STRATEGIA TURISTICA VALSESIANA SENZA SBOCCO, UN NUOVO CAPITOLO CRITICO – Fermiamoci in tempo, non sprechiamo risorse e tempo prezioso - VercelliOggi.it VercelliOggi
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STRATEGIA TURISTICA VALSESIANA SENZA SBOCCO, UN NUOVO CAPITOLO CRITICO - Fermiamoci in tempo, non sprechiamo risorse e tempo prezioso!!      

Le considerazioni di Claudio Tedoldi

Valsesia e Valsessera

Riceviamo e pubblichiamo

Riprendiamo la discussione sulla prospettata “strategia Turismo Valsesia” che per Unione Montana Valsesia ha come obbiettivo generale dichiarato la definizione del Brand “Monterosa-Valsesia”.

Lo spunto viene dall’ incontro in Unione Montana dei Comuni della Valsesia con l’Assessore regionale al Turismo, Cultura e Commercio Poggio Vittoria (10 marzo 23).

Dallo stringato commento su Facebook si evidenziano due elementi in netta contraddizione:

  1. Primo, la conferma, da parte regionale, che la strategia turistica Piemontese per la nostra area va nella direzione di una maggior Integrazione dell’offerta a dimensione Alto Piemonte. Si prospetta un ulteriore fusione delle ATL del quadrante con il Distretto dei Laghi (i cui numeri sono ben oltre 10 volte quelli Valsesiani) dopo le operazioni di aggregazione BI-NO-VC. Nella stessa direzione il consolidamento della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, del Consorzio Turistico Alto Piemonte (riconosciuto dalla Regione) e le molteplici aggregazioni associative dei diversi settori economici del quadrante.
  2. Secondo, si dice di aver ottenuto dalla Regione un supporto tecnico ed economico specifico per rilanciare il progetto Valsesiano del turismo. Sottolineando che “la Valsesia ha deciso la sua strada e la determinazione dei suoi amministratori, dei suoi operatori e dei cittadini gliela faranno percorrere in un modo o nell’altro !”

E’ chiaro che si è manifestato un disaccordo d’indirizzo strategico in materia Turistica; la Regione, per diplomazia e consenso politico locale, non evidenza gli elementi sostanziali di differenza, mentre i governanti locali minacciano barricate in difesa della pseudo repubblica Turistica Valsesiana

Quanto è lontana la lungimirante scelta di costruire il comprensorio sciistico Monte Rosa Ski fra la Valsesia e la Valle d’Aosta per la valorizzazione comune del Monte Rosa. Se quella scelta non fosse stata fatta e progressivamente consolidata oggi Alagna e la Valsesia sarebbe nelle condizioni di degrado turistico di Macugnaga.

Oggi la partita si ripropone su altri fronti dell’Orizzonte Monte Rosa, quello Piemontese dell’integrazione verso i Laghi con opportuna valorizzazione delle aree collinari fino alle risorse agroculturali delle risaie e dei Capoluoghi provinciali del quadrante.

Si riprende e si sviluppa anche organizzativamente lo slogan “dal Riso al Rosa, dal Rosa al Riso” che ha una grande modernità.

Sempre nell’ottica dell’Orizzonte Monte Rosa da non trascurare la forte iniziativa in corso per integrare turisticamente il fronte Valdostano con tutta l’area di Zermatt. Si apre per noi e anche per Macugnaga un nuovo scenario che richiede come Piemonte nuove attenzioni e significativi investimenti per chiudere il circuito virtuoso del Monte Rosa e restare in gara con benefici per tutti.

Il Monte Rosa è un grande attrattore interregionale e transfrontaliero, la riduzione a una dimensione localistica, di parte come la Valsesia, è una riduzione delle sue potenzialità competitive rispetto ad altri grandi bacini attrattivi. Si gioca su una competizione interna, di serie B, quando la sfida è fra grandi bacini attrattivi, nazionali ed Internazionali.

L’Orizzonte o Ecosistema Monte Rosa ha la dimensione e le qualità per definirsi un Brand, non certo la ridotta Valsesiana.

Per lungo tempo, a tutti i livelli, si è configurato il turismo Piemontese a immagine e a governo delle aree amministrative provinciali, replicando modelli burocratici poco valorizzativi degli operatori in campo.

A fronte di dinamiche e gestioni non positive e guardando alle esperienze esterne più performanti (anche di alcune aree piemontesi) si è cambiato approccio centrando l’attenzione correttamente sul come si muove e cosa chiede la domanda e su livelli di competenza specialistica ed organizzativa dell’offerta.

Una critica generale è alla lentezza Piemontese di questo approccio e alle tante contraddizioni ancora aperte.

Nel caso Valsesiano si propone addirittura un’inversione di marcia, con un ritorno alla leva e gestione pubblica locale, replicando studi e consulenze già fatte da anni e soluzioni a scala ridotta superate dagli eventi (vedi esperienza Consorzio Alto Piemonte).

Gli sforzi primari devono essere sull’integrazione dell’offerta, sulla promozione generale di un territorio in grado di offrire una pluralità di attrattori di alta qualità e una gestione competitiva dell’offerta in tutte le sue articolazioni.

Questa dimensione è Alto Piemonte Turismo, già configurato come Marchio Ombrello sul modello Sud Tirol.

A livello di subaree e/o di specializzazione locale, come il caso Valsesiano, oltre alla partecipazione da protagonisti alla scala superiore, ci si dovrebbe concentrare sui prodotti specifici, sui temi dell’accoglienza, dell’accompagnamento, della qualità della fruizione, anche a questo livello operando per evitare polarizzazioni territoriali.

Il tema dell’accessibilità dei territori e delle proposte Turistiche, meritano un capitolo a se stante, da affrontato insieme ad altri aspetti dello sviluppo economico, a scala più ampia interprovinciale e Regionale.

Ripropongo le conclusioni contenute nel mio precedente documento critico (Links Documentazione – immagina-blog.eu/turismo-alto-piemonte/)

Fermiamoci in tempo, non sprechiamo risorse e tempo prezioso.

Portiamo tutte queste esperienze e studi a confronto, senza pregiudizi, a un tavolo comune.

La Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte (autorevole e neutra per molti aspetti), coinvolgendo anche UPO, è la scelta più consona da concretizzare.

Primo obbiettivo di questo lavoro è ricostruire un sistema oggettivo e trasparente di monitoraggio dei risultati annuali e di medio periodo dell’iniziativa turistica, dei cambiamenti del mercato che hanno impattato su di noi e di come l’offerta locale si sia adeguata. Senza conoscenza critica condivisa non si fa Strategia, tutto diventa confuso e opinabile !

Secondo obbiettivo, quello chiave, definire chi fa cosa, considerando il rapporto indispensabile fra pubblico e privato, quindi come ci si struttura, quali competenze devono essere garantite, quali sono i modelli di riferimento.

La riforma del Turismo Regionale ha puntato molto sul concetto organizzativo di DMO Destination Management Organization, nostra responsabilità è saper articolare e specificare questo modello innovativo sul territorio, con le adeguate e convinte aggregazioni di tutti.

Cordiali saluti. 12/03/23

Tedoldi Claudio

Redazione di Vercelli

 

 

Posted in Economia