Non ha dato grattacapi più di tanto, il “rave del I maggio” cui hanno partecipato alcune centinaia di ragazzi provenienti soprattutto da Piemonte e Lombardia tra ieri, 30 aprile e oggi, 1 maggio.
Il luogo, quello “solito”, della zona un tempo detta della Cascina Gerbone, ancora in territorio comunale di Caresana, ma già prossima alla Lomellina, a ridosso della Sesia.
Zona difficile da trovare anche per chi (si conceda, senza falsa modestia) come chi scrive ha una conoscenza “satellitare” della Bassa Vercellese, la “corona” operosa, calda di umanità e ricca di valori, attorno al Capoluogo.
Però loro, i partecipanti a questo rave del I maggio la trovano, evidentemente guidati da una messaggeria efficace.
Abbiamo messo a repertorio alcune immagini riprese nel pomeriggio di oggi, 1 maggio, quando molti se n’erano già andati e solo pochi erano in arrivo: si aggiravano lungo gli argini, in cerca del passaggio per arrivare al “campo”.
Con la ovvia premessa che a nessuno è concesso giudicare, tantomeno giudicare ragazzi che si affacciano ora alla vita e meno ancora giudicare in base particolari come quelli offerti dalle apparenze esteriori, se una evidenza “fotografica” può essere rilevata, rispetto ad altre occasioni analoghe
– ad esempio, qui, dal nostro archivio –
è l’aspetto “innocuo” dei frequentatori di oggi: alcuni che abbiamo incontrati (che arrivavano, come quelli che stavano lasciando la riva del fiume) sono sembrati ragazzini più spaesati che altro; tutt’altre esperienze negli altri casi che, nel corso degli anni, abbiamo documentato.
Ciò non significa che il rave sia stato legale (è una manifestazione sempre illegale) ma, probabilmente, i particolari sono stati colti dalle Forze dell’Ordine, che hanno arginato il fenomeno, sempre con fermezza, ma in modo “sapiente”: quello che conta è che, nella giornata di oggi, 1 maggio, tutte le vie d’accesso alla zona Gerbone siano state presidiate ed il transito impedito, previo controllo dei documenti.
Giorni come questi non fanno che rimbalzare la questione alle generazioni che hanno responsabilità educative e – non meno – la responsabilità di dare un futuro a questi ragazzi.