Sabato 3 giugno a Fobello, nel salone gremito del teatro, c’è stata la presentazione ufficiale del quadro, datato 1895, impropriamente intitolato “La nascita”, mentre in realtà raffigura un battesimo a Fobello, dipinto dal pittore milanese Enrico Crespi, acquistato presso un noto antiquario torinese.
L’opera è stata collocata nella sua sede definitiva, il Museo del Puncetto, all’ultimo piano del palazzo delle ex scuole che ospita anche il Museo Lancia.
La sottoscrizione per l’acquisto fu aperta sei mesi fa, e, con la preziosa collaborazione di Fondazione Valsesia, ha sortito gli effetti sperati: è stata raccolta quasi integralmente la somma necessaria. All’incontro erano presenti il Sindaco di Fobello, Anna Baingiu, l’Assessore all’Agricoltura Donatella Rosa e l’Assessore alla Cultura, Attilio Ferla, dell’Unione Montana dei Comuni della Valsesia, la Presidente di Fondazione Valsesia Laura Cerra, che ricordato anche l’apporto di Barbara Saccagno nel promuovere la raccolta fondi.
Teresa De Filippi, Vice Presidente della Pro Loco di Fobello, che abita a Torino, aveva comunicato la presenza del quadro di soggetto fobellese presso un noto antiquario, il Consiglio, presieduto da Andrea Cattin, all’unanimità, aveva accettato di impegnarsi a raccogliere i fondi per acquistarlo ed esporlo permanentemente a Fobello.
Giorgio Vigitello, consigliere della Pro Loco, ha fatto un inquadramento storico sulla Fobello ottocentesca, molto più popolosa di quella di oggi: “Nel 1895 nacquero ben ventitré bambini”, spiegando il rituale tradizionale del battesimo, rimasto pressoché immutato fino ai nostri giorni, segnalando la presenza sullo sfondo del dipinto di Casa Tirozzo, nella frazione Campelli, che oggi ospita il Museo Carestia-Tirozzo dedicato alle tradizioni e alla flora della Valsesia.
Un discorso più particolareggiato ha riguardato il tipico costume fobellese e quello utilizzato dalla madrina per il battesimo, soffermandosi anche sulle “strope” nastri di seta e sui “ligam”, nastri tessuti.
Curioso il particolare delle “ghette”, che, scambiate per pantaloni, indussero a scrivere che le fobelline erano le amazzoni delle Alpi.
Dopo i ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato con informazioni, notizie, ricerche sul quadro e sulla sua possibile committenza, la parola è passata a Donata Minonzio, già insegnante di Storia dell’arte presso il Liceo Classico di Varallo e Presidente della Società Valsesiana di Cultura, che ha presentato la figura di Enrico Crespi, nato nel 1854, morto nel 1929, , allievo di Hayez all’Accademia di Brera, servendosi delle notizie tratte da un volumetto pubblicato nel 1934, voluto dalla figlia del pittore, scritto da Luigi Orsini,, un critico d’arte, che elaborò una sorta di biografia romanzata, ma ricca di informazioni interessanti sulla famiglia e sulla formazione dell’artista. Crespi ebbe contatti con il movimento degli Scapigliati e con i Simbolisti, ma non subì l’influenza di Previati e Segantini, se non marginalmente e rimase fondamentalmente un pittore conservatore dell’Ottocento. Dipinse un gran numero di soggetti di genere, riproducenti scene popolari, che gli valsero il soprannome di “pittore degli umili”, sempre senza alcun intento di rivendicazione sociale, ma realizzò anche molti ritratti di committenti borghesi o aristocratici. Il pittore viaggiò molto e forse si recò anche a Fobello, dove fu colpito dalla peculiarità della cerimonia del battesimo che coinvolge tutta la Comunità nell’accoglienza al nuovo nato, probabilmente scattò delle fotografie, rielaborandole nel dipinto realizzato in studio.
E’ stato segnalato che alcuni personaggi presenti nel quadro di Fobello ricorrono anche in altri soggetti dipinti dal pittore, per esempio Vive e ricorda.
Del battesimo fobellese si conoscono altre due rappresentazioni pittoriche: una di Estella Canziani, dipinta nel 1913 e l’altra datata 1871 di Samuel Butler, conservata in Massachusset.
Al termine è intervenuto l’antiquario torinese Marco Viale, spiegando che il quadro del Crespi, arrivato a Torino attraverso una famiglia di collezionisti, è stato semplicemente rinfrescato e consolidato, facendo riaffiorare i colori giusti, ripulendoli dalla polvere che li aveva offuscati: “Per me è stata una gioia che sia tornato a casa, a prescindere dalla parte commerciale: il quadro aveva una casa ed era questa”.
Al termine la Pro Loco ha offerto un ricco rinfresco, invitando tutti i presenti a salire a piccoli gruppi al Museo del Puncetto per ammirare l’opera.
Redazione di Vercelli
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