati: il Dup si dice (si dice) che l’abbia letto (tutto) soltanto qualcuno tra i Consiglieri Comunali, tempo per tempo:

“E’ una lettura certamente non facile, ma nemmeno così ostica. Mi sono posta un problema: cosa fa il Comune?

Perché noi siamo più abituati a dire cosa dovrebbe fare e non fa ancora.

Ma, se arriveremo in Consiglio, dobbiamo pensare che dovremo “amministrare”, cioè mandare avanti una organizzazione che c’è già e già sta facendo cose.

Ebbene, proprio leggendo questo corposo documento, mi sono resa conto delle tante cose che il nostro, come certo anche gli altri Comuni, fanno, quanto Personale vi lavora, quanti siano gli impegni già assunti ed i propositi.

Credo che sarebbe già una bella cosa impegnarsi per fare conoscere di più ai cittadini tutte queste cose.

Anche se non bisogna fermarsi qui, non si può pensare di ignorare quanto già si sta facendo”.

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Giusta osservazione: non bisogna dimenticare che, in fondo, un Comune è prima di tutto una macchina amministrativa, che bisogna imparare a conoscere.

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