VERCELLI – Caro bollette: tutti d’accordo su un nulla di fatto – La fuga da Atena, unica strada - VercelliOggi.it VercelliOggi
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Nulla di nuovo rispetto a gennaio scorso, solo pannicelli caldi e pochi euro per 900 famiglie con Isee sotto gli 8 mila euro

LA TEMPESTA PERFETTA - Atena salassa gli Utenti con bollette stratosferiche, ma non riesce nemmeno a fare utili - Vera bomba anche per il Comune, che non riesce a tutelare i cittadini e non può più sperare nei dividenti - Per i Consumatori, l'unica difesa è la fuga da Corso Palestro, cambio di gestore, unica strada -

La mozione sul caro energia presentata dalle Opposizioni in Consiglio Comunale discussa tra ritardi ed argomentazioni ripetitive della "ospitata" che ha avuto per protagonista l'Ad di Atena Trading

Bollette del gas alle stelle, ma utili in calo, se non azzerati, nel bilancio 2022 di Atena Trading srl.

La tempesta perfetta: cittadini tartassati e Comune senza dividendi.

Ma andiamo con ordine.

La notizia forse più importante di questo Consiglio Comunale di oggi, 30 marzo, la danno – infatti e tra le righe – sia l’Assessore alle Partecipate Luigi Michelini (le Partecipate sono le Aziende, gli Enti dei quali Palazzo Civico detiene quote di capitale sociale), sia il Sindaco e poi anche l’Amministratore Delegato di Atena Trading, Paolo Echino.

Udite udite: Atena Trading già nel 2022 (e figuriamoci, allora e magari) nel 2023 non farà utili.

Loro forse sperano di rintuzzare così le critiche ormai di tanti: fate gli utili, prendete i dividendi, insomma guadagnate sulla pelle della gente.

Invece, loro (e confermano poi, nel pomeriggio, importanti Osservatori ed Addetti ai lavori), pur avendo avuto la possibilità di scaricare tutti gli aumenti del prezzo del gas alla fonte sulle tariffe pagate dagli Utenti, pare proprio che chiudano un bilancio piatto: senza utili.

Insomma, tartassano i clienti e non guadagnano: cose da non credere.

Un argomento che coglie tutti di sorpresa e persino increduli: se pur avendo le mani libere, non riescono a guadagnare, forse qualcosa di grosso non funziona.

Loro sperano, magari, di diffondere in tal modo un’informazione rassicurante, ma, invece, si tratta di una delle modalità più efficaci per suggerire agli attuali clienti di Atena Trading che l’unica strada da seguire sia quella di cambiare Gestore.

La fuga da Corso Palestro, unico modo per porsi al riparo.

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In sede di dichiarazione di voto, il Capogruppo di Voltiamo Pagina (la lista fondata da Roberto Scheda) Paolo Campominosi è esplicito: nel mondo reale, nelle Aziende che devono stare sul mercato, per cose anche molto meno gravi saltano delle teste.

Se le cose stanno come dite, qualcuno deve pagare.

Quelli di Atena, però, paiono sicuri di avere qualche paracadute.

Forse anche perché sono ormai molti i vercellesi che si sentono chiamare al telefono: la chiamo per il suo contratto con Iren Mercato.

Insomma, quelli che fuggono da Atena, possono essere intercettati e catturati direttamente dalla Casamadre.

Se così fosse, un modo per cannibalizzare il portafoglio clienti della “Partecipata” comunale, lasciando il Socio Comune di Vercelli con una scatola sempre più vuota in mano.

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L’Ordine del Giorno presentato dalle Opposizioni sul caro bollette, così come viene infine votato all’unanimità, lascia il tempo che trova.

Nel corso della discussione gli esponenti di maggioranza e dell’Esecutivo intervenuti devono riconoscere che il Comune non riesce ad ottenere pressochè nulla dal Fornitore Atena Trading.

Una dichiarazione di impotenza che, a sua volta, mette di fronte ad una consapevolezza: ormai non c’è più nessuno, che difenda la scelta di cedere ad Iren prima quote importanti di Atena – Asm, poi addirittura la maggioranza.

Una scelta semplicemente suicida (oggi Michelini la chiama sciagurata, altri più o meno nello stesso modo) che è sempre stata targata Pd.

Prima, nel 2003, con la Giunta di Gabriele Bagnasco.

Poi, nel 2015, con quella di Maura Forte.

Crediamo che sia obbiettivamente difficile pensare a VercelliOggi.it come difensore d’ufficio della Giunta del Niente, ma questa fotografia “storica” va rappresentata con storico distacco: l’avevamo già, del resto, ampiamente

argomentata nel corso di questo articolo – leggi qui -.

Che poi, oggi, su tanti argomenti (Coperchio al Centro Nuoto, gestione degli acquedotti ad Iren, via libera alla fabbrica dei pallet) la GdN appaia la continuità della precedente ed ancor più appiattita sui voleri di Iren di quanto lo fosse la precedente Amministrazione, questo è ancora un altro paio di maniche.

Sul piano delle grandi e strategiche scelte concrete, dunque, non si capisce (più) perché un Elettore avrebbe dovuto, nel 2019, votare Centrodestra piuttosto che Centrosinistra, se non dal punto di vista delle eventuali, maggiori o minori, simpatie personali.

Anche per questo l’accusa mossa oggi, da parte di vari esponenti della maggioranza al Pd, di avere scelto di cedere la maggioranza di Atena ad Iren, così come fondata, è tuttavia priva di prospettiva: i nuovi pare facciano di tutto per dare l’impressione di essersi messi sull’attenti di fronte al padrone torinese né più né meno dei loro predecessori.

Sicchè – come emerso – al di là di pannicelli caldi (pochi euro, tra i 300 ed i 400) a favore di un ristretto numero (non più di 900) situazioni familiari, certo meritevoli della massima assistenza, ma tutt’altro che rappresentative della grande platea degli Utenti di Atena raggiunti da aumenti che moltissime famiglie ed attività imprenditoriali non riescono a sostenere, la Giunta non è riuscita ad ottenere nulla: né pare si illuda di ottenere di più.

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Ha colpito molto, oggi, la scelta che ai più è parsa immotivata, se non addirittura dilatoria (vedremo poi perché) compiuta in solitudine del Presidente del Consiglio Comunale Romano Lavarino, di invitare alla riunione di Consiglio l’Amministratore Delegato di Atena Trading, Paolo Echino (di nomina Iren).

 

Immotivata perché maldestramente deviante rispetto al bersaglio.

Il Consiglio voleva sapere cosa la Giunta intenda fare nei confronti di Atena – Iren.

Non come Atena Iren motivi numeri così crudi: questo si sa già.

Il manager, infatti, nulla ha detto di più di quanto già udito nel corso della Prima Commissione, il 18 gennaio scorso,

– leggi qui –

ma i suoi interventi hanno fatto perdere (molti) minuti preziosi all’economia della discussione.

Discussione dove (su un argomento di tale importanza) i tempi degli interventi dei Consiglieri sono stati da Lavarino rigorosamente contingentati, applicando senza deroga alcuna quelli regolamentari, mentre Achino ha avuto la possibilità di parlare quanto ha voluto.

Segnalando così, (secondo i Consiglieri) almeno due contraddizioni.

La prima è che il popolo ha votato i Consiglieri e non Achino, sicchè, se un Rappresentante del popolo può parlare 5 minuti su ogni argomento (invero 5 minuti sono ben pochi, ma ogni maggioranza cerca di ridurre all’impotenza il Consiglio, cambiando sempre il Regolamento d’Aula) non si capisce perché Echino abbia potuto ripetere (di nuovo) la storia che a suo tempo Atena comprò il gas quando era caro, poi ha dovuto rivenderlo caro.

E che non è bello vedere le aziende che vendono sotto costo.

E che i call center di Atena funzionano alla meraviglia.

E via enumerando con tecnica consumata che potrebbe essere quella di un  imbonitore cui – purtroppo – Lavarino non ha messo non diciamo un freno, ma nemmeno ha rivolto un garbato invito a “stringere”.

Perché?

Forse un motivo è da ricercarsi (e siamo così alla seconda delle due contraddizioni aperte) nel dubbio che siano ormai in molti rassegnati ad una realtà non nuova: magari Iren si è illusa che, avendo comprato il 60 per cento di Atena, nel 2015, ha di fatto acquistato il 60 per cento del Comune di Vercelli.

Il potere condizionatorio dei grandi Gruppi non è nozione nuova (la insegnava già J.K Galbraith), così come Iren pare sappia benissimo esercitare anche le ulteriori due modalità di esercitare il potere, quella remunerativa e quella punitiva.

E forse non è fuori luogo pensare che vi sia chi si curi di rapportarsi a tutte e tre con tanta, tanta, remissività, timoroso di non scontentare il colosso emiliano – ligure – piemontese.

Ma a vari esponenti della politica la scelta imposta unilateralmente da Lavarino, di tirarla per le lunghe con una discussione di fatto improduttiva (resa improduttiva anche e proprio dalla presenza di Echino) potrebbe aver avuto il fine surrettizio di portare per le lunghe la durata della discussione, affinchè non si arrivasse in tempo per discutere, oggi, l’altra iniziativa delle Opposizioni.

Cioè, la Mozione con cui gli si chiede di rinunciare all’incarico, visto come ci si è arrivati e considerando che, dopo il suo salto della quaglia dalla Lega a Fratelli d’Italia, non si sa più chi rappresenti: la maggioranza del Consiglio no di sicuro, perché non va dimenticato che fu eletto alla carica con soli 12 voti su 32.

Per ora, però, la discussione sugli altri punti va avanti e questo rischio dovrebbe essere scongiurato.

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