Il 7 dicembre scorso è apparsa sui giornali una notizia preoccupante che ha allarmato anche il Ministro di Giustizia Marta Cartabia: al concorso per magistrati solo il 5,8% ha superato la prova scritta a causa degli eccessivi errori di grammatica. Certamente una notizia del genere testimonia un grave insuccesso della scuola, che a livello superiore e universitario si prefigge di preparare la futura classe dirigente.
D’altra parte, nella quotidianità della pratica didattica, gli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado si trovano a fare i conti con ragazzi sempre più condizionati a livello comunicativo dalle nuove tecnologie.
La comunicazione è ipertrofica, ma è negativamente segnata dalla velocità e dall’approssimazione. La velocità non consente il tempo per riflettere su che cosa si dice né su come lo si dice; per l’approssimazione basta pensare al fatto che l’ortografia non conta sui social e se si usa un programma di videoscrittura c’è il correttore che suggerisce. Per il lessico…una parola o l’altra va bene, basta che il senso si capisca più o meno. Anche la stessa scrittura a mano (così importante per la rielaborazione del pensiero e per la memorizzazione) è diventata obsoleta; gli stessi libri di testo per facilitarne lo svolgimento propongono esercizi di completamento, questionari vero/falso o questionari a risposta multipla.
L’esigenza primaria sembra essere quella di ‘risparmiare tempo’. Ma l’apprendimento passa attraverso la riflessione e la riflessione richiede tempo! Ciò che sembra facilitare impoverisce e l’impoverimento intellettuale intacca anche la nostra libertà, sia nella dimensione sociale sia nella dimensione privata, individuale.
Per quanto riguarda la dimensione socio-politica basti pensare alla celebre affermazione di don Milani: “Un operaio conosce 100 parole; il padrone ne conosce 1000. Per questo è il padrone”.
Per quanto riguarda la dimensione individuale, psicologica, mi piace citare Dante. Nel XVII Canto del Paradiso, Beatrice invita Dante ad esprimere all’avo Cacciaguida i suoi dubbi circa le oscure profezie dell’esilio che lo hanno turbato: “Non perché nostra conoscenza cresca per tuo parlare, ma perché t’ausi a dir la sete, sì che l’uom ti mesca” (Par. XVII, 10-12).
Dante deve formulare le sue domande non perché le anime beate non sappiano che cosa desidera, ma perché deve imparare a verbalizzare le sue istanze, i suoi dubbi, i suoi desideri per instaurare con i suoi simili una comunicazione efficace. “Sì che l’uom ti mesca” se non impari a dire che hai sete, gli altri non potranno aiutarti.
Quanti problemi e crisi adolescenziali nascono dall’incapacità di verbalizzare i propri disagi?
Quanta aggressività potrebbe essere evitata da una competenza comunicativa che aiuti il confronto anziché lo scontro?
A questo punto la scuola non può più sfuggire alle domande: come rinnovare la didattica dell’Italiano in modo da aiutare concretamente i nostri alunni a comprendere che lo strumento linguistico è il primo ‘ponte’ che ci permette di relazionarci agli altri, ma come tutti i ponti ha bisogno di basi solide e di una costruzione corretta? Come intercettare il loro interesse per far capire che sviluppare le capacità comunicative sia a livello orale che scritto serve e servirà innanzitutto a loro come persone, come ‘esseri in relazione’?
Il corso di aggiornamento che l’UCIIM di Vercelli propone: “L’insegnamento della lingua italiana. Problemi e proposte didattiche” vuole provare a rispondere a queste domande.
Maddalena Remus
Dettagli sul corso di aggiornamento
L’UCIIM di Vercelli, in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale, propone il corso di aggiornamento per docenti dal titolo “L’insegnamento della lingua italiana. Problemi e proposte didattiche”.
Il corso si svolgerà in presenza, presso l’aula magna dell’Istituto Cavour di Vercelli, con il seguente calendario:
mercoledì 2 marzo 2022, ore 16-18, prof.ssa Ludovica Maconi, docente di linguistica presso l’UPO, Dizionari e risorse della Rete per la didattica dell’italiano;
mercoledì 9 marzo, ore 16-18.30, dott. Andrea Musazzo, dottore di ricerca presso l’UPO, Dati INVALSI – OCSE PISA e pratica didattica;
venerdì 18 marzo, ore 16-18.30, dott. Andrea Musazzo, La scrittura: problemi ed errori frequenti;
venerdì 25 marzo, ore 16-18, prof.ssa Maria Napoli, docente di linguistica e glottologia presso l’UPO, La lingua italiana tra norma, errore e variazione.
La partecipazione è gratuita, ma occorre iscriversi alla mail carla.barale54@gmail.com; sono inoltre necessari il green pass e la mascherina, come da normativa Covid.
Verrà rilasciato l’attestato di partecipazione, utile ai fini dell’aggiornamento dei docenti.
Redazione di Vercelli