“Un eccellente oratore”, “Perché non ha fatto il professore?”, questi sono solo alcuni commenti di coloro che domenica 9 giugno 2024 erano presenti all’Associazione Culturale di Gattinara, in occasione della conferenza del Dott. Quirino Barone sul Cavour “vercellese”.
Ne è uscita una immagine dello statista diversa da quella ufficiale, che l’epopea risorgimentale ci ha consegnato.
Un giovane Cavour, nobile sì ma un cadetto, quindi un soggetto che non avrebbe ereditato nulla del patrimonio familiare e pertanto avviato alla carriera militare.
La totale insoddisfazione per il suo destino deciso da altri, che alla fine costringe la sua famiglia a fargli gestire un grande podere risicolo nel vercellese equivalente a 2.500 campi di calcio.
La sua passione per i viaggi nell’Europa del primo Ottocento che gli permette di conoscere luoghi, tecniche idrauliche e agrarie che metterà da subito in opera nelle sue risaie e successivamente creerà i prodromi nel territorio per la realizzazione del canale che porta il suo nome, la più grande opera di ingegneria idraulica mai realizzata in Italia.
Il suo entusiasmo enologico nel modificare il vitigno coltivato nei vigneti del padre a Grinzane e nel coinvolgere la Marchesa di Barolo Giulia Colbert Falletti, portando il Nebbiolo da essere un vino dolciastro con poco valore all’eccellenza così da essere consumato nelle corti sovrane europee.
Lo stile assolutamente conviviale di Barone, che ha intervallato gli interventi tra una portata e l’altra del pranzo domenicale, realizzato dall’ottimo gruppo cucina dell’Associazione con tema rigorosamente dedicato al riso, ha coinvolto e suscitato l’interazione dei presenti, specie per quanto riguarda il borgo di gioventù cavouriana di Leri a Trino (che versa in condizioni deplorevoli), ci fa pensare quanto di prezioso abbia il nostro territorio e auspicarne quindi una adeguata valorizzazione.
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Redazione di Vercelli