FAI VERCELLI E CASALE – Apertura speciale della Grangia di Pobietto (Morano sul Po) - VercelliOggi.it VercelliOggi
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DELEGAZIONI FAI VERCELLI E CASALE MONFERRATO - Apertura speciale della Grangia di Pobietto (Morano sul Po)          

La Grangia custodisce una meravigliosa parrocchiale settecentesca che fa capo all’Arcidiocesi eusebiana

CasaleOggi, Vercelli Città

La Delegazione FAI di Casale Monferrato e la Delegazione FAI di Vercelli propongono l’apertura speciale congiunta della grangia di Pobietto in località Morano sul Po.

La collaborazione tra le due delegazioni presiedute rispettivamente da Cristina Debernardi e Paoletta Picco è sostenuta dal fatto che la Grangia, un tempo afferente all’Abbazia di Lucedio, oggi di proprietà dell’Asl di Vercelli, custodisce una meravigliosa parrocchiale settecentesca che fa capo all’Arcidiocesi eusebiana.

Sarà pertanto possibile fare volontariato “a quattro mani” dalle 15 alle 19 il sabato 15 e dalle 10 alle 19 domenica 16 ottobre: i volontari di Vercelli guideranno la visita alla chiesa di San Nicola e all’attiguo erbario mentre i volontari di Casale affiancati dai loro Apprendisti Ciceroni (gli studenti dell’Istituto Alberghiero Ronco di Trino) apriranno il Museo della civiltà contadina e illustreranno l’area esterna.

Dalle 16:30 alle 18:30 le due Delegazioni proporranno ai visitatori nei locali del Parco del Po una degustazione di prodotti tipici preparata dagli allievi dell’Alberghiero di Trino S. Ronco guidati dal docente Alessandro Pegoraro.

La visita non necessita di prenotazione.

La degustazione richiede invece la prenotazione obbligatoria con contributo di €10,00 comprensivo di visita entro le ore 13 di mercoledì 12 ottobre scrivendo alle e mail di delegazione:

casalemonferrato@delegazionefai.fondoambiente.it

vercelli@delegazionefai.fondoambiente.it

Si ringraziano per il patrocinio l’ASL di Vercelli, proprietaria del bene, i Comuni di Trino e di Morano sul Po,

l’Arcidiocesi di Vercelli, il Parco del Po – Aree protette tratto del Po piemontese.

Posta nel cuore di una vasta area risicola, la Grangia di Pobietto è una grande tenuta agricola risalente alla fine del XII secolo, storicamente parte di una rete di tenute legate alla Grangia dell’abbazia di Lucedio fondata dai monaci cistercensi nel 1123.

La località di Pobietto è situata amministrativamente in provincia di Alessandria ma storicamente e geograficamente in territorio vercellese. Compresa nel territorio del comune di Morano sul Po, l’area di Pobietto è uno dei luoghi più antichi del Monferrato, abitata fin dall’età del bronzo, come attestano i ritrovamenti del 1994 di una necropoli risalente al XII secolo a. C. e successivamente interessata dagli insediamenti dei monaci cistercensi che ne determinarono l’assetto territoriale. I Cistercensi, infatti, dal X secolo d.C. fondarono varie abbazie tra cui San Genuario nel comune di Crescentino e l’abbazia di Lucedio sotto il Comune di Trino.

Le organizzazioni monastiche erano in epoca medioevale di fondamentale importanza poiché grazie a esse si avviò una massiccia operazione di bonifica dei terreni.

Si coltivavano aree sempre più vaste e si diffuse la coltura e la produzione risicola.

Pobietto rimase e subordinata all’abbazia di San Michele della Chiusa fino al 1123 e successivamente passò all’abbazia cistercense di Santa Maria di Lucedio per restarvi fino al 1784, anno in cui venne concessa all’ordine Mauriziano a causa della morte del Cardinale delle Lanze, ultimo Abate di Lucedio.

Negli anni successivi si progettò anche l’attivazione di alcune risaie a Pobietto.

Si rinnovarono i contratti di affitto e le autorizzazioni per avviare la coltura risicola.

Durante la dominazione Napoleonica i beni di Lucedio furono inoltre una preziosa merce di scambio.

Nei primi anni dell’Ottocento, l’abbazia di Lucedio e il sistema di grange a essa connessa, vennero assegnate da Napoleone al cognato Camillo Borghese, all’epoca Governatore Generale del Piemonte; tale donazione escluse Pobietto che rimane nei possedimenti del Demanio fino al 1827 per poi ritornare sotto l’organizzazione Mauriziana.

Infine dal 1857 l’amministrazione dell’area passò all’Ospedale Maggiore di Vercelli a cui tuttora appartiene.

Nella parte antica e centrale dell’insediamento dell’antico “castello” sorge la chiesa di San Nicola la cui data di erezione e di consacrazione resta tuttora sconosciuta.

Dedicata a san Nicola Vescovo di Mira (Pàtara, 15 marzo 270 – Myra, 6 dicembre 343) difensore dei deboli e di coloro che subiscono ingiustizie, nel 1457, grazie alla bolla papale di Callisto III, viene elevata a vicaria amovibile rimanendo legata all’abbazia di Lucedio fino al 1474, anno in cui è inserita all’interno della diocesi di Casale Monferrato.

Divenuta chiesa parrocchiale nell’agosto del 1713, l’anno successivo Giovanni Battista Scapitta in seguito all’intervento di riqualificazione della tenuta, inizia la ricostruzione della Chiesa Nuova, un’operazione che prevede l’isolamento dei fabbricati attigui al fine di qualificare l’edificio come monumento e oggetto-simbolo del nuovo rapporto tra proprietà e dipendenti. Emblematica la scelta del progettista che, adottando una posizione centralizzata e un volume a sviluppo verticale, fa assumere all’edificio la funzione di polo visivo all’interno di un complesso caratterizzato da edifici di tipo orizzontale disposti a nastro; l’unico elemento analogo verticale è la torre-porta da cui si accede all’area verde su cui insiste la chiesa.

La Chiesa Nuova in stile barocco, caratterizzata da maggior volume e visibilità degli elementi decorativi, si presenta a unica navata a tre altari, con un piccolo coro e un presbiterio.

L’altare maggiore della chiesa dedicato a san Nicola, presenta un crocifisso ligneo mentre i due altari minori laterali sono rispettivamente dedicati alla Vergine del Santissimo Rosario e a san Giuseppe. Verso la fine del Settecento per concessione pontificia la chiesa di San Nicola passò all’ordine Mauriziano e nel 1805 viene riassegnata alla Diocesi di Vercelli dalla quale dipende tuttora.

Cosa scoprirete durante le giornate FAI?

Durante le GFA 2022 i visitatori faranno un percorso architettonico, storico-culturale ma anche naturalistico.

La grangia di Pobietto insiste infatti nell’area delle Aree protette del Po piemontese, un’area decisamente ricca di testimonianze artistiche ed architettoniche a partire da quelle romane, sino a quelle medioevali e barocche.

L’elemento principale che caratterizza il Parco naturale del Po piemontese è chiaramente il fiume Po, il più lungo ed importante fiume in Italia, che in questo caso costituisce anche il trait d’union fra le differenti aree che formano le Aree protette del Po piemontese. Lungo il percorso fluviale del Po, infatti, si incontrano chiese, abbazie, ricetti e castelli. Il Parco Naturale del Po piemontese è stato istituito con la legge regionale del 27 marzo 2019, n. 11.

In precedenza le singole aree lungo il Po in Piemonte, di particolare valore ambientale e paesaggistico o minacciate da possibili espansioni edilizie, erano tutelate mediante un sistema di riserve naturali, aree attrezzate e zone di salvaguardia.

Tali aree erano gestite da tre differenti enti parco, ma facevano tutte parte del “Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po”, istituito con la legge regionale del Piemonte n. 28 del 17 aprile 1990. La successiva e già citata legge regionale n. 11 del 27 marzo 2019 ha invece stabilito che tutte le singole aree protette presenti lungo l’asta fluviale del Po in Piemonte, nel tratto da Casalgrasso al confine con la Lombardia, costituiscano un’unica area protetta: il Parco naturale del Po piemontese.
 

Redazione di Vercelli

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