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FONDAZIONE PIEMONTE DAL VIVO - La scena della legalità      

Lungo questo filone si inseriscono alcune proposte in Circuito, pronte a calcare i teatri della regione nel corso della primavera

CuneoOggi, PiemonteOggi, Regione Piemonte

A Teatro o a scuola di Legalità

Il teatro è una grande forza civile” (Leo de Berardinis)

Fin dalle proprie origini, il teatro nasce come una pubblica piazza, un luogo in cui veder rispecchiata la propria essenza non soltanto umana, ma anche (e soprattutto) sociale.

È dunque un territorio squisitamente politico, nel senso più intimo e puro del termine, senza alcuna screziatura partitica: uno spazio di espressione, dibattito e catarsi per coloro che appartengono alla polis, all’assemblea partecipata della città.

Il teatro insomma – tutto il teatro, nelle sue forme migliori – contiene in sé una funzione civile.

E a dare forma e struttura a questo laboratorio di cittadinanza attiva sono innanzitutto le vicende esemplari, le parole, le azioni di quanti spesso non hanno più voce.

Proprio lungo questo filone di legalità si inseriscono alcune proposte in Circuito, pronte a calcare i teatri della regione nel corso della primavera.

Un incontro possibile

Si parte stasera (13 marzo) al Teatro Sociale di Pinerolo con Fine pena ora di Elvio Fassone, diretto da Simone Schinocca, in replica domani (14 marzo) ad Astigiovedì 21 a Novi Ligure.

Sono qui raccolti i 34 anni di corrispondenza fra Salvatore e il Presidente: opposti e contrapposti, i due diventano l’uno per l’altro un punto di riferimento.

In un tempo in cui si urla la propria posizione e trovare un punto di incontro sembra impossibile, lo spettacolo dischiude invece lo spiraglio di una conciliazione.

Il pubblico segue così il lungo permanere in cella di Salvatore, nella ricostruzione di una vita possibile.

“Quando Moro e morto, non me ne sono accorto”

Desolato, io non c’ero quando è morto Moro. Aldo è morto senza il mio conforto. Quando Moro è morto, non me ne sono accorto. Era il 9 maggio 1978. Non avevo ancora quattro anni. Ma dov’ero io quel 9 maggio? E cosa facevo? A che pensavo?“.

Così Daniele Timpano, regista e interprete di Aldo Moro, in scena al Teatro Comunale di Spigno Monferrato il 16 marzo e al Toselli di Cuneo il 18 aprile.

L’attore – nato negli Anni ’70 e dunque privo di qualsiasi memoria personale rispetto a quegli anni – parte dalla tragica vicenda del sequestro di Aldo Moro, noto esponente della Democrazia Cristiana assassinato dalle BR, per confrontarsi con l’impatto che tale evento – trauma epocale per la storia della Prima Repubblica – ebbe (e continua ad avere) nell’immaginario collettivo.

Ionica

Torna in Piemonte – il 21 marzo al Barrocco di Pianezza – Ionica, con Alessandro Sesti.

Scena vuota: una sedia, un attore.

Alle sue spalle tre musicisti dietro un velo.

Un racconto affidato alle emozioni e ai ricordi dei due drammaturghi (Sesti stesso e Alfonso Russi).

Un clarinetto, una chitarra e un contrabbasso per evocare quell’arida terra divorata dalla ‘ndrangheta.

Lo spettacolo si inserisce lungo quel filone di narrazione che Sesti porta ormai avanti dal 2015, affrontando storie di mafia, atteggiamenti omertosi, vicende di denuncia.

In Ionica vive la storia di Andrea Dominijanni, testimone di giustizia calabrese.

Un viaggio, attraverso la statale 106 “Jonica”, nato da interviste, biografie, ricerche sul campo e viaggi in Calabria, dove l’artista ha realmente vissuto per un periodo sotto scorta.

La storia di Elda Pucci

Altro racconto esemplare è quello a cui danno voce un’attrice, un ensemble di voci e il palcoscenico del Teatro Superga di Nichelino, il 22 marzo alle ore 21.

Cosa nostra spiegata ai bambini è la storia di una donna, di una città, di un anno.

Al centro, una Palermo che – il 19 aprile 1983 – vede per la prima volta una donna, Elda Pucci, soprannominata la Dottoressa, venir eletta Sindaco.

Lo spettacolo tuttavia – grazie a Ottavia Piccolo, che attraversa con sensibilità le parole scritte da Stefano Massini, accompagnata dai Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo – si addentra anche nei risvolti più drammatici di quella vicenda: dalla sfiducia alle cariche di esplosivo.

Falcone e Borsellino: uomini o eroi?

Lunga tournée piemontese per L’ultima estate. Falcone e borsellino 30 anni dopo, in scena dal 9 al 12 aprile Alessandria , Pinerolo e Savigliano (recita scolastica l’8 a Novara).

Un mosaico di eventi – scrive la regista Chiara Callegari -, un delicato intrecciarsi di momenti ironici e amari, pubblici e intimi. I due protagonisti, per una volta sottratti alle ritualità e alle mitologie, si interrogano e si raccontano, si confrontano tra loro e con lo spettatore, portandolo a rivivere momenti fondamentali della loro amicizia, oltre che della storia di questo Paese“.

La via crucis dei due magistrati, interpretati da Simone Luglio e Giovanni Santangelo, lascia così spazio a brandelli di allegria, in quello che è a tutti gli effetti il diario civile di due esseri umani.

Ilaria Alpi e un anagramma da risolvere

Mogadiscio, 20 marzo 1994, ore 13:04.

Ilaria Alpi, giornalista del TG3 viene uccisa assieme al suo operatore Miran Hrovatin.

Il caso Alpi ha dell’incredibile: in una Somalia – “ventunesima regione italiana” – disseminata di rovine coloniali, un silenzio inscalfibile copre le manovre di uomini d’affari collusi e corrotti.

Il testo di Stefano Massini tenta di ricostruire gli ultimi giorni di Alpi, con accenti lirici, espressionisti, tra immagini, suoni e lettere.

Lo spettacolo procede infatti per frammenti, come un rebus: un anagramma da risolvere, un puzzle da ricomporre per scoprire con la protagonista l’origine dello spettacolo Lo schifo.

In scena, sul palco di Villa Lascaris a Pianezza, il prossimo 6 giugno, Ilaria è Anna Tringali e Anna è Ilaria, in un intenso e “non casuale” doppio dialogo con sé stessa, faccia a faccia con la morte.

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Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo