SALGARI – Una vita tra il fascino della fantasia e infinite sofferenze - VercelliOggi.it VercelliOggi
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UNA VITA TRA IL FASCINO DELLA FANTASIA E INFINITE SOFFERENZE – Lo scrittore vercellese Felice Pozzo è Autore di un'opera che descrive i sogni e le dolorose realtà di un Grande Uomo “ La vera storia di Emilio Salgari”  

Chi ha letto un solo romanzo di Emilio Salgari non può fare a meno di conoscere le vicende della sua esistenza

Vercelli Città

(Stefano Di Tano) – La bellissima sala delle conferenze presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli ha ospitato nei giorni scorsi un importante avvenimento culturale di risonanza nazionale: la presentazione di un libro che apre le porte della conoscenza ai milioni di appassionati dei romanzi di Emilio Salgari come mai prima si è verificato in campo editoriale.

L’affermazione può apparire esagerata, ma ci sono motivazioni straordinarie che inducono a credere nell’alto valore dell’opera di Felice Pozzo che fin dalla giovane età ha “studiato” come farebbe un filosofo greco, o come farebbe uno  scrupoloso scienziato, la figura umana e letteraria del grande romanziere veronese i cui lavori sono presenti da oltre un secolo sugli scaffali delle librerie e nelle biblioteche di tutto il mondo.

Ma davvero è così famoso lo Scrittore che inventò cento e più anni fa, mille storie avventurose ambientate nei luoghi più lontani, nella giungla, nei paesi del’Asia equatoriale, nei mari dei Tropici, nelle Indie, come se la sua casa fosse lì, a due passi dalle avventure dei suoi “eroi” cioè del prode Sandokan ed i suoi coraggiosi seguaci, tra cui l’astuto, brillante, generoso capitano Yanez de Gomera, un antesignano degli 007 del XX° secolo quanto a scaltrezza e intraprendenza nelle azioni più pericolose.

Ma Salgari non fu solo scrittore di romanzi d’avventura, egli fu soprattutto il promotore dello studio di un mondo allora quasi sconosciuto in Italia ed in Europa.

Incredibili erano infatti i segni geografici dei territori e delle vicende tribali, dei covi, le sette, le tribù, i regni, e persino gli animali di quei luoghi.

Le sue informazioni erano ricavate letteramente dai diari degli esploratori che oltre all’Egitto, si erano avventurati verso l’Oriente incontrando grandi foreste, paludi, montagne, fiumi e quindi anche i popoli presenti a quelle latitudini.

A tutto ciò si aggiungeva il fervido prodotto della sua fantasia, ed ecco che la trama era molto facile da immaginare: la dolce Marianna – Perla di Labuan, la truppa dei pirati guidati dalla “Tigre di Mompracem” e il Rajà Bianco James Brooke, Kammamuri, Yanez, i rinoceronti, gli elefanti, pugnali e scimitarre insanguinate.

Pozzo è entrato profondamente nella vita di Salgari, accompagando la descrizione dei suoi lavori con le vicende familiari tristissime vissute dal romanziere nato nel 1862 e che nel 1893 aveva scelto Torino per diffondere meglio i suoi racconti.

Dico “diffondere” perché alla fine ogni suo sforzo per mantenere il successo acquisito a Verona nei primi mesi diventò praticamente un traguardo assai vano per il comportamento degli editori piemontesi e milanesi che tennero alla sbarra il povero Emilio offrendogli il minimo sufficiente per vivere, per sfamare la sua famiglia.

Felice Pozzo su questo punto ha dimostrato molta accorata tristezza nel pensare alla vita travagliata di un uomo che in fondo ha divertito e insegnato tanto ai giovani ed agli adulti, senza ricevere un doveroso consenso anche di carattere economico.

La sua vita” scrive Pozzofu un susseguirsi di vicende drammatiche che per la loro crudele durezza non si possono immaginare”…. ma anche per questo, Salgari è da considerare un grande scrittore che ha saputo lottare contro le varie difficoltà rivoltando i suoi dolori in una ricerca continua del sogno, del viaggio, delle situazioni estreme da superare.  Credo che questo libro non solo sarà di grande aiuto per avvicinarsi alla lettura di veri e insuperabili romanzi, ma per formare un carattere a molte persone che tendono a rinunciare piuttosto che ad affrontare i pericoli.

Su questo, si affida molto l’Autore di questo libro nel quale affiorano sentimenti di profonda ammirazione e rimpianto, proprio come avviene per molti personaggi della storia, della cultura e della religione che hanno speso i loro anni migliori per dare senso alla loro vita ed a creare un mondo con valori puri e ricco di sinceri sentimenti.

 

Redazione di Vercelli

La presentazione del libro si è svolta per iniziativa dell’Assoc. Vercellese “Amici del Cecco” rappresentata per l’occasione da Enrico De Maria e Tony Bisceglia. Nella foto, insieme a Felice Pozzo, la moglie e la figlia Gloria Pozzo, giornalista de La Stampa
Nel riquadro, il Presid, della Fondazione CRv l’avv. Aldo Casalini (Foto Ste.Di.)
Foto d’archivio SteDi, con Felice Pozzo – al centro – e il prof. Nadir Morosi, dirett. Istit.Ital. di Cultura di Lima; a ds. il dott. Sergio Busetto, Ambasciatore d’Italia in Perù.

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