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EMERGENZA CINGHIALI - CIA chiede un incontro urgente al nuovo commissario e invoca l’intervento dell’esercito    

Il presidente regionale di Cia Agricoltori del Piemonte, Gabriele Carenini, anticipa la principale delle richieste che avanzerà al nuovo Commissario nazionale per l’emergenza della peste suina, Vincenzo Caputo

PiemonteOggi, Regione Piemonte

«Chiediamo che i problemi straordinari, come il proliferare della fauna selvatica ormai palesemente fuori controllo, siano affrontati con strumenti straordinari, perché fino ad ora quelli ordinari non sono bastati. Chiediamo al nuovo commissario nazionale per l’emergenza della peste suina di disporre l’uso dell’esercito per il contenimento dei cinghiali in Piemonte e Liguria».

Cosi il presidente regionale di Cia Agricoltori del Piemonte, Gabriele Carenini, anticipa la principale delle richieste che avanzerà al nuovo Commissario nazionale per l’emergenza della peste suina, Vincenzo Caputo, in attesa del primo incontro ufficiale.

«Il dilagare incontrastato dei cinghiali in campagna – continua Carenini sta causando danni ingenti all’agricoltura. Con l’inizio della stagione delle semine del mais, rischiano di andare compromessi, se non completamente distrutti interi raccolti, così come lo scongiurato allargarsi del contagio della peste suina metterebbe in ginocchio uno dei comparti agroalimentari più consistenti del nostro Paese. Il grido di allarme degli agricoltori non può più cadere inascoltato, bisogna che le autorità competenti intervengano al più presto, senza più tentennamenti, abbattendo il maggior numero di cinghiali possibile. A questo punto, crediamo che l’unica soluzione possibile sia l’impiego dell’esercito».

La posizione di Cia Piemonte è stata ribadita dal direttore provinciale Marco Pippione componente del nuovo comitato di gestione dell’Ambito territoriale di Caccia nominato dalla Provincia il 24 febbraio scorso.

Al rischio per le nuove semine si aggiunge quello per gli allevamenti di suini: “I cinghiali abbattuti nel 2022 a livello regionale sono solo 9.000 mentre nel piano regionale se ne prevedevano 50.000 – segnala Pippionenell’Astigiano gli abbattimenti sono stati 2.076, il 23 % del totale a fronte di una superficie che rappresenta 6% del territorio. Qui l’Atc ha lavorato bene ma i risultati non sono sufficienti”.

La zona rossa si sta allargando dall’Alessandrino all’Astigiano: “Per prevenire i contagi le aziende sono costrette ad abbattere suini sani mentre i cinghiali scorrazzano liberamente mettendo a rischio la sicurezza stradale e le colture. Lo denunciamo da troppi anni, è tempo di adottare misure straordinarie e risolutive”, conclude Marco Capra, presidente di Cia Asti.

Redazione Web

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