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VERCELLI - Giovani al battesimo del voto / 2 - Marco Mancuso - Sostiene il candidato Sindaco Gabriele Bagnasco e respira politica sin dai banchi del Liceo - Tra gli esami universitari (tutti ok) e l'attività di partito, ha anche trovato il tempo di preparare per i Parlamentari Pd un disegno di Legge di riforma dei Decreti Delegati - Il rapporto tra potere politico e tecnostruttura non lo spaventa (avrà tempo...) - 

Giovani al battesimo del voto.

Perché un ragazzo o una ragazza decide di candidarsi al Consiglio Comunale della propria città, di Vercelli?

Ce lo dicono tre “matricole” di questa esperienza, che ascoltiamo in altrettante interviste.

Oggi incontriamo Marco Mancuso, che sostiene il candidato Sindaco Gabriele Bagnasco.

Nell’immagine di apertura, a destra, Marco Mancuso con Mariella Moccia e Gabriele Bagnasco

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Marco Mancuso è tra i più giovani candidati al Consiglio Comunale di Vercelli.

Si presenta nella lista del Pd e sostiene il candidato Sindaco Gabriele Bagnasco che – tra gli altri fattori di appeal – ha quello di meritarsi l’ammirazione della sua mamma.

E scusate se è poco.

Ma, scherzi a parte, il giovane Marco 21 anni, nato oltre confine, a Novara, il 26 settembre del 2002, ha respirato politica già sui banchi di scuola, quando è stato eletto rappresentante degli Studenti nel Consiglio dell’Istituto Lagrangia, il prestigioso polo umanistico di Vercelli.

Allora il suo leader era Marco Dabbene, che gli ha praticamente ceduto il testimone della leadership studentesca ed aperto la strada alla militanza nel Pd.

Marco parla di sé un po’ come se avesse una “visione cosmica”, cioè vivesse quella condizione che a tratti nella vita capita, di non credere ai propri occhi: quello che fa questa cosa sono proprio io?

Sì, è proprio lui.

Ma vediamone qualcuna di queste cose.

“Insieme ad altri ragazzi nell’agosto del 2016 ho dato vita all’esperienza di un periodico di informazione on line rivolto alla mia generazione. E’ stata un’esperienza unica, che ci ha fatto crescere”.

(il giornale telematico c’è ancora, clicca qui per vederlo, ndr)

E, con oltre 17 mila followers solo su Tik Tok, bisogna dire che la crescita è anche stata numerica, non solo interiore.

Della versione precedente e propedeutica all’avvento di Tik Tok (musical.ly) è stato rappresentante europeo.

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Cresce al punto che, oggi, vari capataz del Pd si contendono Marco per le rispettive campagne di comunicazione e immagine.

Ma, attenzione: non è che sia un semplice “armocromista” solo un po’ più tecnologico o qualcosa del genere.

E’ sì, tecnico, ma la stoffa politica è rimasta la stessa che si intravedeva già chiaramente quando catturava attenzione e consenso dei compagni di scuola, alle assemblee.

Scala (ma senza fretta, diciamo con andatura, se fossimo al Giro d’Italia, di passista-scalatore) varie posizioni nel partito.

Responsabile Scuola, Università e Comunicazione dei giovani Pd del Piemonte, è stato anche eletto nell’organo rappresentativo del “ramo adulto”, l’Assemblea regionale.

E la scuola?

Manco a dirlo, si iscrive e frequenta (con profitto, come tempo fa ci disse la mamma e c’è da crederle) la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica di Milano.

E diventa rappresentante degli Studenti presso il Consiglio di Facoltà.

Esperienza che gli permette di toccare con mano cosa voglia dire “essere comunità politica”:

“Uno degli aspetti che più mi hanno coinvolto nella mia militanza tra i giovani del Partito Democratico, è proprio questo trovarsi immediatamente ‘come a casa’ in qualsiasi parte d’Italia ci si muova. Siamo davvero una comunità politica, dialettica, solidale, propositiva. Si instaurano relazioni che realmente ci permettono di confrontarsi su qualsiasi argomento, tra Nord e Sud, mettiamo in comune idee ed esperienze che diventano patrimonio comune”.

Sicchè, metti insieme oggi, metti insieme domani, un bel giorno si accorgono di lui anche due Parlamentari che stanno pensando di rinnovare un po’ l’impianto dei cosiddetti “decreti delegati”.

E qui bisogna fare un flash back che ci riporta indietro di 50 anni.

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Eh, sì, perché da quel lontano 1974, quando furono istituiti gli Organi collegiali di governo della Scuola, di tempo ne è passato e le regole sono rimaste sostanzialmente le stesse.

Di quegli anni si ricorda bene chi ci passò prima di lui, contraendo, in quel ‘milieu’, in modo pressochè irreversibile il virus della passione politica.

Incurabile.

Sicchè: dimmi, dimmi, Marco, com’è che ti stai occupando della riforma dei Decreti Delegati?

Risposta: “su incarico dell’On. Irene Manzi e del Sen. Simona Malpezzi ed insieme ad altri quattro giovani PD di altre regioni ho contribuito (fa il modesto, ndr: hanno praticamente scritto tutto loro) a redigere la bozza di un disegno di Legge che ha per oggetto ‘Disposizioni per la promozione e il rafforzamento della partecipazione studentesca alla vita della scuola’. E ho avuto l’onore di presentarla, il 17 aprile, in conferenza stampa al Senato della Repubblica”

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Insomma, esperienza e idee in orbite ed orizzonti tutt’altro che prossimi a quelli angusti del Consiglio Comunale di una piccola città.

Con il rischio che, una volta eletti, ci si trovi a fare i conti con i mille lacci e lacciuoli della burocrazia, con i funzionari che spesso fanno come il “Signor No” di Mike Bongiorno al Rischiatutto di buona memoria.

Ma lui è convinto:

“Mi aiuta ad essere realistico la mia recente esperienza del Consiglio di Facoltà.

Anche lì ci misuriamo nel rapporto quotidiano tra tecnici e politici.

Ho il massimo rispetto per ogni realtà, ma sono convinto che, se davvero si vogliono fare le cose, si trova la strada per realizzarle, nella dialettica corretta, ma anche costruttiva e dinamica, tra le varie figure istituzionali”.

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Leggi qui il primo dei tre articoli “Giovani al battesimo del voto” –

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