Ci vuole la parola di un uomo quasi centenario (è nato a Treviso il 23 novembre 1923) per rimettere la barra al centro e guardare all’emergenza per la pace riuscendo a farsi strada tra le nebbie della verità negata.
Non è facile.
Nel nostro video, che proponiamo integrale perché questo messaggio possa essere non solo ascoltato, ma poi “ripassato” per essere meglio meditato, è lo stesso Presule ad informare (come sempre, con tono disincantato, forse anche ironico e con il sorriso sulle labbra): mi hanno censurato.
Pochi giorni fa, sulla crisi Ucraina, aveva dato, dopo pressanti insistenze, un’intervista televisiva, andata integrale ad un Tg delle 14,30, per poi essere drasticamente ridotta nell’edizione delle 19.
E c’è da capirli: il sistema pare stia preparando altro.
E’ tutto uno sferragliare di carri che si alimenta anche (è cosa stupefacente, delle ultime ore) con la divulgazione di circolari “interne” diramate dallo Stato Maggiore della Difesa, fatte, chissà come, “filtrare” all’esterno: pubblicate su tutti i media.
Secondo una modalità di rapportarsi con l’opinione pubblica il cui senso di responsabilità è sicuramente bisognoso di essere spiegato.
Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea e per molti anni Presidente di Pax Christi, interviene a questa tavola rotonda organizzata (martedì 15 marzo) dalle Acli, dall’Anpi e con il contributo delle Parrocchie di Chivasso al Teatro Carletti.
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Presto riassunto, per la cronaca, il senso del messaggio che Mons. Bettazzi rivolge ad un uditorio attento e persino rapito – anche quando divertito dalla sua sempre sapida e garbata ironia – sulla guerra tra Russia ed Ucraina: sanzioni sì, accoglienza ai profughi sì, intervento militare comunque presentato, no.
No assolutamente.
Perché?
Semplicemente perché non è “ragionevole”.
Persino al di là delle pur sempre chiare ragioni di carattere etico, non v’è chi non veda come qualsiasi apporto militare, non possa che condurre ad altri passi verso l’orlo del precipizio.
La non violenza è l’unica via possibile per la pace.
Lo stop al proliferare degli armamenti è l’unica cosa “logica” per prevenire guerre future.
Dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia, si sarebbe dovuta ridimensionare anche la Nato: invece ha cercato di ampliarsi fino a lambire, con l’Ucraina, i confini della Russia. Utopia? Follia? Ma c’è qualcosa di più folle e privo di futuro della guerra?
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Il Vescovo è, per dir così, “fresco di studi” nel ricordare quali iniziative simboliche e non violente possano essere utili, già sperimentate direttamente – per esempio – a Sarajevo (1992).
Quando lui ed altre personalità della cultura si interposero sulla linea di fuoco tra i due eserciti: per un giorno e mezzo, le armi dovettero tacere.
Così, non manca una “proposta”, anche ai leader del Mondo Occidentale, perché possano – eventualmente – seguire quell’esempio, invece e meglio, che fornire armi all’Ucraina.
Con Mons. Bettazzi partecipano all’incontro (ampi stralci dei loro interventi nel filmato) anche Pierangelo Monti, Presidente del Mir (Movimento Internazionale per la Riconciliazione) e Paolo Candelari,
Coordinatore di Agite (Associazione piemontese di cittadini contro l’atomica, le guerre ed il terrorismo).