I Servizi pubblici per le dipendenze (SER.D) sono i servizi pubblici per le dipendenze patologiche del Sistema Sanitario Nazionale, istituiti dalla legge 162/1990. Sono organizzati all’interno delle ASL piemontesi sotto forma di Dipartimenti per le Patologie da Dipendenze (13 SER.D in Piemonte) e hanno storicamente una propria dotazione organica comprendente diverse figure professionali (circa 640 operatori in Piemonte) e una propria dotazione di budget, che fino al 2021 era di 31 milioni di euro annui.
Nonostante l’overlapping tra dipendenze patologiche e salute mentale sia solamente del 6,6%, a riprova del fatto che si tratta di ambiti clinici distinti, e nonostante le chiare direttive ministeriali ribadite dalla VI Conferenza Nazionale sulle Dipendenze svoltasi a Genova il 27 e 28 novembre 2021, che prevedono l’autonomia tecnico-gestionale dei Dipartimenti delle Dipendenze, la Giunta Cirio ha affermato mercoledì 9 marzo, rispondendo al mio Question Time, che l’epidemiologia dei disturbi mentali e da dipendenza evidenzia una correlazione sempre più stretta.
Purtroppo nell’ASL CN2 è già avvenuto l’inglobamento delle Dipendenze nella Salute mentale e nel 2022 non è più previsto un budget regionale autonomo e vincolato a progetti dell’area delle dipendenze. Sono segni dell’implicita volontà di cancellare un patrimonio di peculiare conoscenza ed esperienza, che invece va preservato e trasmesso, anche in considerazione del notevole aumento negli ultimi anni della diffusione delle dipendenze, specie in età giovanile e minorile.
La pandemia da coronavirus ci ha inoltre insegnato che bisogna avere servizi sanitari specialistici di prossimità.
Nelle Regioni in cui i Dipartimenti delle Dipendenze sono stati inglobati nei Dipartimenti della Salute Mentale si è assistito ad una restrizione dell’assistenza alle persone affette da dipendenza. Negli stessi Stati Uniti d’America, a fronte dell’epidemia di decessi da overdose avvenuta nel 2020, si è invertita la rotta sulle politiche delle droghe, rendendo le Dipendenze autonome dalla Psichiatria.
Riteniamo quindi insensato che la Giunta regionale sacrifichi sull’altare del risparmio un modello di cura consolidato nel tempo, in barba alle direttive ministeriali e alle società scientifiche.
Le difficoltà organizzative possono essere affrontate preferibilmente con un’organizzazione geograficamente trasversale piuttosto che con uno snaturamento tematico. Da sempre le dipendenze patologiche sono oggetto di stigma sociale e i SER.D sono a rischio di svalutazione politica, ma la Giunta non può negare i benefici clinici dell’organizzazione creata negli anni.
Si rende evidente la necessità di una riaffermazione della Autonomia dei Dipartimenti delle Dipendenze Patologiche in tutte le ASL piemontesi. Non si facciano passi indietro.
Monica Canalis – vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale
NOTA:
In Piemonte i pazienti presi in carico dai SER.D delle varie ASL erano 21.121 nel 2015 e 21.745 nel 2019 (fonte Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte). Tra questi 6.436 erano affetti da dipendenza da alcol (fonte. Bollettino 2015 Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte), 1.054 da Gioco d’Azzardo Patologico, alcune decine erano affetti da disturbi alimentari, meno di 1.000 da tabagismo e circa 13.000 da dipendenza da droga.
Già alla fine degli anni ’70 la Regione Piemonte vietò il ricovero dei tossicodipendenti nei reparti di psichiatria, per evitare il rischio di riduzionismo psichiatrico.
Non sussiste alcuna evidenza scientifica che giustifichi un’assistenza di carattere psichiatrico per i pazienti affetti da dipendenza patologica.
Le dipendenze patologiche da sempre sono malattie complesse, multifattoriali e dinamiche, con risvolti di natura chimica e comportamentale. Le dipendenze patologiche comportano spesso malattie somatiche correlate, estranee al corpus organizzativo della psichiatria, come l’epatite C, l’epatite B, l’HIV, endocarditi infettive, cirrosi epatica alcolica, disturbi cardiovascolari da stimolanti ecc.
Redazione di Vercelli