“Il carcere di Biella è stato, ieri domenica 12 novembre, teatro dell’ennesima follia delinquenziale di due detenuti che hanno fatto veramente di tutto nella struttura detentiva di viale dei Tigli”, denuncia Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“Così non si può più lavorare – prosegue -. I due, verso le 13.30 di ieri, mentre erano nel cortile dei passeggi hanno lanciato contro due ispettori e due agenti delle pietre e poi li hanno affrontati con calci e pugni per il semplice fatto che volevano stare con la porta dei cortili passeggi aperta! Poi sono saliti sul tetto e solamente nel pomeriggio, dopo una importante opera di mediazione del personale, si è riusciti a convincerli a scendere dal tetto per poi portali al reparto Nuovo Giunti per essere trasferiti urgentemente. Portati nelle salette, hanno distrutti il lavandino di un bagno provocando l’allagamento di un intero corridoi degli uffici Area sicurezza”.
“Capite bene – conclude Santilli, che non solo lavorare cosi è impossibile, ma se non vengono introdotte norme rigide a livello disciplinare e penali per chi commette nuovi reati durante la detenzione, specie se contro gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, si mortifica il senso stesso di autorità dello Stato verso i delinquenti”.
“La situazione penitenziaria è sempre più critica – dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE -, a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. I detenuti sono tornati a numeri allarmanti: 60mila a livello nazionale, oltre 4.200 in Piemonte. Il SAPPE torna chiede l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi, l’espulsione dall’Italia dei detenuti stranieri per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di appartenenza, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari per il contenimento dei numerosi detenuti affetti da problemi mentali (oggi ristretti indiscriminatamente nelle carceri tra gli altri e molto spesso responsabili di gravi eventi critici), la previsione che i detenuti tossico ed alcoldipendenti siano destinati in Comunità di recupero. Ma è urgentissimo dotare al più presto la Polizia Penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.
Redazione di Vercelli