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LIONS CLUB VALSESIA - San Defendente un santo “valsesiano” presentato da Don Damiano Pomi        

La Valsesia possiede il primato numerico di luoghi di culto intitolati al Santo

Valsesia e Valsessera

All’incontro lionistico del 18 aprile è stato gradito ospite Don Damiano Pomi, Parroco di Ghemme, per presentare un Santo “valsesiano” poco conosciuto: San Defendente.

Il volume: Cappella di San Defendente in frazione Giacomolo ad Alagna Valsesia, la cui pubblicazione nel 2018 è stata promossa dallo Sportello Linguistico del Comune di Alagna e dal Lions Club Valsesia, nacque da una vicenda rocambolesca.

Nel 2013 l’allora Vice Sindaco di Alagna, Roberto Veggi, ricevette una telefonata dalla Ditta Nicola Restauri di Aramengo che lo informava di aver ritrovato nei depositi tre tele che giacevano dimenticate dal 1968, consegnate dall’allora Soprintendente Noemi Gabrielli, perché gravemente danneggiate dall’umidità e invase da muffe, attendendo disposizioni per il restauro dall’allora Parroco di Alagna, Don Francesco Gatti.

Si trattava delle tre tele dell’oratorio di San Defendente in frazione Giacomolo.

Nel 2016 si riuscì a reperire la somma necessaria per il restauro, cui il Lions Club Valsesia contribuì generosamente.

Il lavoro fu completato nel 2017 e le tre tele furono collocate nella chiesa parrocchiale, mentre delle copie furono collocate nella posizione originale nell’Oratorio della frazione Giacomolo.

Don Damiano Pomi, che fa parte della Commissione Diocesana Arte Sacra, partendo dalla “Felice sintesi che si è realizzata ad Alagna tra recupero, valorizzazione e conservazione” ha condotto “Sulle tracce di San Defendente”, santo molto venerato a livello cultuale, come testimonia la presentazione popolare: “San Defendente protegge dall’acqua pendente, dal fuoco ardente, dalla neve cadente, dal sasso pendente e dalla cattiva gente”, praticamente da tutti i pericoli che la gente di montagna può incontrare: “Un Santo che seppe riassumere dal punto di vista devozionale la concretezza della vita della gente di montagna di un tempo”.

L’iconografia lo presenta in abiti militari lo si invoca contro la ferocia dei lupi e la violenza degli incendi”, scriveva il venerabile vescovo Carlo Bascapè nella sua descrizione della Diocesi di Novara percorsa durante le visite pastorali, ed è tornato d’attualità oggi che tanto si parla dell’aumento del numero dei lupi.

La Valsesia, rispetto agli altri luoghi della diocesi gaudenziana, possiede il primato numerico di luoghi di culto intitolati a San Defendente, uno dei martiri della famosa “Legione Tebea”.

Secondo la “tradizione”, ciò che viene tramandato, la Legione Tebea, capitanata da San Maurizio, era composta da un gruppo di soldati reclutati nel nord Africa, dall’Egitto alla Mauritania, spostati tra Valle d’Aosta e Vallese Svizzero, a presidio dei confini minacciati dai barbari.

La cosa singolare è che questi soldati con molta probabilità erano mori, mentre l’iconografia ce li presenta sempre biondi e con gli occhi azzurri.

Defendente sarebbe stato uno dei soldati della Legione Tebea: Don Damiano ha ricordato che da recenti ricerche è emerso che esiste una città egiziana chiamata Defendent, vicina al luogo di provenienza dei legionari tebei e ciò spiegherebbe il nome del Santo.

Nella “Passio” riportata dal vescovo di Lione, Eucherio, si narra che il vescovo di San Teodoro o Teodulo, avrebbe scoperto il luogo dove furono sepolti i martiri della Legione Tebea – uccisi perché, essendo cristiani, in prossimità di una battaglia si erano rifiutati di fare i sacrifici propiziatori agli dei – diffondendone così il culto in tutto il Vallese e in Gallia.

La tradizione fa risalire a Teodoro la costruzione nel 381 del primo santuario dedicato a san Maurizio e ai legionari della legione Tebea, ampliato nel V secolo.

San Maurizio divenne il protettore degli stati sabaudi, tanto che nel 1583 parte delle reliquie di San Maurizio furono traslate al duomo di Torino, nella Cappella della Sindone: “La monumentale chiesa di Vocca, che è dedicata a San Maurizio, conserva testimonianze iconografiche importanti, e una statua ottocentesca con il Santo a cavallo, unica statua equestre in Valsesia”.

Defendente nell’iconografia veste abiti militari e ha come attributo la mazza ferrata, il suo culto e la sua venerazione nelle nostre terre è molto intensa: “A Varallo l’oratorio della Mantegna all’entrata della città e quello di Scopelle all’uscita, sono entrambi dedicati a San Defendente, che salvaguardava anche dalle epidemie del bestiame ed era il protettore dei panettieri: a Novara è venerato nella chiesa di Sant’Eufemia, tra le più antiche della città, che ospitava la corporazione dei panettieri”.

Don Damiano ha poi citato molti dei luoghi in cui il santo è venerato, soffermandosi sulla Valsesia e descrivendone le molte testimonianze iconografiche.

Elisa Farinetti ha contestualizzato la Frazione Giacomolo, con la cappella dedicata a San Defendente che sorge accanto alla casa seicentesca della famiglia De Henricis e l’antico oratorio di San Bartolomeo, studiati utilizzando documenti dell’archivio familiare e tratti dalle Visite Pastorali.

Al termine della relazione il socio Ing. Pier Luigi Moretta ha ricordato che Don Damiano è anche co-autore di un volumetto dedicato alla chiesa di san Grato a Borgosesia, pubblicato dal Lions nell’anno di Presidenza di Bruno Ottone, e, congratulandosi con il brillante oratore che sta concludendo un prestigioso percorso di studi a Roma, gli ha chiesto di parlare di un “mistero valsesiano”: lo scomparso Giudizio Universale di Gaudenzio, che si sarebbe trovato nella controfacciata di Santa Maria delle Grazie a Varallo.

Il Giudizio Perduto esisteva, non sappiamo se fosse ad affresco, o piuttosto una grande tela: dai saggi esperiti sulla parete non sono emerse tracce, dalla tesi di Erica Bernardi sarebbe stata segnalata in Valtellina la presenza di una tela gaudenziana con questo soggetto, che nel 1860-70 era di proprietà della famiglia Pallavicino, ma non è ancora stata rintracciata. Il Giudizio Universale di Zuccaro, dipinto dal Cavallazzi potrebbe essersi ispirato a quello di Gaudenzio.”.

Al termine dell’incontro, con il guidoncino del Lions, a Don Damiano e ad Elisa Farinetti sono state offerte pubblicazioni patrocinate dal Lions Club Valsesia, che da sempre si distingue per l’attenzione al territorio, alla sua arte e tradizione.

Redazione di Vercelli

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